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CAPSIDE
È formato da numerose subunità proteiche ripetute e codificate dal virus, che
rarissimamente sono tenute insieme da legami covalenti, ma nella maggior parte dei
casi sono tenute insieme da legami deboli, tali comunque da rendere stabile il
capside. Le singole proteine che costituiscono il capside prendono il nome di
PROTOMERI; alcuni tipi di capsidi sono costituiti dal ripetersi dello stesso protomero
in maniera continua a formare un tubo, mentre altri si formano per aggregazione
successiva di queste proteine: i protomeri si aggregano a formare CAPSOMERI di
vario tipo (PENTAMERI o ESAMERI), che a loro volta si organizzano a formare il
PROCAPSIDE e successivamente il CAPSIDE maturo.
Una sospensione purificata di proteine capsidiche appartenenti ad alcuni virus molto semplici
(virus del mosaico del tabacco), in particolari condizioni di pH e temperatura, è in grado di
organizzarsi spontaneamente a formare dei capsidi vuoti; per alcuni virus si possono ottenere delle
particelle SIMIL-VIRALI con solo alcune proteine del capside, ad esempio il virus HPV (Human
Papilloma Virus) è un virus nudo il cui capside è formato dalle proteine L1 ed L2: una sospensione
purificata di L1 si assembla spontaneamente a formare una particella virus-simile. Due proteine di
Rotavirus, analogamente, VP2 e VP6, sono in grado di aggregarsi spontaneamente in soluzione.
Questi due esempi sono importanti per la costituzione di vaccini estremamente funzionali in quanto
totalmente innocui. Questo significa che, se delle proteine sono in grado di assemblarsi
spontaneamente, il capside è l’organizzazione con il minore livello di energia libera richiesta, lo
stato più idoneo al mantenimento di una struttura stabile, in quanto le proteine interagiscono
riducendo al minimo le forze repulsive. Oltre ad essere resistente, il capside è estremamente
regolare, tanto che si riconoscono diversi assi di simmetria, in quanto si formano dei solidi
geometrici; l’organizzazione del capside non è stabile in maniera assoluta, bensì è METASTABILE,
in quanto una volta entrato nella cellula deve essere facilmente disgregato per liberare l’acido
nucleico e gli enzimi. Il pH è un fattore determinante nella stabilità dei virus, infatti molti virus
perdono il capside in condizioni di pH acido.
In base all’asse di simmetria del capside i virus vengono classificati in:
• VIRUS A SIMMETRIA ICOSAEDRICA : sono sempre dei virus nudi; è detta anche
isometrica, si individua un solido a 20 facce di triangoli equilateri con 12 vertici; in questi
capsidi ci sono 3 assi di simmetria attorno ai quali il solido è organizzato: asse BINARIO,
che passa per la metà degli spigoli, asse TERNARIO, che passa attraverso ciascuna
faccia, ed asse QUINARIO, che passa attraverso i vertici dell’icosaedro. In questo capside
le subunità proteiche si dispongono regolarmente a formare un solido con facce triangolari;
perché un icosaedro e non un cubo o un tetraedro? Perché per formare una struttura
completamente chiusa come questo caso, che permetta la completa protezione dell’acido
nucleico, sarebbero richieste delle proteine così grosse che l’acido nucleico dovrebbe
essere più grande e non riuscirebbe ad essere contenuto in delle strutture troppo semplici
quali il cubo o il tetraedro. I protomeri si organizzano in subunità che possono essere
PENTAMERI (pentoni) o ESAMERI (esoni) che, nella forma più
semplice, sono formati da 5 e 6 subunità, ma non sono disposte
casualmente, bensì i pentoni determinano la formazione dei vertici
dell’icosaedro, circondati dagli esoni, che formano le facce del solido.
In realtà il capside icosaedrico perfetto è raro, perché nella maggior
parte dei casi le facce sono molte di più e si ottengono delle strutture
più complesse in cui esoni e pentoni sono formati da più subunità con
una struttura più complessa, tale per cui si vengano a creare delle strutture quasi sferiche.
Il capside icosaedrico dei PICORNAVIRUS, che comprende anche il Poliovirus, è
costituito da 60 facce, ciascuna formata da 3 subunità (VP1, VP2, VP3), per un totale di
180 subunità. Le proteine capsidiche del Poliovirus sono in realtà quattro, tuttavia VP4 si
trova nella superficie interna del capside, e questo è un esempio di aggregazione capsidica
a step, infatti l’inizio della formazione del capside si ha quando le 4 proteine non sono
completamente mature, tant’è che in questa fase si ha una proteina
unica, detta VP0, la quale successivamente viene clivata a
formare VP2 e VP4. Cinque unita di VP0 si
uniscono attraverso la parte della proteina che
diventerà VP4 a formare il pentone ai vertici
dell’icosaedro; mentre si ha il sottoassemblaggio del
pentone, si ha il taglio di VP0, infatti 5 subunità di VP4
si uniscono, legate sopra da 5 subunità di VP2 a formare il resto
dell’organizzazione. In molti casi l’assemblaggio del virus richiede la presenza di proteine
SCAFFOLD (impalcatura), che in questo caso sono rappresentate dalla VP4; la superficie
di questo capside è caratterizzata dal fatto che in corrispondenza del margine tra le 3
subunità si forma un solco più o meno a forma di Y che prende il nome di CANYON, molto
importante per questi virus. Nel fondo del Canyon si forma una piccola sacca costituita da
una sorta di invaginazione della VP1, ed è importante perché gli aminoacidi che la
compongono sono importanti per l’interazione con il recettore che il virus usa per entrare
nella cellula, in quanto corrispondono all’anti-recettore virale. All’interno della tasca del
Canyon, il recettore, rappresentato da ICAM1, può facilmente entrare essendo abbastanza
sottile, ed interagire esclusivamente con la sequenza aminoacidica dell’anti-recettore. Così
facendo, la porzione di VP1 risulta altamente protetta da eventuali alterazioni che
impedirebbero l’ingresso nella cellula, o dall’attacco degli anticorpi che, essendo troppo
grandi, non riescono ad inserirsi nella tasca. Se non viene raggiunto dagli anticorpi, si crea
nell’organismo una barriera selettiva nei confronti delle mutazioni degli antigeni, perché non
subisce una pressione selettiva ed è una regione geneticamente stabile. Questa strategia
permette al virus di essere sempre infettante nei confronti della cellula ospite. I virus nudi a
simmetria icosaedrica, al microscopio elettronico appaiono molto simili, eccetto gli
Adenovirus, che possiedono dei prolungamenti detti FIBRE DEL PENTONE che partono
dai vertici dell’icosaedro e che rappresentano gli antirecettori virali.
