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DA COSA E’ CAUSATA?
- ADDENSANTI ALIMENTARI: additivo utilizzato per migliorare aspetto, consistenza e
stabilità dei prodotti.
dolcificanti artificiali: edulcoranti utilizzati al posto dello zucchero per dolcificare sia
i cibi che le bevande. Il vantaggio è che se ne può usare una quantità inferiore
rispetto al saccarosio, perché sono più dolci; Un consumo eccessivo dei dolcificanti
artificiali aumenta il rischio di incorrere nell’obesità: Collegati al sovrappeso sono
soprattutto l’insulinoresistenza e i problemi a carico dell’apparato cardiocircolatorio.
Differenti sono gli studi che dimostrano come gli eccessivi chili di troppo rendano gli
individui più suscettibili anche allo sviluppo di alcune forme di tumore. Queste
sostanze usate per dolcificare artificialmente non fanno altro che abituare il palato a
preferire cibi dolci, per cui se si mantiene l’abitudine al dolce, si incorre più
facilmente nel rischio di ingerire bevande e cibi ipercalorici. Complessivamente,
quindi, la conseguenza a cui ci espongono i dolcificanti artificiali è costituita
dall’effetto ingrassante. Es. aspartame, saccarina
bromato di potassio KBrO3: viene aggiunto alle farine per favorire la lievitazione, per
rafforzare gli impasti e per rendere più invitante il colore del pane. Il bromato di
potassio è una sostanza dannosa sia per l’uomo che per gli animali poiché dei test di
laboratorio hanno rivelato la sua nocività per la salute e la sua capacità di
danneggiare il Dna e le membrane cellulari.
parabeni: utilizzati come conservanti in alimenti quali: Verdure cotte, Maionese,
Sottoaceti,
Bibite addizionate con anidride carbonica, Birra, Prodotti da forno. Alcuni studi hanno
rivelato che interferiscono con il sistema ormonale e soprattutto degli estrogeni
(ormoni femminili) causando infertilità, disfunzioni erettili maschili e tumore al seno;
inoltre, come tutti i composti chimici, i parabeni possono avere effetti collaterali:
allergie, dermatiti o irritazioni della pelle (che aumenta con l’esposizione ai raggi
solari) poiché, dato il grande utilizzo in un numero sempre maggiore di prodotti, è
possibile che provochino sensibilizzazione.
- METALLI PESANTI: l’utilizzo di fertilizzanti chimici e di potenti pesticidi (tipico della
coltivazione industriale su larga scala) espone frutta e verdura a un alto rischio di
inquinamento da metalli pesanti
Mercurio: è un elemento chimico con simbolo Hg e numero atomico 80. Si tratta di un
metallo di transizione pesante, avente colore argenteo. È uno dei pochi elementi della
tavola periodica a essere liquido a temperatura ambiente, può contaminare alcuni cibi,
come il rene e il fegato della selvaggina o i cereali e i funghi cresciuti in terreni inquinati.
La maggiore fonte di assunzione è rappresentata dal pesce, in particolar modo da quello
pescato in zone marine contaminate. Più grandi e vecchi diventano i pesci, più mercurio
possono aver assorbito durante la vita. Ecco perché i pesci predatori, i mammiferi marini e
gli uccelli hanno concentrazioni più elevate di mercurio rispetto alle creature direttamente
esposte all'inquinante. I pesci a più elevata concentrazione di mercurio sono i grandi
predatori (tonno, pescespada, verdesca) che accumulano dosi maggiori della sostanza. I più
sicuri, al contrario, sono i pesci di piccola taglia e quelli di allevamento, come il salmone,
l'orata, la spigola, il pesce gatto e la trota. Le donne incinte sono le più esposte al problema,
poiché il mercurio può comportare alterazioni nello sviluppo cerebrale del feto. Negli adulti,
l'esposizione cronica provoca alterazioni neurologiche, con comparsa di paure,
allucinazioni, amnesie, fino a provocare una sintomatologia esattamente sovrapponibile
alla sclerosi multipla.
Arsenico: L'arsenico è l'elemento chimico di numero atomico 33. Il suo simbolo è As.
È un non metallo che si presenta in tre forme allotropiche diverse: gialla, nera e grigia. I suoi
composti hanno trovato impiego, in passato, come erbicidi ed insetticidi. È inoltre usato in
alcune leghe. L'arsenico è un elemento assai diffuso in natura; lo ritroviamo nel suolo, nelle
rocce, nell'acqua, nell'aria ed in quasi tutti i tessuti animali e vegetali. Non stupisce, quindi,
che ogni giorno l'uomo introduca una piccolissima quota di arsenico attraverso l'ingestione
di bevande e alimenti vari. Oggi, l'impiego dell'arsenico è stato notevolmente
ridimensionato per la possibilità che possa in qualche modo accumularsi nella catena
alimentare e causare intossicazioni; i più a rischio sono i molluschi, i crostacei e le alghe
marine. L'arsenico viene perlopiù considerato un agente carcinogeno ed è ben
documentata la correlazione tra esposizione cronica e cancro al polmone e alla pelle; una
volta ingerito si accumula nella cheratina dei peli e dei capelli. dà una sintomatologia
inizialmente digestiva (dolori addominali, vomito diarrea...), seguita da gravi disordini
epatici e renali, collasso cardiocircolatorio e coma;
Alluminio: L'alluminio è un elemento chimico della tavola periodica degli elementi con
numero atomico 13. Il suo simbolo è Al; si tratta di un metallo duttile color argento.
Trattandosi di un elemento ubiquitario, l'alluminio si trova nel suolo e nelle acque di tutto il
globo. Ciò significa che la maggior parte dei cibi lo contiene “almeno”, facendolo entrare
quotidianamente nell'organismo umano. Piccole quantità di alluminio non causano alcun
tipo di lesione ma, nel corso del tempo, questo metallo potrebbe accumularsi nei tessuti.
L'alluminio può contaminare gli alimenti durante la loro preparazione poiché è un metallo
abbastanza tenero e se raschiato, cede facilmente piccoli frammenti che “sporcano” i cibi.
Inoltre, l'alluminio tende a reagire con i cibi acidi come la frutta, gli ortaggi, l'aceto, ed il
vino (soprattutto in presenza di calore). Questa interazione chimica favorisce l'erosione del
metallo e ne promuove il passaggio dentro gli alimenti.
I cibi che contribuiscono maggiormente all'assunzione di alluminio sono: cereali e derivati
(come pane, dolci, biscotti e pasticceria), verdure (spinaci, rafano e lattuga), funghi,
bevande (tè e cacao); l'assunzione alimentare di alluminio è 1mg/kg di peso corporeo alla
settimana. Oltre questo limite non è escluso che possa creare problemi alla salute. La
tossicità dell'alluminio colpisce il sistema muscolo-scheletrico ed il cervello, causando:
debolezza muscolare, dolore alle ossa, osteoporosi, alterazioni fetali, ritardo della crescita