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Analisi urbana di Settimo Milanese - cascina Caldera Pag. 1
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Quinto Romano - Milano

1508 Tipologia: Cascina - Edificio a corte

Funzione: Edifico Agricolo

Anno di costruzione: 1508

Inquadramento Territoriale:

La Cascina Caldera, affacciata sull’omonima via che congiunge via Novara a Quinto Cagnino, è situata ad ovest di Milano, nel comune

di Quinto Romano. Sorge al limite nord del Parco delle Cave, in una posizione centrale rispetto al sistema dei parchi dell’ovest Milano

(Cave, Trenno e Boscincittà) e al futuro Parco della Via d’acqua.

Il complesso, caratterizzato dalla tipica ampia corte centrale, risale al XVI secolo e costituisce un’importante testimonianza di architettura

rurale tipica della bassa pianura milanese. In anni recenti sono stati effettuati interventi di manutenzione di alcune parti pericolanti a

cura del Comune che ha promosso anche un approfondito studio storico, materico e del degrado degli edifici. Attualmente é

parzialmente utilizzata come ricovero di attrezzature per la manutenzione del parco ed è la sede dell’azienda agricola Zamboni.

Partiolare importanza è conferita dal fatto che l’edificio sia compreso all’interno di un progetto di riutilizzo delle Cascine milanesi

previste per EXPO. Malgrado questi progetti l’avanzato stato di degrado ne ha causato il rallentamento del recupero.

Tale edificio fa quindi parte dell’edilizia minore del quale si è discusso per molti anni nelle teorie del restauro; certo è che si tratta

di una testimonianza culturale della popolazione che l’ha edificata, e per questo motivo assume ruolo di primaria importanza

nel trasmettere informazioni storiche. Questo aspetto viene quindi rispecchiato dai torici dell’anteguerra, quali Riegl e Ruskin. I

numerosi restauri e modifiche subite nel corso dei secoli non hanno certo tenuto conto di quaesto aspetto, aggiungendo parti, e

molte volte portando alla totale alterazione del manufatto originale, ma possono essere annoverate come stratificazioni storiche.

Analisi Tipologico-Architettonica:

Indubbiamente riconoscibile qui è la tipologia a corte tipica delle

cascine Lombarde. Tuttavia questo edicio si presenta con questo

aspetto solo grazie ad una continua stratificazione di interventi

che hanno permesso di modificarne la tipologia iniziale, cioè

subendo un processo tipologico che manifesta le mutate

necessità degli occupanti. Lefasi sono le seguenti:

1508: Inizialmente le uniche parti edificate erano le

residenze dei slariati e il presidio del latifondista; questi edifici

erano separati e presentavano 2 tipologie differenti, il primo

era un edificio in linea costituito da locali accessori al piano

terra con annesse camere. L’edifico del latifondista presentava

decorazioni e, sempre con edificato in linea aveva locali vivibili

ad entrambi i piani

1600: Le mutate esigenze richiedono una struttura più

controllabile e con la possibilità di stoccaggio e conservazione

delle materie prime. Questo porta alla costruzione di nuovi

locali che vengono accostati a quelli già esistenti; si crea così

una “semicorte”, i locali dei salariati vengono muniti di ballatoio

per facilitare l’accesso al livello superiore dove furono costruite

le camere. Ne consegue un’evoluzione tipologica, che la porta

ad una a ballatoio.

Cascina Caldera p.2

Quinto Romano - Milano

1508

1800: Qui si registra la conclusione della tipologia a corte tramite la realizzazione delle stalle nella parte sud del complesso.

Successivi interventi si sono susseguiti con il procedere dei decenni grazie alle innovazioni tecnologiche, che hanno apportato a loro

volta piccole modifiche o alterazioni alla struttura fino a quel punto definita; tuttavia senza apportare radicali cambiamenti.

Stato di conservazione e previsioni future:

Come abbiamo già visto questa tipologia di manufatti fa parte di quel patrimonio diffuso che è la città. Numerose volte l’edificato è

stato inserito in piani di restauro o recupero, con risultati spesso inconsistenti dati gli elevati costi di intervento. Lo stato di conservazione

del manufatto (come visibile dalle foto sottostanti) attualmente risulta povero, con molti elementi pericolanti o crollati.

La soluzione presentata dal comune di Milano è compresa nel progetto 100 cascine EXPO, che ne prevedeva una conversione in

struttura ricettiva (Bed and Breakfat). Questa soluzione avrebbe apportato numerose modifiche strutturali e la conseguente modifica

dei caratteri storici.

Per questo motivo si potrebbe invece prevedere una rivalutazione del suo ruolo iniziale, soluzione sicuramente preferibile anche per il

rilievo sociale che una struttura come questa potrebbe assumere all’interno di un parco. Il che potrebbe scaturire in una rievocazione

delle idee di ripristino del “com’era dov’era” (sostenuto da idee del dopoguerra quali Brenson). Questa soluzione presenterebbe un

ruolo molto importante di testimonianza della storia passata, ma si dovrebbe provvedere a mediarla tenendo conto di non stravolgere le

superfetazioni che il trascorrere del tempo ha stratificato sul manufatto originale, e che a loro volta presentano interesse storico.

Mantenendo quindi un atteggiamento flessibile che abbiamo visto essere il più qualificante stando attenti a non ridurre la complessità

cittadina e delle sue componenti edilizie ad un singolo aspetto.

Settimo Milanese p.1

Milano Regione: Lombardia

Provincia: Milano

Superficie: 10,75 Km²

Abitanti: 19.464

Frazioni:

• Cascine Olona

• Seguro

• Vighignolo

• Villaggio Cavour

Inquadramento Territoriale:

La città di Settimo Milnese è situata ad ovest di Milano. Questa posizione la pone in uno spazio caratterizzato principalmente da

panorama agricolo e paesistico rilevante, in quanto a contatto con realtà quali il Parco Agricolo Sud e lo stesso Bosco della Giretta, di

pertinenza dello stesso comune con un estensione di 24 ettari.

Tale panorama fa intuire che l’origine della cittadina è dovuta ad un consolidamento della realtà agricola preesistente sul luogo, ed in

particolare dal fulcro costituito da Cascina Olona, la parte più antica della città.

Analisi storica, Centro storico e successivi ampliamenti:

La lettura delle dinamiche territoriali attraverso la cartografia storica (IGM 1888-1936-1950) ci permette di analizzare le evoluzioni che

hanno portato il tessuto storico cittadino di fine ‘800 fino a quello di metà anni 50. Analizzando le permanenze ci si può accorgere di

come gli aspetti generali non presentino eccessive differenze; la conservazione dei nuclei storici è evidente (essendo una città rurale

non sarà sottoposta ai pesanti interventi di sventramento richiesti da una realtà cittadina).

Si possono registrare delle piccole espansioni delle varie frazioni che iniziano a presentare delle aree specializzate in impianti industriali

che prendono il posto di numerosi campi coltivati.

Altro punto interessante è l’osservazione dell’evoluzione comunale colletiva: le frazioni pur essendo parte dello stesso comune non

vedranno una vera e propria unione del tessuto urbano fino ad un periodo recente. Evidente nella IGM del 1950 come il centro

storico venga affiancato dalla strada statale, aumentando le possibilità di sviluppo delle attività economiche (portato dalle facilitate

comunicazioni con la città di milano, prima possibili solo tramite trasporti su treno “Gamba de Legn”).

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
5 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/19 Restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher milla_te di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Restauro urbano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Simonelli Raffaella.