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Estratto del documento

L’area sacra però rimane sempre l’acropoli, circoscritta dal recinto sacro:

segna il passaggio dal sacro al profano.

Acropoli di atene pianta.

Propilei (porticato antistante l’entrata di un tempio) grandi e magnifici che

segnano l’ingresso in un’altra dimensione. Lo sguardo è colpito da grossi

volumi: il tesoro (in cui venivano lasciati i doni agli dei per accattivarselo), il

tempio, il propileo. Tutto in rapporto di proporzione studiato in modo

preciso, senza tralasciare le intenzioni che si hanno ES. posizionare gli edifici

in modo da vedere dagli ingressi l’edificio al completo, (più di un lato, in modo

da apparire nella sua mastodonticità).

Lo sguardo nell’acropoli si muove secondo interruzione positiva:

Acropoli di Atene plastico: il mio sguardo viene catturato dalla statua di

Atena, ma poi il mio occhio viene catturato da qualcosaltro, perché tutto è in

equilibrio e armonia, senza che niente sia un colpo d’occhio.

Tutto, soprattutto i templi sono riempiti di dipinti coloratissimi e ricchissimi.

Questo per far contenti gli dei: poiché più gli abitanti lo trattavano bene più

loro ti trattavano bene. La statua crisoelefantina di Fidia: costruita in

legno rivestito in oro, appariva molto maestosa.

I greci conoscevano a menadito i loro dei e i loro

caratteri, i campi di azione e le preferenze.

Ogni elemento nella città ha un propria valenza funzionale e simbolica, ma

visto nel rispetto dell’ambiente e nel nostro rispetto: concordano tutti, perché

tutti hanno bisogno di essere in:

- luoghi belli

- luoghi salubri: aerazione giusta, orientati bene

- luoghi commercialmente strategici

- luoghi militarmente strategici

Quando si costruisce un edificio nuovo: riti, celebrazioni, oracoli, doni per

capire dove era il posto giusto per costruire: posto sbagiato = destino

fallimentare.

Rispetto dell’ambiente:

I greci prediligevano la roccia

- il territorio era roccioso.

- la roccia era forte e strategica.

La roccia diventa come sacra: si cerca di modificarla il meno possibile.

Rispetto topico del luogo (non amore per il luogo come Werter). Si

riconosce nella natura una perfezione indiscutibile: la natura è perfetta e

l’uomo deve adattarsi alla natura:

Cesare Brandi:

- 1906-1988

- storico e critico

“E’ l’uomo che si deve adattare alla natura, rispettandola, non deve essere

sgangherata per i nostri comodi e per costruire edifici che piacciono a noi.”

Fino al V secolo a.C. la città non ricevono una precisa sistemazione, hanno

un aspetto disordinato, senza un reale studio a tavolino.

Mileto pianta: a scacchiera, con

strade che si intersecano a angolo

retto che la dividono in quartieri e

aree. Frutto di un lavoro a tavolino.

Decodificazioni di normative, di usi e

costumi a lungo sperimentati nelle

città e che qui vengono applicate.

L’ordine è un bene e va di pari passo

con la giustizia. Si ha la suddivisione

per lotti di terra sul quale si

costruiscono case tutte uguali: sotto

questo avviene il carattere

democratico della città.

Ippodamo da Mileto: progetta Mileto

- Architetto e urbanista.

- è il codificatore, non ha inventato lo schema a scacchiera. Ha solo messo

insieme esperienze urbanistiche già esistenti e le ha messe in pratica.

- Aristotele ne parla: Sistemazione ortogonale delle strade (Nord Sud,

principali o Est Ovest le minori).

- isolato misure standard: 35 metri per 47 metri

Il modulo è lo strumento che mantiene intatte le proporzioni: sottende città e

arte.

Nella città si collocano le zone in modo razionale, a seconda della loro

funzione: l’agorà è sia il centro di incontro che il centro fisico.

La città non civile è un po’ spersonalizzata, apposta per fare emergere tutte le

strutture civili.

Le mure non seguono la geometria della pianta a scacchiera, ma seguono

la geografia. Questo per alterarla il meno possibile

- Tutto questo segue le teorie di Ippodamo: per avere una città equilibrata,

bisogna diversificarla nelle funzioni (deve essere funzionale) nel pieno

rispetto dell’ambiente. Ha messo per scritto le norme già esistenti.

Tell el amarna: 1369-1364 a.C esisteva già questo metodo. Quartiere

degli operai “quartieri popolari”. Inoltre c’era la divisione in classi.

- Grecia: riprende la divisione degli spazi secondo un criterio

- Grecia: non segue la divisione in classi, ma la democrazia.

Babilonia. Non così ferrea come Mileto.

Erodoto: strade perpendicolari e parallele al fiume Eufrate. La necropoli era

addossata alle mura.

- Grecia: riprende la posizione della necropoli e la perpendicolarità delle

strade.

Funzionalità:

La Grecia mette insieme teorie urbanistiche di civiltà orientali già esistenti

e le adatta alla democrazia, cioè non divide le zone per classi. Aggiunge

inoltre la divisione funzionale degli spazi: i magazzini per comodità sono

vicino al mare e nella parte alta invece edifici pubblici

Ordine:

Ancora Mileto fa finta che non ci sia la morfologia del terreno (da pianta

non si nota che c’è una collina), perchè siamo all’inizio. Poi pian piano si

imparerà a adattarsi. Dissonanza in pianta invece per il disordine del recinto.

