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DNA cromosomale genomico (mediamente 1,5) abbiamo
invece un numero molto più elevato di DNA plasmidico (fino a
centinaia).
Il fatto che si abbia un controllo più o meno stretto sul numero
di copie dipende dalle caratteristiche dell’origine di
replicazione del DNA plasmidico tutti i DNA plasmidici che
sono volti al clonaggio (vettori di clonaggio del DNA) sono dei
vettori ad alto numero di copie.
I vettori di espressione di proteine sono invece
caratterizzati da un minor numero di copie e si replicano nella
cellula molto meno efficacemente la loro funzione è
un’altra contengono elementi che servono per dirigere la
produzione della proteina di interesse. (poche decine di copie
di DNA plasmidico, massimo un centinaio).
Le cellule di E. coli per poter essere trasformate richiedono un
pre trattamento . Infatti di per se queste cellule non possono
essere trasformate da DNA ambientale perché non posseggono
sulla loro membrana esterna dei macchinari molecolari che
siano adeguati alla internalizzazione del DNA.
Per rendere le cellule di E. coli in grado di essere trasformate
da DNA ambientale devono essere sottoposte ad un
competenza
procedimento con cui le cellule acquisiscono una
alla trasformazione .
I trattamenti che rendono le cellule competenti hanno due
funzioni:
1. Ridurre la carica di cui sono dotate le molecole di DNA,
che possiamo considerare dei poli anioni (per la presenza
del gruppo fosfato abbiamo molte cariche negative)
perché l’ostacolo nell’internalizzazione è dato dal fatto
che anche le membrane cellulari sono dotate di cariche
negative.
2. Superare l’assenza di meccanismi molecolari adeguati
per il traporto di DNA .
I procedimenti con cui si rende possibile lo stato di
competenza in cellule di E. coli sono stati individuati negli anni
CaCl2
70 da Mandel e Higa batteri trattati con soluzioni di
shock termico
(cloruro di calcio) e riscaldati velocemente( ),
potevano essere trasformati con DNA esogeno; quindi questo
trattamento conferiva ai batteri un transiente stato di
“competenza”.
Nel corso degli anni sono stati fatti diversi tentativi per
migliorare l’efficienza di trasformazione. Le tecniche più
utilizzate oggi sono:
Trasformazione per CaCl2
✓ utilizzo di cationi divalenti
che schermano le cariche negative del DNA.
Elettroporazione
✓ si inducono e si generano dei micro pori
In entrambi i casi prima si parte da colture di cellule di E.coli
coltivate in condizioni ottimali e si segue la coltura nel corso
della curva di crescita, avendo cura di utilizzare delle cellule
fase di crescita esponenziale.
che si trovano in una
In questa fase le cellule hanno una parete cellulare non spessa
e sono più frequenti sulla membrana plasmatica dei pori di
discontinuità del doppio strato fosfolipidico attraverso cui si
verifica l’accesso della molecola di DNA nella cellula.
TRASFORMAZIONE CON SALI O DMSO : la procedura è
facilita se le cellule sono sottoposte ad un breve shock
termico tutta la procedura avviene a 0°C (tenute sempre in
ghiaccio) con l’obiettivo di mantenere la situazione in cui
produco i pori e li lascio permeabili rispetto alle molecole e
poi sottopongo ad uno shock termico il procedimento dura
circa due ore
ELETTROPORAZIONE : si pongono le cellule in un mezzo in
cui sono presenti degli ioni che si trovano da un lato e
dall’altro della membrana. Le cellule si trovano in un campo
elettrico, tra due piastre (e quindi c’è differenza di potenziale)
e gli ioni per effetto di applicazione del campo elettrico,
pathway ionici
segregano e si creano dei ci vuole
mezz’ora/un’ora
elettroporatore o gene pulser
Struttura di un : si usa una
sospensione cellulare in cui è presenza il DNA o il farmaco
all’interno di una cuvetta che ha dei lati rivestiti di materiale
metallico che serve per condurre l’impulso che parte da un
alimentatore. Le due piastrine metalliche sono poste a
contatto con la sospensione di cellule.
Per molte specie meno conosciute il metodo chimico non è
possibile e l’elettroporazione è l’unica alternativa per trasferire
DNA nelle cellule.
Selezione e screening
Bisogna distinguere le cellule che sopravvivono da quelle che
effettivamente contengono il DNA di interesse si fa un
SELEZIONE E SCREENING
procedimento di che consente di
isolare i trasformanti che hanno le caratterische di interesse,
quelle che hanno internalizzato il gene of interest.
Selezione = necessità dipendente dall’inefficienza della
reazione di ligasi e di trasformazione batterica e prevenire la
crescita delle non trasformate (senza vettore).
È possibile perché tutti i vettori che utilizzerò contengono
marcatore di selezione
almeno un gene che codifica per un .
antibiotico
Questo conferisce resistenza ad uno specifico (es:
ampicillina o tetraciclina).
I terreni su cui le cellule vengono fatte crescere a seguito del
processo di trasformazione sono dei terreni solidi (piastre) che
contengono un terreno ricco adeguato a sostenere una
crescita intensa da parte dei trasformanti ma contengono
anche un antibiotico che deve essere lo stesso indicato nella
mappa del plasmide.
