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Calcolo infinitesimale per le curve
Richiami di calcolo vettoriale
Spazio IRm → I suoi elementi sono vettori x = ( x1, ..., xm )
xi = componenti del vettore
Modulo di un vettore (norma)
| x | = √ ∑ xi2
Versore
vers ( x ) =
_ x_
| x |
e1 = (1, 0, ...0)
e2 = (0,1,....0)
em = ( 0, ....0,1 )
Due vettori x, y si dicono paralleli
Se risulta x = µy per qualche λ,µ∈IR
- se inoltre y= λx con λ>0 li diremo paralleli e concordi
I versori della base canonica sono indicati con i, j, k
Prodotto scalare
- u ∙ v = ( u1 , u2 , .... um ) (v1 , v2 , ... vm )
- = u1 v1 + .... + um vm
NB: (caso = 2, m = 3)
u ∙ v = | u | | v | cos Θ
- u ∙ v = 0 ⇔ I due vettori sono ortogonali
- In IRm due vettori sono ortogonali
u ∙ v = 0
Prodotto vettoriale
u x v = det | i j k | | u1 u2 u3 | | v1 v2 v3 | = i( u2 v3 - u3 v2 + j( u3 v1 - u1 v3 + k( u1 v2 - u2 v1
Il prodotto vettoriale di due vettori di IR3 è un vettore di IR3. Se annulla i due vettori sono paralleli.
Prodotto misto
u ∙ ( v x w) = | v1 v2 v3 | | u2 u3 u1 | w1 w2 w3
Il prodotto misto si annulla quando i vettori sono linearmente dipendenti tra loro. Se il prodotto misto si annulla.
FUNZIONI A VALORI VETTORIALI LIMITI E CONTINUITÀ
Possiamo immaginare situazioni in cui i dati d'ingresso siamo più d'uno: a un gruppo di 2, 3, ..., m dati viene associato univocamente un numero IR. Pensiamo a funzioni di 2, 3, ..., m variabili.
EX
V = K I/P (K cost. positiva)
-
(T, P) → V
(ingresso) (uscita)
Analogamente ci sono situazioni in cui ad un ingresso (num. reale o gruppo di numeri reali) corrisponde univocamente una coppia (o terna, ecc...) di numeri reali. La funzione avrà valori vettoriali:
t → (x, y, t)
(ingresso) (uscita)
FUNZIONE DI UNA VARIABILE
A ⊆ IR
FUNZIONE DI PIÙ VARIABILI
A ⊆ IR m (m > 1)
FUNZIONE A VALORI REALI
→ ha codominio IR
FUNZIONE A VALORI VETTORIALI
→ ha codominio IR m (m > 1)
EX
ϕ:IR → IR3 è una funzione vettoriale di una variabile
⌿ ϕ:IR 2 → IR è una funzione reale di due variabili
LIMITE
f: A ⊆ IR → IRm
- M: I → IRm con I intervallo in IR
- sia t0 ∈ I
- sia l ∈ IRm
DEF
Si dice che
limt→t0 M(t) = l
se
limt→t0(M(t) - l) = 0
Geometricamente significa che la distanza tra il punto M(t) e il punto l, nello spazio IRm tende a zero per t→t0.
EX. 3
r(t) = (t3, t3), t ∈ [0,1]
x = t3y = t3, t ∈ [0,1]
r : [0,1] → ℝ2t → (t3, t3)
EX. 4
x = 1 - t3y = 1 - t3, t ∈ [0,1]
ARCO DI CURVA CONTINUA
Sia I un intervallo in ℝ. Si dice ARCO DI CURVA CONTINUA o cammino in ℝm una funzione r : I → ℝm continua (componenti continue).
Se la variabile t si pensa come tempo, un ARCO DI CURVA è la legge oraria di un punto mobile: assegna le traiettorie e il punto in cui si trova in ogni istante il punto mobile.
Lo sostegno della curva è l'immagine della funzione, cioè l'insieme dei punti di ℝm percorsi dal punto mobile (LINEA GEOMETRICA).
La curva si dice chiusa se r(a) = r(b) con I=[a,b] (il punto di partenza e di arrivo nel moto del punto coincidono). Si dice semplice se non ripassa mai dallo stesso punto cioè se t1 ≠ t2 → r(t1) ≠ r(t2) con l'unica possibile eccezione t1, t2 = {a,b}.
