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LA SPECIFICITÀ NELLA GESTIONE DI PROGETTO
Le caratteristiche dei progetti (descritte sopra) non consentono di contare sulle opportunità
offerte dalla continuità dei processi nel tempo e dalle conseguenti possibilità di affinamento delle
soluzioni e di apprendimento progressivo.
I progetti presentano, quindi, problematiche che richiedono approcci e soluzioni specifici, il punto
fondamentale sta nel fatto che un progetto viene realizzato in condizioni non del tutto definite e
in presenza di elementi d’incertezza, ciascuna attività di un progetto diventa quindi un processo di
problem solving.
Possono verificarsi 3 classi d’interdipendenze nel corso di un progetto:
Interdipendenze fra attività o fasi successive, in questo caso nello svolgimento di fasi
o successive emergono vincoli non considerati nelle attività precedenti;
Interdipendenze fra parti del progetto, qui le scelte progettuali fatte da due parti diverse
o non sono coerenti e richiedono un ripensamento;
Interdipendenze fra progetti diversi, qui il problema sta nella mancata coerenza tra due
o progetti (es: ho un impianto che mi deve testare due linee di prodotto ma non ci riesce);
Se non vengono opportunamente valutate queste interdipendenze si rischia di avere una gestione
dei progetti non efficace e ho come conseguenze:
- RICICLO: Chi viene dopo di me mi chiede di correggere una cosa che ho fatto, devo rifare
attività, aumentano tempi e costi;
- COMPLICAZIONI NELLE ATTIVITÀ A VALLE: ci possono essere delle situazioni in cui le
decisioni precedenti portano a incongruenze alla fine del progetto che devono risolvere
coloro che stanno a valle progetto, quindi in quella fase aumentano costi e tempi;
- DEGRADO QUALITÀ E OUTPUT: è il caso estremo, in cui si lavora per scadenze e arrivo a
consegnare l’output sapendo che non è ottimo ma lo correggerò dopo (es: richiami nel
mondo dell’automobile);
Incertezza e Tempi/Costi
Lo schema mi dice che nel gestire il progetto ci sono due variabili rilevanti:
- INCERTEZZA: Parto con obiettivi più o meno definiti (incertezza alta) e col passare del
tempo elimino delle variabili e ad avere gli obiettivi più definiti (incertezza bassa);
- TEMPI E COSTI: non solo i costi e i tempi di generazione dell’output, ma i costi e i tempi
necessari a “correggere il tiro” che chiaramente aumentano con l’aumentare del tempo;
Abbiamo due zone d’ombra importanti in questo schema:
Zona 1: In questa si lavora in un contesto con grande incertezza e finché non ho le idee
chiare vado a tentoni e non sono molto produttivo; 3
Zona 2: Arrivati ad un certo livello correggere e modificare la soluzione mi costa talmente
tanto che non vale la pena;
Quindi nel gestire il progetto c’è un punto dove non combino e uno dove non conviene cambiare,
allora come faccio a cercare di allargare quest’area detta “finestra delle opportunità” in modo da
avere più tempo per gestire il progetto? (quindi riduco il tempo in cui non so cosa fare e aumento
il tempo che ho a disposizione per correggere il tiroà riduco le zone d’ombra);
Per fare questo devo anticipare i vincoli in modo da evitare i ricicli e aumentare la flessibilità della
mia azienda in modo da ridurre i tempi e costi di correzione. Anche in una gestione razionale e
professionale dei processi ci saranno sempre le zone d’ombra, infatti un progetto senza questi due
aspetti non sarebbe tale, gestire un progetto vuol dire gestire i problemi che si frappongono.
24/04
RIDUZIONE DELL’INCERTEZZA: ANTICIPAZIONE DEI VINCOLI (E DELLE OPPORTUNITÀ)
Le decisioni che più influenzano i progetti sono quelle prese nelle fasi iniziali, per far sì che un
progetto sia efficace ed efficiente, è necessario che le soluzioni sviluppate inizialmente siano
compatibili con i vincoli e con le opportunità che potranno emergere nelle fasi successive.
Il principio di anticipazione dei vincoli ci dice che è necessario anticipare il più possibile l’esame dei
vincoli e delle opportunità la fase di planning è molto importante (anche più di quella di
à
executing), il principio può essere realizzato
mettendo in pratica 3 tipologie d’interventi:
- Coinvolgimento anticipato degli stakeholder
- La gestione della conoscenza
- L’adozione di un metodo 4
Coinvolgimento anticipato degli stakeholder
Bisogna coinvolgere coloro che sono portatori di vincoli e opportunità al progetto (stakeholder) fin
dalle fasi iniziali di esso, lo posso fare utilizzando il lavoro in team. Il team dev’essere costruito dal
responsabile del progetto, egli deve individuare quali individui possono realmente portare un
contributo importante in questa fase. Un altro strumento importante è la definizione di opportuni
momenti di validazione nei quali s’incontrano tutti gli stakeholder e avviene da parte loro
un’accettazione formale di quanto il progetto ha stabilito fino a quel momento.
La gestione della conoscenza
Questa tipologia d’interventi prevede di anticipare vicoli e opportunità grazie al fatto di mettere a
disposizione del team di progetto delle competenze derivate da altre esperienze utili allo scopo.
