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ALITOSI: affezione della bocca.
-Aspetti socio-economici
Nel galateo,monsignor Della Casa scriveva:”non è piacevole avvicinarsi a qualcuno che ti alita sul
viso. Alcuni riferimenti anche sui libri sacri: greci e romani di tutte le religioni descrissero il primo
chewingum rinfrescante della storia (a base di resina).
Nel Ramadam, il periodo di lungo digiuno può influire sull’alito cattivo. Nel Corano:”l’alito cattivo
che proviene dalla bocca di colui che stà digiunando è migliore davanti al profumo del muschio”.
Ai giorni nostri: sappiamo da alcuni studi che la maggior parte della popolazione adulta al mattino
presenta una certa alitosi che però non è patologica,ma di tipo transitorio,dovuta alla xerostomia che
si sviluppa durante le ore del sonno( il flusso salivare si riduce al minimo) e alla decomposizione di
alcune sostanze presenti in ambiente orale.
C’è un grosso interesse commerciale dietro questo disturbo:i media ci propinano di tutto,come ad
esempio “clorella”prodotto ad alta concentrazione di clorofilla,”salva alito giuliani”,vari dentifrici e
colluttori.
Teniamo presente che da quello che la società ci propina,possono venir fuori anche delle fobie: sono
stati evidenziati in letteratura dei casi di alitofobia(sensazione immaginaria di alito sgradevole) e
qualcuno si è anche suicidato per questo tipo di problema. Sicuramente ci capiterà di visitare dei
pazienti che riferiscono di avere un alitosi pur non avendo nessun problema.
-Eziologia:malattie e condizioni orali,cibi e abitudini viziate,farmaci,malattie delle vie
respiratorie(come bronchite cronica o carcinoma bronchiale),malattie
sistemiche(gastroenteriche,epatiche,renali,metaboliche)
Il 90%delle cause di alitosi sono relative a malattie e condizioni orali,il che vuol dire che 9 persone
su 10 possono risolvere i loro problemi di alitosi andando dal dentista,perché le cause sono dovute a
condizioni del cavo orale(cioè gengivite,parodontite e patina linguale costituita da residui cellulari e
in parte di cibo,ma soprattutto da placca batterica)
La responsabilità è da ricercare nei complessi microbici di Socransky,nello specifico nei complessi
rosso ed arancione(Treponema,Porhiromonas,Prevotella) in quanto responsabili delle patologie
parodontali. Questi microrganismi producono dei composti solforati volatili,come il solfuro di
idrogeno,il metil mercaptano,il dimetil disolfuro e il dimetil solfuro. Sono composti derivanti dallo
zolfo,sono il prodotto dell’attività metabolica di questi microrganismi e i diretti responsabili del
cattivo odore dell’alito di questi pazienti. La produzione dei VSC da parte di questi
microrganismi,ha origine dalle proteine derivanti dalla dieta,presenti nella saliva o nel fluido
gengivale. Questi peptidi vengono processati da alcune proteasi sia di natura batterica che
dell’ospite,per essere scissi in aminoacidi; tra questi distinguiamo gli aminoacidi contenenti zolfo
che entrano a far parte del catabolismo asaccarolitico dei batteri( principalmente gram – e anaerobi)
ed è proprio dal catabolismo degli aminoacidi che vengono prodotti i VSC. Non è detto che questi
composti siano solo ed esclusivamente volatili,in quanto possono essere disciolti anche nella saliva.
La xerostomia è responsabile di un aumento della presenza di questi composti in forma volatile e
non sciolti nella saliva e questo è lo stesso motivo per cui durante le ore del mattino tutti noi
abbiamo una certa alitosi transitoria. Quindi,questi composti che ci sono normalmente,diventano
volatili quando manca la saliva; dopo la colazione si ripristina la normale secrezione salivare, per
cui questi composti si sciolgono nella saliva determinando la scomparsa dell’alitosi.
Per quanto riguarda l’alitosi patologica,qualora sia presente un certo quantitativo di placca batterica
i VSC non riescono a disciogliersi completamente nella saliva rimanendo cosi volatili e causando
l’alitosi.
La presenza di tasche profonde aumenta la correlazione dei VSC: quanto più sono profonde le
tasche parodontali, tanto maggiore sarà la quantità di placca batterica producente i VSC.
SITI DI ORIGINE DELL’ALITOSI: microambienti dove si producono i VSC→
gengiviti,parodontiti,dorso linguale,protesi rimovibili non pulite,restauri incongrui,residui di
cibo,sinusiti e tonsilliti.
COMPOSTI ALITOGENI: Diammine,cioè composti che vengono dalla decomposizione dei residui
di cibo. La putrescina deriva dalla decarbossilazione dell’arginina e la cadaverina che deriva dalla
decarbossilazione della lisina. Queste sostanze sono contenute nel solco gengivale e possono
emanare un cattivo odore.
Queste sostanze( VSC e Diammine) possono essere percepite solo quando si trovano in una
condizione volatile.
Il ruolo della saliva è infatti quello di contribuire al mantenimento della salute dei tessuti per
garantire le attività fisiologiche. L’assenza di saliva produce un minor apporto di ossigeno ai
biofilm orali,per cui la presenza della saliva inibisce la crescita degli anaerobi,responsabili della
produzione dei VSC.
È importante valutare il dorso della lingua,a causa dell’ampia superficie che la caratterizza. Su di
essa si possono riscontare cellule desquamate,residui di cibo o batteri.
Macroscopicamente sul dorso della lingua,si possono osservare delle papille filiformi o
circumvallate che costituiscono delle vere e proprie caverne per i batteri. Alcuni pazienti possono
presentare delle fissurazioni sul dorso linguale che contribuiscono all’accumulo di placca batterica.