N.B. Una curva semplice può essere semplice ma non deve intrecciarsi. Una curva si dice PIANA se...
ESEMPIO: SPIRALE DI ARCHIMEDE
ρ = Aθ, θ∈[0,+∞]
(A cost. positiva fissata)
- x = Aθ cosθ
- y = Aθ sinθ, θ∈[0,+∞]
la curva è REGOLARE in quanto |κ'(θ)| = A√1+θ² > 0 ∀θ, non si annulla mai
DERIVATA DI UNA FUNZIONE VETTORIALE
Sia κ: I → ℝⁿ e t₀∈I, si dice che κ è derivabile in t₀ se ∃ finito il limite:
κ'(t₀) = limh→0 (κ(t₀+h) - κ(t₀)) / h
Se κ è derivabile in tutto I e inoltre la funzione κ' è continua in I, si dice che κ è di classe C¹(I) e si scrive κ∈C¹(I)
I limiti di funzioni a valori vettoriali si fanno componente per componente: il vettore derivato è il vettore delle derivate delle componenti.
κ'(t₀) = (limh→0 κ₁(t₀+h) - κ₁(t₀) / h, ..., limh→0 κm(t₀+h) - κm(t₀) / h) = (κ₁'(t₀), κ₂'(t₀), ..., κm'(t₀))
Lunghezza di un arco di curva
Sia r:[a,b] → ℝm la parametrizzazione di un arco di curva γ continuo e consideriamo una partizione dell’intervallo [a,b]: P = {t0 = a, t1, …, tn = b}. A P risulta associata la poligonale “iscritta” un γ costituita dagli segmenti di estremi r(tj), r(tj−1), j = 1, …, m.
ℓ(P) = Lunghezza Poligonale
ℓ1(P) = Σj=1m || r(tj) − r(tj−1) ||
L’idea è che ℓ(P) approssimi per difetto la lunghezza di γ.
Si dice che γ è Rettificabile se
supP ℓ(P) = ℓ(γ) < +∞
dove l’estremo superiore è calcolato al variare di tutte le possibili partizioni P di [a,b]. In tal caso ℓ(γ) assegna per definizione la lunghezza di γ.
Teorema
Sia r:[a,b] → ℝm la parametrizzazione di un arco di curva γ regolare. Allora γ è rettificabile e
ℓ(γ) = ∫ab ||r′(t)|| dt
ad esempio entrambi i segmenti di ora fissati sono divisibili in due segmenti continui
m=2
r(t) = (x(t), y(t)) t∈(a,b)
||rʹ(t)|| = √[(xʹ(t))2 + (yʹ(t))2]
ℓ(γ) = ∫ab √[(xʹ(t))2 + (yʹ(t))2] dt
SIGNIFICATO GEOMETRICO
(Rispetto al parametro arco)
Se f è positiva e continua e γ parametrizzata col parametro arco consideriamo la superficie S in IR3 formato dai segmenti verticali che congiungono i punti di γ ai punti del grafico di f.
L'ipotesi che γ sia parametrizzata con il parametro arco significa geometricamente, che se sviluppiamo in un piano x,y la superficie S (facendo coincidere f con l'asse x) il parametro arco non rappresenta l'ascissa x.
Allora l'integrale ∫ γ f ds rappresenta l'area di questa superficie sviluppata e quindi l'area della superficie originale.
m=2
r(t) = (x(t), y(t)) , t∈[a,b]
∫ γ f ds = ∫ ab f(x(t), y(t)) √([x'(t)]2 + [y'(t)]2) dt
m=3
∫ γ f ds = ∫ ab f(x(t), y(t), z(t)) √([x'(t)]2 + [y'(t)]2 + [z'(t)]2) dt
FORMA CARTESIANA
γ:y=h(x)
x=x
r(t)=(x, h(x))
∫ γ f ds = ∫ αb f(x, h(x)) √1+[h'(x)]2 dx
FORMA POLARE
ρ=h(θ), θ∈[α,b]
x=h(θ)cosθ
y =h(θ)senθ
∫ γ f ds = ∫ αb f(h(θ)cosθ, h(θ)senθ) √([h'(θ)cosθ, h(θ)senθ)]2) dθ