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La ricerca dei soggetti PI e la Malattia delle Mucose
LO RICERCO A LIVELLO DI SANGUE INTERO. Solo il 50% dei PI mostrerà segni clinici! Tutte le profilassi utilizzate hanno come scopo quello di individuare i soggetti PI, perché sono in grado di infettare tutti gli altri soggetti dell'allevamento!
Oltre al ridotto accrescimento, alcuni dei PI svilupperanno la MALATTIA DELLE MUCOSE (MD), sindrome tipica esclusivamente di questi. Il virus replica senza che il sistema immunitario lo blocchi, per cui potrà andare incontro a mutazioni. Quando la mutazione riguarderà l'acquisizione e la riespressione della proteina NS3, quel virus da non citopatico diventerà citopatico e avremo la comparsa di questa patologia! Quindi è una forma clinica osservabile solo per i PI, nei quali il virus che all'inizio non era citopatico, lo diventa dopo delle mutazioni. La prevalenza è sempre molto bassa di questa malattia, in genere circa l'1%. Quando compare questa forma, è il campanello d'allarme che ci.
indica che il virus sta circolando! SEGNI CLINICI MD:- comparsa di lesioni, ulcere nel cavo orale di cui mi accorgo perché ci sarà SCIALORREA. La vediamo anche nell’afta; la MD la troviamo nei soggetti giovani (vitelli), mentre l’afta colpisce TUTTI (i vitelli più che altro manifestano problemi cardiaci, muoiono improvvisamente più che avere scialorrea); inoltre la prevalenza è ben diversa: l’afta colpisce tutti i soggetti in allevamento. Nell’afta abbiamo le vescicole come lesioni, mentre qui abbiamo l’ulcera. Quando le vescicole poi si rompono, è un po' più difficile fare la distinzione. Qui non troviamo ulcere a carico della LINGUA.
- Coda alzata, ciò vuol dire che elimina di frequente (diarrea profusa);
- Schiena inarcata e base di appoggio stretta (dolore intestinale).
- →Necrosi delle placche del Peyer (perché il virus replica a carico del sistema
(linfatico) DIARREA
Diagnosi di laboratorio
Dal punto di vista clinico, la malattia è molto complessa, non sempre la osserviamo clinicamente. Piuttosto, c'è immunodepressione e ciò si traduce nella comparsa di forme gastroenteriche o respiratorie. Posso trattare con antibiotici, prevenire con vaccini, ma il problema rimane sempre. Terminata la terapia, gli animali tornano ad avere la stessa sintomatologia. È necessario in questo caso, ricorrere al laboratorio per la diagnosi.
DIAGNOSI DIRETTA
DIAGNOSI INDIRETTA
È quella che deve essere utilizzata perché devo capire se il virus sta circolando o meno. Campioni: replicando nelle placche del Peyer, utilizzo CAMPIONE DI SANGUE INTERO epidemiologici. Per esempio, per capire quale sia la situazione nell'allevamento nei macrofagi sono molto ricchi di virus.
In laboratorio si confronti della BVDV. Quando trovo potranno fare diverse cose: 1. Negativi, questi possono essere o soggetti isolamento virale, che non sono mai stati a contatto col virus, 2. ELISA (++) si utilizzano i "sistemi cattura ELISA" in o soggetti IMMUNOTOLLERANTI. A questo cui c'è un piatto a 96 pozzetti dove in ognuno trovo punto bisogna prelevare il sangue intero da già Ac monoclonali verso il virus (che portano già questi negativi per capire di che caso con sé l'enzima, ci sarà un ANTIANTIGENE che stiamo parlando. servirà per evidenziale l'eventuale reazione Utilizzo kit commericiali ELISA nei cui positiva). Il buffy coat viene inserito in essi, se pozzetti c'è l'Ag legato (in realtà le proteine positivo gli Ac cattureranno il virus, quindi avverrà più immunogeno, non tutto il virus), non gli la reazione Ag-Ac. Ac monoclonali. Ci sarà un 3. Immunofluorescenza sui deceduti.Va bene ANTIANTICORPO che servirà per qualsiasi tessuto evidenziale l'eventuale reazione positiva. 4. Real Time PCR e RT-PCR Metto il SIERO. CONTROLLO delle infezioni da BVDV- OPZIONE 1: non si fa nulla.
