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ATTIVITA’ IONICA
Non sempre ci si trova in condizioni ideali. In condizioni lontane dall’idealità, come ad esempio quando si lavora con
soluzioni molto concentrate, entrano in gioco fattori come l’aggregazione ionica (raggruppamenti di ioni che non
avendo carica netta, si sottraggono all’attività ionica). La diminuzione di conducibilità specifica x vista nel grafico
precedente, è dovuta infatti a questi effetti, che fanno sì che essa non vari linearmente con la concentrazione.
Ad alte concentrazioni c’è inoltre una buona probabilità di formazione di nubi ioniche, le quali sono simmetriche in
condizioni di riposo ma possono subire deformazioni sotto l’azione del campo elettrico, quando lo ione si muove in
esso.
Il modello che usiamo è quello di Debye-Huckel, con revisione di Onsager. Innanzitutto, gli ioni non si muovono di
moto rettilineo, perché incontrano una resistenza a causa delle molecole di solvente. Lo ione positivo è circondato
da una nube di ioni negativi e, nel suo moto, tenderà a trascinare questa nube così. Chiaramente vale anche il
contrario. Di conseguenza, la nube carica, sotto l’influenza
del campo elettrico si deforma e crea una specie di coda di
cariche di segno opposto che tende a muoversi nel senso
contrario a quello della carica centrale. Questo fenomeno
è tanto maggiore quanto è alta la concentrazione. Poi, Sia
gli ioni che si muovono, sia quelli che formano la nube
sono solvatati e in quanto tali, muovendosi tendono a
trascinare con sé molecole di acqua. Il risultato è un
trasporto di molecole di solvente contrario al moto dello ione ed è definito effetto elettroforetico (dal latino fero
fers, da intendere come “trasporto da parte della carica”) che chiaramente si minimizza con il diminuire della
concentrazione. Tutto ciò alla fine ha l’effetto di rallentare e ostacolare il moto delle cariche elettriche.
Bisogna definire l’attività ionica come a= gamma * C dove gamma indica il coeff. Di attività,
chiaramente compreso tra 0 e 1. Ciò ha lo stesso significato che avrebbe il calcolo di una conducibilità ad una
concentrazione inferiore di quella reale. Per soluzioni diluite gamma è ~1, e quindi a~C. questo comportamento
viene definito particolarmente bene, per concentrazioni inferiori a 0.01M, dall’equazione di Debye-H.
Log(gamma) = -0.509 |z+ * z-|*sqrt(I) con i seguenti significati: z+ e z- sono rispettivamente le cariche del catione e
dell’anione, 0.509 è un fattore che tiene conto di varie costanti come temperatura, numero di avogadro, la costante dielettrica
dell’acqua, la costante di boltzmann e il numero 2.303, che sarebbe la conversione da logaritmo naturale ln a logaritmo in base
10. I è invece la forza ionica e si misura come:
La valutazione dei coefficienti di attività per una specie ionica è un bel
rompicapo, quindi solitamente si preferisce lavorare a forza ionica costante.
2
Mz è il prodotto tra la concentrazione di uno ione e il quadrato della sua
carica elettrica netta. Da questa formula risulta che per una soluzione di NaCl 0.1M la forza ionica è pari a 0.1
(ricordi i calcoli?), mentre per il Ba(NO3)2 0.1 M la forza ionica è tre volte quella del cloruro di sodio, cioè 0.3.
dipende dal numero di ioni rilasciati durante la dissociazione.
Se dall’equazione di Debye-H proviamo a calcolare il coefficiente di attività gamma per una soluzione di cloruro di
sodio 0.1 M e per una soluzione 0.001 M possiamo notare come per la soluzione più diluita gamma è praticamente
uguale a 1 (0.964) mentre per la soluzione 0.1M il valore di gamma è di 0.69, abbastanza lontano dall’unità. Per
liquidi e solidi puri l’attività è unitaria.
Scrivi qua i calcoli di cui si è parlato sopra!
INTRODUZIONE ALL’ELETTROCHIMICA
Reazioni di ossidoriduzione: le reazioni redox implicano un trasferimento di elettroni tra specie chimiche. La specie
che cede gli elettroni si ossida (aumenta il suo numero di ossidazione) mentre la specie che acquista gli elettroni si
riduce. (abbassa il suo numero di ossidazione). Una reazione di ossidoriduzione, come quella tra ferro e
permanganato in ambiente acido, può essere scritta come somma di due semireazioni, ciascuna relativa ad una
coppia coniugata di ossidoriduzione (O1/R1 e O2/R2)
→
2+ - + 3+ 2+
5 Fe + MnO4 + 8H 5 Fe + Mn + 4 H2O →
2+ 3+ -
Che, divisa in semireazioni: ossidazione del ferro: 5 Fe 5 Fe + 5e →
- + - 2+
Riduzione permanganato: MnO4 + 8H + 5e Mn + 4H2O
Al contrario delle reazioni acido base, che sono generalmente molto veloci, le reazioni di ossidoriduzione possono
procedere con estrema lentezza. La velocità di queste reazioni può essere aumentata giocando con la temperatura
della reazione.
L’elettrochimica tratta delle trasformazioni tra energia chimica ed energia elettrica. L’energia elettrica può essere
utilizzata per favorire trasformazioni non spontanee (celle elettrolitiche) , mentre trasformazioni chimiche
spontanee possono essere utilizzate per produrre energia elettrica (celle galvaniche, pila
daniell)
Una reazione redox può essere realizzata per via chimica o per via elettrochimica. Se la
reazione viene condotta per via chimica, essa avviene per mescolamento dei reagenti, e quindi
per trasferimento diretto degli elettroni dal riducente all’ossidante. Un classico esempio di
questa reazione è quello della lamina di rame immersa in una soluzione contenenti ioni
+
argento Ag . Nella reazione spontanea il rame si ossida a ioni rame e l’argento si riduce,
accumulandosi sulla lamina di rame. Questo processo è chiamato “Albero di Diana”.
