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LE RELAZIONI UMANE
Negli anni Venti e Trenta si sono sviluppati filoni di studi e ricerche che hanno evidenziato i limiti delle
teorie classiche dell’organizzazione, in molti casi non furono criticati i pilastri delle suddette teorie ma bensì
vennero proposti ampliamenti e integrazioni ad esse.
Uno dei punti più criticati fu la one best way di cui si discuteva il fatto che non esistono principi ottimali
validi in assoluto ma che ogni variabile dipende dal contesto in cui le aziende si trovano.
SCUOLA DELLE RELAZIONI UMANE
L’iniziatore di questa scuola fu Elton Mayo, questa scuola propose correttivi e integrazioni agli assunti
fondamentali della OSL. Mayo sosteneva che per aumentare la produttività occorre tenere conto anche
delle caratteristiche personali e sociali degli operatori.
I primi studi a riguardo furono effettuati nello stabilimento di Hawthotne della Western Electric tra il 1924
e il 1927. In questi anni si ricercò una correlazione tra l’illuminazione della postazione e la produttività. I
risultati di questo studio furono inaspettati, si osservò che la produttività aumentava all’aumentare
dell’illuminazione ma anche al suo diminuire, questi risultati si confermarono utilizzando anche altre
variabili.
Fu dal 1927 al 1932 che Mayo e i suoi collaboratori (chiamati a collaborare dalla Western Electric)
svilupparono nuove ricerche attraverso una serie d’interventi:
- Prima Esperienza: prendendo in analisi un reparto sperimentale per la produzione di relay,
l’obiettivo era capire quali fattori influenzavano la produttività ma anche qui, modificando in
qualsiasi modo le variabili, la produttività continuava ad aumentare.
Quindi i ricercatori dissero che i fattori a influenzare maggiormente la produttività non erano fattori
come la retribuzione, gli orari o le pause ma un clima lavorativo che comprendesse una
supervisione più amichevole e l’esistenza di relazioni positive interne al gruppo. Furono così
scoperti i “fattori sociali”;
- Seconda Esperienza: iniziarono una serie d’interviste ai dipendenti per comprendere meglio i
motivi di soddisfazione e di lamentela, osservarono che l’intervista sì aiuta a raccogliere
informazioni importanti ma aumenta l’importanza individuale percepita (viene anche vista come
strumento di sfogo) e motiva i lavoratori;
- Terza Esperienza: vennero fatte ricerche nella sala avvolgimenti e si scoprì che le persone
lavorando in gruppo aumentano la produttività, mettendo insieme più persone si creano gruppi “in
automatico” (detti gruppi primari), questi esperimenti fecero emergere l’importanza degli aspetti
non formali di un gruppo. Le norme di un gruppo e il loro rispetto sono più importanti dell’incentivo
economico. Queste norme informali interne sono prodotte dal gruppo e poi ci sono i meccanismi di
controllo e pressione sui membri per farle rispettare;
Da queste esperienze si ricavarono delle linee guida che costituiscono i pilastri della scuola delle relazioni
umane: 4
- EFFETTO HAWTHORNE: l’attenzione dei capi e il coinvolgimento in programmi d’innovazione
producono un incremento di produttività temporaneo (detto Effetto Hawthorne);
- PRODUTTIVITÀ E CONTESTO SOCIALE: Principio secondo il quale la produttività dipende anche
dall’ambiente sociale e dalla cooperazione;
- INFLUENZA DEL CAPO: I lavoratori non vanno considerati come appendice della macchina, il capo
raggiunge migliori risultati se tiene conto del contesto personale del lavoratore;
- WORKPLACEàSISTEMA SOCIALE E DI PRODUZIONE: Il contesto di lavoro è un sistema sociale
complesso, non è semplicemente un sistema di produzione;
- COMPORTAMENTO INDIVIDUALE: è raramente la conseguenza di rapporti causa-effetto semplici,
di solito è determinato da un insieme complesso di fattori;
- GRUPPO INFORMALE E LE SUE NORME: Questo gruppo sviluppa le proprie norme, meditando tra
esigenze dell’istituzione ed esigenze individuali;
- GLI INCENTIVI ECONOMICI: Non sono gli unici fattori che influenzano la produttività;
ORGANIZATIONAL BEHAVIOR
Un altro elemento importante che la scuola delle relazioni umane ci ha lasciato è senza dubbio il concetto
di ricerca sul campo, la ricerca sul campo, infatti, cominciò a diffondersi dopo Hawthorne. Vengono messi a
punto approcci e strumenti di ricerca specifici. Tutta questa serie di studi ha difatti posto le basi per gli studi
successivi sull’Organizational Behavior.
A partire dal dopoguerra, si affermano gli studi e le teorie sul comportamento organizzativo, queste teorie
sono di rottura rispetto alla prima fase della scuola delle relazioni umane, questa teoria afferma infatti che:
i risultati di un’organizzazione dipendono dalla sua capacità di mettere le persone in condizioni di fornire il
miglior contributo. Quindi parliamo di adattare il compito al lavoratore e non solo di adattare il lavoratore
al compito, ci si distacca quindi completamente dalla teoria dell’OSL. L’autore che fa riferimento a questa
nuova teoria è Douglas McGregor con le sue riflessioni sul cambiamento degli assunti dell’uomo e sul
comportamento lavorativo (teorie X e Y). L’Organizational Behavior 3 livelli di approfondimento
(individuale, gruppo e organizzazione), chiaramente noi andremo a vedere nella parte Micro quello
individuale (TEORIE X, Y E LE TEORIE MOTIVAZIONALI) e il livello di gruppo.
