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Potere spazio nel Mediterraneo preistorico
Che cosa è un palazzo? Un palazzo molto semplicemente è un edificio complesso il quale si articola
attorno ad un cortile centrale, quindila conditio sine qua non affinché si possa parlare di palazzo è che
ci sia un cortile centrale, vedrete che addirittura in tempi recenti si è affermata una nuova prospettiva la
quale tenderebbe addirittura ad abolire il termine palazzo e a sostituirlo con il termine court ound(?)
Cioè struttura con il cortile proprio per puntare soprattutto questo elemento, attorno a questo cortile
centrale, come vedremo, si articolano una serie di quartieri, gruppi di vani non tutti simmetrici tra di
loro che svolgono diverse funzioni, le dimensioni dei palazzi sono abbastanza varie, diciamo che il più
grande è senz'altro quello di Cnosso, andiamo intorno ai 17.400 metri quadri di estensione, Festosse è
praticamente la metà, ancora meno, 8300 metri quadri, 9800 Mallia, non è casuale che la tradizione
greca collegasse in ognuno di questi tre palazzi che poi erano in più importanti tre figure mitologiche e
che considerasse queste figure imparentate, cioè Minosse a Cnosso, Radamante a Festosse e
Sarpedonte a Mallia; da dove viene il tipo del palazzo minoico? La risposta è molto semplice, è
l'ambiente Mesopotamica che da l'input, l'edificio che più somiglia ad un palazzo minoico è quello di
Mari pressappoco contemporaneo, e tuttavia dobbiamo dire che a parte il cortile centrale il palazzo
minoico si differenzia profondamente per quanto riguarda l'articolazione dei quartieri, per cui possiamo
pensare ad un'elaborazione originale minoica pur con un modello che era arrivato dall'esterno, cioè c'è
stata una rielaborazione locale del tipo del palazzo. È significativo che il modello venga dalla
Mesopotamia e non dall'Egitto che pure era un'area altrettanto civilizzata e di antichissima data e
nonostante Creta avesse relazioni anche con l'Egitto, quindi c'è una precisa scelta del tipo, cioè hanno
voluto questo modello perché rispondeva già ad alcune esigenze che verranno dopo.
Nell'architettura noi troviamo delle esperienze puramente tecniche, come si è in grado di costruire,
come si lavora la pietra, come si creano le murature, come si creano i soffitti, come si fanno le
intelaiature lignee e così via... ma nell'architettura noi vediamo espressa anche una serie di esigenze
pratiche cioè noi vediamo come l'architettura abbia soddisfatto determinate funzioni che si volevano
ottenere per gruppi di ambienti, naturalmente nell'architettura monumentale come quella dei palazzi noi
vediamo anche l'eco di fatti economici, vedremo come uno dei quartieri che c'è sempre nei palazzi e
quello dei magazzini, quindi sappiamo già che grosse provviste che finiscono dentro i palazzi
significano anche grosse disponibilità economiche, se volete ci possono essere anche delle esigenze di
carattere estetico, costruire una facciata rettilinea o costruirla con dei denti maniera che la luce del sole
che si proietta su questi denti faccia poi dei luoghi d'ombra e movimenti la facciata, per esempio è un
discorso estetico, ma c'è anche il discorso ideologico o politico, cioè costruire un edificio così
complesso può significare, anzi significa senz'altro voler esprimere una qualche idea che sia percepita e
chiara... è un messaggio che si lancia a chi sta fuori da questa cerchia, da questa struttura... il problema
fondamentale che ancora ricorre per questi palazzi è quello relativo alla loro nascita, perché nascono i
palazzi? Non tutti sono ancora d'accordo sul motivo della nascita dei palazzi, io ho raggruppato le
interpretazioni principali in quattro filoni, in linea di massima si tende ad eliminare da un lato la pianta
delle funzioni cioè uno sulla base delle funzioni esercitate dei palazzi cerca di rispondere al motivo
perché sono nati... un'altra possibilità di indagine invece guarda piuttosto al momento precedente a
quello che gli inglesi chiamano SociaL Rending cioè alle strutture sociali per vedere come strutture
sociali del periodo precedente possano aver condizionato, determinatola nascita di questi palazzi. Da un
punto di vista più generale distinguerei un modello che chiamerei evoluzionista che risale già ad a
Arthur Evans e poi a Seager, scavatori della prima ora dell'inizio del 900 a Creta... Evans e Seager
adottavano una prospettiva che possiamo tranquillamente definire darwiniana o evoluzionistica nel
senso che i palazzi per loro sarebbero il risultato di un processo graduale, lento, lineare, complesso e
inevitabile, come per tutte le leggi degli evoluzionisti, voi sapete da Darwin in poi che questo progresso
di natura avviene secondo certe leggi e solo quelle che si verificano sempre e non possono mai venir
meno , quindi in altre parole è inevitabile che partendo da certe premesse si arrivasse lentamente e
fatalmente a questi palazzi, questa ipotesi fatta durante la prima ora da Evans e Seager ha avuto poi
l'adesione di Renfrew e anche di Branhigan; in altre parole si cerca di evidenziare embrioni di processi
