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B.
Si manifesta quando la malnutrizione proteica prevale rispetto alla riduzione di calorie
complessive.
E’ la principale forma di
malnutrizione nei bambini africani
svezzati con diete base di soli
carboidrati. Esistono forme meno
gravi secondarie a diarrea cronica
con malassorbimento proteico.
In questo caso la depilazione
proteica riguarda il compartimento
viscerale con conseguente
ipoalbuminemia che causa edemi.
Nelle forme gravi il peso è il 60%,
80% del normale ma il calo viene
mascherato dagli estesi edemi.
Caratteristiche: lesioni cutanee,
alterazioni dei capelli, il fegato
aumenta di volume e diventa
steatosico (ridotta sintesi delle
apolipoproteine), apatia,
svogliatezza e perdita di appetito.
CACHESSIA
E’ una grave forma di malnutrizione protido-energetica secondaria ad altre patologie.
E’ caratterizzata dal progressivo deterioramento di tutte le funzioni metaboliche, con debolezza,
anoressia e dimagrimento, con escavazione dei tratti somatici.
Tale quadro può essere dovuto ad anoressia nervosa, malattie endocrine (per esempio cachessia
pituitaria), a tumori maligni e a demenza.
La cachessia nel tumore è un processo passivo, dovuto all'azione depauperante del tumore nei
confronti di proteine, lipidi, glucidi, purine, ma anche un processo attivo dovuto ad alcune
sostanze anche di origine tumorale (per esempio TNF, tumor necrosis factor, fattori proteolitici
ecc). ANORESSIA NERVOSA E BULIMIA
Disturbi del comportamento alimentare che si presentano soprattutto in giovani donne che
sviluppano un’ossessione per l’immagine corporea e per la magrezza (spesso distorta).
Anoressia nervosa: digiuno autoimposto dal paziente con marcato calo ponderale.
Anoressia nervosa:
Segni clinici simili alla PEM grave con effetti sul sistema endocrino (amenorrea per carenza di
fattori di rilascio delle gonadotropine e di ormone luteinizzante e follicolo-stimolante), ridotto
rilascio di ormone tiroideo, disidratazione ed anomalie elettrolitiche (l’ipokaliemia può provocare
aritmie cardiache e morte improvvisa).
Bulimia: il paziente mangia smodatamente per poi indurre il vomito.
Le complicanze sono legate alla continua induzione del vomito ed a l’utilizzo cronico di lassativi e
diuretici (ipokaliemia, aspirazione polmonare del contenuto gastrico e rottura cardiaca, esofagea e
gastrica). 2
IPOVITAMINOSI
Per una buona salute sono necessarie le vitamine (liposolubili ed idrosolubili).
Le vitamine sono composti organici essenziali per l’uomo.
Esse sono incluse tra quei micronutrienti che devono essere assunti con la dieta
quotidianamente poiché non vengono sintetizzati dall'organismo umano, non sono
apportatrici di energia metabolica (calorie) né entrano a far parte dei costituenti strutturali
dell'organismo.
Alcune vitamine possono avere sintesi endogena (la Vit. D da precursori steroidei, la Vit. K
e la biotina dalla microflora intestinale, la niacina dal triptofano che è un aa essenziale) ma
la maggior parte di loro sono molecole essenziali.
Deficit di proteine primario: di origine alimentare.
Deficit di proteine secondario: a causa di alterazioni nell’assorbimento intestinale, nel
trasporto ematico, nel deposito tissutale o nella conversione metabolica.
Le vitamine presentano strutture chimiche molto diverse tra loro e vengono suddivise in
due gruppi: quello delle vitamine idrosolubili (vitamina C e del gruppo B) e quello delle
vitamine liposolubili (vitamine A, E, D, K, F).
vitamine idrosolubili
Le svolgono principalmente la funzione di coenzimi, mentre non
tutte quelle liposolubili hanno una simile attività.
vitamine liposolubili
Le sono trasportate e depositate nell’organismo in modo analogo ai
lipidi.
Vitamine liposolubili (A, D, E, K): immagazzinate facilmente ma scarsamente assorbite in
caso di patologie (malassorbimento di grassi, disturbi della funzione digestiva).
Non tutte le vitamine vengono assunte nella loro forma biologicamente utilizzabile ma
piuttosto come precursori che vanno sotto il nome di provitamine. Una volta assunti, tali
composti vengono trasformati da specifici enzimi metabolici nella loro forma attiva, al fine
di renderli utilizzabili.
Fattori di crescita: vitamine (o derivati) necessari per l’accrescimento di microrganismi.
Antivitamine: sostanze chimiche analoghe alle vitamine ma con azione biochimica
antagonista.
Il fabbisogno: varia da vitamina a vitamina, a seconda dell’individuo e dei fattori
ambientali!
Le carenze di vitamine isolate sono rare e solitamente mascherate dalla concomitante
malnutrizione protidi energetica.
VITAMINA A Alcool con 20 C, formato da un anello e da una
catena laterale polinsatura (doppi legami coniugati
tutti trans).
Suscettibile alla perossidazione per l’elevato numero
di doppi legami (soppressione dell’attività della
vitamina).
Può formarsi nell’organismo dai caroteni (presenti nei
vegetali, e verdure).
Il più diffuso è il ß-carotene da cui si formano due molecole di retinolo.
Sotto forma di retinolo, la vit.A, viene trasportata in circolo legata alla “retinol binding
protein” (RBP) che lo trasporta alle cellule del fegato ed ai tessuti che lo utilizzano.
I caroteni e gli esteri del retinolo non modificati dalla cellula intestinale entrano nei chilomicroni
che li trasportano in parte al fegato ed in parte ai tessuti extra-epatici (pelle). 3
I tessuti periferici captano il retinolo tramite un recettore per RBP,
il retinolo si stacca e la RBP torna in circolo.