Ciò significa che solo cellule trasformate che contengono il
gene codificante per la beta-lattamasi (enzima responsabile
della resistenza all’ampicillina), che dipende dall’
internalizzazione del DNA plasmidico, saranno in grado di
sopravvivere nel terreno contenente l’agente di selezione.
Perché questo meccanismo funzioni il ceppo ricevente non
deve avere di per sé alcuna capacità di sopravvivere a quel
determinato antibiotico.
PS: nelle piastre ogni puntino è una colonia generata dalla
riproduzione clonale di un singolo trasformante tutte le
cellule di una colonia hanno le stesse caratteristiche.
La selezione non discrimina le cellule batteriche trasformate
col vettore plasmidico da quelle col vettore contenente
l’inserto genico clonato
Tutti i trasformanti selezionati con il marker di selezione
screening
contengono il costrutto di interesse? faccio lo
per distinguere le caratteristiche dei cloni.
Uno dei metodi di screening che possiamo usare è la selezione
operone lac
bianco-blu che si basa sul funzionamento dell’ .
L’operone lac è un sistema di regolazione dell’espressione di
una sequenza di geni che si trovano sotto il controllo di un
repressorequesto quando si lega nella regione dell’operatore
(che si trova vicino a promotore ovvero la regione in cui si lega
la molecola di RNA polimerasi) non consente la sintesi di geni
definiti geni strutturali.
I geni strutturali hanno a che fare con la sintesi della beta-
galottosidasi enzima deputato all’idrolisi del lattosio che può
essere utilizzato come fonte di carbonio dalle cellule di E. coli.
È una fonte di C meno preferita rispetto al glucosio se sono
presenti entrambe le molecole nel terreno di coltura le cellule
di E. coli usano il glucosio.
In presenza di lattosio e in assenza di glucosio, il lattosio
occupa i siti della molecola del repressore. Quando il lattosio
lega il repressore questo perde la possibilità di interagire con
la regione dell’operatore.
La molecola di RNA polimerasi può legare il promotore ed
essere attiva nella trascrizione dei 3 geni strutturali. lacZ
codifica per una galottosidasi, lacY per una permeasi (enzima
che consente il trasporto del lattosio nelle cellule) e lacA per
un’ acetil- transferasi (deputata al metabolismo del galattosio).
Questo meccanismo di regolazione dell’operone lac è stato
utilizzato per mettere appunto dei sistemi di screening.
il vettore pUC contiene il gene lacZ che codifica la beta-
galattosidasi, in grado di scindere il lattosio nei due
monomeriall’interno di questo gene è presente il polylinker,
in corrispondenza del quale avviene l’inserimento di DNA
esogenose un frammento di DNA viene inserito nella regione
del polylinker il codice di lettura per la beta-galattosidasi viene
interrotto e non può essere prodotta beta-galattosidasi
funzionale.
Se una cellula batterica viene trasformata dal solo plasmide
pUC (cioè dal vettore non ricombinante), in presenza di un
IPTG
induttore artificiale come l’ (isopropil-tiogalattoside), che
è un analogo del lattosio che però non viene metabolizzato, e
di un substrato cromogeno della beta-galattosidasi, come l’
X-gal , la betagalattosidasi scinde l’X-gal (viene idrolizzato) in
un prodotto colorato precursore dell’indacole colonie
batteriche quindi assumeranno un colore blu.
Se nel gene lacZ del plasmide vettore è stato inserito del DNA
estraneo, e quindi il vettore è diventato un vettore
ricombinante, le cellule batteriche trasformate non producono
più betagalattosidasi. Pertanto in presenza di IPTG (l’induttore
artificiale dell’operone lac) e di X-gal, quest’ultimo in
mancanza dell’enzima beta-galattosidasi non può essere più
trasformato nel precursore dell’indacole colonie batteriche
quindi, trasformate con un vettore ricombinante, saranno
bianche.
Processo di α-complementazione
Perché tutte le cellule non sono blu dato che anche se lacZ non
è attivo nel plasmide è presente comunque nel cromosoma
batterico? bisogna manipolare il background genetico delle
cellule.
Si utilizza un ceppo in cui viene alterato il gene wild type
(1024aa) che codifica per la beta galattosidasi.
I 1024 residui amminoacidici del gene corrispondono ad uno
solo dei protomeri che entrano nella costituzione della beta
galattosidasi attiva la proteina attiva ha una struttura
quaternaria ed è un tetramero.
Il primo dominio del wild type corrisponde a un dominio di
tetramerizzazione cioè è direttamente coinvolto nella
formazione del tetramero.
Non è necessario quindi produrre una delezione di tutto il gene
ma è sufficiente modificare la porzione N terminale del gene
perdendo in questo modo la capacità di tetramerizzare e
rendendo inattiva la beta galattosidasi eliminazione
aminoacidi 11-41 della β-gal produce un enzima NON
FUNZIONANTE
Il batterio selezionato per il clonaggio non sarà wild type, bensì
mutato di modo da poter produrre una sola subunit&ag