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SIT E GIS

I Sono database grafici che permettono di creare una corrispondenza

Sistemi Informativi Territoriali

biunivoca tra insiemi di oggetti (edifici, aree naturali o edificate, linee ferroviarie, bacini idrici, ecc.)

posizionati sul territorio secondo le loro coordinate e informazioni quantitative o qualitative che li

riguardano.

Il SIT viene a costituirsi come base informativa per la costruzione dei Piani e progetti, raccoglie e mette in

relazione tutti gli elementi del quadro conoscitivo territoriale, ed offre un appoggio per la consultazione in

tempo reale dei diversi dati sul territorio. Tra le molteplici opportunità, vi è quella di facilitare le operazioni

di monitoraggio dello stato di attuazione degli strumenti urbanistici, delle condizioni dell'ambiente naturale

e delle reti infrastrutturali.

Le rappresentazioni G.I.S. permettono contestualmente:

• La costruzione di banche dati referenziate e aggiornabili, visualizzabili per livelli tematici di organizzazione

delle informazioni;

• L’analisi comparative incrociate e vedute sinottiche dei dati che aumentino il loro livello si scientificità e

certezza;

• L'attivazione di procedure di analisi complesse, mirate all'elaborazione di modelli di analisi del territorio;

• Un confronto fra dati raccolti separatamente, con l'obiettivo che l'integrazione delle informazioni

settoriali generi una comprensione della complessità del territorio attraverso la produzione di nuove

informazioni di "secondo livello».

• Una base informativa per perfezionare il modello interpretativo o progettuale, costruendo un processo

ciclico di studio e aggiornamento perfezionato per via di approssimazione.

GOVERNO DEL TERRITORIO tra l’azione

Il Governo del territorio è un processo complesso ed integrato di azione che riguarda il rapporto

politica e la strumentazione che la stessa si dà per amministrare e organizzare efficacemente quella

rilevante parte di cosa pubblica che è il territorio.

Le trasformazioni della città e del territorio

La trasformazione di Piazza San Pietro:

All'inizio del '500 la piazza era all'incirca rettangolare, con un dislivello di circa dieci metri tra il Borgo Nuovo

e il piede della scalinata che conduceva alla basilica. Papa Alessandro VI per il Giubileo del 1500 fece aprire

la prima strada nuova rettilinea di Roma, fra il ponte Sant'Angelo e il portone del Palazzo vaticano,

traversando la platea con una striscia lastricata.

È solo dal Seicento che i papi guardano dal Quirinale a San Pietro in una prospettiva, formale e ideologica,

ben diversa da quella che avevano dal Vaticano; La lunga storia dei progetti della piazza rivela lo sforzo per

interpretare una chiesa che, invece, Bramante e Michelangelo avevano concepito in tutt'altro modo: con la

croce greca e la grande cupola essi avevano negato la lunga croce latina della basilica costantiniana e il suo

rapporto con la città.

Sisto V fa trasportare davanti alla basilica, l'antico obelisco egiziano ma è solo con il Bernini e Alessandro IV

che la Piazza acquista la caratteristica forma ovale. Bernini impone alla piazza l'asse della basilica. Bernini

ipotizza inoltre un «terzo braccio» centrale del colonnato, distanziato dai laterali quanto basta per non

invadere il canale visivo fra Borgo Nuovo e il portone di bronzo.

Bisognava arrivare al 1936 perché si distruggesse, senza neppure accorgersi, un equilibrio tanto a lungo

elaborato, l'intervento di Piacentini e Spaccarelli fu eseguito dal 1936 al 1950 e portò alla demolizione del

Borgo Nuovo.

Padova, Prato della Valle 1785: l’area era nota come Campo di Marte o

In periodo romano ed altomedievale Campo Marzio perché

destinata a luogo di riunioni militari.

Il vero artefice della trasformazione del Prato fu Il suo programma di governo per Padova

Andrea Memmo.

si basò sugli interventi di igiene pubblica.

Vienna, il Ring, 1858-1866:

Il Glacis, una larga fascia di territorio profonda tra 500 e 1000 m. All'esterno della prima cinta era stata

lasciata libera da edificazione per esigenze militari: era configurato come elemento di separazione tra la

città antica, con tessuto edilizio compatto e sistema viario tipicamente medievale, e i quartieri più recenti,

meno densi ed abitati anche da famiglie borghesi e dell'aristocrazia.

Nel dicembre 1857 un editto imperiale stabilisce una nuova utilizzazione del Glacis destinando i 4/5 dei

terreni ai monumenti, agli spazi e agli edifici pubblici, alle strade, ai parchi, e di riservare solo 1/5 agli edifici

privati.

Il progetto approvato ha come elemento centrale un amplissimo viale alberato, sede di linee di trasporto

pubblico, lungo il quale si collocano spazi ed edifici monumentali tra loro collegati da spazi aperti che

costituiscono il tessuto connettivo di un sistema unitario, un vero e proprio "modello" di progetto urbano.

New York, Central Park (F. 1863):

L.Olmsted

Central Park è un vasto parco (3,4 km², un rettangolo di 4 km × 800 m) nel quartiere di Manhattan, a New

York.

Il paesaggista Frederick Law Olmsted e l'architetto inglese Calvert Vaux, svilupparono il cosiddetto

"Greensward Plan". Secondo Olmsted, il parco era "di grande importanza essendo il primo vero parco di

questo secolo, il primo parco finanziato pubblicamente al mondo.

