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L’infiammazione cronica granulomatosa è un aspetto importante dell’istoflogosi e una
micobacterium
tipica espressione è rappresentata dai tubercoli polmonari dovuti al
tubercolosis.
Qual è il problema del granuloma?
La risposta immunitaria che giustamente si attiva contro questo patogeno risulta essere
eccessiva perché il patogeno riesce ad eludere i meccanismi immunitari e sopravvive nei
fagociti che l'hanno inglobato e questi fagociti diventano cellule inefficaci e chiedono aiuto ad
altre cellule immunitarie, (in particolare i linfociti Th-1, ma anche CTL), e si forma questo
“ammasso di cellule immunitarie” che disturba l'integrità morfologica e funzionale del polmone
e diventa il vero problema della tubercolosi. ,
Tornando alla classificazione delle ipersensibilità i primi tre tipi sono anticorpo-mediati e
immediati.
Da ricordare è che quando si parla di risposta immediata ci si riferisce sempre alla
manifestazione clinica che si verifica molto velocemente dopo il secondo e successivo
contatto con l'antigene perché si parla sempre di cellule di memoria.
1. Tipo I: ipersensibilità anafilattica, ovvero ipersensibilità allergica in senso stretto e
sono meccanismi immunitari mediati dalle IgE. Si sottolinea questa cosa perché molto
spesso si parla di immunità di tipo 2 o citotossica e si dice che è allergica ed è sbagliato/
impreciso.
2. TipoII: citotossica, sono coinvolte IgM e/o IgG.
3. Tipo III: da immunocomplessi. Sono coinvolte le IgM e le IgG. Qui il problema è dato
dagli immunocomplessi, che normalmente captano l'antigene e vengono eliminati e
quando l'organismo funziona bene non ci accorgiamo di nulla. In condizioni patologiche
si accumulano perché lo smaltimento si inceppa, si depositano nei tessuti, nella parete
delle arterie, nella membrana glomerulare del rene, nella membrana sinoviale delle
articolazioni e sono una fonte di danno infiammatorio. Il problema cardinale
dell’immunocomplesso è che evoca la risposta infiammatoria tramite attivazione del
complemento. Solo 2 classi di Ig, e quindi di immunocomplesso, sono in grado di
attivare il complemento e sono IgM soprattutto (per il fatto di essere pentameriche) ed
IgG.
4. Tipo IV: reazioni di ipersensibilità ritardata (sono reazioni cellulo-mediate con
danni tissutali estesi)
Protagonisti cellulari dei tipi di risposta:
Risposta di tipo 1: i protagonisti principali sono 3, IgE, basofili e mastociti. Basofili e
mastociti posseggono recettori per le IgE (FceR) abbondanti e anche isoforme degli
stessi recettori ad alta affinità. Le IgE legano l'antigene (allergene) e queste cellule,
dopo averle riconosciute e legate, rilasciano grandi quantità di istamina, uno dei
principali mediatori chimici dell'infiammazione. Come viene "tamponata", per esempio,
una rinite allergica stagionale? Spruzzando un antistaminico. Durante una reazione
allergica non si respira bene perché la mucosa è gonfia, è congestionata perché c'è
stato edema. L'antistaminico degrada l'istamina, la mucosa riassorbe i liquidi, la
pervietà delle fosse nasali viene recuperata, e si torna a respirare. Una reazione più
seria che riguarda i bronchi e i polmoni è l'asma allergica. E per finire c’è l'anafilassi
allergica dove grandi quantità di istamina vengono messe in movimento nell'intero
organismo fino ad arrivare allo shock anafilattico con vasodilatazione generalizzata,
ipotensione e collasso cardiocircolatorio.
Risposta di tipo 2 o citotossica: anche questa si associa alle allergie ma è scorretto
perché riguarda l'ipersensibilità verso certi farmaci che possono legarsi a degli anticorpi
sia direttamente che in versione di aptene, legandosi preventivamente a proteine
plasmatiche. In questo modo possono formare degli immunocomplessi che vanno a
depositarsi sulle nostre cellule. I bersagli più mirati sono gli eritrociti ma anche le
piastrine. Poi segue l’attivazione del complemento e l’azione citotossica delle cellule.
Quindi il processo è analogo a quando gli anticorpi legano un batterio per eliminarlo.
