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Analisi 2
Funzioni a valori vettoriali
Limite
Si ha limt → t0 φ(t)= p se limt → t0 ||φ(t) - p|| = 0
Oss: Il limite si calcola componente per componente. p = (p1, p2, ..., pn) ∈ ℝn
Il limite limt → t0 φ(t)= p se e solo se ciascuna delle componenti tende a p; cioè: limt → t0 xi(t) = pi ∀ i = 1...n
Dim
m ∈ ℝ2
- Funzione a valori vettoriali φ(t)= (x(t), y(t))
- Punto limite p = (x0, y0)
||φ(t) - p||2 = (x(t) - x0)2 + (y(t) - y0)2
Dunque 0 ≤ (x(t) - x0)2 ≤ (x(t) - x0)2 + (y(t) - y0)2 e 0 ≤ (y(t) - y0)2 ≤ (y(t) - y0)2 + (x(t) - x0)2
Continuità
Def. ψ: I → ℝn è continua in un punto t0 ∈ I se limt→t0 ψ(t) = ψ(t0)
In particolare una funzione a valori vettoriali è continua se e solo se tutte le sue componenti sono funzioni continue.
Arco di Curva Continua
Def. Si chiama arco di curva continua o curva parametrica, una funzione continua a valori vettoriali
ψ: J → ℝn
Sostegno di una Curva
È l'immagine della funzione a valori vettoriali.
ψ: {t ∈ I | ⊆ ℝn}
Curve Chiuse e Curve Semplici
- Curva Chiusa: [a,b] → ℝn se ψ(a) = ψ(b)
- Curva Semplice: se ∀ t1, t2 ∈ [a,b] con t1 ≠ t2, si ha ψ(t1) ≠ ψ(t2) → semplice e iniettiva
- Curva Piana: ψ(c,b) → ℝ2 è in un piano che contiene nel suo sostegno
Curve Notevoli
Coniche: Ellisse, Parabola, Iperbole
Esempio di ellisse:
- Curva chiusa e semplice
- Parametrizzazione:
- x = a cos t
- y = b sin t
- con t ∈ [0, 2π] e a,b > 0
Equazione: x2/a2 + y2/b2 = 1
Retta tangente
P = γ(t0) + γ'(t0) (t - t0)
t ∈ R
Equazione parametrica della retta tangente ella curva γ nel punto γ(t0)
Condizione regolarita:
(γ'(t0) ≠ 0^―)
Curva regolare → definito il versore tangente
T = γ'(t0) / ‖γ'(t0)‖
Length infinitesimale:
ds = ‖γ'(t)‖dt
Generalizza condizione di regolarità
Arco di curva regolare a tratti
definisco arco di curva regolare a tratti, o semplicemente regolare, un arco di curva conttura γ: I → R^m t.c.
l'intervello I puo' essere suddiviso in un numero finito di sottinsiemi I1, I2, ..., Ik su ciascuno dei quali γ
e' regolare
Coordinate polari nel piano
- p > 0 è la distanza dall'origine
- θ ∈ [0, 2π]
⎧ x = ρ cos θ
⎨ y = ρ sin θ
⎩ ρ = √(x² + y²)
⎧ cos θ = x / √(x² + y²)
⎨ sin θ = y / √(x² + y²)
Simboli Derivabilità:
∂f/∂x |(x₀,y₀) = fx (x₀,y₀)
∂f/∂y |(x₀,y₀) = fy (x₀,y₀)
Funzione Derivabile
esempi calcolo derivate parziali:
- es: f(x,y) = x⁴ - xy - x2y³
- ∂f/∂x (x,y) = 4x³ - y - 2xy³
- ∂f/∂y (x,y) = - x³x2y²
- es: f(x,y) = sin(x y)
- ∂f/∂x (x,y) = y cos(x y)
- ∂f/∂y (x,y) = x cos(x y)
Vettore Gradiente
grad f(x₀, y₀) = ( ∂f/∂x |(x₀,y₀) , ∂f/∂y |(x₀,y₀) )
∇f (x₀,y₀)
Per una funzione di n variabili abbiamo un vettore di ℝⁿ con n derivate parziali, perciò il vettore gradiente avrà n componenti f (x₁, x₂, ..., xₙ) p₀ ∈ A
grad f(p₀) = ( ∂f/∂x₁ |(p₀), ∂f/∂x₂ |(p₀), ..., ∂f/∂xₙ |(p₀) )
Nota: |T v|| = |T| |v|| = |T|
Ti lo posso portare fuori
Ricavo
limT→0 (f(po+Tv) - f(po) )/T = < grad f(po), v > + o(||T||)
→ calcolo limite del rapp. di crescita
Conclusione:
(df/dv)(po) limT→0 (f(po+Tv) - f(po) )/T = < grad f(po), v >
CONSEGUENZE DELLA FORMULA DEL GRADIENTE
Il vettore gradiente nei punti dove non è nullo indica la direzione di max/min pendenza/crescita della funzione.