• VIRUS A SIMMETRIA ELICOIDALE : una condizione tipica dei virus ad RNA che prevede
l’assemblaggio di protomeri tutti uguali che presentano una sorta di avvallamento che
permette l’adagiamento dell’acido nucleico; l’andamento elicoidale permette la formazione
di un’elica che segue l’andamento della molecola di RNA. Si forma una sorta di tubo
all’interno del quale si trova l’acido nucleico, e l’asse di simmetria è unico; anche in questo
caso le proteine hanno una disposizione tale da ridurre il più possibile le interazioni e le
forze repulsive tra loro. Nei virus umani la simmetria elicoidale è sempre rivestita, mentre
nei virus vegetali esistono dei virus con questa simmetria, nudi, e quindi con una struttura
bastoncellare rigida; negli animali tali strutture tubulari sono flessibili così da poter
contenere un genoma più lungo all’interno della particella virale. Come avviene
l’assemblaggio dei virus a simmetria elicoidale? Per assemblaggio dei vari protomeri si
forma una serie di dischi che si impilano tra loro e, via via che la catena di RNA si
sintetizza, si va a collocare all’interno del canale all’interno dei dischi, e legandosi ad essi fa
assumere loro l’andamento elicoidale. Per questo motivo la struttura è molto compatta e
protettiva; questo indica il perché siano solo i virus ad RNA a necessitare di questo tipo di
capside, in quanto l’RNA è estremamente fragile all’interno della cellula, e verrebbe
parzialmente degradato se non venisse subito incapsidato ma
dovesse aspettare l’assemblaggio di tutte le particelle virali.
• VIRUS A SIMMETRIA COMPLESSA: sono ad esempio i Poxvirus,
dotati di oltre 100 proteine diverse a costruire la loro struttura;
sono inoltre dotati di due envelope, uno esterno ed uno
interno, circondato da una struttura a palizzata costituita da proteine, due corpi
proteici laterali che schiacciano il CORE centrale, costituito da una struttura
bastoncellare attorno al quale si avvolge il DNA virale. Sulla superficie
dell’envelope sono presenti una serie di strutture anomale per i virus, infatti sono
delle fibrille. Alcuni Poxvirus vengono usati per costruire dei vaccini.
I virus a simmetria complessa vengono usati come efficaci sistemi di proteine
ricombinanti, infatti ad esempio il vaccino per il Papillomavirus è costituito dalla
proteina L1 che viene fatta esprimere in BACULOVIRUS, un virus che infetta gli
insetti, a dsDNA, caratterizzato da un capside elicoidale circondato da un envelope. I virus
che infettano gli insetti devono spesso superare il problema della stagionalità dei cicli vitali
degli stessi, quindi durante la stagione fredda i virus possono essere sprovvisti di ospite da
infettare; per persistere fino alla prossima stagione calda questi virus hanno adottato la
strategia di produrre una proteina cristallizzabile, la POLIEDRINA, in grosse quantità, che si
dispone in una struttura regolare all’interno della quale sono contenute una o più particelle
di Baculovirus. La poliedrina non è indispensabile per il ciclo vitale del virus, ma viene
prodotta in quantità elevate solo dopo che si sono formate le particelle virali; questo gene
diventa altamente espresso nelle fasi terminali del ciclo replicativo, in cui l’80% delle
proteine virali prodotte è proprio la poliedrina, dotata di un promotore molto forte.
Anche i Reovirus possiedono simmetria complessa: per l’uomo sono tutti innocui eccetto i
Rotavirus, che causano serie diaree nei bambini; sono dotati di due capsidi, uno più
esterno più grosso (80 nm di diametro) ed uno più interno più piccolo dotato di proteine che
attraversano l’altro capside e vengono esposte in corrispondenza dell’icosaedro. Che
vantaggio ha il virus a formare questa struttura? I virus sono ovviamente più stabili e questo
è importante perché i virus si trasmettono per via orofecale, ed una volta liberati dall’ospite
devono avere un’elevata resistenza, anche in considerazione del fatto che il loro sito di
replicazione è l’intestino,