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La genesi di vari linguaggi dell’architettura, ora diventano un patrimonio

comune, con dei vincoli politici più forti.

Questa condizione determina la possibilità che Roma appropriandosi dei

domini orientali diventi il grande volano mediante il quale la koinè elaborata

si tramuti nel linguaggio classico.

La presenza di questi nuovi regni hanno un carattere di legittimità precaria: i

sovrani hanno necessità di legittimarsi. La produzione architettonica diventa

uno strumento di autolegittimazione. Ha una valenza importante perché

c’è necessità di produrre architetture. E’ una spinta esogena perché c’è

bisogno di architetture decorate.

In questo contesto sociale e politico vengono in questo modo a forgiarsi

strumenti linguistici che l’impero romano utilizza, c’è una continuità e una

funzionalità nella rappresentazione.

Dalla determinazione di una koinè linguistica a una macro koinè che la

Roma-impero vedrà come strumento di affermazione. Le polis greche

diventano il linguaggio classico dell’architettura. C’è bisogno di un’architettura

fastosa, teatrale.

Esaltazione della novitas, libertà di espressione e manierismo (si è ormai

compiuto lo sviluppo delle forme): su queste basi si cerca di lavorare in modo

raffinato su quello che si ha a disposizione. Anche a livello linguistico viene

esaltato il labor limae. Committenti diventano motori delle arti, gli artisti

devono lavorare sulle basi già consolidate.

Il dorico inizia ad andare stretto.

Vitruvio: “alcuni architetti antichi ritennero che non era opportuno usare il

dorico perché era superato. Rapporti modulari sconvenienti e non

rispondeva più alle esigenze compositive. Ermogene con lo stesso

materiale cambia il tempio di Dioniso, in corso d’opera da dorico a ionico”

Non è che non si usa più il dorico però cessa di essere l’ordine primario.

Problemi del dorico: conflitto angolare. Il dorico gode di rigidezza

compositiva.

Il dorico sopravvive come ordine secondario. Come ordine utilizzato nelle

stoai, componendosi con altri ordini. ES.:

Pergamo.

Agorà di Atene: stoà, presenta un’articolazione con dorico e ionico

superposto.

Lo ionico viene a raffinarsi. Il corinzio è l’ordine più adeguato, ha omogeneità

formale e risponde all’esigenza di raffinato decorativismo. Inoltre si è

manifestato in usi non strutturali: vive la sua prima vita in questo modo,

nelle microarchitetture e nel tempio di Giove olimpico a Atene.

Un altro elemento in età ellenistica:

Il capisaldo dell’arte greca era struttura trilica. Era un’architettura

assemblata (del carpentiere) e l’apparenza e la sostanza coincidono

(colonna regge).

Questo sistema entra in crisi: a favore dell’ORDINE MURALE. L’azione di

sostegno è un pilastro, non una colonna, la colonna diventa una colonna

addossata (semicolonna), ha un carattere ritmico di luci e ombre.

L’architettura diventa più teatrale, di scenografia urbana, forma retorizzata.

Poi si aggiunge l’arco.

Tempio di Girgenti: il primo che cerca di utilizzare l’ordine murale.

Architettura romana: non è fondata sulla struttura trilitica (non sul Lego ma

sul pongo), arte del vasaio, non del carpentiere.

L’ordine murale diventerà un tema fondativo tra i rapporti tra Roma e Grecia.

Ordine murale: ha una serie di manifestazioni, primariamente nei teatri.

Teatro:

Epidauro

- 358-362 a.C.

- Policteto: architetto

- Pausania: più bel teatro della Grecia.

- Cavea teatrale architettando un declivio naturale.

- Il teatro è una giustapposizione di elementi. Cavea. Orchestra circolare.

Separata da due accessi (paradoi). Proscenio, scena.

- Il teatro greco è un teatro naturalistico

- l’ellenismo avvicina edificio scenico alla cavea: danno al teatro una

facciata.

- Il teatro greco è progettato con una geometrizzazione rigida dei rapporti

compositivi.

- L’edificio scenico: si svolge la rappresentazione. Simula un’architettura e

presenta una parete articolata: fatta di ordine trilico e esaltato nel suo ordine

murale. L’architettura è fittizia.

Teatro

Priene (Asia Minore)

- tardo II secolo

- L’edificio scenico ravvicinato,

sembra una stoà. Ordine murale:

semicolonne doriche addossate.

Teatro - Segesta

- Assorbimento del mondo

romano di elementi greci.

-L’edificio scenico è

complesso: due parti in

aggetto, ordine trilitico

pienamente sviluppato, al

centro primo piano dorico,

secondo ionico.

- Lo spazio urbano realizzato

nella scena.

Arco nell’architettura greca era conosciuta: Cripta di Olimpia, I secolo a.C.:

Rifacimento del tempio di Apollo

Didima.

- 300-0 a.C.

- Rimodellando l’ordine dorico con

maggiore fastosità decorativa. La

pianta è uguale.

- Distrutto nel 494, rifatto da Peonio di

Efeso e Dafni di Mileto. Architetti

ionici.

- Diptero decastilo (selva di colonne)

ionico 118x60metri.

- Crepidoma di 7 gradoni.

- Proporzionamento delle colonne (alte

20 metri) di 9 e 3/4: plinto quadrato di 9 piedi.

- Tempio oracolare

- Pronao a 12 colonne, cella, vestibolo.

- Due tunnel che portano alla celle e scalette per salire.

- Parete con 3 aperture.

- Cella con tempietto origine del santuario.

- Compaiono alla base delle colonne non una base, ma un corpo geometrico

poligonale istoriato. Il toro è completamente istoriato (inserite delle

figurazioni). Al limbo scapo foglie di palma decorate. Variante del capitello

ionico: arricchimento decorativo e anche una vocazione semantica. Anche il

capitello può narrare. Istoriato con figure umane e/o teste.

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Publisher
A.A. 2014-2015
6 pagine
2 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Biasil94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Testa Fausto Carlo.