QUESTO è dato da CAUCHY - SWARTZ
(||u|| ||v||)
Se u e v sono 1, sarà 0.
Se u e v sono || ne prodotto scalare sarà il più grande possibile
Perciò posso avere crescita max e (con - davanti) crescita minima
PROPRIETÁ 2:
Il vettore gradiente è ortogonale alle linee di livello
vettore gradiente
c2 volte vettore posizione
tangente linea di livello - ortogonale al gradiente
Perchè per ipotesi del dominio, la funzione ψ(x) è definita almeno in un intorno contenente x0 (punto di massimo relativo).
Tuttavia ψ non è derivabile in x0, perchè fy(x0, y0) ≠ 0.
- Relativo estramum e in particolare è di max relativo per ψ(x0) perchè esiste un intorno I di y(x) ≥ f(x0, y0) ≤ f(x0, y0) = ψ(x0) ∀x ∈ I.
- Per Fermat in una variabile si ha ψ1(x0) = 0 cioè fx(x0, y0) = 0.
Analogamente studiando la funzione parziale ψ(y) = f(x0, y) si dimostra che
fy(x0, y0) = 0 —> grad f(x0) = 0̅
geometricamente considerare n = 2, po e’ punto critico ↔ il piano tangente è orizzontale.
RICERCA Max e MIN ASSOLUTI
- Prima di tutto devo verificare l’ipotesi, se la funzione è continua e se DOM è compatto e chiuso —> f ammette max e min.
- Se il punto di max o min si trovano all'interno allora → → estremo assoluto salvo che relativi.
- Se mettiamo anche l’ipotesi di derivabilità —> otteniamo i punti critici interni.
- I punti che ho trovato vanno studiati a parte.
3) Infine, quando ci sono bisogna studiare condizioni bordo e condizione finale.
Teorema: Condizione sufficiente del 2° ordine
Sia f: A → R e class C2 nell’aperto A ⊆ Rn e sia P0 ∈ A un punto critico (interno) di f. Allora:
- Se Hf(P0) è definita positiva → P0 è di minimo relativo
- Se Hf(P0) è definita negativa → P0 è di massimo relativo
- Se Hf(P0) è indefinita → P0 è di ...
- Se Hf(P0) è semidefinita → non ho conclusioni
Caso 2 variabili
Teorema:
Sia f definita in un aperto A di R2 e sia P0 ∈ A punto critico (interno)
- Se det Hf(P0) > 0 allora P0 è estremante
- LTM Hf(P0) > 0 / fxx (x0, y0) > 0 → minimo relativo
- TM Hf(P0) < 0 / fxx (x0, y0) < 0 → massimo relativo
- Se det Hf(P0) < 0 allora P0 non è estremante (sella)
Prologo esercizio:
- Faccio o gradiente...
- Lo squadro a zero → trovo il punto critico
- Faccio il det nella matrice → determino la tipologia del punto critico
- Se non riesco a determinarlo con studio funzione
- La monotonia / Studio il segno
- n.b. nell’intorno do sia parti positive che negative