Il retinolo all’interno della cellula è ossidato ad acido retinoico che,
guidato da proteine citoplasmatiche, raggiunge e si lega al suo
recettore intranucleare.
Il complesso acido retinoico-Rc si lega alla cromatina, attivando la
trascrizione di specifici geni.
La vit. A è coinvolta in diverse funzioni:
Garantire la visione notturna (è componente della rodoposina e
•
di altri pigmenti visivi)
Stimola il differenziamento cellulare in particolare degli epiteli
•
specializzati (soprattuto quelli a secrezione mucosa);
Potenzia l’immunità anti-infettiva.
•
La carenza di vitamina A determina inibizione della crescita,
deformazione delle ossa e serie modifiche delle strutture epiteliali e
degli organi riproduttivi.
Alterazione della funzione visiva: diminuzione dell'adattamento
alla bassa illuminazione (cecità crepuscolare o notturna).
Nei casi più seri di deficit vitaminico può anche comparire
secchezza della congiuntiva e della cornea che possono portare
danni oculari permanenti fino alla cecità completa. I danni sono
dovuti alla sostituzione dell’epitelio a secrezione mucosa delle
ghiandole lacrimali con un’epitelio cheratinizzato; il progressivo
accumulo di detriti di cheratina da origine a macchie (di Bitot) e
con il tempo a degenerazione corneale (chetomalacia)
La carenza di vitamina A può portare all’alterazione di tutti gli epiteli.
Anemia: il retinolo è richiesto per la sintesi della transferrina (proteina che trasporta il ferro).
Fonti alimentari: la vitamina A è maggiormente presente negli alimenti di origine animale,
soprattutto nel fegato e nella milza, seguiti poi da latte e derivati ed uova.
La fonte naturale più ricca di Vitamina A è l’olio di fegato di pesce.
I carotenoidi, da cui l'organismo ricava la vitamina A, sono particolarmente presenti nei tessuti
vegetali quali le carote e pomodori.
Ipervitaminosi
Intossicazione acuta: l'assunzione di dosi elevate di vitamina A può determinare la comparsa di
nausea, vomito, emicrania, perdita di coordinazione e disturbi visivi.
Tossicità cronica: può comportare la comparsa di una sintomatologia caratterizzata da inappetenza,
dolori muscolari, anemia, perdita dei capelli e varie alterazioni neurologiche.
NB: La vitamina A diventa tossica quando supera la capacità di legame con la “retinol binding
protein” (le cellule rimangono esposte alla vitamina A non legata).
VITAMINA D
Molecole liposolubili.
Due forme principali dall'attività biologica molto simile: il colecalciferolo (D3), derivante dal
colesterolo e sintetizzato negli organismi animali, e l'ergocalciferolo (D2), di provenienza vegetale
(ergosterolo).
La vitamina D3 (colecalciferolo) si forma nella pelle per fotolisi del 7- deidrocolesterolo per azione
della luce ultravioletta (fabbisogno dipendente dalla esposizione della pelle alla luce solare).
Il colecalciferolo può essere formato dalla pelle o introdotto dalla dieta (come l’ergocalciferolo).
Il metabolismo della vit. D prevede varie fasi: 4
1. Assorbimento insieme agli altri lipidi a livello intestinale o sintesi cutanea a
partire dal precursore.
2. Trasporto al fegato.
3. Conversione in 25-idrossi-vitaminaD ad opera di idrossilasi epatica.
(calcidiolo)
4. Conversione in una forma più attiva di vit. D, la 1,25-diidrossi-vitaminaD,
nei reni. (calcitriolo)
La sintesi renale della forma attiva è inibita da 3 meccanismi:
a)l’ipocalcemia stimola la secrezione di paratormone (PTH) che aumenta la
formazione di calcitriolo.
b) L’ipofosforemia attiva direttamente l’idrossilasi renale.
c)L’aumento dei livelli di 1,25 diidrossi-vitD agisce a feedback negativo,
inibendo l’idrossilasi renale.
La biosintesi di calcitriolo è quindi sotto il controllo del paratormone che
regola la biosintesi della idrossilasi renale.
Il calcitriolo viene rilasciato in circolo e trasportato ai tessuti bersaglio
(intestino, ossa, rene e pancreas).
Dopo 24 h (vita media), il calcitriolo viene idrossilato in C24 (1,24,25-triidrossi-D3) nei reni,
trasportato al fegato ed eliminato con la bile.
Il calcitriolo ha azione ormonale: mantiene livelli di calcio e fosfato nel sangue che si esplica a
livello dell’intestino, (induzione della biosintesi della prot. legante Ca) ossa (stimolazione
osteoclasti), rene (stimola riass. Ca) e pancreas (normalizza secrezione insulina).
La regolazione dei livelli di calcio e fosforo nell’organismo avviene insieme all’azione di due
importanti ormoni: la calcitonina ed il paratormone.
Calcitonina: favorisce l’eliminazione urinaria e la deposizione di calcio nelle ossa, quindi,
diminuisce i livelli plasmatici di calcio (ha azioni opposte a quelle della vitamina D).
Paratormone: inibisce il riassorbimento renale dei fosfati, aumenta quello del calcio e stimola il
rene a produrre 1,24,25- triidrossi-D3. A livello dell'osso, esso promuove il rilascio di calcio.
La produzione di questi ormoni e di vitamina D è dipendente dalla concentrazione plasmatica di
calcio:
- una condizione di ipocalcemia stimola la produzione di paratormone e di 1,24,25-triidrossi-D3.
- Un aumento de