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Estratto del documento

Piranesi che è un filoetrusco e perciò sostiene che le colonne doriche siano

state inventate dagli etruschi).

La tavola è scritta sia in latino che in francese. Perchè?

Le Roy, Stuart e Revet fecero parte di quegli studiosi/teorici/intellettuali che si

recarono in Grecia per studiare e scoprire l’arte greca (la Grecia diventa di

moda). In seguito al viaggio scrivono dei reportage su ciò che hanno visto,

cioè vendono l’Oriente all’Occidente.

Piranesi per la sua tavola prende ispirazione da Le Roy: ecco perchè la

tavola è in francese. Anche le immagini sono di Le Roy, tratte dalla sua opera

“Les ruines des plus beaux monuments de la Grece”. La tavola è per

questo molto sofisticato. Nella seconda parte parla del dorico che essendo

più antico ha sperimentato i più grandi cambiamenti.

Milizia

- teorico

“Principi dell’architettura civile” 1781

-

Per rappresentare le colonne sulla tavola potrebbero essere rappresentate in

progressione lineare:

1.tutte della stessa altezza ma con diverso diametro

2.tutte dello stesso diametro ma con diversa altezza

La soluzione grafica di Piranesi su ispirazione di Le Roy pone le colonne in

modo che sull’asse delle ascisse venga rappresentato il tempo che scorre,

sull’asse delle ordinate l’altezza crescente. Infatti man mano che il tempo

passa l’altezza cresce, sono direttamente proporzionali: è la forma che si

modifica lungo l’asse del tempo (storicizzazione). Non si sa se Piranesi

l’abbia fatto di proposito.

Francesco Milizia:

- denuncia dei metodi di rappresentazione.

L’ostacolo a questa disposizione armonica è che le fig II e fig I sono invertite.

Plinio il Vecchio, Vitruvio “Naturalis Historiae” e “De architectura”: parla di

molti aspetti della natura, comprese rocce e pigmenti dando informazioni

cronologiche, di culture, e citazioni.

“Incontro con uno straniero” lo straniero sono le colonne.

Lepenies:

“La fine della storia naturale” ’92: teorizza e analizza i fenomeni.

-

Si è di fronte a una serie di forme nuove che ti pongono delle domande e non

riesci a dare delle risposte con le forme rigide che hai a disposizione.

E’ una specie di evoluzione, la stessa compiuta da Linneo/Lamark/Darwin:

ciò che è diverso è frutto di molte cose differenti su cui ha influenza il tempo

che passa. Questo tipo di evoluzione che ha come base il tempo entra nelle

scienze naturali. E’ così che il tempo viene a diventare il criterio di

classificazione anche in Occidente che si accorge del diverso (è diverso

perchè è in un altro luogo o è più antico).

La forma e il tempo sono in relazione (secondo Le Roy).

Bernard de Montfalcon

- era un monaco

- 1619-1624: publbica un’opera di catalogazione dell’antico, non solo di

architettura ma cataloga ogni aspetto del vivere. Tutto viene accumulato in

questa enorme enciclopedia (per questo criticato da Winkelmann).

- si interroga su come possiamo comprendere un testo sacro.

Questo tipo di raccolta e di accumulo di notizie rende ciò poco economico.

Il fatto di collocare nel tempo ciò che si sta studiando permette il risparmio

perchè so esattamente collocare quella casella che mi interessa in un dato

contorno che conosco.

Questi nuovi metodi consentono il risparmio economico.

La storia nasce dove il tempo diventa metodo per classificare, non più

accumulare senz’ordine.

Perché proprio il dorico ci fa accorgere di questo? Perché proprio nel periodo

in cui si sviluppa il dorico si sviluppa esperienza, cioè si viaggia, si conosce,

si paragona.

Leroy, resti di un tempio. Rappresenta occidentali che giungono al tempio,

scoprono il capitello e lo misurano. Mostra l’arrivo dello straniero.

Lo scuro lungo il perimetro del tempio vengono indicate le colonne

superstiti, è il progetto che arriva in patria.

Vista delle rovine del tempio di Corinto

Tempio di Teseo ad Atene

Partenone/Tempio di Minerva (6 diametri)

Le colonne che si osservano sono doriche, senza base.

Tempio di Augusto ad Atene (7 diametri).

Un modulo (o diametro) architettonico è una misura di grandezza o una unità

che viene ripetuta più volte in maniera da dare proporzioni equilibrate in un

edificio o in un insieme di edifici. Nell’arte classica il modulo era il diametro

maggiore di una colonna. A partire da questo modulo venivano prese le

misure di tutti gli altri elementi con precisi rapporti di proporzione

matematica. Le colonne doriche era formate da 4-5 moduli (rapporto tra

altezza e diametro). Poi si passa a 6 moduli. Poi a 7 moduli.

Teatro di Marcello (incisione di Piranesi): mostra il primo ordine di colonne

(in realtà semicolonne) più slanciate.

Foto contemporanea, dopo lo sterro.

- Grecia: ordine trialitico è costituito da colonne + architravi. L’arco è una

struttura cognita, ma marginale. Poi la colonna diventa metafora di se

stesso, insieme cosa e ideogramma di sé, insieme cosa e idea: nel mio

essere sono la mia natura.

La colonna diventa pittura, perde quest’idea, entrano persone e tempo.

Nell’ellenismo la colonna diventa scenografia (decorazione) urbana.

