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I VIRUS
I virus sono gli “organismi viventi” più abbondanti nel pianeta, definiti piuttosto “strutture
biologiche”; alcuni manuali distinguono tra microorganismi e virus. Essendo così abbondanti hanno
ruoli diversi in natura: tutti i batteriofagi ed i virus marini hanno lo scopo di mantenerne
l’ecosistema distruggendo il 20% della massa algale ogni giorno e permettendo la formazione di
ossigeno nel mare. Sono importanti trasduttori di informazioni genetiche, ed infatti il 10-15% del
genoma umano è costituito da retrovirus endogeni integrati. Nella maggior parte dei casi queste
sequenze virali sono incomplete, ma talvolta sono complete e, in particolari condizioni, possono
riattivarsi dando origine a delle particelle virali infettanti; ci sono infatti degli studi che sostengono
che alcuni di questi retrovirus sono responsabili di alcune patologie quali ad esempio la sclerosi
multipla, in condizioni particolari. Questo materiale genetico si comporta anche come trasposone,
trasferendo materiale genetico da una parte all’altra del genoma.
Perché i virus sono tanto importanti? Possono causare anche dei danni economici, infatti infettano
bestiame e vegetazione, ma anche gli insetti che possono trasmettere infezioni all’uomo; il fatto
che i virus infettino gli animali è importante anche per la loro capacità di compiere il “salto di
specie” (SPILLOVER): HIV, SarS, MerS, influenze gravi, EBOLA. Lo spillover è il passaggio di un
virus da un animale ad un altro e può avere conseguenze diverse più o meno gravi.
I virus sono stati un importante strumento per comprendere anche la biologia cellulare: i genomi
virali sono stati i primi ad essere mappati e sequenziati, l’uso di virus è importante per scoprire il
ruolo di alcuni geni, i primi vettori per ottenere produzione di proteine sono stati appunto i virus etc.
Si possono poi utilizzare a fini terapeutici: vettori virali, virus oncolitici, vaccini.
I virus sono definiti come PARASSITI INTRACELLULARI OBBLIGATI, SUBMICROSCOPICI E
SUBCELLULARI.
Sono parassiti perché devono sfruttare altri organismi per la propria replicazione, e solitamente
questi organismi sono rappresentati da cellule, nelle quali devono obbligatoriamente entrare per
sfruttarle completamente, infatti al di fuori di esse sono metabolicamente inattivi e non sono in
grado di replicare perché privi di qualsiasi struttura utile a fare ciò, e talvolta possono addirittura
cristallizzare nell’ambiente esterno. Nell’infettare le cellule sono estremamente efficaci, e perciò
vengono spesso sfruttati come vettori per il trasferimento genico; hanno dimensioni talmente
piccole che per studiarli bisogna ricorrere al microscopio elettronico (submicroscopici), e sono
definiti subcellulari perché i virus non sono cellule, ma hanno una organizzazione inferiore e più
primitiva a quella di una cellula.
Cosa rende i virus tanto diversi da qualsiasi altro organismo vivente?
A differenza di qualsiasi cellula, hanno sempre e solo un acido nucleico (DNA o RNA), non si
replicano per scissione binaria, bensì vengono sintetizzati i vari componenti all’interno della cellula,
che si organizzano poi in strutture più complesse fino a formare la particella virale completa;
quando escono dalle cellule, i VIRIONI (particella virale completa all’esterno della cellula, o
all’interno di essa pronta per uscire) non vanno incontro a modificazioni, a differenza di tutti gli altri
microrganismi, a meno che non subiscano il processo degradativo che porta alla perdita di
infettività (ambiente esterno, nel caso dei virus, è qualsiasi ambiente all’esterno della cellula che,
per il virus, è estremamente ostile). I virus sono privi di qualsiasi organulo, ed è questo che li rende
dei parassiti obbligati; dentro le cellule, infine, i virus modificano la loro fisionomia, infatti perdono i
rivestimenti lasciando soltanto l’acido nucleico e qualche enzima virale (fase di eclissi -poche ore o
diversi giorni-: processo in cui del virus rimane praticamente nulla, tale per cui non lo si vede
nemmeno al microscopio elettronico).
I virus sono o no degli organismi viventi? Non respirano, non si nutrono, non si riproducono, sono
privi di strutture per il movimento, non crescono e non hanno fenomeni di escrezione; se si
considerano solo queste caratteristiche, i virus dovrebbero essere considerati Non viventi, tuttavia,
considerando la “vita” da un punto di vista più ampio, possiamo considerarli come organismi viventi
in quanto dotati di una serie di informazioni genetiche in grado di essere trasmesse alla progenie,
solo in una determinata fase del loro ciclo vitale che si compie all’interno delle cellule.
Oltre ai virus esistono delle PARTICELLE SUBVIRALI:
- VIRUS SATELLITI: virus privi di determinate informazioni genetiche e che non sono in
grado di replicarsi autonomamente una volta entrati nella cellula bersaglio, ma necessitano
di un altro virus definito perciò virus helper, che fornisce al satellite le funzioni ad esso
mancanti; è un meccanismo comune nelle piante e negli insetti ma più rari nell’uomo,
sebbene esista il virus dell’epatite D (HDV), o delta, il quale è un virus defettivo non in
grado di replicarsi nell’epatocita, a meno che non sia contemporaneamente infettato da
HBV (virus dell’epatite B). Molti retrovirus oncogeni animali, inoltre, sono defettivi.
