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TUMORI EPITELIALI MALIGNI

Caratteristiche istologiche di malignità

- Anaplasia

• alterazioni della crescita e del differenziamento (NON è un de-differeziamento, la cellula differenziata non torna mai

indietro). Perdita di differenziamento si riferisce all’intera popolazione cellulare; la maggior parte delle cellule

anaplastiche nel tumore maligno non sono differenziate (le cellule differenziate hanno più antigeni e sono viste meglio

dal sistema immunitario).

• anomala architettura dell'organo e del tessuto

- Invasività

• alterati rapporti con lo stroma

• accrescimento infiltrativo

Alterazioni della crescita e del differenziamento

- Aumento dell’indice mitotico

• Espansione della componente blastica cellule potenzialmente immortali; restano blastiche, non scatta l’orologio

biologico (cellula normale fa circa 8 mitosi e ha inibizione da contatto). Ci sono cellule tumorali in coltura dagli anni

’70. Possono morire di necrosi per sottrazione di ossigeno o sostanze nutritive.

• Perdita del differenziamento

- Pleomorfismo nucleare e cellulare

• Volume e forma dei nuclei variabili

• Presenza di nuclei ipercromici per poliploidia generata da mitosi anomale mitosi atipica dà instabilità genetica;

cellule figlie con più meno DNA (generalmente quelle con meno di 2N muoiono per mancanza di alcuni geni

importanti, mentre quelle con più di 2N sopravvivono). Dalla monoclonalità si passa alla policlonalità. Le cellule

iperdiploidi (>2N) hanno nuclei più grandi o di morfologia anomala. Ci sono anche cellule poliploidi per duplicazione

del DNA non seguita dalla separazione dei cromosomi.

• Dimensioni e forma cellulare variabili

• Displasie cellulari lesione precancerosa, alterazione dei rapporti tra le cellule e tra la cellula e la membrana basale

(carcinomi) e la MEC sovvertimento degli strati

Non tutti i tumori perdono la funzionalità (ad es alcuni tumori endocrini, melanoma…), ma la maggior parte sì. 6

I tumori benigni crescono in modo espansivo, quelli maligni in modo infiltrativo nel maligno la divisione tra tessuto

tumorale e normale non è netta, mentre nel benigno solitamente si forma una capsula.

Se la membrana basale è integra parliamo di carcinoma in situ.

L'architettura istologica del tessuto neoplasticosi allontana da quella di origine, ostacolando ilriconoscimento

.

dell'organo Le strutture che lo distinguono sono anomale o del tutto assenti (non formano più ghiandole)

Le cellule si dispongono su più strati, perdono l'apicalità e la forma caratteristica

Sono presenti displasie architettoniche.

Nei tumori epiteliali è sempre presente lo stroma, che è

neoformato, ma non tumorale (stroma di reazione, risente dei

fattori di crescita prodotti dal tumore).

I rapporti tra parenchima e stroma divengono irregolari e perciò

non sono prevedibili:

• si possono formare aree sclerotiche (scirro)

• oppure zone necrotiche per scarsa presenza di vasi Perdita della specializzazione (ciglia, monostratificazione).

Molte mitosi (ma non sono rare nel tessuto di partenza.

Intestino

Accrescimento infiltrativo:

La lamina basale dell'epitelio viene superata

consentendo:

• invasività

• metastatizzazione

Ciò è dovuto a:

• perdita dell’adesione alle cellule omologhe

• acquisizione del movimento

Alla periferia pleomorfismo; più all’interno necrosi (zona poco • digestione dei componenti dello stroma cellule

vascolarizzata) e ancora più internamente calcificazione. producono collage nasi per infiltrarsi nella lamina

basale e nel connettivo, fino ad entrare nei vasi e

metastatizzare; in questo modo la cellula tumorale va a competere con i tessuti normali, meno avidi.

Carcinoma renale

Preparato diviso in due da una striscia di connettivo che separa la

zona normale da quella tumorale (strano). Tumore originato dalla

midollare

Ammasso di cellule cubiche con nuclei rotondeggianti;

pleomorfismo.

Strutture simili ai tubuli ma molto dilatate.

Emorragia emoglobina nella preurina

Necrosi si vedono nuclei frammentati

Stasi/travaso emorragico (vasi grandi) distruzione emazie

ferro liberato è legato alla ferritina all’interno della cellula e a alla

transferrina in circolo; l’emosiderina è un ammasso di ferritina

caratterizzato da un pigmento giallo-bruno (può trovarsi nei

macrofagi o all’esterno, quando il macrofago che l’aveva

fagocitata muore).

Il frammento di tessuto è colorato con ematossilina-eosina in modo non omogeneo, per la presenza di tre diverse zone. Una delle

aree è caratterizzata dalla presenza di glomeruli e tubuli, cioè corticale renale, dall'aspetto normale. La zona più ampia presenta un

tessuto neoformato fortemente atipico, costituito da un tappeto di cellule di forma cubica, a mutuo contatto, cioè epiteliali, che

formano ammassi solidi, oppure si dispongono in cordoni, oppure tappezzano lacune che ricordano la pelvi renale. Non sempre è

possibile identificare i confini degli ammassi neoplastici, segno che la lamina basale è stata superata. Talora si osserva all'interno di

queste strutture la presenza di preurina e di sangue, che suggerisce la possibilità della comparsa di ematuria e dell'evoluzione

metastatica per via ematica, caratteristiche del carcinoma renale. Tra le due aree precedenti si trova una fascia di tessuto

prevalentemente fibroso (pseudocapsula), dove si osservano rare formazioni tubulari tagliate longitudinalmente e vasellini che 7

procedono parallelamente. In sostanza un tratto di midollare dove la sclerosi sostituisce progressivamente l'atrofia causata dal

tumore.

