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LIQUIDITA'

Le Passività costituiscono, viceversa, le FONTI DI LIQUIDITA' che assicurano la copertura degli impieghi. Il totale dell'attivo esprime quindi, momento dopo momento ed in termini dell'azienda, quantitativi, il fabbisogno complessivo di liquidità.

Lo SP fornisce altresì informazioni che consentono di compiere indagini di tipo qualitativo sulla situazione finanziaria dell'impresa (tipologie degli impieghi e delle fonti). Ciò affinché sia assicurata la condizione di EQUILIBRIO complessivo aziendale.

In definitiva un corretto rispetto degli equilibri permette di conseguire due essenziali obiettivi:

  • Conseguire un profitto dall'investimento.
  • Mantenere la consistenza dell'investimento affinché lo stesso, un giorno, possa essere rimborsato agli investitori.

È possibile fornire una classificazione sia degli IMPIEGHI sia delle FONTI di liquidità:

IMPIEGHI

  • CAPITALE FISSO

FONTI

  • CAPITALE

PROPRIO(di rischio)- immob.ni tecniche mater. ed immat.- imobilizz. finanziarie

B) CAPITALE D'ESERCIZIO

  • rimanenze
  • crediti
  • attiv. finanziarie non immobiliz.
  • disponibilità liquide

B) CAPITALE DI DEBITO

  • debti di finanziamento
  • debti di funzionamento (regolamento)

Note: le poste attive dello SP debbono essere analizzate prima di essere classificate nel Capitale Fisso d'Esercizio. Si pensi ad esempio al credito IVA, normalmente ricompreso tra i crediti ovvero sia stato chiesto a rimborso, l'erario provvederà all'erogazione non prima di un termine di tre anni. In questo caso il credito IVA deve quindi essere spostato dal Capitale d'esercizio al Capitale Fisso. Analoga riflessione deve essere fatta per la quota di rimanenze che va considerata come "minima indispensabile" per il funzionamento dell'azienda. Anche qui si dovrà spostare tale quota nel Capitale Fisso. Tra i debiti di funzionamento debbono

essere correttamente inclusi sia il TFR sia i debiti di natura tributaria in quanto i lavoratori e l' erario sono anch'essi fornitori di servizi. Il Capitale Proprio comporta un costo figurativo detto costo opportunità. Il costo opportunità è dato dal mancato ricavo alternativo che si sarebbe potuto ottenere impiegando il capitale in attività economiche diverse da quelle aziendali. In termini quantitativi il costo opportunità è pari al valore della migliore alternativa tralasciata. Il Capitale di Debito si suddivide in debiti di finanziamento e debiti di funzionamento. I primi hanno natura esplicitamente onerosa, comportando un evidente costo finanziario (interessi passivi). I debiti di funzionamento sono invece implicitamente onerosi in quanto il costo legato alla loro erogazione non si manifesta in via palese (si pensi ad esempio al minor sconto concesso in cambio di un dilazionamento di pagamento di una fornitura). Gli ammortamenti.rappresentano fonti di autofinanziamento in quanto la loro imputazione nell'utile e conseguentemente i dividendi. In sostanza gli ammortamenti conto economico diminuiscono costituiscono quote di utili che restano nella disponibilità dell'azienda producendo un effetto di autofinanziamento. 2 LE MODALITÀ TECNICHE PER IL SODDISFACIMENTO DEL FABBISOGNO Determinare il fabbisogno aziendale e stabilire come soddisfarlo Nella realtà raramente si verifica che il fabbisogno sia interamente soddisfatto dal solo Capitale Proprio il cui ammontare, se congruo, è comunque considerato una forma di garanzia da parte dei creditori. In genere si ricorre ad un mix di fonti di finanziamento che, ovviamente includono il Capitale di Debito. È importante aver presente che il tasso d'interesse sui finanziamenti praticati dal mercato aumenta all'aumentare dell'indebitamento aziendale. Ciò in quanto

All'aumento dell'indebitamento corrisponde un incremento della rischiosità relativa al rimborso dei finanziamenti. Quindi: D RR iR = Rischiosità ; i = tasso d'interesse passivo medio

Dove: D = debiti ; limite massimo di indebitamento che l'azienda può sostenere. Il problema è dunque quello di stabilire il focalizza l'attenzione sul rapporto esistente tra il ROI, cioè l'indice di redditività del capitale investito, ed il tasso i pagato mediamente sui finanziamenti concessi dal mercato finanziario. Fino a quando il ROI > i può essere conveniente ricorrere ulteriormente al Capitale di Debito almeno sino a quando ROI = i . che l'aumento di indebitamento

Al riguardo bisogna considerare le spinte diametralmente opposte d'altro lato. Infatti l'aumento del debito determina un'esercita sul ROI da un lato e sul tasso aumento del tasso passivo sui finanziamenti (per

