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OLIVER SACKS – LA MALATTIA DI CUPIDO
Docente: Prof. Renato Vignati Studente: Matteo Cattalani
Anno Accademico 2018/2019 1
INDICE:
Bibliografia Oliver Sacks ………………………………………………………………4
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello ……………………………………….5
Eccessi ………………………………………………………………………………5
La malattia di Cupido ………………………………………………………………6
La Sifilide ………………………………………………………………………………8
Considerazioni ………………………………………………………………………8
Sitografia e Bibliografia ………………………………………………………………10
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“Oggi, con l’affermarsi delle Neuroscienze e di tutte le loro meraviglie, è ancora più importante
conservare la narrazione personale, considerare ogni paziente come un essere umano unico con la
propria storia e le proprie strategie di adattamento e sopravvivenza.”
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Bibliografia Oliver Sacks
Oliver Sacks, nato il 9 luglio 1933 a Willesden, a Londra in una famiglia di fisici e scienziati è il più
giovane di quattro fratelli.
In Gran Bretagna, nel 1951 si iscrive al Queen's College a Oxford dove consegue una laurea nel
1954 in fisiologia e biologia. Presso la stessa università, nel 1958, intraprendendo un Master of
Arts, ottiene una laurea in medicina e chirurgia, che gli permette di esercitare la professione di
medico.
Lascia l’Inghilterra per completare neurologia presso Mount Zion Hospital a San Francisco, in
California, ottiene borse di studio in neurologia e psichiatria presso la University of California, Los
Angeles. Sacks si trasferisce a New York e inizia a praticare la neurologia nel 1965. Dal 1966 al
2007, lavora come Professore di Neurologia clinica presso l’Albert Einstein College of Medicine e
lavora soprattutto con i sopravvissuti di encefalite letargica, una malattia del sonno. Questo lavoro
lo porta a scrivere Awakenings nel 1973. Dal 1992 al 2007, ha anche lavorato come professore di
Neurologia alla New York University School of Medicine.
Nel 2012 Sacks torna alla School of Medicine di New York University come professore di
neurologia e consulente neurologo presso il loro centro epilessia. Ha comunque mantenuto il suo
studio a New York e collaborato con l’Istituto di Neuroscienze e il Botanical Garden di New York.
Sacks comincia a scrivere delle sue esperienze con i pazienti neurologici nel 1970 ed i suoi libri
sono stati tradotti in oltre 25 lingue. Ha anche contribuito a un certo numero di pubblicazioni
scientifiche e mediche ed è stato un assiduo collaboratore per The New Yorker e New York Review
of Books. Tra gli altri, ha scritto Seeing Voices – Vedere le voci (1989), concentrandosi su studi per
non udenti; The Man who Mistook His Wife for a Hat – l’uomo che scambiò sua moglie per un
cappello (1985) su un uomo con agnosia visiva; An Anthropologist on Mars – un antropologo su
Marte (1995), su pazienti con condizioni neurologiche come l'autismo e la sindrome di
Tourette; The Island of the Colorblind – l’isola dei daltonici, su un'isola in cui molte persone hanno
acromatopsia; e Hallucinations – allucinazioni (2012), sulle allucinazioni della gente comune e di
chi soffre della sindrome di Charles Bonnet. Sacks non è mai stato sposato e ha vissuto da solo gran
parte della sua vita. Nella sua autobiografia, 2015, On the Move: A Life, ha ricordato la sua
omosessualità per la prima volta. Dopo essere stato celibe per circa 35 anni, ha iniziato una
relazione con lo scrittore Bill Hayes nel 2008. Nel 2006 Sacks è stato trattato con radiazioni per un
melanoma uveale all'occhio destro. Nel mese di gennaio 2015,attraverso analisi, sono state trovate
in fegato e cervello metastasi da tumore oculare. Nel mese di febbraio 2015, Sacks ha scritto sul
declino della sua salute un pezzo editoriale per il New York Times. Il 30 agosto, 2015 Sacks
scompare all'età di 82 anni nella sua casa di Manhattan, New York per melanoma. 4
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello:
Il titolo originale The man Who Mistook His Wife For a Hat è un saggio neurologico pubblicato nel
1985, in cui l’autore (Oliver Sacks) racconta le sue esperienze cliniche, descrivendo soprattutto casi
di pazienti con lesioni encefaliche di vario tipo, che causano in questi soggetti comportamenti
singolari ed imprevedibili.
Il saggio è articolato in quattro sezioni: “Perdite”, “Eccessi”, “Trasporti”, “Il mondo dei semplici”
ed all’interno di ogni sezione vengono raggruppati diversi casi clinici, diversi anche tra loro, ma che
in comune hanno una disfunzione definita “primaria” che li ha generati.
Interessante è la modalità romanzesca con cui l’autore descrive i casi, mettendo in risalto la realtà
del paziente e la precisione scientifica dell’analisi clinica sulle cause che hanno provocato il
particolare comportamento.
