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GTP.)
Però, per poter far sì che la
traduzione possa avvenire in maniera
corretta c’è bisogno che ci sia un
orientamento di tutte le
macromolecole che occorrono per la traduzione, perché all’interno del citosol non
vi è un tRNA e una molecola di messaggero e un ribosoma, ma ce ne sono decine di
migliaia, che di continuo devono esssere tradotti (gli RNAmessaggeri) e le proteine
sintetizzate. (slide 33)
Biologia lezione-5
Allora occorre un orientamento per mettere tutto insieme e permettere che
avvenga la traduzione:
Ciò avviene nei RIBOSOMI. I ribosomi sono delle strutture
sovramacromolecolari, composti
da proteine RNA ribosomiali, che
presentano delle differenze ma
sono simili dal punto di vista
strutturale, sia nei batteri che
negli eucarioti, quindi in tutti gli
organismi.
Invece i virus, che non sono
viventi e non sono capaci di
sintetizzare, non hanno dei
ribosomi, ma hanno bisogno,
quando il parassita occupa una
cellula, di utilizzare il macchinario replicativo trascrizionale, per la maggior parte
delle volte, ma non sempre, del DNA in particolare, della cellula ospite.
Abbiamo parlato di piccole differenze, dunque…
Le due subunità, maggiore e minore, del ribosoma, sono tenute insieme solo
durante la sintesi proteica. Quindi subunità, che non sono ingaggiate da un mRNA e
non sono in attiva sintesi di proteine, sono staccate tra di loro. Esse vengono
identificate tanto nei batteri quanto negli eucarioti in base al coefficiente di
sedmentazione (indicato con S).
Biologia lezione-5
Nella slide 36 osserviamo le due subunità 50 S e 30 S, rispettivamente maggiore e
minore, per i procarioti.
Quando si combinano insieme, il coefficiente di sedmentazione non sarà
esattamente la somma dei due. Stessa cosa vale per gli eucarioti, dove le due
subunità sono in maggiore taglia, perché gli RNA ribosomiali negli eucarioti sono 4,
mentre sono solamente 3 nei procarioti, ma il contenuto di proteine cambia
moltissimo: le proteine, nei procarioti, sono 31 per la subunità minore e 21 per
quella maggiore (slide 37), la lettera L (large) sta per la subunità maggiore e S (small)
per quella minore. Negli eucarioti sono 50 e 33 e quindi saranno più di 80 proteine,
che servono solo da un punto di vista strutturale.
(slide 37)
Biologia lezione-5
Questo è un esempio di RNA ribosomiale procariotico: si tratta di strutture
tridimensionali grandi, stabili e si trovano proprio nel nucleo, nella parte centrale
del ribosoma (non il nucleo della cellula).
Nella parte centrale bianca del ribosoma, le proteine sono organizzate in periferia,
perché nei ribosomi la componente enzimatica, la funzione enzimatica del ribosoma
per la formazione del legame peptidico non è ad opera di enzimi di natura proteica,
ma di natura ad RNA. Cioè gli RNA ribosomiali sono quelli che catalizzano la
formazione del legame peptidico. Si ritiene che il maggior contributo dal punto di
vista della catalisi enzimatica sia data nei procarioti dal 23 S e negli eucarioti dal 28
S come RNA ribosomiale. Gli RNA che hanno funzione enzimatica prendono il nome
di RIBOZIMI. Le proteine ribosomiali e gli RNA ribosomiali si associano a formare la
subunità maggiore e la subunità minore nel nucleo e poi come tali vengono
Biologia lezione-5
esportati nel citosol e queste due subunità restano separate finché non arriva un
mRNA, che viene riconosciuto come tale e può cominciare la traduzione in proteine.
Da un punto di vista strutturale gli RNA ribosomiali presentano 3 differenti tasche,
che sono identificate da una sigla:
- Il sito A sta per aminoacil ed è la tasca in cui entra il nuovo tRNA, che poi si
appaierà correttamente con il codone dell’RNA, che scorre lungo questa
fenditura in direzione 5’ --+ 3’ per essere letto dai tRNA.
- Il sito P peptidil dove si trova il tRNA, che ha già alcuni degli amminoacidi
della catena polipeptidica neonascente.
- Una volta che è arrivato il nuovo amminoacido nella catena nascente da P
sarà passata ad A, P sarà scarico con tRNA e andrà nel sito di Exit.
Biologia lezione-5
Prima di parlare di come avviene la sintesi proteica, dobbiamo soffermarci su
particolari interruttori molecolari, perché le proteine che sono coinvolte nella
sintesi proteica e che sono essenziali affinché essa avvenga, sono appunto
proteine che appartengono a quell’enorme famiglia proteica, che va sotto il
nome di “GPTasi monomerica”, i quali sono anche interruttori molecolari.
Perché sono delle GTPasi?
Perché sono proteine che possono
esistere in due differenti conformazioni:
legate al GTP e generalmente attive
quando sono legate ad esso o legate al
GDP però inattive. Chi governa il fatto che siano a
conformazione GTP o GDP?
Due proteine, che sono specifiche per ogni GPTasi monomerica: una è la GAP,
il quale è un fattore che serve ad attivare la defosforilazione, l’idrolisi del GTP,
quindi lo spegnimento della funzione della specifica GTPasi monomerica. Poi
quest’ultima deve essere riaccesa ad un certo punto e in questo caso
intervengono le cosiddette GEF, i fattori di scambio nucleotidico, guaninico,
perché non c’è fosforilazione di GDP in GTP ma viene tolto GDP ed è inserita
una molecola di GTP dalla cellula. Sono molto importanti nella traduzione ma
anche in tantissimi altri processi cellulari.
