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Massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta

Qualunque azienda tende a pianificare una strategia che renda massima la differenza tra ricavi e costi totali in un dato periodo. Massimizzare il profitto significa rendere l'utile il più elevato possibile. Perciò si tende a ridurre costi e sprechi per ottenere i ricavi più alti possibili.

In un mercato di concorrenza perfetta che in termini di benessere sociale tende alla soddisfazione delle imprese e dei consumatori, è il mercato che fissa il prezzo. L'incontro tra domanda ed offerta stabilisce i prezzi che rappresentano una variabile su cui agire per massimizzare il profitto. In un mercato di concorrenza perfetta, all'impresa conviene produrre almeno finché il prezzo di mercato non riesce ad eguagliare il ricavo marginale.

La massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta si ha nel punto in cui il costo marginale CM eguaglia il ricavo marginale RM. L'azienda può massimizzare il profitto agendo solo

sulla quantità prodotta. Massimizzare i profitti per una certa quantità di prodotti implica sempre una minimizzazione dei costi. La massimizzazione del profitto si verifica nel punto in cui la curva del RT e la curva del CT hanno la massima pendenza. In termini matematici questa condizione si verifica quando la derivata prima del CT (CM) è uguale alla derivata prima del RT (RM) rispetto alla quantità di produzione (q). Perciò, in concorrenza perfetta la massimizzazione del profitto si verifica quando il CM eguaglia il RM. L'eguaglianza tra CM e RM è la condizione di ottimo per la singola impresa. In particolare, l'eguaglianza RM = CM è la condizione di ottimalità di primo ordine per la massimizzazione del profitto. La condizione di ottimalità di secondo ordine consiste nel fatto che la curva del CM sia crescente nel punto di ottimo. La massimizzazione del profitto può essere analizzata su diagramma cartesiano.di produzione si ottiene uguagliando il ricavo marginale (RM) al costo marginale (CM). In altre parole, il punto di massimizzazione del profitto si verifica quando il ricavo aggiuntivo generato dalla vendita di un'unità in più di prodotto è uguale al costo aggiuntivo sostenuto per produrre quell'unità in più. Nel caso di un mercato di concorrenza perfetta, il prezzo di vendita è determinato dal mercato stesso e le imprese sono price-taker, ovvero non hanno il potere di influenzare il prezzo. Di conseguenza, il prezzo di vendita coincide con il ricavo marginale e l'impresa può massimizzare il profitto solo scegliendo la quantità di produzione ottimale. In un contesto di concorrenza perfetta, il ricavo marginale è una retta parallela all'asse delle ascisse, con un valore costante uguale al prezzo di mercato. Questo significa che il ricavo marginale non dipende dalla quantità venduta, ma rimane costante. La condizione di massimizzazione del profitto si ottiene quindi uguagliando il ricavo marginale al costo marginale. Questo punto di intersezione tra la curva del ricavo marginale e la curva del costo marginale rappresenta la quantità di produzione ottimale per massimizzare il profitto. In sintesi, in un mercato di concorrenza perfetta, il punto di massimizzazione del profitto si ottiene quando il ricavo marginale è uguale al costo marginale, e il prezzo di vendita è determinato dal mercato stesso.di prodotti implica sempre quella di minimizzazione dei costi di produzione per quella quantità di prodotti. Non vale, invece, la relazione inversa. La produzione di una quantità di prodotto al minimo costo (minimizzazione dei costi) non implica necessariamente la massimizzazione del profitto. Ad es., le imprese senza fini di lucro rispettano il principio di economicità (efficienza) della minimizzazione dei costi senza tuttavia perseguire la massimizzazione del profitto. Riepilogo La teoria dell'offerta spiega quanto output le imprese riescono a produrre e garantire al mercato. Esistono 3 tipi di imprese: individuali, società di persone e società di capitali. Le società di capitali sono in genere le più grandi. Le società di capitali sono di proprietà degli azionisti ma sono gestite dai consigli di amministrazione. Gli azionisti hanno una responsabilità limitata. I soci delle società di persone e gli imprenditori

Le imprese individuali sono personalmente e illimitatamente responsabili.

Il ricavo è quanto ottiene un'impresa dalla vendita di un bene o servizio.

I costi sono le spese nelle quali incorre l'impresa che produce i beni o servizi.

I profitti sono la differenza positiva tra ricavi e costi.

I costi dovrebbero includere anche i costi opportunità di tutte le risorse impiegate nella produzione. Il costo opportunità è il rendimento che un input può garantire nel migliore impiego alternativo.

La contabilità aziendale dovrebbe tenere conto del tempo e delle energie dell'imprenditore in termini di rendimenti nei possibili impieghi alternativi. Un'analisi simile potrebbe essere fatta anche per gli impieghi alternativi del capitale finanziario utilizzato per l'attività imprenditoriale.

L'extra profitto o profitto economico eccede i costi contabili e quelli misurati come benefici o rendimenti monetari da impieghi alternativi.

