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BEMOLLI
Il circolo delle quinte si muove nel senso opposto, verso il grave.- Dal DO maggiore scendo di 5 gradi e arrivo verso il FA maggiore che ha SIb;
- SIb maggiore che ha SIb e MIb in chiave;
- Si arriva al MIb che ha in chiave SIb MIb e LAb;
- Andando indietro si arriva verso il LAb maggiore con SIb Mib LAb REb;
- Altro salto di 5 e si arriva al REb che ha SI MI LA RE SOL bemolli;
- Dal REb si arriva al SOLb maggiore che ha 6 bemolli cioè SI MI LA RE SOL DO;
- Arriviamo in fine al DOb maggiore con SI MI LA RE SOL DO FA bemolli.
TRUCCO
Si prende il penultimo bemolle in chiave (es. SIb maggiore ha come penultimo bemolle SIb) e quello rappresenta la tonica della scala maggiore di riferimento. Tranne la scala di FA maggiore che ha solo un SIb.LEZIONE 6
LA CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVALLI
Si può misurare la distanza di toni e semitoni che intercorre tra un suono e l'altro, questa distanza prende il nome di intervallo. Un intervallo èUna distanza intertermini di altezza che intercorre tra due note. Gli intervalli possono essere classificati.
- I suoni eseguiti uno di seguito all'altro = intervallo melodico;
- Due suoni eseguiti simultaneamente = intervallo armonico, importante per la formazione degli accordi.
Modalità di classificazione
- Primo livello: numerico Gli intervalli hanno una prima definizione che riguarda il numero di note comprese tra la nota più acuta a quella più grave (non importa da che nota si parte, basta che sia un intervallo tra due, tre o più note) e viceversa.
- Intervallo di unisono: DO e DO (pseudo-intervallo, usato quando due voci o più strumenti suonano la stessa nota allo stesso tempo)
- Intervallo di seconda: DO e RE (2 semitoni/1 tono)
- Intervallo di terza: DO e MI (4 semitoni/2 toni)
- Intervallo di quarta: DO e FA (5 semitoni/2 toni e mezzo)
- Intervallo di quinta: DO e SOL (7 semitoni/3 toni e mezzo)
- Intervallo di sesta: DO e LA (9 semitoni/4 toni e
Intervallo di settima: DO e SI (11 semitoni/5 toni e mezzo)
Intervallo di ottava: DO e DO (12 semitoni/6 toni)
Non tutti gli intervalli (di seconda, terza ecc.) sono uguali perché si possono usare sia note naturali sia note alterate. Se andiamo a misurare toni e semitoni di questi intervalli appare più ampio l'intervallo DO-MI con 2 toni mentre l'intervallo DO-MIb ha un intervallo di 1 tono e mezzo. Nel primo caso sarà un intervallo di 3 maggiore mentre la seconda sarà un intervallo di 3 minore.
Una terza maggiore è un intervallo tra due toni, una terza minore è un intervallo di un tono e mezzo. Seconda, terza, sesta e settima possono essere intervalli maggiori o minori.
Se si mette DOb + LA naturale allora diventa una sesta aumentata o eccedente (se fosse SI sarebbe una settima); se mettiamo il DOb e il LA# essa si chiama sesta più che eccedente;
L'aumento o la diminuzione di un semitono dei suoni di un intervallo portano
All'alterazione degli intervalli, i quali possono prendere il nome di eccedenti, più che eccedenti, diminuiti e più che diminuiti.
Maggiore - 1s = mMinore + 1s = MMaggiore + 1s = EMaggiore + 2s = +EMinore – 1s = D (es. LAbb + DO#) > minore meno un semitono è uguale a una sesta diminuita.Minore –2s = +D
Le quarte, le quinte, le ottave (e l'unisono) si definiscono intervalli giusti poiché se prendiamo come riferimento le scale maggiori o minori all'interno delle quali si collocano vediamo che sono identici tanto per la scala maggiore quanto anche per quelle minori. Hanno lo stesso numero di semitoni e anche questi possono essere allargati o ristretti, se si allarga un intervallo giusto diventa eccedente. Questi intervalli non possono mai essere maggiori o minori. Giusto + 1s = Eccedente, G - 1s = D, e anche G + 2s = +E, stesso discorso per il diminuito ovvero G – 2s = +D.Es. intervallo di quarta giusta DO – FA
Perché se si prende la scala di DO maggiore, la tonica DO, si arriva al FA ovvero il quarto grado; Allo stesso modo, prendendo come riferimento la scala di DO minore l'intervallo sarà lo stesso.
Es. LAb + DO# = 3ESOL# + REb = 5+D
INTERVALLI CONSONANTI E DISSONANTI
- Consonante: quando la sua sonorità nel complesso da un senso di stabilità e compiutezza, ne sono un esempio gli intervalli giusti, le terze, le seste maggiori e minori;
- Dissonante: quando il suono che viene prodotto risulta instabile ed incompleto, dunque per essere "risolto" ha bisogno di essere seguito da un intervallo consonante, ne sono un esempio gli intervalli eccedenti, diminuiti, le seconde, le settime e le none maggiori e minori;
- Eccezione: l'intervallo di quarta giusta è dissonante quando è isolato, ma se come nota più grave in esso troviamo una terza o una quinta giusta, allora esso risulta consonante.
LEZIONE 7
Esempi di intervalli
Nei brani musicali ed esercizi. Le virgole al di sopra del pentagramma rappresentano un attimo di respiro nel canto.
TRASPORTO = Quando un brano viene eseguito o riscritto in una tonalità differente da quella originaria, l'importante è che il rapporto tra le note sia lo stesso. Es. brano in DO maggiore > si può suonare anche in SIb maggiore.