Queste esperienze possono essere messe a disposizione del team in due modi; in un primo modo
vengono inseriti all’interno del team degli esperti che sono particolarmente competenti in un
determinato campo.
Un altro modo può essere quello di codificare e strutturare le conoscenze per poi renderle
disponibili, vengono cioè elaborate delle design rules. Queste sono utilizzate in fase di
progettazione per tenere contro di vincoli e opportunità che, in loro assenza, potrebbero
emergere ed essere considerati solo nelle fasi successive, ne esistono di numerose tipologie in
base al loro utilizzo (design for assembly, design for recycling, design for environment, etc.).
Il riscorso a conoscenze pregresse consente d’identificare a priori problemi e soluzioni che
possono essere rilevanti in un nuovo progetto, tuttavia si può andare incontro a dei lock-in, ossia
un blocco del processo, questo perché in alcuni casi metodologie di risoluzione vecchie non sono
adatte a problemi e progetti nuovi, in questo caso è utile fare leva sulla sperimentazione.
La sperimentazione mira a verificare gli impatti delle scelte operate:
1. test validativi: es: crash-test finali automobili per verificarne la sicurezza
prima di produrre
obiettivo: convalida delle scelte fatte;
fase di applicazione: nelle fasi finali del progetto (ad esempio i crash test);
2. test esplorativi: es: introduzione di un cambiamento organizzativo in
una sola area aziendale
obiettivo: verifica delle soluzioni ipotizzate;
fase di applicazione: durante lo sviluppo stesso;
Un caso particolare di sperimentazione è costituito dalla prototipazione esplorativa, questa
consiste nell’utilizzo di prototipi fin dalla fase di sviluppo del concept.
In questo ambito viene utilizzato il Virtual prototyping che permette di simulare il funzionamento
del prodotto o la sua produzione senza realizzare nulla di fisico quindi mi mantiene bassi i costi (sia
di realizzazione che di modifica), mi stimola la creatività e mi da la possibilità di scambiare
prototipi in via informatica.
Adozione di un metodo
L’applicazione di metodi strutturati induce ad affrontare in modo sistematico specifici aspetti del
progetto riducendo così il rischio di rinviare l’analisi e la messa in evidenza di possibili problemi
(es: stesura di un business plan per il lancio di un’iniziativa imprenditoriale mostra già le sue
criticità aumentando la probabilità di gestirle con efficienza). Tra questi interventi rientrano tutti
quei modelli di analisi che possono migliorare la comprensione delle problematiche di un
progetto. 5
03/05
RIDURRE GLI IMPATTI DEL CAMBIAMENTO: IL PRINCIPIO DELLA FLESSIBILITÀ
Questo principio considera il caso in cui l’incertezza è elevata (es: mercati con prodotti ad alta
tecnologia), ciò fa si che non si possano anticipare tutti i vincoli e le opportunità che si
presenteranno, si affianca quindi al principio di anticipazione il principio di flessibilità. Per
flessibilità s’intende la capacità di un
progetto di contenere gli impatti e gli oneri
derivanti da interventi correttivi effettuati in
fasi avanzate del progetto. Le leve disponibili
per applicare il principio di flessibilità sono
riconducibili a tre tipologie: processo, risorse
e architettura.
Processo
Un primo modo per garantire flessibilità è quello di agire sul processo, sulla sequenza e sulle
relazioni tra fasi e attività. Bisogna partire dal presupposto che tornare indietro e modificare
decisione è una necessità e un’opportunità. In particolare, è necessario sottoporre a test e
sperimentare le soluzioni trovate appena possibile, per testarne la bontà e in modo da introdurre
le integrazioni e le modifiche necessarie.
A questo scopo vengono sovrapposte temporalmente le attività (over-lapping) e si cerca di
costruire prototipi appena possibile in modo da testare, con il coinvolgimento dei clienti, la loro
funzionalità e raccogliere i feedback (es: release beta di programmi).
L’IMMAGINE DI SINISTRA RAPPRESENTA UN APPROCCIO FLESSIBILE MENTRE QUELLA DI DESTRA RAPPRESENTA UN APPROCCIO DI
TIPO ANTICIPATIVO O “STAGE-GATE”
CASO NETSCAPE NAVIGATOR 3.0
Risorse
È evidente che disporre di risorse con elevata competenza (overskilling) rende più facile realizzare
integrazioni e modifiche nel corso del progetto, altro tipo di risorse molto utili sono quelle
tecnologiche che aiutano anche in caso di progettazione e simulazione.
Architettura
Questa leva parla di agire sull’architettura dell’output, infatti un architettura modulare (ossia
dove ogni componente si occupa di una funzione del prodotto) fa si che la modifica successiva sia
meno costosa (es: computer), ma allo stesso tempo costa di più in fase di progettazione (fino al
20% in più) rispetto ad un’architettura integrata dove progetto tutto insieme ma se devo
modificare una cosa devo modificare tutto. 6
In conclusione, il raggiungimento della flessibilità
comporta un aumento dei costi di progetto a fronte di
una riduzione dei costi attesi nel caso di cambiamento,
per questo motivo la flessibilità è giustificata quando è
presente turbolenza esterna e quando c’è un’elevata
probabilità di cambiamenti nelle fasi conclusive.
L’ORGANIZZAZIONE DI PROGETTO
La struttura organizzativa di progetto dev’essere coerente con le problematiche da gestire e con le
peculiarità del contesto. Ques