vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L’operazione di sterilizzazione può essere condotta in diversi modi:
1. STERILIZZAZIONE CLASSICA O APPERTIZZAZIONE: effettuata per
quegli alimenti che vengono prima confezionati, tradizionalmente in
contenitori metallici o bottiglie ma recentemente sempre più in film
polimerici flessibili, poi, trattati termicamente. Questo tipo di
sterilizzazione può essere condotta in discontinuo (o batch) o in continuo.
Sterilizzazione in discontinuo (o batch): l’alimento è portato a
121°C x alcuni minuti (15-20 min a seconda della dimensione del
carico e del contenuto). Il prodotto confezionato viene posto
all’interno di un autoclave statica, dopo chiusura, nell’impianto
viene rilasciato vapore ad alta pressione (474 kPa) che consente di
raggiungere e mantenere la temperatura desiderata. Dopo un
periodo di sosta la pressione viene rilasciata per ritornare a
pressione e temperatura ambiente.
Sterilizzazione in continuo: l’alimento viene inserito all’interno
di uno sterilizzatore idrostatico costituito da due colonne di
acqua e una torre di sterilizzazione che contiene il vapore ad alta
pressione. I sistemi di trasporto convogliano i contenitori attraverso
l’impianto in maniera continua. I prodotti entrano nello
sterilizzatore attraverso la prima colonna di acqua dove vengono
preriscaldati; il riscaldamento viene completato nella torre dove è
presente il vapore e infine vengono raffreddati percorrendo la
seconda colonna contenente acqua fredda.
L’appertizzazione viene effettuata per inscatolati vegetali (legumi,
ortaggi, frutta) e animali (carni bovine, suine e pesce).
2. STERILIZZAZIONE UHT (ultra high temperature): consiste nella
sterilizzazione del prodotto sfuso e successivo confezionamento in
asettico. Vengono raggiunte temperature intorno a 135°C x pochi
secondi. La sterilizzazione UHT può essere condotta con due modalità
differenti: UHT diretto (o uperizzazione) in cui l’alimento viene
riscaldato per iniezione o infusione di vapore e UHT indiretto in cui
l’alimento viene sterilizzato all’interno di uno scambiatore di calore. Nello
scambiatore di calore avviene sia il riscaldamento che il raffreddamento
del prodotto alimentare, il fluido di riscaldamento utilizzato è vapore in
pressione, alla fase di riscaldamento segue la fase di mantenimento nel
tubo di sosta alla temperatura massima per un tempo necessario ad
ottenere l’effetto sterilizzante, e la fase di raffreddamento con l’utilizzo di
acqua fredda come fluido di raffreddamento. Viene effettuato poi il
confezionamento in ambiente asettico utilizzando contenitori che sono
stati sterilizzati separatamente.
Questi impianti non possono essere utilizzati per prodotti solidi ma sono
stati adattati per il trattamento di prodotti viscosi e per prodotti liquidi
contenenti solidi in sospensione (latte a lunga conservazione, succhi di
frutta, minestre, yougurt, creme di latte, vino, omogeneizzati, pomodoro,
stufati).
Inevitabilmente le alte temperature della sterilizzazione provocano modifiche di
caratteristiche sensoriali e nutrizionali dell’alimento ma i trattamenti UHT
hanno il vantaggio di ridurre i danni nutrizionali come la denaturazione di
proteine e vitamine (è preferibile sempre utilizzare alte temperature per brevi
periodi di tempo piuttosto che temperature più basse ma per tempi prolungati
perché ciò determina un maggiore decadimento qualitativo del prodotto).
La storia termica a cui è sottoposto un prodotto alimentare durante la
sterilizzazione è fortemente correlata al suo pH.
Alimenti molto acidi (pH<3.7): trattamento termico basato sulla resistenza
termica di microrganismi che provocano deterioramento.
Alimenti mediamente acidi (3.7 < pH < 4.5): come alimenti acidi.
Alimenti poco acidi (pH>4.5): trattamento termico basato sulla resistenza
Clostridium botulinum.
termica del
NB: nella pastorizzazione e sterilizzazione il trattamento ha anche l’obiettivo
secondario di cuocere il prodotto, come avviene ad esempio per i fagioli in
scatola che possono essere consumati freddi o riscaldati.
3. CINETICA DI RIDUZIONE DELLA CARICA MICROBICA
Nell’attuazione dei processi termici di stabilizzazione degli alimenti di utilizza
un agente esterno (in questo caso l’alta T) per ridurre la carica microbica del
prodotto.
L’equazione ottenuta è detta anche prima legge di Bigelow. Se si
presentano i dati su un grafico semilogaritmico si ottiene una retta detta curva
di sopravvivenza il cui modello matematico è quello sopra presentato. La
pendenza della retta è la costante cinetica (o costante di velocità, k) o il
reciproco del tempo di riduzione decimale (1/D) ed è inversamente
proporzionale al tempo di riduzione decimale D (pendenza=k=1/D).