INTERVALLI COMPLEMENTARI Se partiamo da un intervallo e trasportiamo una delle note di un'ottava, otteniamo gli intervalli complementari, cioè quelli che noi formiamo all'interno di un'ottava. Se noi partiamo da un intervallo giusto, il suo corrispettivo sarà un intervallo giusto. Gli intervalli complementari addizionati devono dare sempre nove, quindi: prima + ottava, seconda + settima, terza + sesta, quarta + quinta.
ATTENZIONE! > L'intervallo complementare di un maggiore sarà minore, se è minore sarà maggiore, mentre se è eccedente sarà diminuito e viceversa.
Se è giusta la sua complementare sarà giusta. Es. da DO-SOL a SOL-DO LEZIONE 8 TRASPORTO: dal punto di vista dell'orecchio sostanzialmente teniamo a mente delle successioni di intervalli che possono essere riproposti in diversi intervalli, si mantiene inalterata l'ampiezza dell'intervallo stesso. Può essere di una linea melodica o intervallo, da una scala all'altra. Pratica attraverso la quale si riscrive un brano da una tonalità all'altra utilizzando una scala differente. Ciò però implica che i rapporti intervallari tra una nota e l'altra debbano essere identici. Il trasporto può servire quando si intona con la voce, in maniera più adeguata a seconda di chi sta cantando, oppure a seconda dello strumento utilizzato. Anche questo aspetto ha delle conseguenze e nasce da esigenze molto pratiche. Esercizio: alzare di un tono un brano o abbassare di un tono un brano. LE TRIADI Mettere insieme dei suoni di modoche possano formare intervalli armonici, ovvero accordi. Una triade è un accordo composto dalla sovrapposizione di tre note, ossia due intervalli armonici di terza che non sono casuali, alcuni sono classificabili e altri no. Questi intervalli di terza vanno ordinati a seconda di alcune regole. Queste note hanno dei nomi: la 1 è FONDAMENTALE ovvero la più grave e dà il nome all'accordo, a distanza di una terza c'è la terza nota e poi andando avanti abbiamo la quinta. Es. DO + MI + SOL > DO + MI = TERZA > DO + SOL = QUINTA. E se alterassi una delle tre note? Per esempio SOLb. L'accordo rimane una triade ma cambia graficamente e anche di suono. La prima triade è una terza maggiore, la seconda triade è una terza minore. Quando noi sovrapponiamo una terza maggiore con una terza minore noi otteniamo una triade maggiore, se questo ordine si inverte allora otterremo una triade minore. Oppure si potrebbe descrivere terza maggiore.(DO + MI) + quinta giusta (DO +SOL), oppure terza minore + quinta giusta.
La differenza acustica è che una ha una maggiore ampiezza di suono, mentre l'altra è più ristretta.
Es. MIb + SOL+ SIb o MIb + SOLb + SIb
Se si sovrappongono due terze minori si ottengono le triadi diminuite.
Es. DO + MIb + SOLb
Se si sovrappongono due triadi maggiori allora si ottiene una triade eccedente.
I RIVOLTI
Però ci può essere che la triade non sia sempre scritta nella sua forma standard, con la nota fondamentale al basso, si possono ricombinare i suoni in un altro modo spostando la triade di un'ottava sopra.
Es. DO + MI + SOL diventa MI + SOL + DO > cosa succede spostando la fondamentale? Ottengo una triade maggiore rivoltata o in primo rivolto, la nota fondamentale diventa più acuta mentre la terza nota diventa più grave.
SOL + DO + MI (secondo rivolto) > si sposta all'acuto
Es. FA# LA# (3M) DO# (3m) > triade maggiore
Es MIb + SOL + SI
triade eccedente (sono due terze maggiori)
Es. LA DO# MItriade maggiore (una maggiore + una minore)
Es. LA DO FAprimo rivolto della triade fondamentale
FA LA DO
Es. SOL SIb RE = f
SIb RE SOL = 1r
RE SOL SIb = 2rLe triadi si trovano dentro le scale, su ogni grado di una scala possiamo costruire una triade.
IL RADDOPPIO (libro)
Generalmente, la lettura di uno spartito comprende quattro voci (soprano, contralto, tenore, basso),dunque è da prassi aggiungere una quarta nota alle tre che formano l'accordo di triade. Questa pratica èdetta raddoppio e consiste nell'aggiunta di una nota, ovvero la fondamentale ripetuta, un'ottava o due piùin alto. Es. DO – MI – SOL – DO. A volte però è comune che la nota ripetuta non sia necessariamente lafondamentale, ma può essere anche la terza o la quinta.LEZIONE 9
LETTURA DI UNO SPARTITO
In una partitura a quattro voci (basso, tenore, contralto, soprano),
È bene ricordare la divisione in due pentagrammi: con la chiave di basso si indica la partitura per voci di basso (note con i gambi rivolti verso il basso) e tenore (note con i gambi rivolti verso l'alto); con la chiave di violino si indica la partitura per contralto (gambi delle note rivolti verso il basso) e soprano (gambi delle note rivolti verso l'alto).
P = pianto > dinamica del brano
Forcella < crescendo > diminuendo = danno sonorità che aumenta di volume e che poi pian piano diminuisce
Accenti = eseguire quelle note in maniera più forte/accentuata
II:II con doppia linea verticale una più scura e una più sottile > è un segno che ci indica “ritornello” cioè che quella parte del brano si ripete. Se le due linee sono senza i puntini allora vuol dire conclusione del brano.
Per capire la tonalità del brano (maggiore o minore) si guarda l'inizio e la fine del brano.
Il compositore scompone le triadi
(accordi) in ar