Ritornando un attimo alla struttura dei ribosomi possiamo già iniziare a
capire come avviene la sintesi proteica…
La struttura tridimensionale corretta dei ribosomi è
stata risolta mediante la cristallografia a raggi x alla
fine del 99.
Già a partire dal 2000 si inizierà a studiare la sintesi
proteica nel dettaglio.
Meccanismo generale: Sito E, sito P e sito A. (stessa
slide di prima)
Biologia lezione-5 Nel sito A arriva il nuovo tRNA carico che
deve essere inserito.
Nel sito P abbiamo legato i 3 amminoacidi
legati al tRNA, il codone sarà legato al tRNA
tramite il suo gruppo carbossilico; quindi,
l’altro avrà il gruppo amminico libero.
Avviene la reazione attraverso la quale si
forma il legame peptidico tra il 3 e 4 e quindi
passa su quest’altro tRNA.
A questo punto c’è uno slittamento della
subunità maggiore sulla minore, in maniera
che si riorganizzi il ribosoma facendo
passare il tRNA, che oramai è scarico, nel
sito di Exit e questo porta la catena
polipeptidica nascente nel sito P.
Si rende libero di nuovo il sito A e un nuovo
codone sull’RNA sarà presente al livello di
quel sito in maniera da poter legare un
nuovo tRNA e ripetere questa operazione
fino a quando non si incontra un codone di
stop, che indica il termine della sintesi
proteica.
nel sito A arriva l'aa carico
nel sito P abbiamo legato tre aa di cui l'ultinmo
presenta il gruppo amminico libero
avviene dunque il legame tra questo e quello presente
nel sito A, c'è uno slittamento della subunità maggiore
su quella minore e il trna scarico va nel sito exit,
quello appena legato nel sito p ed il sito a sarà libero
per accogliere nuovi aa finchè non giunge un segnale
di stop
Come per gli mRNA, anche per le proteine ci sono 3 fasi: inizio, elongazione e lo
stop, cioè quando la proteina è completamente sintetizzata e può interrompersi il
processo di sintesi proteica.
La prima fase, quella di inizio della traduzione, è una fase molto delicata, perché è
quella in cui deve avvenire il riconoscimento di tutti i pezzi che devono comporre
poi il processo di sintesi proteica.
Biologia lezione-5
Tutte le proteine cominciano ad essere tradotte a partire dal codone AUG, cioè la
metionina.
Il tRNA carico con la metionina, ovvero il tRNA INIZIATORE è legato ad una piccola
GTPasi monomerica, che prende il nome di eIF2, perché è uno dei fattori di inizio,
negli eucariotici e nei procariotici, della traduzione.
È opportuno che sia già lì (eIF2). Però abbiamo detto che …
Nel ribosoma finché non arriva l’RNA, il fattore non è associato a subunità maggiore
e minore, allora si posiziona sulla subunità minore del ribosoma.
Quindi quella è una situazione preesistente al fatto che arrivi un mRNA, perché
tRNA e metionina con il fattore eIF2, sa già che se lì si legherà un mRNA, da lì si
comincerà dalla metionina.
A questo punto però c’è anche un altro problema: l’mRNA è stato riconosciuto come
tale ed esportato dal nucleo. Adesso però, nel citosol, l’insieme a centinaia di
migliaia o addirittura milioni di altre macromolecole, tra cui tantissimi RNA, i cui
si parte dal codone AUG.IL tRNA iniziatore è legato alla GTPasi monomerica elF2 (fattore d'inizio). il fattore si
trova sulla subunità minore finchè non arriva l'mRNA. PROBLEMA: mRNA deve essere riconosciuto una volta
arrivato nel citosol e portato al ribosoma
Biologia lezione-5
messaggeri rappresentano circa il 4%, deve essere riconosciuto e portato al
ribosoma. Per fare ciò, ovviamente, come segnali di
riconoscimento, ci saranno poly-A e CAP. Le due
proteine che riconoscono il poly-A e il CAP sono
rispettivamente degli eIF4E, anch’essi CAP (CBP:
cap binding protein), che saranno quelli che
legheranno l’altra CAP e la legheranno insieme agli
eIF4G. Essi saranno in grado di interagire con
eIF4E, ma anche con i fattori legati al poly-A. L’RNA
viene ciclizzato, ovviamente per la traduzione
torna ad essere lineare, ma questo step è
importante in modo che quei due fattori capiscano
che quello è realmente un mRNA e che deve essere
portato al ribosoma, ma il ribosoma non è ancora
associato. Il tRNA metionina iniziatore si posiziona
sulla subunità minore e portiamo mRNA in questa
posizione, ancora legato alla CAP.
Però occorre ancora un altro step di controllo, in
cui entra in gioco, in maniera molto più diretta, il
fattore di inizio eIF2, perché bisogna fare una
scannerizzazione dell’mRNA, ma ancora non siamo
certi che sia tale.
Infatti, potrebbe essere un RNA che casualmente
ha una poly-A e magari il CAP non è un CAP, ma la
proteina lo ha riconosciuto ugualmente.
Per essere un mRNA, esso deve avere una
caratteristica: un codone di stop e un codone di
inizio devono essere distanziati in maniera logica.
elF4E riconosce CAP e polyA. Verrà legata a questi anche gli elF4G, che interagiscono con elF4E e con fattori legati al<