ADENOCARCINOMI:

Tutti superano la membrana basale.

Zone di necrosi (vasi contorti, parenchima cresce cosi velocemente da non riuscire a stimolare una crescita adeguata

dello stroma) di tipo coagulativo:

- confini cellulari indistinguibili

- alterazioni dei nuclei: picnosi (nuclei piccoli e colorati), carioressi (nucleo frammentato), cariolisi (non si

colora con ematossilina, nucleo assente)

All’interno della zona di necrosi si trova una zona calcificata, più colorata (rosso-violaceo) nel bronchiale c’è una

zona simile ma sana, data dalla cartilagine. La calcificazione può essere:

- distrofica: come conseguenza della necrosi (es nel mammario)

- metastatica: dovuta a squilibri del calcio (non si trova in un’area di necrosi)

Adenocarcinoma della mammella

Tessuto non riconoscibile. Non ci sono strutture

riconoscibili. Pleomorfismo. Alla periferia si può

riconoscere tessuto ghiandolare (doppia stratificazione

tipica della mammella).

Alternanza irregolare stroma-tessuto tumorale.

Cellule epiteliali anche staccate, non sempre a mutuo

contatto.

Presenza di linfociti come parte della risposta immune.

Sovrapposta alla necrosi c’è calcificazione distrofica

con aumento locale del rapporto calcio/fosfato aggrega

meglio a pH alcalino (l’acido è un anticalcare).

Il preparato è colorato con ematossilina-eosina in modo uniforme

e solo in alcuni punti mostra un'organizzazione istologica

normale, che consente l'identificazione dell'organo. Possiamo

osservare dotti di varie dimensioni e un lobulo mammario con un numero limitato di duttuli tagliato all'altezza degli acini. In altri punti

il taglio ha colpito il fascio di duttuli del lobulo, senza interessare la parte secernente. La struttura ghiandolare si perde

completamente in altre parti del preparato, dove si evidenziano ammassi di grosse cellule a mutuo contatto, chiaramente epiteliali,

immersi in uno stoma denso. Le dimensioni delle isole epiteliali sono molto variabili, come pure la quantità di stroma, per cui la

distribuzione delle due componenti e l'architettura che ne deriva è imprevedibile e del tutto atipica. Questa tipologia di sviluppo

identifica un tessuto neoformato di origine tumorale. Singoli isolotti epiteliali sono interessati da fenomeni di necrosi coagulativa,

caratterizzata da picnosi e cariolisi, e successiva calcificazione distrofica, che si osserva frequentemente in questo tipo di patologia.

A più alto ingrandimento le cellule epiteliali appaiono dotate di citoplasma abbondante, il nucleo è rotondo, grande e chiaro. Piccoli

gruppi di tali cellule sparsi nel connettivo, senza delimitazione apparente, indicano il superamento della lamina basale.

Le mitosi numerose e il pleomorfismo nucleare diffuso completano il quadro di una neoplasia maligna.

Adenocarcinoma bronchiale

Alla periferia alveoli, un po’atelettasici (schiacciati dalla

crescita tumorale).

Calcificazioni metaplasiche per aumento della calcemia, in

varie zone dell’organismo (non è un reperto patologico

importante).

Tumore formato da aggregati di cellule cubiche,

normalmente non presenti nel polmone.

Crescita invasiva cellule si staccano all’interno del lume

Il frammento di tessuto è colorato con ematossilina-eosina e

presenta aspetti patologici in ogni sua parte, pur consentendo il

riconoscimento dell'architettura istologica del polmone. Si possono infatti osservare gli alveoli, visibili solo alla periferia del preparato,

e alcuni bronchi, reperibili nelle vicinanze di arterie con il lume pervio. I bronchi hanno la tipica forma stellata e il

rivestimento mucoso, costituito da epitelio colonnare ciliato con intercalate cellule mucipare. Il più grande dei rami arteriosi mostra

una media di tipo elastico. Nelle vicinanze si notano due frammenti di cartilagine peribronchiale con calcificazioni metaplasiche. La

maggior parte del frammento è costituita da un tessuto neoformato fortemente atipico, costituito da cellule epiteliali a mutuo contatto,

8

che rivestono spazi alveolari e inglobano lo stroma dei setti,

dotato di fibre elastiche. Le cellule epiteliali tumorali

assomigliano a quelle della mucosa bronchiale, perché sono

alte e presentano simili caratteristiche tintoriali. Le cellule

sono però poco differenziate nelle superfici apicale, laterale e

basale, per cui presentano un'altezza variabile, mostrano

scarsa adesione alle cellule vicine, hanno perso l'orletto a

spazzola e l'allineamento dei nuclei verso la base. Inoltre i

nuclei hanno un notevole grado di pleomorfismo per forma,

dimensioni e caratteristiche tintoriali. Questi aspetti indicano

la trasformazione neoplastica e la progressione verso la

malignità, suggerendo la diagnosi di

adenocarcinoma bronchiale.

Adenocarcinoma intestinale

Parte normale con ghiandole con epitelio monostratificato e cellule caliciformi, stroma, muscolo liscio e tessuto

linfatico.

Displasia: no ghiandole, villi “mostruosi” con pluristratificazione e allungati.

Emorragia data da stress meccanico + coll

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A.A. 2016-2017
9 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher yremsl di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Bolognesi Andrea.