Nel secondo caso, quello della via elettrochimica, le due semireazioni avvengono
separatamente in due diverse celle elettrochimiche, cioè in un sistema che non consente il
contatto diretto tra i due reagenti.
→ →
2+ - + -
Cu Cu + 2e in ossidazione e 2 Ag + 2 e 2 Ag in riduzione.
Le Celle elettrochimiche possono essere galvaniche (o voltaiche, o pile ) e quindi spontanee, oppure elettrolitiche,
cioè non spontanee.
In una cella elettrolitica, i segni + e – di catodo e anodo sono invertiti. Però è sempre conveniente ricordare il trucco
del Gatto Rosso, in inglese Red Cat cioè Reduction – Cathode e quindi riduzione, catodo.
Una cella può essere schematizzata nel modo seguente.
2+ 3+ 2+
Pt/Fe (a=0.02), Fe (a=0,003) // Zn (a=0.0001)/Zn. La singola slash / indica un cambiamento di fase, mentre due
slash // indicano un ponte salino.
Cella galvanica: spontanea, detta anche Pila Daniell.
Per definizione, l’anodo e il catodo sono gli elettrodi dove
avvengono, rispettivamente, l’ossidazione e la riduzione. La
differenza di potenziale ai capi dei due elettrodi, DE, misurata
mediante un voltmetro inserito nel circuito esterno, è la
manifestazione della diversa tendenza dei due metalli a passare
in soluzione. Maggiore sarà la DV, maggiore sarà la tendenza
degli elettroni a muoversi.
In entrambe le semicelle sono presenti soluzioni contenenti gli
ioni degli stessi metalli (solitamente solfati). Un ponte salino è
un dispositivo idoneo a diminuire il potenziale di giunzione
liquida. Solitamente al suo interno vi è un sale concentrato
costituito da ioni aventi mobilità simile, e chiuso agli estremi da setti porosi. Quando due soluzioni sono collegate
mediante un ponte salino, la diffusione avviene prevalentemente dal ponte salino verso l’esterno. Dato che gli ioni
del ponte hanno praticamente la stessa mobilità, il potenziale di giunzione liquida, a ciascuna estremità del tubo a
U, risulta minore di quello che si sarebbe verificato per contatto diretto tra le due soluzioni. La cosa importante è
che nel ponte salino gli ioni negativi si muovono per neutralizzare l’accumulo di carica positiva all’anodo, mentre gli
ioni positivi si muovono per neutralizzare l’accumulo di carica negativa al catodo.
Potenziale di giunzione liquida
Immaginiamo di mettere a contatto due soluzioni di HCl a differente concentrazione, impedendone però il
mescolamento. Avremo una tendenza osmotica degli ioni idrogeno e cloruro di passare dalla soluzione più
concentrata a quella più diluita per eguagliare le due concentrazioni. Dato che gli ioni idrogeno hanno una mobilità
-
maggiore degli ioni cloruro, per ovvi motivi, essi sopravanzano i Cl nel moto di diffusione, e si genera una
separazione di carica, positiva verso la soluzione più diluita e negativa verso la soluzione più concentrata. Tale
separazione di carica si oppone all’ulteriore diffusione degli ioni. Per questo, la differenza di potenziale associata
alla separazione di carica viene denominata potenziale di giunzione liquida.
La diversa mobilità degli ioni genera una differenza di potenziale ogni volta che due soluzioni vengono poste al
contatto. Il ruolo del ponte Salino, e degli ioni presenti nella sua soluzione, è quello di minimizzare il potenziale di
giunzione, muovendosi verso l’elemento della cella di segno opposto.
La corrente elettrica è generata da una differenza di energia potenziale, risultante dalla differenza di carica che si
genera sui due elettrodi; questa differenza di potenziale, è la misura della differenza di energia potenziale per
l’unità di carica e quindi, nuovamente, manifestazione della diversa tendenza dei due metalli a passare in soluzione.
Il valore della ddp è dipendente dalla resistenza del circuito (Prima legge di Ohm) e varia in funzione di essa.
Intuitivamente, maggiore sarà la differenza di potenziale, più alta sarà la tendenza degli elettroni a muoversi,
perché si avrà una grande differenza di carica tra i due elettrodi. La differenza di potenziale massima che può
esistere a resistenza infinita, cioè quando nel suo circuito non passa corrente elettrica, tra due elettrodi è definita
forza elettromotrice. (Fem). In una cella voltaica, galvanica etc, la ddp che si genera tra i due elettrodi è detta
potenziale di cella ed indicata come E cella. Questo potenziale di cella dipende dalla tendenza relativa dei reagenti
a subire l’ossidazione o la riduzione.
Ad esempio, combinando una sostanza molto propensa alla riduzione con una molto propensa all’ossidazione si
otterrà una grande differenza di carica tra gli elettrodi e quindi un valore molto positivo del potenziale di cella.
In condizioni standard (Soluzione 1 M e pressione 1 atm) questo potenziale è detto potenziale di cella standard
E°cella. Il potenziale complessivo di cella è la differenza tra i due potenziali elettrodici standard.
E°cella = E° catodo – E° anodo.
Co