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Viene poi presentata un’immagine oleografica di un viaggio in гондòла assieme a una bella veneziana: “con
lei acquisteranno le mie labbra (уста) le lingue di Petrarca e dell’amore”. Petrarca come quintessenza della
poesia; era famoso e molto amato in Russia. Amore come espressione naturale del mondo dei sentimenti
umani. L’Italia in quegli anni viene presentata come contrario della Russia, che è inospitale per il clima, che
combatte la natura, e dove la cultura non sa cosa sia la libertà interiore.
Strofa 50. La Russia è vista come ambiente tanto amato quanto ostile.
Strofa 51. Immagina una situazione “altra” e viene ripresa la storia iniziale.
LI83. Ciò che fa Eugenio sembra un atto normale, ma al tempo era malvisto. Non è una cattiveria attiva
quella di Eugenio, ma mancanza di spina dorsale; non gli importa nulla, neanche dell’onore.
Contemporaneamente ha la fortuna di diventare erede di uno zio più ricco del padre. Arriva lì dallo zio
quand’è già morto. “Sul tavolo”: secondo l’uso russo i morti vengono collocati sul tavolo per la veglia
funebre. Eugenio eredita una grande proprietà di campagna. Per “fabbrica” si intendono laboratori artigiani.
La proprietà comprende anche corsi d’acqua, e quindi la possibilità di coltivare. È ben governata, visti i
laboratori artigiani.
Strofa 54. La хандра lo insegue anche in campagna. Il registro alterna il tragico al comico: la malinconia lo
insegue come una moglie fedele.
Strofa 56. L’autore fittizio si avvicina a quello reale. Rimarca una differenza tra se stesso ed Eugenio: Onegin
in campagna si annoia, mentre l’autore è amante della campagna, come lo stesso Puškin. Si distanzia dal
protagonista, per sottrarsi all’accusa di non riuscire che a parlare di se stesso nell’opera. Byron parlava di sé
invece.
Nelle strofe successive c’è l’invocazione alla musa. Originale, perché di solito è a inizio capitolo. Qui è alla
fine per dichiarare che è cambiato il tipo di ispirazione (realistico) e i temi, per marcare la differenza con
prima. Non è una musa amorosa che guida la mano dell’autore, ma qualcos’altro.
Strofa 60. È l’ultima del primo capitolo. È strano che l’autore dica che ci sono molte contraddizioni. Si
riferisce alla molteplicità di stili, intonazioni, argomenti ecc. è in un certo senso una dichiarazione di
poetica. Abbiamo visto quanto spesso il testo passa da una descrizione a una digressione lirica, quanto
diverse sono le tematiche, le allusioni. All'inizio aveva parlato di пёстрые глава.
Lo dice perché in un’opera classicista questa varietà di elementi non era tollerata in una stessa opera. Questa
conclusione meta-letteraria è posta volutamente a fine capitolo, in una posizione rilevata.
In questo capitolo abbiamo preso confidenza con il protagonista e abbiamo avuto una panoramica di alcuni
argomenti che l’autore intende far entrare nell’opera. È stato un capitolo d’introduzione, con una sviluppata
attenzione al contesto, ma senza sviluppo della trama: altra caratteristica che in un romanzo non era usuale.
Nel secondo capitolo l’azione si sposta in campagna, cosa sottolineata con ironia nell’epigrafe, che è un
gioco di parole tra рус - campagna, e l’omofono russo Рус’. Annuncia che si parlerà di campagna e di una
Russia più arcaica e tradizionale che nel primo capitolo. È una campagna non da vedersi come sfondo di vita
dei contadini; se ne parla attraverso il filtro della vita nobiliare. È la campagna nel senso di proprietà di
campagna dei nobili. Il riferimento alla tradizione idilliaca, classica (Orazio) viene messo assieme alla
campagna russa.
Strofa 2. Si riferisce a questa casa un epiteto. Viene definita un “castello”, ma questo tipo di costruzione non
esiste nell’architettura russa. Questo è un epiteto ironico che rimanda all’ambientazione del romanzo gotico.
Erano costruzioni, piuttosto, che si estendevano più in larghezza, basse. Visto il giardino, questa è una
proprietà ricca.
Strofa 4. Eugenio vuole occuparsi della gestione della sua proprietà. C’erano due modalità di rapporto
contadino-padrone:
1. Барщина: da барин (signore). Il servo della gleba retribuiva il padrone in termini di giorno di
lavoro. Lavorava 7 giorni su 7 di cui tre per mantenere se stesso e la famiglia, il resto al padrone.
Questo rapporto poteva essere variabile: se le terre erano poco fertili, la барщина era ridotta. Il
contadino non ha libertà, è proprietà privata del padrone. Viveva sulla terra assegnatagli e non poteva
svolgere nessun’altra attività. Era un regime vincolante e oppressivo ed era la forma più diffusa.
2. Оброк: il contadino pagava al padrone una tassa annuale. Poteva avere il permesso di andare in città
e svolgere un altro mestiere. È una forma più liberale.
Il fatto che Eugenio conceda l’оброк è da considerarsi innovativo.
Ai vicini di Eugenio la proprietà fa un effetto sinistro, perché sono più conservatori. Mentre nello
sbarazzarsi dei debiti del padre è egoista, qui lo vediamo in una veste generosa: le entrate erano meno
cospicue con l'оброк.