nel periodo pre- palaziale e si enfatizza lo sviluppo di questi embrioni per dire "vedete da questi
embrioni bisognava per forza arrivare ai palazzi"; il secondo modello se volete possiamo chiamarlo
rivoluzionario e il rappresentante maggiore è Chearry il quale in un articolo del '91 che è rimasto un
classico "Evoluzioni, rivoluzioni ed origini della società complessa nella Creta minoica" dice: "Non c'è
niente che possa provare che ci sia stata l'evoluzione lenta, graduale e inevitabile; il passare del tempo
non è di per sé una causa di cambiamento, questo modello evoluzionistico è il modello tassonomico
cioè che serve soltanto a spiegare la taxis, l'ordinamento, è un modello descrittivo perché può
descrivere i cambiamenti o gli ultimi cambiamenti, ma non spiegherà mai le cause di questi
cambiamenti, quindi il passaggio dal pre- palaziale al palaziale costituisce un limite un salto di
qualità..." quindi le trasformazioni in altri termini sarebbero avvenute in maniera estremamente rapida
con questo salto di qualità più o meno improvviso; la contestazione che si può fare a Chearry è
esattamente quella che lui faceva in altri cioè se punta sulla rapidità e sull'immediatezza piuttosto che
sulla gradualità non è che si spiegano le cause dei processi formativi, si mette solo una marcia in più, si
va più veloci, questa è la strada più veloce ma non spiega, quindi vedere che entrambe le teorie fanno
un po' acqua... un terzo modello, una terza prospettiva potremmo definirla combinatoria, perché
appunto cerca di mediare fra le due precedenti, il principale sostenitore è Watruss il quale dice che il
progresso da pre- palaziale al palaziale ci sarebbe stato ma che il momento immediatamente precedente
sarebbe stato invece un periodo di grande instabilità fortemente influenzato dall'ambito vicino
orientale, in altri termini si spezzerebbe questa gradualità evoluzionistica, cioè ci sarebbe stata, ma nel
momento immediatamente precedente diciamo AMIII, MMIA invece ci sarebbe stato momento di crisi
e quindi un momento di instabilità e di conseguenza una grossa apertura verso oriente il che avrebbe
quindi poi portato all'introduzione del modello del palazzo proprio da ambiente orientale,
Mesopotamico, dice che soprattutto nell'antico minoico terzo che sarebbero stati addirittura abbandoni
di grandi tratti dell'isola, si sarebbero alterati quelli che erano i commerci internazionali e
interregionali, ci sarebbe stata anzi una sorta di regionalizzazione degli stili ceramici all'interno di
Creta, non più un modo di far ceramica da oriente a occidente omogeneo ma la zona della Messarà si fa
i suoi vasi, rispetto a quelli della Creta orientale, quindi motivi ceramici locali dopo questo momento di
percezione dell'antico minoico terzo invece nel MMIA sarebbe venuto un nuovo momento di crescita,
sarebbero stati rinnovati contatti sia con l' Egeo sia con il nord-est e con l'area orientale e si sarebbe
così arrivati ai palazzi, capite che anche in questo caso la spiegazione non c'è... perché dire che c'è un
momento di crisi e poi una ripresa non vuol dire assolutamente nulla. Le ultime proposte invece si
muovono nell'ambito delle attività cerimoniali e rituali che avrebbero fatto da contrappeso alle attività
di raccolta e di immagazzinamento di beni e di derrate alimentari, quasi per rendere più accettabile
questa idea del grande accentramento di grandi quantità di derrate in un solo edificio, allora ci
sarebbero stati grandi spiegamenti di attività cerimoniali, per cui appunto si preferisce parlare di edifici
a corte centrale piuttosto che palazzi, per cuisi accentua quel concetto delle Factiones, delle diverse
oligarchie che si fanno diciamo la guerra fra di loro, guerra non a colpi di mazza ovviamente, ma
proprio come competisions, come emulazioni, come competizione, come voglia di primeggiare per cui
questi palazzi diventerebbero la sede nella quale queste competizioni si esplicherebbero... soprattutto
nell'ambito della sfera religiosa e rituale, diciamo facciamo la gara chi organizza la festa di Santa Lucia
più coinvolgente, più fastosa, più partecipata e in questo modo cerchiamo di giustificare la prevalenza
della fazione A sulla fazione B; quindi le oligarchie che potevano essere artigianali, religiose,
industriali, ad un certo punto decidono di stabilizzarsi nel loro status e di misurarsi, di confrontarsi con
la realtà architettonica, questo presuppone che oligarchie di ambiti territoriali più o meno vicini ad un
certo punto avessero deciso di confrontarsi in un unico centro, quindi se c'era l'oligarchia di Haghia
Triada, quella di Festosse, quella di un terzo centro vicino che in un periodo precedente agiva al di là
dei due centri ad un certo punto decide di andare a misurarsi in un unico edificio nell'ambito di questa
sfera rituale e cerimoniale che ricerca diciamo tra virgolette di mascherare la accentramento di derrate
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher joeshiro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Preistoria e protostoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Catania - Unict o del prof La rosa Vincenzo.
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