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Lila e Sam alla ricerca di Marion
Lila e Sam, dopo aver atteso inutilmente Arbogast, si recano dallo sceriffo della città verso cui Marion era diretta per chiedere notizie della ragazza. Lo sceriffo chiama il Bates Motel e Norman conferma la visita di Arbogast, affermando che se ne è poi andato. Dopo la telefonata, lo sceriffo, sorpreso dal fatto che Arbogast abbia detto a Lila e Sam che Norman viveva con la madre, spiega che ciò non è possibile dal momento che la donna si è suicidata dieci anni prima con della stricnina. Lila ritiene a questo punto che Norman abbia mentito e che Arbogast sia sparito perché venuto in possesso di indizi compromettenti. Decide con Sam di andare di persona al motel.
I due si fingono una coppia di sposini e, mentre Sam intrattiene Norman, Lila si intrufola a casa Bates, ma la scopre vuota: non vi è traccia della madre. Nel frattempo Norman si accorge dell'assenza di Lila e capisce il trucco. Lila lo vede correre verso la casa e si nasconde nel sottoscala.
Norman sale al piano superiore. Lila sta per andarsene quando nota la porta della cantina. Decide di scendere nel locale, dove vede la signora Bates seduta di spalle su una sedia. La figura si volta per rivelare un cadavere mummificato. Lila urla per il raccapriccio e in quel momento l'assassina di Marion e Arbogast si rivela: è Norman, armato di coltello e vestito di una parrucca e degli abiti della madre. L'intervento di Sam impedisce all'uomo di colpire Lila. Dopo l'arresto, lo psichiatra Fred Richmond sottopone Norman a una visita, per poi svelare il mistero a Sam, Lila e polizia: dopo la morte del padre Norman ha sviluppato un forte complesso di Edipo nei confronti della madre. Quando questa si fidanzò nuovamente, Norman si sentì tradito e avvelenò lei e il compagno. Il rimorso ha però scisso in due la sua personalità: Norman e la madre. In questo modo la donna poteva essere, per certi versi, riportata in vita. Tuttavia
ciò non era sufficiente: la madre doveva essere gelosa di lui, motivo per cui procedeva allasistematica eliminazione di qualsiasi donna dalla quale il figlio si sentisse attratto. La madre confessa anche gli omicidi insoluti di altre due giovani donne scomparse. Dopo l'arresto, la personalità materna ha completamente oscurato quella di Norman, negando a se stessa di aver potuto commettere tali omicidi.
Il film si chiude con l'immagine dell'auto di Marion che viene ripescata dalla palude.
Il film rientra nel genere thriller. La trama è impostata secondo un impianto classico dove il finale chiude tutte le domande poste dalla storia. Il tempo si dipana in maniera lineare e tutte le azioni si susseguono secondo nessi di causalità. Particolarità del film è la morte della protagonista Marion a circa metà della narrazione, a cui seguono le indagini sulla sua scomparsa. Il film potrebbe essere visto come la fusione di due
Trame: la prima che tratta della fuga di Marion e del suo omicidio, concludendosi con un finale aperto che non lascia trapelare nulla riguardo all'assassino della donna, quindi la seconda, che vede come protagonista Norman e il suo intento di insabbiare l'omicidio che lui crede commesso dalla madre. La conclusione di questa seconda vicenda coincide con quella dell'intero film, che fornisce una risposta a tutte le domande poste dalla storia.
Altra vicenda descritta solo attraverso i dialoghi, ma non per questo meno rilevante, è il conflitto tra Norman e la madre, che si conclude con l'omicidio della donna e del nuovo compagno da parte del figlio.
Marion Crane è la protagonista iniziale e agisce in modo attivo, perseguendo concretamente i suoi obiettivi, ovvero la necessità di fuggire alla giustizia. Il bisogno più profondo che la spinge a commettere il reato è però quello di fuggire dalla sua vita frustrata.
Il conflitto tra Marion e la giustizia dalla quale teme di essere scoperta è il motore della prima parte della storia. L'arco di questo personaggio, inizialmente piatto e egoista, lo porta a scoprire l'irrilevanza dei propri problemi rispetto ad altri (in questo caso di Norman) e al successivo pentimento per le azioni commesse. Anche Norman Bates è un protagonista attivo, che fa di tutto per ripulire le tracce dell'omicidio di Marion. Anche in questo caso il conflitto è tra il personaggio e la giustizia. Tuttavia il bisogno più profondo di Norman è di risolvere il conflitto con il fantasma della madre. Per quanto riguarda l'arco del personaggio, nel caso di Norman si conclude in negativo: fragile e impotente, non è in grado di far fronte alla madre, che al termine della vicenda prende il totale controllo della mente del figlio. Anche nella sua storia passata l'arco è negativo: Norman non riesce a superare il complesso diEdipo che lo lega allamadre e si trasforma in un omicida. Milton Arbogast è uno dei personaggi secondari, attivo nell'indagare sulla scomparsa di Marion. Il conflitto a cui va incontro nel film è quello con Norman, che mente al detective nascondendo la verità. Non vi è un arco nel caso di questo personaggio: Arbogast appare come poliziotto sicuro di sé e delle proprie capacità e tale rimane fino al suo omicidio.
