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Cristianesimo era insegnato a scuola, c’erano
rappresentati negli eserciti e i sacerdoti erano pagati
dallo Stato. Dal 1984 la situazione è cambiata in
quanto non c’era più il Vaticano contro il divorzio.
Nel 1990 ci furono referendum sulla legge elettorale
in quanto il Parlamento non riusciva a riformarsi; il
popolo ebbe successo. I referendum proposti furono
uscire dal nucleare (dopo Chernobyl) e votarono si, e
poi far ripartire le centrali nucleari (dopo fukushima)
e votarono no.
Il problema dei referendum è che se vengono usati
male possono diventare strumenti contro l’opinione
pubblica.
Il referendum abrogativo è una fonte del diritto in
quanto abroga un’altra fonte del diritto. Abrogare
significa infatti circoscrivere e limitare gli effetti
futuri di una norma (≠incostituzionalità che invece
ha effetti retroattivi, futuri e presenti). Ad esempio
nell’80 è stato votato si per l’Equo canone (affitto
stabilito in base a parametri di legge), nel 90 questa
legge è stata abrogata per l’uso residenziale e gli
affitti sono saliti.
Il referendum abrogativo ha bisogno di una legge
attuativa in quanto è appunto di difficile attuazione,
ovvero di un procedimento prestabilito: il comitato
promotore (di almeno 15 persone) deve registrare il
quesito e quale legge si vuole abrogare; poi possono
partire le firme, raccolte entro un tempo prestabilito;
infine il plico delle firme è riportato alla Corte di
Cassazione che controlla che le firme ci siano e che
siano originali. Nel frattempo si controlla che il
Parlamento non abbia emanato una legge che
annulli quel referendum; se infatti c’è stata una
modifica non cambia la sostanza ma il referendum si
tiene su un altro testo. Così la Corte di cassazione
invia il tutto alla Corte Costituzionale che giudica
l’ammissibilità del referendum relativa ad:
- alcune materie, ovvero in materia di bilancio,
tributaria, di amnistia e indulto (se ho la fedina
sporca non posso tornare indietro) e internazionali
(perché ci siamo coinvolti)
-alcuni quesiti referenziali, (solo però dal 1978)
ovvero l’omogeneità (il cittadino ha un voto quindi
può rispondere solo ad una domanda) e la chiarezza
(il quesito deve essere compreso).
Infine il Governo e il Pres. Della Repubblica scelgono
la data del referendum che è valido solo se vengono
soddisfatti i due quorum ovvero Strutturale (50%+1
degli elettori della Camera) e Deliberativo
(maggioranza dei voti validamente espressi).
Il referendum deve essere autoapplicativo ovvero
abroga parti ma deve consentire ugualmente di
andare a votare e ci deve essere una legge subito
pronta per essere utilizzata (intervento
manipolativo).
Gli unici vincoli del referendum sono la legislazione
in corso (vincolo giuridico) e la votazione negativa
poiché il quesito non può più essere riproposto per 5
anni (vincolo politico).
I PARTITI POLITICI:
Essi sono associazioni private di cittadini che
perseguono interessi parziali, ovvero linee politiche
comuni (non più ideologie), con un’organizzazione
decisa da uno statuto privatistico.
La nostra costituente non accoglie la Democrazia
Protetta ovvero la democrazia utilizzata per
escludere i partiti anticostituzionali dall’ordinamento.
Negli anni ’50 infatti la Germania ha escluso i partiti
nazisti e neocomunisti, mentre l’Italia no.
Nel corso degli anni si sono presentati molti partiti
tra cui:
‘70= partito monarchico (vietato dall’art. 139)
‘90= movimento sociale (che poi sarà diviso in forza
italia e fratelli d’italia) di Mussolini. Ora la 12°
disposizione transitorio della Costituzione vieta il
fascismo in quanto è opportuno che ognuno abbia
voce in Parlamento piuttosto che estremizzarli e
tenerli al di fuori.
I partiti devono seguire però 2 articoli importanti:
-Art. 18 = i partiti non possono avere
un’organizzazione militare
-Art. 49 = possono entrare tutti i partiti in
Parlamento solo se utilizzano un metodo
democratico per partecipare alla vita politica. (non
deve essere democratico il partito ma il metodo).
In Germania per esempio l’organizzazione dei partiti è imposta
dalla legge in quanto anche i tedeschi rifiutano la democ.
Diretta.
Il partito svolge le sue funzioni attraverso il gruppo
parlamentare, composto quindi da organi
parlamentari (Il Governo afferma che ogni organo
deve appartenere per forza ad un partito). Più il
gruppo è grande, più è forte in Parlamento. Ma l’Art.
67 afferma che i partiti rappresentano la Nazione, e
non i Parlamentari; di conseguenza i parlamentari
sono liberi di abbandonare il gruppo quando non ci si
riconoscono più.
I partiti a livello nazionale invece hanno il compito di
organizzare la partecipazione politica.
In Germania l’art. 21 esprime il concetto di partito e afferma
che l’ordinamento interno deve essere democratico (≠49
italiano).
I partiti sono stati finanziati dallo Stato fino al 1999
in modo da avere una struttura organizzativa forte
con dipendenti. Dato che però il finanziamento
pubblico non era sufficiente, iniziarono a chiedere
contributi agli imprenditori (forma di corruzione).