IL LIVELLO INDIVIDUALE
TEORIE X E Y DI MCGREGOR
McGregor ha paragonato gli assunti di base dell’organizzazione tayloristica (teoria X) con gli assunti
comportamentali che dovrebbero fondare un diverso approccio all’organizzazione (teoria Y).
Con gli assunti della teoria x, l’obiettivo
dei manager è di controllare i propri
collaboratori dividendo le attività
lavorative in attività semplici che non
richiedono responsabilità, viene utilizzata
la leva economica per premiare o punire il
rispetto delle procedure. Utilizzando
questi accorgimenti si pensa che gli
individui possano reggere il lavoro.
Con gli assunti della teoria y, il lavoratore
è visto come una risorsa, l’obiettivo dei
manager è di gestire ottimamente il personale in modo da ottenere completa collaborazione da parte dei
lavoratori. Il lavoratore va fatto sentire importante e utile, si cerca di condividere le scelte con i lavoratori, 5
tutti questi accorgimenti permettono ai collaboratori di soddisfare i loro bisogni di appartenenza e
autostima così da essere più disponibili verso l’autorità (i capi) e garantire più collaborazione.
LE TEORIE MOTIVAZIONALI
Rappresentano un fondamentale passaggio per il superamento della visione delle persone all’interno di
un’organizzazione nella OSL. Per motivazione intendiamo “l’insieme dei motivi che ci spingono ad agire, che
sono in relazione a diversi obiettivi e interessi e che sono guidati da processi cognitivi ed emotivi”. Diventa
quindi importante per le organizzazioni capire cosa spinge le persone all’azione e cosa le influenza.
LA GERARCHIA DEI BISOGNI DI MASLOW
Abraham Maslow ci dice che gli individui sono spinti all’azione dalla necessità di soddisfare i propri bisogni,
un bisogno nasce nel momento in cui l’individuo percepisce una differenza (un gap) tra il suo stato effettivo
e il suo stato desiderato. Questo porta a una tensione verso il raggiungimento dello stato desiderato
(raggiungimentoàla tensione diventa realizzazione altrimenti frustazione).
Maslow indica i bisogni in ordine gerarchico, questo è utile per interpretare l’evoluzione della comparsa e
del soddisfacimento dei bisogni. Il soddisfacimento di un bisogno non genera motivazione ma essa nasce
dalla continua ricerca di soddisfacimento dei bisogni presenti nella scala. I primi tre che vedremo sono detti
bisogni fondamentali (sono quelli senza i quali l’individuo non può svilupparsi come persona sana sia dal
punto di vista fisico che psicologico) mentre gli ultimi due sono i bisogni superiori (che aiutano l’individuo
nella crescita e nello sviluppo del proprio potenziale).
1. BISOGNI FISIOLOGICI: bisogni relativi alla sopravvivenza e al benessere fisico immediato (fame,
FONDAMENTALI sete), in un contesto lavorativo sono retribuzione, buone condizioni di lavoro;
2. BISOGNI DI SICUREZZA: relativi alla sopravvivenza nel lungo termine, ambiente di vita stabile,
ambiente di lavoro sicuro, posto di lavoro sicuro;
3. BISOGNI SOCIALI: relativi all’operare in un ambiente di relazioni favorevole, accettazione da parte
dei colleghi, capi, appartenenza a gruppi;
SUPERIORI 4. BISOGNI DELL’EGO: relativi al riconoscimento di uno stato sociale adeguato, quindi autonomia, uso
delle proprie capacità, riconoscimento e apprezzamento da parte di altri;
5. BISOGNI DI AUTOREALIZZAIZONE: relativi all’arricchimento della personalità e al pieno sviluppo del
proprio potenziale, quindi opportunità di sviluppo professionale;
I FATTORI DUALI: FATTORI IGIENICI E MOTIVANTI
Teorizzata da Frederick Herzberg intorno agli anni ’60, ci dice che insoddisfazione e soddisfazione non
possono essere considerate come estremi di un un’unica dimensione, bensì vanno considerate come due
dimensioni differenti. Essendo quindi due dimensioni differenti ci sono due classi di fattori che le
influenzano:
- Fattori igienici: legati alle condizioni di lavoro in particolare all’ambiente fisico, all’ambiente sociale
e alla retribuzione. Questi fattori in caso di presenza portano all’assenza di insoddisfazione
altrimenti si è insoddisfatti;
- Fattori motivanti: fanno riferimento al contenuto
del lavoro e alla capacità di assicurare una crescita
della personalità (corrispondo ai fattori superiori
di Maslow). La presenza di fattori motivanti mi
porta alla soddisfazione mentre la loro assenza mi
porta all’assenza di motivazione;
CASO HPI 6
IL LIVELLO DI GRUPPO
C’è innanzitutto da fare una distinzione tra gruppo e team, il gruppo è un insieme di più individui che
interagiscono e che dipendono gli uni dagli altri, il team, invece, è un gruppo dove viene concordato un
obiettivo da raggiungere.
Ci sono differenti aspetti che caratterizzano un team:
Un team deve avere uno sponsor all’interno dell’organizzazione, questo soggetto è l’interfaccia del
o team nell’azienda, reperisce le risorse, definisce gli obiettivi del team e fornisce visibilità e visione
strategica al team;
Un buon team si valuta in base a:
o • Struttura: chi c’è nel gruppo, profili e funzione dei componenti;
• Composizione: ossia dal numero dei suoi componenti;
Un aspetto importante in un gruppo è la leadership e come essa viene esercitata. Il ruolo del capo