Pireo: area portuale realizzata da Ippodamo di Mileto su incarico di Pericle;

c’è una piazza e una casa dedicata a lui.

Ha una posizione strategica per:

- porti militari

- vicina alla città di Atene

- altura di dominio

- vicino al mare

Olinto pianta città: si erge su due piattaforme in direzione N-S:

- La città arcaica che si erge su un altopiano, in modo disordinato.

- La città nuova costruita nel V-IV secolo a.C. in modo ordinato e preciso.

Le case sono modeste, mancano gli spazi dedicati a edifici e strutture

pubbiche.

Infatti il centro, l’agorà è spostato nello spazio “vuoto” tra le due città,

quella vecchia e quella nuova. E’ sì un “vuoto” da riempire, ma anche un

luogo bellissimo, pieno di sorgenti di acqua pura. Non c’è la sopraffazione

del nuovo sul vecchio.

Plastico delle abitazioni di Olinto. Simili a villette a schiera di oggi.

Sottolinea il carattere democratico della città.

Muri di mattoni crudi impostati su zoccolo di pietra.

Pavimento con argilla o raramente mosaici.

Andron: zona più ricca, dove le donne non potevano entrare e tenevano

banchetti e feste, in genere a ovest.

I tetti: fatti da due falde, si convogliavano le acque al centro (impluvium).

Hanno un cortiletto che fa da servizio al piano terreno. Zone di servizio.

Al piano secondo: area per le donne, relax, divertimento, bambini,

appartamenti delle signore: la donna stava quasi a zero.

Scatto urbanistico grande, ma nessuno scatto a livello di case: sono più o

meno simili sempre tra di loro.

Delos (isola nel mar Egeo)- abitazione: unifamiliare, introflessa,

pochissime aperture. Torretta per catturare la luce e il calore anche nei mesi

più freddi.

Periodo preellenistico: di transizione.

Grecia continentale: più conservatrice, attaccata alla tradizione.

Grecia a nord, in periferia: subisce il fascino dell’oriente, all’avanguardia.

Spinte da due filosofi:

Platone: aristocratica “Leggi”, si rifà per OGNI aspetto a calcoli pitagorici/

matematici: modo di vedere le cose un po’ limitato.

Aristotele: voce più aggiornata “Politica”: uomo più calato nell’Humus

della sua città. E’ un uomo del passato che avrà comunque i suoi limiti, ma

cerca altre motivazioni della città. La città dell’uomo ecco perché più

all’avanguardia. Analizza anche

le case private.

Priene.

Nel tardo IV secolo a.C.:

l’avanguardia trasferisce la città

in una zona più conveniente,

su un dirupo, grandissima

roccia. Vicino al fiume Meandro

in pianura.

Sono molto vicini a Mileto, infatti

furono influenzati. Cercarono

una comunione con il

paesaggio. Mura frammentate e

turrite, seguono la morfologia

del terreno.

Schemi ippodameici + schemi

scenografici (mutuati

dall’oriente).

- articolata su terrazze:

Prima: Pianura Meandro

Secondo: ginnasio e stadio

Terza: agorà

Quarta: santuario di athena e teatro

Quinta: santuario di demetra

Sesta: acropoli

Scale per salire e i carretti giravano solo da est a ovest.

AMBIENTE DI RAPPRESENTANZA:

L’agorà non è un centro, ci passa la strada principale che divide agorà e

stoà. La stoà è solo da un lato anticipata da gradini, ingrandita, che si chiama

“stoà sacra”.

Di fianco si ha il tempio di Zeus (non un dio a caso, ma il padre di tutti gli

dei).

Tutto è clamoroso, sottolineato: è un luogo anche e soprattutto simbolico.

Ci sono quadrati e mezzelune: basamenti delle statue di personaggi illustri.

In un luogo come questo non ci può stare il mercato, quindi la parte

commerciale e economico è spostato a parte.

Ellenismo.

Influssi e contaminazioni sono reciproci: tutti ci si contamina.

Per la prima volta nella storia dell’uomo siamo di fronte a una città

internazionale (concetto moderno). Non avviene solo tra greci e oriente, ma

anche all’interno della stessa società: tra i ceti.

La produzione nell’ellenismo si moltiplica quindi, la merce è di più e bisogna

liberarsene. Esce dalla propria autarchia, quindi il vicino diventa una

possibilità perché può comprare la mia merce e può incrementare la mia

ricchezza. Nasce una sorta di borghesia (commercianti).

La città evolve, serie di normative moderne: un cittadino può decidere di

cambiare residenza.

La polis non più comunità politica, ma centro economico. L’aristocrazia

conservatrice non è più ben voluta, viene emerginata perchè emerge la

classe borghese, non c’è un mondo ereditario ma comincia un’avanzata

sociale più equa. Determinerà il salto all’ellenismo.

Dal punto di vista artistico: promiscuità di stili. Dal punto di vista dell’arte:

- arte aulica di gusto più raffinato, quella più ricca di particolari e più

eleborati (classi più alte)

- arte semplice, scarna (classi più basse)

Questa promiscuità attecchiscono sulla stessa classe sociale, per la prima

volta: gusti diversi all’interno della stessa società.

L’artista si istituzionalizza e diventa una collettivit&agra

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Publisher
A.A. 2014-2015
13 pagine
2 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Biasil94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Testa Fausto Carlo.