Sam Loomis e Lila Crane, sono altri due personaggi secondari. Perseguono concretamente il loro obiettivo, cioè scoprire la verità sulla scomparsa di Marion. Il conflitto, come nel caso di Arbogast, è con Norman. Anche nel caso di questi due personaggi l'arco è inesistente: nessuno dei due esce profondamente cambiato dalla vicenda. Unica volta è forse il fatto che Lila non creda più che Marion sia fuggita da Sam, superando le proprie diffidenze nei suoi confronti, mentre Sam, incapace di credere.
alla colpevolezza di Marion, ne prende infine atto.ANALISI
Il film è stato realizzato in bianco e nero, nonostante il cinema a colori fosse ormai diffuso. Tale scelta potrebbe avere come obiettivo la creazione di un contrasto stridente tra bianchi e neri, contrapponendo luci e ombre in un gioco di chiaroscuri, a sottolineare la violenza e la brutalità, ma anche la duplicità dei personaggi divisi tra il "bene" e il "male".
Anche le ambientazioni principali, ovvero il Bates Motel e casa Bates, richiamano un'atmosfera di inquietudine e tensione. Nel caso dell'abitazione, Hitchcock si ispirò al pittore americano Edward Hopper, solito dipingere atmosfere sospese nelle quali regna la solitudine, rifacendosi al concetto freudiano di perturbante: la casa non è più un rifugio accogliente, bensì luogo di inquietudine. Il dipinto preso a modello è "The House by the Railroad" (1925).
Un elemento ricorrente nel corso
del detective Arbogast nella casa di Norman, il confronto finale tra Marion e Norman nella cantina. Hitchcock crea tensione e suspense attraverso l'uso sapiente della musica, del montaggio e della messa in scena. Il MacGuffin, invece, è un oggetto o un elemento che funge da pretesto per far muovere la trama. Nel caso di Psycho, il MacGuffin è il denaro rubato da Marion. Sebbene l'importanza del denaro diminuisca nel corso del film, è ciò che inizialmente spinge la protagonista a fuggire e a cercare rifugio presso il motel di Norman Bates. Psycho è un film che ha fatto la storia del cinema, grazie alla maestria di Hitchcock nel creare suspense e nel manipolare le emozioni dello spettatore. La sua capacità di giocare con le aspettative e di sorprendere il pubblico ha reso questo film un classico del genere thriller.dell'assassino nel bagno di Marion, l'interrogatorio di Norman da parte di Arbogast, il detective che sale le scale di casa Bates, infine, Lila che si introduce nell'abitazione. Il fattore comune a tutte queste scene è il principio che sta alla base del concetto di suspense: lo spettatore sa qualcosa di cui il personaggio è ignaro. Infatti Marion non si accorge subito del poliziotto che la sta seguendo, né della figura che si introduce nel bagno per ucciderla. Quando Arbogast sta interrogando Norman, lo spettatore sa ciò che l'uomo ha fatto e quando, a differenza del detective, l'investigatore sale le scale di casa Bates, è lo spettatore l'unico a vedere la porta che si apre lentamente. Infine, quando Lila si introduce nell'abitazione, lo spettatore si accorge poco prima di lei che Norman ha scoperto l'inganno e quando la giovane scende in cantina, lo spettatore è cosciente del fatto che qualche scena prima Norman...stavaportando la madre al piano inferiore. Altro espediente utilizzato è invece il cosiddetto MacGuffin, invenzione dello stesso Hitchcock: la busta contenente il denaro rubato viene inquadrata più volte nella prima parte del film, ma si scopre poi essere un elemento secondario quando viene gettata nello stagno assieme all'auto di Marion. Tuttavia, prima della rivelazione, lo spettatore è rimasto incollato all'enfasi creata attorno all'oggetto. Per quanto riguarda il ritmo si può distinguere in maniera molto generale tra le scene più distese, soprattutto i dialoghi, dove le inquadrature sono prolungate, e i momenti di maggior tensione, accompagnati da un susseguirsi molto più denso e rapido di stacchi. Per quanto riguarda la colonna sonora, di particolare rilievo sono la musica iniziale, divenuta celebre e riutilizzata svariate volte in televisione, ma soprattutto i famosi archi stridenti che richiamano una sorta di grido e che fanno daSfondo alle scene più drammatiche del film: l'omicidio di Marion, l'uccisione di Arbogast e l'arrivo di Norman in cantina, travestito come la madre. La sequenza in questione tratta delle indagini del detective Arbogast, dalla sua entrata in scena nel negozio di Sam, proseguendo con le indagini nei vari motel della zona, fino alla sua brutale uccisione in casa Bates. La sequenza precedente mostrava un frenetico Norman pulire la scena del crimine, mentre quella successiva vede Sam e Lila portare avanti le proprie indagini senza l'aiuto di Arbogast, ormai fuori gioco. La sequenza si apre con un dettaglio sulla lettera che Sam sta scrivendo a Marion. Una carrellata all'indietro svela quindi il resto del negozio, fino a inquadrare a figura intera i clienti. L'ambientazione è quella di un classico negozio di Sam.