- OPZIONE 2 (la migliore negli allevamenti più moderni): allontanamento dei PI e non inserisco la vaccinazione. Ciò vuol dire che creo allevamento BVDV free! Cioè senza circolazione virale. Questo status non è facile da mantenere. In questi allevamenti:
- No virus
- No anticorpi - Se dovesse arrivare un PI Problema grosso. Miglioramento management e misure igieniche.
- OPZIONE 3 (la migliore nei nostri allevamenti): allontanamento dei PI e vaccinazione delle bovine (PRIMA della gravidanza). Non c'è necessità di vaccinare i maschi. Miglioramento management e misure igieniche. In questi allevamenti:
- No virus
- Anticorpi possibili (per vaccinazione)
- BVDV è un patogeno che riveste un ruolo importante nella patologia infettiva bovina
- La presenza del virus va sospettata nel caso di ridotta produttività dell'allevamento
- Necessità per un allevamento bovino di essere sottoposto al controllo per BVDV
- Riconoscimento ed eliminazione dei soggetti immunotolleranti
- Programmazione di interventi vaccinali
Patologia molto importante che è anche ZOONOSI. In grado di sostenere nell'uomo delle forme molto gravi e non molto compatibili con la vita, seppur raramente. Il regolamento di polizia veterinaria prevede il controllo di questa malattia. Italia ed Europa hanno eradicato questa malattia; quindi, seppur ci siano vaccini, qui sono vietati.
Solo se un allevamento è INDENNE può produrre latte. Se non lo è, non può produrre niente!
Scoperto per la
Prima volta da Davide Bruce, medico inglese, a fine 800 nell'uomo, poi si è visto che colpiva anche gli animali. L'uomo è un ospite a fondo cieco, quindi non infetta gli animali; il contrario invece sì.
Malattia infettiva contagiosa che colpisce tutti i ruminanti domestici e selvatici, caratterizzata dalla comparsa di problemi a carico dell'apparato riproduttivo. (Comparsa di aborto o ritenzione del feto nelle femmine infette).
L'agente eziologico è un batterio coccobacillo GRAM -, appartenente al genere Brucella. Sono acapsulati, asporigeni, immobili, aerobi facoltativi. Ad oggi si conoscono tantissime specie di Brucella. Quelle di nostro maggior interesse sono Brucella Abortus e Brucella melitensis.
Ricorda:
- CEPPO: popolazione discendente da un unico individuo o da un isolato in coltura pura
- BIOVAR: variante biochimica, biotipo
- MORFOVAR: variante morfologica, morfotipo
- SEROVAR: variante antigenica (sierovariante)
terreni devono essere in grado anche di bloccare la crescita di altri germi (aggiunta di antibiotici). Nel terreno vedremo delle colonie piccole, traslucide, margini regolari. Possono essere in fase S o in fase R.
Dal punto di vista antigenico, essendo un batterio, ci sono tantissimi ANTIGENI però ce ne sono 3, tra i più importanti, che sono:
- A (Abortus): antigene che trovo espresso in maniera più accentuata nella Brucella Abortus.
- M (Melitensis): antigene che trovo espresso in maniera più accentuata nella Brucella Melitensis.
- Antigene superficiale L, considerato antigene di virulenza delle brucelle.
A ed M si trovano sulla superficie, nei LPS di superficie. Sono sfruttati per differenziare le 2 Brucelle quando il laboratorio valuta la presenza di anticorpi nei confronti dell'uno piuttosto che dell'altro. Il LPS è il più coinvolto nella risposta anticorpale, proprio perché contiene questi 2 antigeni.
Esiste un altro antigene
Detto DIDEOXYMANNOSIO che si localizza nella catena O dell'LPS. È unozucchero che ha una importanza notevole nella cross-reattività delle Brucelle. La brucella, proprio perché possiede questo zucchero, che condivide anche con altre specie batteriche, crea problemi nella ricerca degli Ac. Nel momento in cui il test viene positivo, non è detto che sia per la Brucella, potrebbe esserlo nei confronti di Salmonelle, E.Coli, ma soprattutto nei confronti della Yersinia enterocolitica! Quindi l'antingene O, grazie alla presenza del DIDEOXYMANNOSIO, ha delle caratteristiche in comune con quello di altri germi e sono germi normalmente presenti nella flora batterica intestinale dei ruminanti. Può succedere quindi che il test sierologico venga positivo, ma non perché la bovina è infetta, ma perché ha prodotto anticorpi nei confronti dei germi della sua flora intestinale (++ Yersinia). Secondo il regolamento, ogni anno c'è