Con la legge 157 del 1999 il finanziamento diventa
proporzionale ai voti nelle elezioni (più senatori, più
finanziamenti).
Nel 2003 anche questo sistema è abolito e i partiti
vengono finanziati attraverso la possibilità dei
cittadini di donare il 2 per mille del loro IRPEF; a
questi benefici però possono accedere solo i partiti
con statuto interno democratico, controllato dalla
Commissione di Garanzia Tributaria.
IL POPOLO CHE VOTA:
Il diritto di voto è espresso dall’Art.48, diviso in 4
commi.
-Il primo comma dà la possibilità ai cittadini non
italiani della UE di essere elettori attivi (votare) e
passivi (essere votati).
-Il secondo comma afferma che il voto è personale
ovvero posso votare solo io e non posso delegare
qualcuno; eguale ovvero nessun voto vale di più di
un altro; libero ovvero si rispetta la volontà altrui e
segreto infatti si vota nella cabina elettorale.
-Il terzo comma permette ai cittadini italiani ma
all’estero di votare; quindi gli italiani iscritti all’ AIRE
(anagrafe italiana residenti all’estero) possono
durante le elezioni nazionali votare e scegliere i
rappresentanti in base alla zona in cui abitano.
-Il quarto non permette di votare a chi non è in grado
di agire, è interdetto o inabilitato o ha subito
condanne\sentenze penali.
Tale comma è stato integrato dalla Legge Severino
del 2012 che afferma che il condannato perde
l’elettorato passivo ma non quello attivo.
I SISTEMI ELETTORALI:
Servono a tradurre i voti in seggi. Ce ne sono due:
1) SISTEMA MAGGIORITARIO: ovvero in un collegio o
in una circoscrizione la vittoria e quindi il seggio
vanno al candidato con più voti. In questo sistema
viene eletto un solo deputato o un solo senatore.
Anche il sistema inglese prevede la Plurality,
maggioranza, mentre quello francese prevede la
Majority ovvero si deve raggiungere un certo voto e
al ballottaggio i partiti si possono coalizzare.
I vantaggi = si ha una forte visibilità del candidato in
quanto il partito sceglie la persona carismatica e
ammaliante che riesca a farsi votare e che
rappresenti al meglio il partito.
I difetti = sovrapresenta i partiti più grandi e
sottorappresenta quelli più piccoli.
Gli effetti = diminuisce il numero dei partiti in
Parlamento perché solo chi ha la plurality o la
majority vince il seggio.
2) SISTEMA PROPORZIONALE: si avvale di forme
matematiche per trasformare i voti in seggi in modo
da mantenere un rapporto fedele al voto. Il più
importante sistema matematico è l’HONDT.
In questo sistema in una circoscrizione o collegio si
eleggono più deputati e più senatori in modo da
rappresentare realisticamente la volontà
dell’elettore. Qui i partiti più piccoli sono agevolati e
incentivati a restare piccoli.
Il pregio = è fedele al voto
Il difetto = pluripartitismo che crea confusione e
molto spesso una frammentazione politica o
difficoltà nella governabilità.
Per questi motivi esistono dei meccanismi di
correzione tra cui:
- Soglia di Sbarramento: se un partito non raggiunge
una percentuale di voti non può partecipare alla
distribuzione dei seggi. La soglia può essere bassa
(ad es: 3) o alta (ad es: 6); quindi se un partito non
vuole essere tagliato fuori deve coalizzarsi con un
altro. Tale correttivo non è incostituzionale.
- Premio (di maggioranza o di governanza): la legge
elettorale attribuisce artificiosamente uno o più
seggi a uno o più partiti che non hanno superato una
certa percentuale di voti.
Attualmente se il partito raggiunge il 40% gli viene dato il 15%
dei seggi per fargli ottenere la maggioranza e poter governare.
LEGISLAZIONE ELETTIVA ITALIANA:
Dal 1861 al 1919 il sistema maggioritario ha
permesso alla borghesia un controllo sul voto
(erano gli unici a poter votare).
Nel 1919 il sistema proporzionale ha permesso a
tutti i partiti (soprattutto socialista e fascista) di
affermarsi.
Nel 1923 Il Governo introduce la Legge Acerbo:
se una lista raggiunge più del 25% di voti, può
avere i 2\3 dei deputati (solo dei deputati perché
i senatori erano ancora eletti dal re).
Nel 1924 si ha il successo elettorale del partito
fascista (con più del 50% dei voti)
Nel 1948 si applica la legge elettorale
proporzionale. In realtà il Senato voleva quella
maggioritaria infatti affermava che i seggi li
avrebbero presi chi avesse raggiunto il 65%, ma
ciò non avveniva mai.
Nel 1953 la DemocraziaCristiana, il partito
Liberale e quello LiberalDemocratico modificano
la legge elettorale approvando la legge truffa:
chi aveva il 50%+1 aveva la maggioranza e
poteva ottenere il 15% in più dei seggi. Tale
legge fu combattuta dalle sinistre, polemizzata e
abolita.
Dal 1948 al 1993 l’Italia era in un sistema
pluripartitico.
La democrazia cristiana però riceveva sempre
meno voti (infatti passò dal 45% al 30% dei
consensi); stessa cosa valse per il partito
comunista (anche lui 30%); anche il partito
socialista passò al 10% dei consensi e i partiti
minori addirittura al 5%. Quindi la democrazia
cristiana iniziò a