monetizzazione varia a seconda del tipo di investimento effettuato. Ad esempio, gli investimenti in capitale fisso hanno un ciclo di monetizzazione più lungo rispetto agli investimenti in capitale circolante. Per ottimizzare la gestione finanziaria dell'azienda, è importante considerare anche il costo del capitale. Infatti, il costo del capitale proprio (K) è dato dal rendimento richiesto dagli azionisti, mentre il costo del capitale di debito (D) è dato dal tasso di interesse pagato sui prestiti. Quindi, per massimizzare il valore dell'azienda, è necessario trovare un equilibrio tra il costo del capitale proprio e il costo del capitale di debito. Questo equilibrio può essere raggiunto quando il livello di investimento (I) è uguale alla somma del livello di indebitamento ottimale (D*) e del capitale proprio (K). Inoltre, è importante considerare il ciclo di monetizzazione degli investimenti. Gli investimenti in capitale fisso e capitale circolante hanno tempi di monetizzazione diversi, quindi è necessario valutare attentamente il ritorno finanziario di ciascun tipo di investimento. In conclusione, per una gestione finanziaria ottimale, è necessario dimensionare correttamente il capitale proprio e il capitale di debito, tenendo conto del costo del capitale e del ciclo di monetizzazione degli investimenti.monetizzazione delle componenti del Capitale Fisso è molto più dilatato di quello del Capitale Circolante. Occorrerà infatti molto più tempo affinché un investimento in un immobile in uso presso l'azienda ritorni in forma monetaria rispetto al tempo che impiegherà un credito commerciale ad essere incassato. Nello stabilire il soddisfacimento del fabbisogno finanziario occorrerà correlare correttamente la durata (scadenza) dei finanziamenti con il ciclo di monetizzazione delle immobilizzazioni. Affinché vi sia un corretto equilibrio, gli investimenti in Capitale Fisso dovranno trovare copertura finanziaria in un mix che normalmente è costituito da Capitale Proprio e da Finanziamenti a medio e lungo termine (con scadenza oltre dodici mesi - mutui / leasing). Un debito a medio / lungo termine prevede: una scadenza; una articolazione in un piano di rimborso (detto piano di ammortamento); un tasso di remunerazione; gli investimenti.

In capitale circolante sono invece in genere finanziati da debiti finanziari a breve.

All'interno dei finanziamenti a breve termine si collocano termine (con scadenza entro dodici mesi).

Le varie forme di anticipazione finanziaria dei crediti commerciali che rivestono un ruolo centrale per consentire il corretto finanziamento del CICLO DI PRODUZIONE E DI COMMERCIALIZZAZIONE in termini fisici.

Si consideri infatti il seguente ciclo:

t0 t30 t60 t90 t120

acquisto ricezione ultimazione vendita incasso

materie materie produzione merci merci

prime prime e pagamento prodotte prodotte

materie prime

con l'incasso delle merci prodotte. Il finanziamento, si noti che tale ciclo si conclude a t120 a breve-termine, concesso dalla banca occupa il periodo t60 t120 (quindi 60 giorni intercorrenti tra la data di pagamento dei fornitori e la data di incasso delle merci). Tuttavia tale finanziamento si "modifica" nel tempo. Infatti per il periodo t60 - t90 (cioè 30 giorni).

intercorrenti tra la data di pagamento dei fornitori e la data di vendita delle merci) l'azienda usufruirà di una forma di apertura di credito, in genere uno scoperto di conto corrente. Dal t90 al t120 tale affidamento potrà essere sostituito da una più conveniente forma di anticipazione di credito commerciale. Ciò in quanto le 4ed è sorto un credito "scontabile" in quanto l'azienda ha concesso merci sono ormai state vendute una dilazione ai clienti di 30 giorni. Tale dilazione può così essere finanziata da una banca ad un tasso che in generale è più basso per le forme di anticipo di credito commerciale rispetto agli scoperti di conto corrente.

L'EQUILIBRIO FINANZIARIO AZIENDALE

La corretta conduzione aziendale deve ricercare una condizione di equilibrio. Equilibrio di natura patrimoniale, con una struttura investimento/finanziamento coerente con gli obiettivi aziendali. Equilibrio di natura economica,

con risultati economici d'esercizio in linea con le aspettative di coloro che hanno apportato il capitale di rischio. Equilibrio, infine, di natura finanziaria. E' rispettato l'equilibrio finanziario aziendale quando:
  1. Le entrate coprono le uscite nel breve periodo (equilibrio di tesoreria)
  2. La correlazione tra Investimenti e struttura finanziaria è coerente con la formula competitiva aziendale
  3. E' stretta la relazione tra la Dinamica del Capitale Circolante ed i ricavi di vendite
  4. E' positiva la differenza tra tasso di rendimento delle risorse investite e tasso di onerosità dei finanziamenti utilizzati
  5. E' corretto il rapporto tra il reddito operativo e gli oneri finanziari
  6. E' ottimale la relazione tra flussi di cassa e flussi economici
  7. La struttura finanziaria massimizza il valore dell'impresa all'equilibrio finanziario che è anche influenzato dalle fasi del ciclo economico

ciclo vitale in cui si trova l'azienda.

APPROFONDIMENTI

L'equilibrio di tesoreria -

  1. la gestione ottimale della tesoreria consente il rispetto degli impegni finanziari nel breve periodo e, conseguentemente, contribuisce ad assicurare la continuità aziendale.
  2. La gestione della tesoreria ha un andamento positivo quando la consistenza di liquidità, generata sempre in grado di fronteggiare l'indebitamento finanziario netto - dalle entrate monetarie, è IFN (Net Financial Position - NFP).

IFN = + passività finanziarie correnti liquidità immediata liquidità differita

  1. Coerenza della correlazione tra Investimenti e struttura finanziaria la formula competitiva adottata dall'azienda deve essere sostenuta da una adeguata correlazione tra Investimenti e struttura finanziaria.

Prelim

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
52 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vipviper di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Internazionali di Roma - UNINT o del prof Guida Roberto.