Microscopicamente è possibile apprezzare quanti microrganismi si possono aggrappare sulla
superficie di una papilla filiforme. Quindi,il dorso della lingua può essere pieno di placca
batterica→importante lo spazzolamento di questa zona.
Alcuni autori hanno evidenziato che la patina linguale è sei volte superiore nei pazienti affetti da
malattia parodontale, rispetto a coloro che hanno un parodonto sano. Non vanno trascurate altre
zone della cavità orale,come le tonsille che presentano le cripte tonsillari,all’interno delle quali si
formano i tonsilloliti.
TONSILLOLITI: calcoli derivanti da un certo accumulo di microrganismi,della stessa colorazione
del tartaro e duri.
I VSC hanno una certa azione patogena favorendo:
- la produzione di collagenasi a livello interstiziale e la frammentazione delle fibre collagene;
-la sintesi di IL-1 da parte delle cellule mononucleate→reazione infiammatoria e riassorbimento dei
tessuti parodontali;
-la produzione di catepsina B;
mediano quindi la disgregazione di tessuto connettivo.
Secondo alcuni autori,i VSC sarebbero i responsabili di alcune alterazioni citoscheletriche
all’interno dei fibroblasti.
Tutti questi meccanismi ci spiegano come la malattia parodontale sia una causa di alitosi,ma è vero
anche che la stessa alitosi non fa altro che incrementare il danno parodontale( anche i VSC hanno
un’azione negativa sui tessuti)→c’è una certa correlazione biunivoca,cioè un meccanismo di feed-
back positivo.
Altre cause di alitosi(10%): uso di cibi particolarmente alitogeni,alcuni farmaci,fumo,aspetti
anatomici. Es: presenza di una tasca esofagea( DIVERTICOLO DI ZENKER),di ernie di tipo
gastriche o di esofagite da reflusso.
La diagnosi è tutta nell’anamnesi:chiedere al paziente qual’è il momento della giornata in cui si
accorge di avere l’alitosi e la sua frequenza.
I gas prodotti dall’intestino possono esercitare un certo ruolo,poiché vengono riassorbiti,anche se in
scarsa misura,dall’epitelio intestinale e trasportati dal sangue; attraverso il flusso
sanguigno,raggiungono gli alveoli polmonari per poi essere espirati nell’aria.
DIAGNOSI: si basa molto sull’anamnesi,ma ci sono diversi esami clinici e di laboratorio che ci
possono essere d’aiuto→valutazione organolettica,dispositivo di controllo portatile per la
valutazione dei VSC all’interno della cavità orale( alitometro),gascromatografo (macchina che ci
consente di fare una diagnosi molto più precisa di alitosi).
-Anamnesi: informarsi sulla frequenza di questo odore sgradevole( solo in alcuni periodi o tutti i
giorni),sul momento in cui compare nell’arco della giornata( se dopo i pasti),sul tipo di farmaci che
il paziente sta assumendo,di un’eventuale stato di secchezza delle fauci. Verificare che il paziente
non sia affetto da alitofobia e che il disturbo quindi sia riferito anche da altri.
Per quanto riguarda gli esami clinici e di laboratorio,dobbiamo prima di tutto evitare che il paziente
impieghi qualsiasi tipo di profumo,fumi,assuma alcool o consumi cibi alitogeni 12 ore prima della
valutazione.
-Parametri organolettici:
COUNT-TO-TWENTY TEST: valuta la fonazione, cioè il paziente deve contare da 1 a 20 e viene
testato a 10 cm di distanza.
SPOON-TEST:valuta i 2/3 posteriori della lingua,cioè si usa un’abbassa-lingua che viene tenuto a
contatto per una decina di secondi con questa zona,per poi essere annusato a 5cm di distanza.
WRIST-LICK-TEST: valuta il terzo anteriore della lingua,cioè il paziente inumidisce il proprio
polso e l’operatore deve annusare da 5cm di distanza.
Oppure si può annusare il filo interdentale.
Tutte queste tecniche hanno il grande limite di essere soggettive,nel senso che possono variare da
clinico a clinico a seconda della percezione dell’odore. In più prevedono che si dia una scala al
cattivo odore: scala 2,corrisponde ad un odore lieve,ma apprezzabile. L’attribuzione di un valore è
assolutamente soggettivo e questo è il motivo per cui questi parametri organolettici si usano molto
poco.
Per i protocolli scientifici vengono usati dispositivi automatici,come l’alitometro. Si tratta di un
apparecchio elettronico con un tubicino davanti,che aspira l’aria proveniente dalla bocca che viene
poi processata per analizzare la concentrazione di VSC al suo interno(nello specifico solfuro di
idrogeno e metil mercaptano). Sulla macchina c’è un display che fornisce un unico valore
numerico,che corrisponde alla quantità di parti per milione di VSC senza discriminare le varie
tipologie di composti volatili e senza indicare la presenza di diammine o di altri composti che
derivano dal metabolismo.
Come si effettua l’alitometria:
1. astenersi da cibi alitogeni per 72 ore;
2. astenersi da bevande alcoliche e colluttori a base di alcool per almeno 4 ore;
3. tempo di incubazione a bocca chiusa di 5 minuti,cioè si chiederà al paziente di respirare con
il naso per 5 minuti,prima di fare il prelievo dell’aria;
4. si eseguono almeno tre rilevamenti e il valore finale sarà la media dei tre numeri;
5. dopo aver inserito il tubicino,la macchina aspira da sé un certo quantitativo di aria;
6. valor