"Чудак" è una persona strana, diversa dagli altri, uno spostato, fuori dagli schemi. S'ingrandisce l'idea di
persona bizzarra e intrattabile quando i vicini vanno da lui, ed Evgenij si allontana dalla porta posteriore
a cavallo. Egli trova noiosa la frequentazione con queste persone e fugge tutti gli incontri con i vicini,
tranne uno.
Strofa 6. Compare il co-protagonista: Lenskij, presentato come l'esatto opposto di Evgenij. Mentre
quest'ultimo è di costumi europei, disilluso, affetto da spleen, Lenskij, poco più giovane (sui 18), è
appassionato, colto di poesia e filosofia.
"Anima gottinghiana": educato all'università tedesca di Göttingen, il centro del romanticismo tedesco, un
ambiente liberale.
Lenskij è un poeta, è bello, è un seguace di Kant. Anche fisicamente è diverso da Onegin: ha riccioli
lunghi fino alle spalle, come un poeta romantico. Tornando dalla Germania non si stabilisce in una
grande città, perché ama la campagna e i costumi tradizionali. Diverso anche caratterialmente: sensibile
ad amicizia e amore, ingenuo, inesperto, sognatore (di una fantasia letteraria. È un gioco del cuore, non
della ragione, come i sogni di Onegin).
Strofa 8. I sogni di Lenskij: l'amore come incontro di anime gemelle.
Strofa 9. I suoi modelli letterari sono Schiller e Goethe, quindi epoca romantica. La funzione di Lenskij
è quella di far emergere più evidentemente i tratti di Evgenij.
Strofa 13. "sono meno diversi" di quant'erano Evgenij e Lenskij: cioè sono proprio l'opposto.
Ciononostante nasce un'amicizia, nel deserto sociale di entrambi; è normale che si affianchino. Tra le
cose che li differenziano, c'è il fatto che Lenskij è innamorato sin dall'infanzia ed è prossimo alle nozze.
Strofa 14. Digressione a nome dell'autore sull'amicizia e su come gli esseri umani si rivelano.
Strofe successive: tempo trascorso tra i due. Eugenio fa il "fratello maggiore" con Lenskij.
Strofa 19. Sincerità. Evgenij si considera un "invalido" dell'amore; tuttavia ascolta l'amico.
Strofe 20-21. Così Lenskij gli racconta del suo amore per Olga – tono elegiaco, cliché amorosi.
L'innamoramento risale all'infanzia. Sono stati reciprocamente promessi da bambini. Una situazione che
sembra scontata corrisponde però a dei veri sentimenti da parte del ragazzo, meno da parte di Olga.
Strofa 23. L'autore riporta la narrazione al piano della meta letterarietà e dei costumi dei romanzi del
tempo. Il personaggio di Olga si può trovare in qualsiasi romanzo sentimentalista: viene presentata la
banalità del personaggio. Si profila inoltre il personaggio di Tatiana, la sorella.
Strofa 24. Anacronismo: Olga e Tatiana compaiono fisicamente nel terzo capitolo. L'autore fa un
commento sul nome di Tatiana, che viene descritta come molto diversa da Olga. Olga è la tipica bellezza
russa bianca e rossa con le trecce bionde sulle spalle, piena di salute. Ha 14 anni. Tatiana, 16 anni, non
era bella ed era diversa soprattutto caratterialmente. Ha un carattere spigoloso, selvatico.
Strofa 26. È incline al sogno come fantasia romantica che prefigura la sua eccezionalità. È fuori dagli
schemi. Ama la campagna e i semplici costumi, non amava il ricamo e le bambole come le altre ragazze,
preferisce la lettura. È una figura femminile atipica ma molto legata alla tradizione, al folklore e alla
cultura contadina. Non le piace stare in compagnia, nel chiasso, tra le chiacchiere.
Strofa 29. Nel primo capitolo abbiamo trovato un repertorio di autori. Tatiana però non legge la
letteratura contemporanea, ma romanzi da giovane di provincia. Di solito non in russo ma in francese:
questo tipo di letteratura poco tradotta in russo. Legge, ad esempio, Richardson, autore inglese della
prima metà del 700, il quale ha scritto Pamela e altri romanzi di avventura in cui ci sono spesso
personaggi femminili che si trovano in pericolo e vengono salvate da personaggi positivi. Legge anche
Rousseau: non il filosofo, ma cose come la Nouvelle Eloise. La lettura di queste cose è consentita dai
genitori perché non li conoscevano.
Anche la madre di Tatiana amava Richardson, non per averlo letto, ma perché la cugina gliene ha
parlato. Il ritratto della madre è interessante non individualmente ma per i costumi dell'epoca. La sua
storia è tipica: una ragazza incline a sognare l'amore vero, ma sposata contro la sua volontà (aveva già
una sua passioncella) con un uomo non di suo gradimento. Dopo la tristezza iniziale, la madre si adatta e
fa quello che la tradizione le impone, scoprendo un certo piacere.
Баня: costruzione esterna alla casa in cui si fa il bagno di vapore.
Strofa 35. Come i proprietari di vecchio stampo. Repertorio degli usi tradizionali della vita in campagna,
che risente delle credenze popolari.
Apprendiamo della morte del padre di Tatiana. Viene pronunciata una citazione di Shakespeare per
creare quella movimentazione di registri caratteristica dell'Onegin.
Il terzo capitolo è importante per lo sviluppo della vicenda: si svolge l’innamoramento di Tatiana per
Evgenij. Il capitolo si apre con la conversazione tra Evgenij e Lenskij, ma presto quest’ultimo lascia Evgenij
per andare dalle Larin. Tra la strofa 1 e 2 c’è una dig