imprese hanno come obiettivo la massimizzazione del profitto. Le imprese che registrano perdite scompaiono progressivamente dal settore e dal mercato. La massimizzazione del profitto implica la minimizzazione dei costi totali. La scelta del volume ottimo di produzione dipende dall'analisi del costo marginale e del ricavo marginale. Il costo marginale è la variazione del costo totale in ragione di un'unità addizionale di prodotto. Il ricavo marginale è la variazione del ricavo totale in ragione di un'unità addizionale di prodotto venduto. Il profitto è massimo per quel volume di produzione per il quale il costo marginale eguaglia il ricavo marginale. A parità di ricavo marginale, un aumento del costo marginale riduce il volume ottimo di produzione. A parità di costo marginale, uno spostamento verso destra del ricavo marginale aumenta il volume ottimo di produzione. ATTENZIONE: Qualunque azienda tende a pianificare una strategia cherenda massima la differenza tra ricavi e costi totali in un dato periodo. Massimizzare il profitto significa rendere l'utile il più elevato possibile. Perciò si tende a ridurre costi e sprechi per ottenere i ricavi più alti possibili. In un mercato di concorrenza perfetta, che in termini di benessere sociale tende alla soddisfazione delle imprese e dei consumatori, è il mercato che fissa il prezzo. L'incontro tra domanda ed offerta stabilisce i prezzi che rappresentano una variabile su cui agire per massimizzare il profitto. In un mercato di concorrenza perfetta, all'impresa conviene produrre almeno finché il prezzo di mercato non riesce ad eguagliare il ricavo marginale. La massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta si ha nel punto in cui il costo marginale (CM) eguaglia il ricavo marginale (RM). L'azienda può massimizzare il profitto agendo solo sulla quantità prodotta. Massimizzare i profitti per una certaquantità di produzione. La condizione di massimizzazione del profitto si verifica quando il costo marginale (CM) è uguale al ricavo marginale (RM). In altre parole, il profitto è massimizzato quando il costo aggiuntivo di produrre un'unità in più è uguale al ricavo aggiuntivo generato da quella stessa unità. La condizione di ottimalità di primo ordine per la massimizzazione del profitto si verifica quando il CM è uguale al RM. Questo significa che la derivata prima del costo totale (CT) rispetto alla quantità di produzione (q) è uguale alla derivata prima del ricavo totale (RT) rispetto alla quantità di produzione. In termini matematici, questa condizione può essere espressa come: CM = RM La condizione di ottimalità di secondo ordine per la massimizzazione del profitto richiede che la curva del CM sia crescente nel punto di ottimo. Questo significa che il costo marginale deve aumentare all'aumentare della quantità di produzione. La massimizzazione del profitto può essere analizzata anche su un diagramma cartesiano, osservando l'andamento delle curve del CM e del RM in relazione alla quantità di produzione. Quando le due curve si intersecano, si raggiunge il punto di massimizzazione del profitto. In conclusione, la quantità di prodotti influisce direttamente sulla minimizzazione dei costi e la massimizzazione del profitto si verifica quando il CM è uguale al RM..Il punto di massimizzazione del profitto si ottiene nel punto di incontro della curva dei con la curva dei . In un mercato di concorrenza perfetta, il prezzo di vendita (

) di un bene è determinato dal mercato e le imprese sono price-taker.In tali circostanze, il prezzo eguaglia il e un'impresa può massimizzare il profitto agendo esclusivamente sulla scelta della quantità di produzione.In concorrenza perfetta la massimizzazione del profitto è quindi, una funzione ad una sola variabile indipendente (la quantità di produzione). In concorrenza perfetta, il ricavo marginale eguaglia il prezzo di mercato e il prezzo è una variabile costante, indipendente dalle quantità vendute. Il ricavo marginale () è, pertanto, una retta parallela all'asse delle ascisse pari al prezzo (

).La condizione di massimizzazione dei profitti per una data quantità di prodotti implica sempre quella di minimizzazione dei costi diproduzione per quella quantità di prodotti. Non vale, invece, la relazione inversa. La produzione di una quantità di prodotto al minimo costo (minimizzazione dei costi) non implica necessariamente la massimizzazione del profitto. Ad es., le imprese senza fini di lucro rispettano il principio di economicità (efficienza) della minimizzazione dei costi senza tuttavia perseguire la massimizzazione del profitto. 6) LA TEORIA DELL'OFFERTA E TECNOLOGIA E COSTI Introduzione Le imprese che tendono a massimizzare il profitto scelgono il volume di produzione che corrisponde all'uguaglianza tra costo e ricavo marginale. Se, in queste condizioni, il profitto economico è positivo, l'impresa ha convenienza a produrre. Se invece il profitto è negativo, l'impresa deve valutare se la sospensione dell'attività produttiva non consenta di ridurre le perdite. Occorre distinguere tra la scelta del volume di produzione di un'impresa incondizioni tecnico-produttive di breve periodo e di lungo periodo. In particolare: - perché i costi di produzione hanno andamenti differenti quando l'impresa opera in condizioni tecniche di breve periodo, in presenza di significativi vincoli nell'organizzazione produttiva - e quando opera in condizioni tecniche di lungo periodo, senza ostacoli tecnici a un adattamento dell'organizzazione produttiva a cambiamenti della domanda e/o dei prezzi dei fattori produttivi. La figura sintetizza i concetti che utilizzeremo. Si distinguono: 1. La decisione dell'impresa riguardo al volume di produzione analizzata nel breve e nel lungo periodo 2. Si analizzano le determinanti dei costi di produzione La funzione di produzione Un fattore di produzione (o input) è un bene o servizio utilizzato per l'ottenimento di un prodotto (od output). I fattori di produzione possono essere costituiti da servizi lavorativi, informazioni, impianti, edifici, materie prime ed energia.

I fattori produttivi necessari per l'ottenimento di un prodotto sono:

  • La terra: comprende tutte le risorse naturali utilizzate nella produzione, come il suolo, l'acqua e le risorse minerarie.
  • Il lavoro: rappresenta l'apporto umano alla produzione, compreso il tempo e l'energia dedicati alla realizzazione del prodotto.
  • Il capitale: si riferisce agli strumenti, alle macchine e agli edifici utilizzati nella produzione.
  • L'impresa: è l'organizzazione che coordina e gestisce i fattori produttivi per ottenere il prodotto finale.
Dettagli
A.A. 2021-2022
182 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescomarzio_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di economia e marketing e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Giovanna Ferraro.