Risposta di tipo 3: deposizione degli immunocomplessi. Normalmente gli
immunocomplessi locali vengono smaltiti dai macrofagi in loco, mentre quelli formatisi
in circolo sono veicolati a fegato e milza dai globuli rossi (sono dei vettori di piccoli
immunocomplessi circolanti) e smaltiti da macrofagi specializzati, splenici ed epatici. Il
problema si pone in due casi:
- Quando la produzione di immunocomplessi è troppo alta: sia in casi in cui
l’infezione è cronicizzata, ricorrente, stagionale (il patogeno persiste
continuamente nell’organismo), che in casi in cui l'antigene permane tutto il giorno a
contatto col nostro organismo come nel caso di patologie autoimmunitarie e
quindi l’antigene è un autoantigene. Queste sono 2 condizioni che portano ad una
grande produzione di immunocomplessi che potrebbero saturare i normali
meccanismi di smaltimento.
- Formazione di immunocomplessi piccoli che non vengono adeguatamente
intercettati dai macrofagi e che non riescono ad attivare il complemento
efficacemente (è sufficiente 1 IgM, ma occorrono 2 IgG). Per facilitare l’attivazione
del complemento si devono formare dei reticoli quadrimensionali. Questi
immunocomplessi si depositano nelle strutture che abbiamo detto prima, attivano il
complemento e creano danni infiammatori soprattutto a livello sistemico, a livello
del glomerulo renale, e a livello delle sinovie perché questi sono siti in cui avviene
filtrazione e quindi c'è una certa pressione idrostatica che spinge gli
immunocomplessi in queste strutture.
Risposta di tipo 4: ipersensibilità cellulo-mediata di tipo ritardato. I protagonisti sono i
linfociti T CTL e Th1 sono coinvolti nelle risposte cutanee, le cosiddette dermatiti da
contatto da non confondere con le dermatiti allergiche. Sono 2 meccanismi diversi e
bisogna utilizzare farmaci diversi Nella dermatite da contatto si deve spegnere l'attività
dei linfociti e quindi si deve somministrare cortisone, mentre nelle dermatiti allergiche
bisogna far fronte all’eccesso di istamina e quindi va data una pomata antistaminica. I
meccanismi molecolari sono totalmente diversi, anche se la cute potrebbe avere un
aspetto molto simile: arrossato, eczematoso, leggermente gonfio. I linfociti Th2 giocano
un ruolo nelle fasi tardive della risposta allergica, soprattutto nell'asma allergica perché
provocano uno shifting della porzione anticorpale verso le IgE.
Ipersensibilità di tipo 2 citotossica:
Sono coinvolte IgG e IgM dirette verso antigeni di membrana o verso antigeni solubili o apteni
che poi si adsorbono sulla superficie cellulare, ma anche anticorpi diretti verso antigeni della
matrice extracellulare. Questo è quello che succede nel lupus eritematosus sistemicus
(malattia autoimmunitaria), in cui ci sono una grande varietà di autoanticorpi diretti verso
svariati antigeni self, tra cui alcune molecole della MEC. Il tutto determina problematiche ai
tessuti connettivi.Il meccanismo accomunante è l'interazione degli immunocomplessi con il
complemento e/o con cellule effettrici provviste di FcgR (non ci sono recettori per le IgM) quali
macrofagi, natural killer. Queste cellule potranno svolgere una funzione citotossica. Se siamo in
presenza di IgM, la funzione citotossica-litica non potrà che essere svolta esclusivamente dal
complemento visto che le IgM sono i più importanti attivatori del complemento.
Quindi i meccanismi patogenetici sono:
Via classica di attivazione del complemento come se fossimo davanti ad un patogeno
classico da eliminare;
Fagocitosi quando possibile;
Quando non è possibile la fagocitosi, c’è esocitosi di sostanze tossiche detta anche
fagocitosi abortiva, come nel caso di elminti;
ADCC (Antibody-Dependent-Cell mediated- Cytotoxicity) mediata dai grandi linfociti NK.
Quindi tutte queste vie di eliminazione del patogeno possono essere stimolate anche da
sostanze innocue.Manifestazioni patologiche da ipersensibilità di secondo tipo:
Reazioni di trasfusione (sangue);
Malattia emolitica del neonato o eritroblastosi fetale;
Reazioni indotte da farmaci che hanno come bersaglio gli eritrociti;
Rigetto iperacuto dei trapianti
Malattie autoimmuni