Parigi, parco della Villette (1988, B.Tshumi)

II concorso per il Parco della Villette stabilisce un'intenzionalità nel definire nuovamente, dopo decenni di

disinteresse, il parco urbano come parte della struttura della città. Si vuole rinnovare il significato del parco

urbano, che in qualità di spazio pubblico doveva essere pensato in continuità e parte della città stessa.

"Pluralismo" e "innovazione" furono i termini che guidarono il concorso. Il Parco di Tshumi si pone in

"confronto tra arte e scienza" tra le diverse nazionalità del pubblico della metropoli: "il parco come

incontro di diverse culture che hanno il diritto di esprimersi".

Il progetto sovrappone tre sistemi tra loro indipendenti.

• Il primo sistema è quello della circolazione ove due assi principali, rettilinei e ortogonali tra loro, si

(linee)

intersecano e congiungono i punti estremi di accesso al parco.

• Il secondo sistema è costituito da grandi estensioni a prato.

(superfici)

• Infine le folies, un sistema puntiforme di oggetti collocati all'intersezione di un reticolo ortogonale

(punti)

che si sovrappongono in modo indifferente al sito.

Parigi, Parco Andrè Citroen (1990, G.Clement e A. Provost)

"Il Parco Citroën doveva sbarazzarsi sia della Villette che della tradizione, esso non poteva trovare

legittimazione nel neocostruttivismo, né nel giardino all'inglese né in quello alla francese, ma il nuovo parco

doveva trovare legittimazioni liriche".

Il progetto fonde due proposte pressoché opposte. Nella proposta di Provost: "La natura serve ad articolare

il paesaggio; la vegetazione, ridotta ai minimi termini". Assolutamente opposto a questa visione

"tradizionale" è l'innovativo progetto di Clément, nel quale, per la prima volta la natura ed i suoi

meccanismi di riproduzione e di espansione sono i protagonisti del progetto.

Emscher Park

Il Parco Paesaggistico dell'Emscher (oggi in fase di costruzione) ricopre un'area di circa 320 Kmq (più di un

terzo della superficie complessiva della della Ruh). Esso si estende per circa 70 km, da est ad ovest, in

altezza, per 10-12 km su entrambi i lati del fiume Emscher. Il suo tessuto ricongiunge e lega a sé i 17 comuni

compresi dal progetto. Il Parco è stato suddiviso in sette "Corridoi Verdi Regionali", che tagliano

trasversalmente la valle dell'Emscher. La loro forma e direzione segue la traccia lasciata dal progressivo

spostamento degli impianti di estrazione del carbone. Quelle che un tempo erano aree vuote dall'aspetto

desolato, sono state trasformate oggi in fasce verdi, costituite da parchi, percorsi, boschi e terreni agricoli,

che fondono Emscher Park (con percorsi e strade verdi) i territori e paesaggi.

Le tracce del passato uso del territorio, non nascoste ma esaltate, ci narrano di come l'artificio può essere

ritrasformato in natura attraverso i nuovi significati che a queste grandi strutture sono attribuiti dalle scelte

progettuali. Da oggetti isolati ed inquietanti simili a grandiosi interventi di Land Art, questi massicci impianti

industriali, ci svelano anche una natura giocosa, invitandoci ad esplorarli ed a scoprirli come in una caccia al

tesoro. luogo-simbolo

La "Piazza dell'intero parco, è stata realizzata riciclando imponenti lastre

Metallica“,

metalliche di 2,20 per 2,20 metri un tempo utilizzate come chiusure di grandissimi stampi per opere di

fusione. Modularmente accostate sopra un letto di sabbia, esse appaiono come cimeli misteriosi di

un'antica civiltà. EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA URBANISTICA:

PIANIFICAZIONE URBANISTICA:

• elaborazione di Piano territoriali o urbanistici (dall'area vasta alla dimensione locale);

• i piani disciplinano tutto il territorio;

• demandando la realizzazione degli interventi pubblici o privati alle decisioni dei titolari e alla disponibilità delle

risorse pubbliche;

• il contributo dei privati è costituito solo dagli oneri concessori “BUCALOSSI”;

• i piani attuativi sono redatti dal pubblico o dal privato: netta separazione tra le due sfere

• i piani generali sono validi a tempo indeterminato. Quelli attuativi durano 10 anni.

PROGETTAZIONE URBANA:

• elaborazione di programmi o di progetti di specifici interventi (dimensione locale);

• riguardano solo gli immobili e gli spazi pubblici immobili su cui interviene, il perimetro è facilmente modificabile;

• individuano esplicitamente i soggetti realizzatori, pubblici e privati;

• la realizzazione è stabilita attraverso contratti o convenzioni;

• il contributo dei privati è la somma di oneri concessori e contibuti “straordinari”;

• i soggetti privati concorrono a definire e a realizzare programmi e progetti;

• durano il tempo della realizzazione degli interventi (contratti e convenzioni

Fino ai primi decenni del 1900 non c’era una regola comune per pianificare le città: ogni piano aveva una sua storia, un suo

formato, un suo strumento.

Il primo corpus fondamentale della disciplina urbanistica è rappresentato, essenzialmente, da tre provvedimenti legislativi:

Legge n.2248/1865, sulle opere pubbliche;

Legge n.2279/1865, sul il riordino della viabilità ferroviaria;

Legge n.2359/1865, formalmente definita “Legge sulle espropriazioni per pubblica utilità”.

ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITA

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
34 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/21 Urbanistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Virgi 95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi urbanistica del progetto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Rubeo Francesco.