- VIROIDI: organismi molto particolari che infettano solo le piante; sono dei frammenti di
RNA molto piccoli (poche centinaia di nucleotidi), dotati di numerosi appaiamenti e con
anche attività di ribozima, che causano malattie non per la loro replicazione ma per il fatto
che interferiscono con gli RNA cellulari, e si comportano proprio come RNA interferenti,
modificando l’espressione genica cellulare.
- VIRUSOIDI: viroidi che necessitano a loro volta di un virus ad RNA helper per la loro
replicazione.
- PRIONI: sono degli agenti infettivi (non microrganismi) in grado di “auto replicarsi” senza il
controllo di un acido nucleico e costituiti solo da proteine che si modificano per missfolding
(perdita della caratteristica organizzazione spaziale) e divenendo resistenti a diverse
proteasi ed al calore; sono responsabili di una serie di malattie molto gravi ed
inesorabilmente fatali in tempi abbastanza rapidi: ENCEFALOPATIE SPONGIFORMI
TRASMISSIBILI (TSE), che prevedono la formazione nella massa cerebrale di buchi tali
per cui l’encefalo abbia un aspetto spugnoso. Sono malattie rare definite trasmissibili, per
distinguerle da quelle non trasmissibili come l’Alzheimer, che colpiscono sia l’uomo che gli
animali. Nelle cellule cerebrali, le proteine prioniche che vanno incontro a missfolding
precipitano e si aggregano formando fibrille o placche di amiloide, che attivano poi un
processo infiammatorio e degradativo della materia cerebrale. TSE negli animali: Scrapie,
Encefalopatia degli ungulati esotici, Encefalopatia spongiforme bovina -morbo della mucca
pazza- (BSE), Encefalopatia trasmissibile del visone, Encefalopatia spongiforme dei felini,
Cachessia cronica dell’alce e del cervo. TSE dell’uomo: Creutzfeldt-Jakob disease (CJD),
Kuru (in Nuova Guinea), Gerstmann-Straussler-Scheinker (GSS), Insonnia familiare fatale.
I prioni si caratterizzano per il fatto di essere resistenti alle radiazioni, ed il fatto che non
abbiano acidi nucleici li rende resistenti alle nucleasi, inoltre resistono a qualsiasi agente
disinfettante ed inattivante, ma sono molto sensibili agli agenti chimici che degradano le
proteine (fenoli, sodio dodecil-fosfato). La prima malattia prionica studiata è la SCRAPIE,
malattia prionica di pecore e capre, che è stato dimostrato essere trasmissibile. Si è visto
che nel cervello di questi animali c’erano aggregati di fibrille costituite da una proteina di 27
kD resistente alla digestione con proteinasi K, che aveva una certa capacità replicativa
perché animali in stadi diversi della malattia mostravano una quantità diversa di proteina. In
altri animali era stata identificata una proteina analoga a quella della Scrapie ed inoltre tale
proteina era codificata da un gene molto diffuso nel SNC sia degli individui malati di CJD
che negli animali malati con Scrapie.
Per distinguere le due forme si utilizza la nomenclatura PRPc per quella fisiologica e PRPp
per quella prionica e causale di malattie. La PRPc è espressa sulla superficie delle cellule
nervose e, per il 43% è costituita da α eliche; la proteina prionica alterata, per motivi ignoti,
risulta invece costituita da molto meno α eliche, con un oltre 40% di foglietti β,
determinando una perdita di funzionalità della proteina e assunzione della proprietà di
precipitare.
Perché si ha questo missfolding ed aumento di concentrazione di proteina prionica durante
la malattia? È stata proposta un’ipotesi basata sul fatto che la proteina nativa è priva di
conformazione spaziale; in condizioni normali, la proteina prionica matura funge da stampo
per far assumere a quella nativa la sua conformazione matura. All’interno dell’organismo si
può però trovare una proteina prionica alterata, quindi le proteine native, utilizzando quella
alterata come stampo, assumono anch’esse una conformazione alterata, accumulandosi e
precipitando.
Quali eventi possono portare a ciò? Un primo evento è che ci possa essere l’infezione da
parte di proteine prioniche esogene (proteina della mucca pazza introdotta con
l’alimentazione) di origine alimentare o iatrogena (elettrodi o strumenti chirurgici infetti); la
proteina poteva inoltre essere trasmessa mediante trapianti di cornea. Una delle modalità
con cui si sono avute più malattie di questo tipo è stata quella tale per cui si erano assunti
degli ormoni della crescita prelevati da individui affetti da malattia prionica. Altra modalità
per cui si può avere la formazione di proteina prionca è la mutazione del gene codificante
per la proteina prionica nei siti che regolano le regioni in cui si dovrà avere il ripiegamento
delle proteine appunto.
I virus, essendo strutture submicroscopiche, hanno dimensioni
valutabili nell’ordine dei nanometri; considerando i virus umani,
quelli più piccoli (Parvovirus) hanno 20 nm di diametro, mentre quelli più
grandi arrivano fino ai 300 nm di diametro (Poxvirus). Esiste una correlaizone
tra dimensioni della particella virale ed altre caratterisiche: i Poxvirus, tra
cui si annovera il virus del vaiolo, non solo sono molto grandi, ma codificano
per un numero elevato di caratteri ed hanno una maggiore
indipendenza dalla cellula rispetto ad altri. I virus possono infettare
qualsiasi organismo vivente, dai procarioti agli eucarioti, e nessun virus è in
grado di infettare qualsiasi tipo di organismo