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Analisi del III canto dell’Inferno
Dante Alighieri nel III canto fa una descrizione fisica dell’Inferno attraverso idee e
punizioni che elabora indipendentemente dalla cristianità. E’ per questo motivo che
la Divina Commedia non è letta per intero nelle scuole ecclesiastiche.
Nel III canto ci troviamo nell’anti-inferno in cui Dante vi entra insieme alla sua guida
Virgilio, simbolo della ragione umana, e varca una soglia che lo porta negli Inferi. Qui
vengono condannati gli ignavi, ovvero i colpevoli di non prendere mai una decisione.
Versi 1-9
Dante legge la descrizione sulla porta dell’Inferno oltre la quale non c’è qualcosa di
rimediabile
Versi 10-12
Con il termine “oscuro” si fa riferimento al colore, ovvero all’oscurità fisica del posto
in cui Dante sta andando
Versi 13-23
Virgilio rassicura Dante di non aver paura, arrivano nell’Inferno dove ci sono i
dannati che hanno perso l’intelletto. Virgilio gli sorride, Dante ha meno paura ed
entra nel luogo che non è accessibile agli uomini: inizia l’atmosfera infernale.
Versi 24-30
Ecco che Dante vede persone di diversa nazionalità in un tumulto permanente
Versi 31-51
Con il termine “orror” si indica l’orrore provato di fronte alla visione infernale. Si
descrivono i peccatori (gli ignavi) che sono destinati a fare in eterno quello che
stanno facendo, rappresentano il punto più basso a cui l’uomo può arrivare perché
hanno rinunciato a scegliere.
Versi 52-60
Appare un vessillo, una bandiera che va così veloce che sembra non fermarsi mai.
Probabilmente si tratta di CELESTINO V che, spaventato dalle pressioni dei principi,
si dimise e scelse di vivere una vita in ombra.