Eccessi:
Questa sezione del libro mette molto in evidenza la distinzione tra deficit della funzione (di cui si ha
un concetto ben preciso: “menomazione o inabilità di una funzione neurologica: perdita della
parola, dell’identità, vista, ecc..) ed eccesso o sovrabbondanza della funzione (di cui non si ha un
concetto). Non si ha un concetto dell’eccesso perché non è mai stato visto, dal punto di vista
neurologico, come una problematica e sfida i concetti della neurologia.
DEFICIT: ECCESSO:
Amnesia Ipermnesia
Angoscia Iperangoscia
Adinamia Iperdinamia
Abulia Iperbulia
Anche con l’assunzione di L-dopa si passa da uno stato insufficiente indicato come perdita ad un
altro stato insufficiente indicato come eccesso passaggio da un estremo all’altro dell’insufficienza
attraverso un’animazione sempre più esorbitante i malati soffrivano di encefalite letargica, una
condizione medica che costringe le persone alla quiescenza (deficit). L’assunzione di L-dopa porta
ad un risveglio, che poi si trasforma in eccesso (esempio di Leonard). Le storie ci fanno capire che
anche lo stato eccitativo può essere lacerante e difficoltoso per il paziente. È bene specificare che
non solo gli effetti dell’L-dopa provocano sovrastimolazione: ci sono altri casi clinici in cui
l’eccitazione deriva da altre cause.
Oliver Sacks definisce molto bene anche il paradosso di questa malattia, ovvero la concezione del
paziente di stare bene, di sentirsi informa o addirittura ringiovanito, ma solo più avanti ci si accorge
del peggioramento del soggetto. Ci si lamenta dello star male e non del star bene. Sul lungo termine
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ci si rende conto che questo eccesso di esuberanza porta solo a qualcosa di spaventoso, minacciando
di far “scoppiare” l’individuo.
“tutto troppo splendente, troppo forte, troppo tutto. È un’energia febbrile, una luminosità morbosa”.
“Pericoloso benessere”: sono le frasi pronunciate da chi soffriva di questi eccessi.
La malattia di Cupido:
Il caso clinico preso in considerazione fa proprio riferimento a quanto detto precedentemente,
ovvero, quando la malattia provoca un eccesso.
Si presentò nella clinica in cui lavorava Oliver Sacks Natasha K., signora di novant’anni che
affermava di aver subito un “cambiamento” dopo il festeggiamento del suo ottantottesimo
compleanno.
Non capendo il significato di questa sintomatologia, chiese di spiegarsi meglio e la signora affermò
di sentirsi più energica, più viva, come se fosse ringiovanita, tant’è che spiegò di iniziare ad
interessarsi addirittura ai giovani ragazzi.
Si fece trasportare talmente tanto da questa situazione che non si chiese neanche com’era possibile
che si fosse creato questo cambiamento, se non quando gli amici, preoccupati, le fecero notare
questo suo strano comportamento: “sei sempre stata così timida e adesso ti metti a fare la civetta.
Quelle tue risatine, le storielle che racconti… alla tua età, ti pare che stia bene?”.
Solo dopo aver preso coscienza della situazione, da uno stato di benessere che era provocato dalla
malattia, si arriva ad una concezione della malattia, facendo un paragone di se stessa qualche anno
prima, così timida ed ora, invece, molto estroversa.
Dopo un breve colloquio con Oliver Sacks, la signora si auto-diagnostica la Malattia di Cupido.
Neanche O. Sacks conosceva questa malattia, se non con il nome originale: Sifilide, malattia
infettiva causata da un batterio.
Come fa ad auto-diagnosticarsi la Sifilide con tanta certezza? Perché racconta che fu già contagiata
all’età di 18 anni quando lavorava in un bordello. Il marito la fece guarire, anche se ancora la
Penicillina doveva essere scoperta. Fra l’infezione primaria e la comparsa della neurosifilide può
esservi un periodo di latenza lunghissimo soprattutto se l’infezione primaria è stata repressa e non
eliminata. Ma era possibile un periodo di latenza di 70 anni?
Le analisi del liquido spinale confermarono la diagnosi di Neurosifilide che con le spirochete stava
danneggiando la corteccia cerebrale.
A questo punto sorse la questione della cura: il fatto che questa, pur essendo una malattia, procurava
alla paziente la sensazione di stare bene, portò all’idea di non farsi curare, proprio per non
abbandonare questo stato: “Non so se voglio essere curata. È una malattia, lo so, ma mi ha fatto
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sentire bene. È stata un’esperienza molto piacevole e lo è tutt’ora, non voglio negarlo. […] Ma so
quando una cosa bella supera i limiti e smette di essere bella […]”.
Dopo un’attenta riflessione si riuscì ad individuare la giusta cura. Le somministrarono la penicillina
che uccise le spirochete, ma non si poté fare