- Roma: pilastro + arco. Soprattutto nei teatri, il pilastro è un simbolo,

elemento semantico più che strutturale. La semicolonna viene applicata a

un pilastro.

14/10

Winkelmann: 1759 “Osservazioni note circa le costruzione dell’edificio

tempio dei Girgenti”. (Agrigento)

Le colonne sono tozze e senza base, perché sono più antiche.

Winkelmann sostiene che che il loro aspetto sia dovuto all’antichità. Quello

di Agrigento è simile a quello Pestum e edifici di quel periodo.

fig) Frammento del tempio di Giove

Olimpico (Agrigento). I suoi resti sono

apprezzati perché rappresentano il

sublime (‘700, tema romantico): significa

conferire una valenza estetica a qualcosa

che di per sé è pericoloso o gigantesco o

corrotto in modo drammatico dal tempo

(qualcosa di rovinato che ricorda la

caducità della vita).

(fig) “rovine della città di Pesto”

anch’esso tarchiato e senza base.

Piranesi rappresenta il sublime con un tratto

cupo per mostrare le ombre. In più gioca sulle

proporzioni per sottolineare la grandezza del

tempio sull’uomo. Colonne di 6 diametri.

L’Occidente si volge a guardare lo straniero che ha in casa e cerca di dargli

ordine.

Dal confronto con gli edifici e la norma, nasce una teoria: all’inizio esisteva

una proporzione tra altezza e diametro con la lunghezza del tempio.

Per analizzare un tempio, ora lo si fa come se si fosse in un tempo zero,

come se fossero tutti edifici complanari nel tempio, non inseriti in una

determinata epoca. Piuttosto si osservano:

- i materiali di costruzione

- gli ornamenti

- la distribuzione delle stanze.

Winckelmann incappa nel dorico e si sente di dover riprendere Leroy e scrive

riguardo la storia dell’architettura.

Zeiten: Il tempo diventa la categoria che ordina gli oggetti.

Winckelmann: Non mette ordine utilizzando il tempo.

Stile: forme che portano su di sé i segni della temporalità che l’hanno

prodotto.

La storia dell’arte e dell’architettura diventa storia di stili.

La storia porta su di sé una pluralità di forme che hanno le tracce del tempo:

la datazione di un edificio si può dedurre dallo stile.

Rocco Volpi

- gesuita

“Vetus Latium profanum”: repertorio di antichità laziali.

- Tempio dedicato a Ercole a Cori (Lazio)

- Cori: borgo di edifici grigi arroccati con tracce di edifici poligonali, strutture

severe. Al centro troviamo questo edificio.

Cori aveva dato adito a un problema.

Volpi lo attribuisce all’età repubblicana

sulla base di un elemento documentario

(estrinseco alla forma). L’oggetto non era

sfuggito a Piranesi che scrive “antichità di Cora”.

dettaglio iscrizione

colonne slanciatissime, più descrittiva.

Volpi data l’edificio perchè trova un documento scritto che lo colloca in quel

periodo. Proprio mentre sta sistemando il metodo di Le Roy.

Però è datato all’età di Tiberio invece in base all’analisi formale del

manufatto: allora è la forma che colloca l’edificio nell’epoca. Il tempio

misurava 7 diametri, 8 diametri se consideriamo anche capitello e base.

Leroy aveva proposto una struttura triadica (3 tempi del dorico): Winkelmann

in realtà pensa a una quarta età del dorico, per necessità completata da

Cora.

Lo stile ha una sua evoluzione nel tempo: nasce sviluppo decresce muore

(modello biologico).

Perché si deve sviluppare?

- E’ come un organismo, per sua forza interna è portato a svilupparsi e

precisamente come fa un organismo (causa endogena).

- (causa esogena):

Winkelmann pensava ci fosse un rapporto tra forme simboliche e il clima: la

forma è influenzata dall’esterno, dall’ambiente. La Grecia produce un’arte

bella grazie al bel clima insieme alla serialità casuale bella (ES. politica).

Infatti l’arte bella sarà quella prodotta da un popolo libero, che vive con una

democrazia, per quanto riguarda la storia di Atene, sotto Pericle.

Winckelmann nonostante fosse tedesco, era stato portato a Parigi dai

rivoluzionari francesi, perché ha messo in teoria i loro ideali politici: la

democrazia su base antica. L’arte bella nasce dalla bella libertà.

Quindi lo stile è un organismo che si sviluppa, ma che è

contemporaneamente sottoposto alla politica. La fenomenologia (sviluppo)

dell’arte corrisponde a una fenomenologia politica.

L’arte:

- Nasce in Grecia

- Si sviluppa sotto Pericle a Atene

- A Roma degrada

- Con la tirannide crolla.

Winkelmann: passa a

analizzare l’ordine corinzio: 9

diametri di altezza, ma tempio

di Vesta ne ha 11 compreso il

capitello.

Tempio di Vesta a Roma.

Forza endogena: spinge a crescere in altezza quindi se ha 11 diametri è già

una colonna “matura”, che sta decadendo (oltre una certa forma non può

reggere il tempio).

Francesco Milizia:

- “Principi di architettura civile”, in particolare nella sezione “la storia del

dorico”: in questa parte riprende il capitolo 7 dedicato al dorico e copia Leroy.

-1797: “Dizionario delle belle arti del disegno”

riconosce nel dorico il primo ordine

dell’architettura inventato dai greci.

- In Grecia 4-5

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
10 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Biasil94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Testa Fausto Carlo.