N N
g
o
l 0 t
e
m
p
o
N T
N
g
o
0
l T
3
T 2
t
1
e
m
p
o
Il tempo di riduzione decimale D, è correlato alla costante cinetica k, che a sua
volta è correlata alla temperatura T. Che tipo di dipendenza abbiamo? Più alta è
la temperatura e più basso è il tempo di riduzione decimale; per cui se per uno
stesso microrganismo andiamo a fare tre diversi trattamenti a tre diverse
temperature, T1>T2>T3, e per ognuno di essi andiamo ad osservare come
diminuisce la carica microbica e poi l’andiamo a rappresentare su un piano
semilogaritmico, otterremo tre curve di sopravvivenza diverse. Tutte e tre le
curve partono dallo stesso valore della carica microbica iniziale No, però poi in
funzione della temperatura a cui trattiamo il microrganismo avranno una
diversa cinetica di morte: più veloce a temperatura più alta (T1), intermedia a
temperatura intermedia (T2) e più lenta a temperatura più bassa (T3). Queste
tre curve sono rette con pendenza differente e la pendenza è tanto più alta
quanto maggiore è la T perché tanto più basso è D (infatti la pendenza è
inversamente proporzionale a D). Quindi considerato un tempo qualsiasi
sull’asse x, a parità di tempo la riduzione della carica microbica che si ha a T1 è
maggiore di quella che si ha a T2 che a sua volta è maggiore di quella che si ha
a T3.
Diversi esempi di curve di sopravvivenza (leggere):
GRAFICO A: Come possiamo leggere il tempo da questo grafico? Sulla retta,
presi due punti a distanza di un ciclo logaritmico, in questo caso 10000 e 1000,
D è l’intervallo di tempo necessario a ridurre la popolazione di microrganismi
da 10000 a 1000, e corrisponde a 4 minuti. Quindi, fissata la temperatura, ogni
4 minuti la carica microbica si riduce di un ciclo logaritmico.
GRAFICO B: Abbiamo un primo intervallo di tempo in cui si ha un leggero
incremento della popolazione microbica, che generalmente è molto piccolo, e
un secondo intervallo di tempo in cui la curva inizia decrescere in maniera
lineare. Per andare a stimare D su questa curva di sopravvivenza dobbiamo
andare a considerare dei tempi che vanno oltre l’intervallo di tempo iniziale
durante il quale la riduzione non è lineare.
GRAFICO C: all’inizio la curva decresce in maniera non lineare e dopo un certo
intervallo di tempo inizia poi ad essere perfettamente lineare. In questo caso si
dice che c’è un tempo di latenza, indicato con tl, durante il quale c’è una morte
dei microrganismi ma che ancora non segue una cinetica di primo ordine. Per
cui anche in questo caso se volgiamo stimare D da questa curva, dobbiamo
andare a considerare l’intervallo di tempo a cui corrisponde la riduzione della
carica microbica di un ciclo logaritmico ma dopo il tempo di latenza.
Le curve di sopravvivenza vengono spesso utilizzate proprio per stimare il
tempo di riduzione decimale, D, caratteristico per ogni microrganismo, a una
determinata temperatura di riferimento e in un determinato substrato. Per cui
vengono fatte delle sperimentazioni in cui il microrganismo, nel substrato di
interesse, viene incubato a una certa temperatura e a ogni tot di tempo viene
fatta la conta microbica. Ottenuti i valori, viene costruita una curva di
sopravvivenza da cui sarà possibile fare la stima del tempo di riduzione
decimale, D, che cercavamo (in che modo? Lo ricavo dal grafico, perchè D deve
corrispondere alla riduzione della popolazione microbica di un ciclo logaritmico,
oppure da un foglio di calcolo excel).
4. TEMPO DI RIDUZIONE DECIMALE
DIPENDENZA DI D DA T, NOTA Ea: Ricorriamo al
modello di Arrhenius per ricordarci come la costante cinetica k dipenda
dalla temperatura secondo questo modello.
NB: anche ko = 2,303/Do. Ricordiamoci che in
questa equazione le temperature sono assolute; quindi espresse in gradi
Kelvin.
DIPENDENZA DI D DA T, NOTA Z:
NB: anche ko = 2,303/Do.
Se per un determinato microrganismo conosciamo il valore di D a una
determinata temperatura e sono noti anche il valore di z o dell’Ea, possiamo
stimare il valore di D a qualsiasi altra temperatura attraverso i due modelli
proposti.
Anche dell’equazione logD/Do=(T-To)/z ne possiamo fare una rappresentazione
grafica. Se utilizziamo sempre un piano semilogaritmico e riportiamo in ascissa
la temperatura e in ordinata il logD, questa equazione è una retta con
pendenza negativa e la pendenza è proprio correlata a z. Da questa curva di
resistenza termica si può andare a stimare z, perché anche z, come D, va
valutato attraverso sperimentazioni (per un determinato microrganismo vado a
stimare D a diverse temperature attraverso la costruzione di diverse curve di
sopravvivenza, vado a diagrammare tutti i valori di D ottenuti in funzione della
temperatura e ottengo la curva di resistenza termica e dalla essa vado a
stimare z. In che modo? Lo ricavo dal grafico, perchè z deve corrispondere alla
riduzione di D di un ciclo logaritmico, oppure da un foglio di calcolo excel).
atur
tem per a
D
g
lo
NB: l’equazione ln k/ko = ln (10)^(T-To/z) è quella della slide sulla costante di
resistenza termica ma scritta in forma logaritmica (porto ko al primo membro e
divido tutto per ko e poi applico ln al primo e al secondo membro).
Questa equazione ci consentirà di poter calcolare Ea conoscendo z e viceversa.
D a una temperatura di riferimento è indicato con Do e la temperatura di
riferimento generalmente è 121,1°C per la sterilizzazione e di 82,2°C per la
pastorizzazione. Proprio perché D dipende dalla temperatura, è generalmente
indicata con un pedice che è zero, se la temperatura è quella di riferimento
oppure con un pedice che corrisponde alla temperatura a cui si sta operando se
questa è diversa da q