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IL VETTORE DI POYNTING È IL PRODOTTO VETTORIALE TRA IL CAMPO ELETTRICO E
CAMPO MAGNETICO (e ed h):
s=exh
Considero le eq di max in forma locale:
×=−
×= + + 0
⋅ = +
0
{
⋅ = 0
E calcolo la divergenza di s sfruttando una delle identità vettoriali
(min 5)
Sostituisco le equazioni di Maxwell
Lascio al secondo membro solo J e
0
Consideriamo un volume V delimitato dalla spf S e consideriamo la normale uscente i N
Integriamo 1° e 2° membro sul volume e applico al primo termine il th della divergenza
L’ identità trovata (soddisfatta se e ed h sono soluzioni delle equazioni di max) è il th di
poyting.
Cerchiamo di interpretare tale identità fisicamente analizzando ogni singolo integrale.
̂
⋅
∯ è il flusso del vettore di POYNTING attraverso la spf che delimita il volume
V
Per capire gli integrali con j ,considero LA DENSITÀ DELLA FORZA DI LORENTZ cioè la forza
per unità di volume che agisce sulla densità di carica ρ e sulla densità di corrente J .
Moltiplichiamo scalarmente f per la velocità con cui si muovono le cariche.
Il ragionamento è:
Dal prodotto di una forza per uno spostamento Δs otteniamo il lavoro fatto dalla forza per
spostare l'oggetto a cui è applicata la forza della quantità Δs,
se dividiamo questo lavoro per Δt (intervallo di tempo che è stato necessario dalla forza per
spostare l'oggetto di Δs) otteniamo una moltiplicazione per la velocità con cui si muove il
punto di applicazione.→Otterremo una potenza.
Nel nostro caso moltiplicando scalarmente f per la velocità,otteniamo
Qui abbiamo f che è una forza per unità di volume,quindi “f scalar v” è la potenza per unità
di volume fornita dalla forza di Lorentz alle cariche .
In altri termini “f scalar v” è la potenza per unità di volume fornita dal campo
elettromagnetico alle cariche. (min 13)
→
Sapendo che j=ρv f∙v=j∙e + (ρv x b∙v) {la quantità tra parentesi viene 0 perché ho un
prodotto vettoriale tra due vettori ortogonali}
Quindi
f∙v=j∙e
j∙e È LA DENSITÀ DI POTENZA FORNITA DAL CAMPO ALLE CARICHE IN MOVIMENTO E
QUINDI ALLA DENSITÀ DI CORRENTE J.
Se J sono le densità di correnti indotte,j∙e (“J scalar e”) è proprio la densità di potenza
fornita dal campo alle densità di correnti indotte.
Le stesse considerazioni valgono per J ,in quest’ultimo caso j ∙e è la densità di potenza
0 0
fornita dal campo alle densità di correnti impresse.
Con il segno “-” cambia il verso della potenza.
-j ∙e è la densità di potenza (potenza per unità di volume) fornita dalle sorgenti (densità di
0
correnti impresse) al campo.
NOTA BENE:
IL SEGNO MENO VUOL DIRE CHE CAMBIA IL VERSO DELLA POTENZA CIOÈ NOI
CONSIDERIAMO POSITIVA SE VIENE TRASFERITA DAL CAMPO ALLE CARICHE ,
SE GLI METTIAMO UN SEGNO MENO VUOL DIRE CHE È UNA POTENZA CHE VIENE
TRASFERITA DALLE CARICHE AL CAMPO (nel nostro caso al campo elettrico magnetico).
Integrando sul volume V si ha che:
è la potenza complessivamente fornita dal campo elettromagnetico alle
densità di correnti indotte (nel volume V)
è la potenza fornita dalle densità correnti impresse al campo
(J sono le sorgenti impresse)
0
Dobbiamo interpretare ora l’integrale centrale,ovvero
(min 18)
Facciamo delle ipotesi sul mezzo.
Ipotizziamo che il mezzo sia normale (quindi lineare continuo, non dispersivo spazialmente,
omogeneo temporalmente e isotropo) e che il mezzo sia istantaneo.
Se il mezzo è normale ,poichè non dispersivo spazialmente, scompaiono nella relazione
costitutiva gli integrali spaziali e se ci aggiungiamo anche la non dispersività temporale
scompare anche l'integrale temporale e le relazioni costitutive diventano molto semplici :
d= εe , b=μh , j=σe dove μ, ε, σ non dipendono da t.
Per le caratteristiche dei mezzi esistenti in natura aggiungiamo l’ipotesi che
μ,ε >0 e che σ>0 (ammettiamo anche la possibilità che il mezzo sia un isolante ma non un
conduttore).
Dobbiamo sostituire le relazioni costitutive negli integrali del teorema di POYNTING e
analizziamo le parti:
1)
poiché sia σ che il modulo di e sono >0 per un mezzo conduttore
>0
Ciò implica che comunque variano i campi elettromagnetici la potenza va sempre dal
campo elettromagnetico al mezzo conduttore e mai al contrario cioè questa è potenza
dissipata sotto forma di calore (potenza che viene fornita al mezzo e non verrà mai
restituita)→effetto joule (un conduttore attraversato da corrente si riscalda)
2)
NEL CASO STAZIONARIO È LA DENSITÀ DI ENERGIA MAGNETICA IMMAGAZZINATA IN UN
SOLENOIDE.
Nota: Abbiamo usato la formula inversa della formula di derivazione del prodotto:
3)
NEL CASO STAZIONARIO DENSITÀ DI ENERGIA ELETTRICA IMMAGAZZINATA IN UN
CONDENSATORE
Sostituiamo le espressioni ottenute nell’integrale di volume e otterremo
IL TEOREMA DI POYNTING PER UN MEZZO NORMALE E NON DISPERSIVO NEL TEMPO:
̂
− ⋅ = || + || + || + ⋅
( )
∭ ∭ ∭ ∯
1 1
2 2
|| + |ℎ|
( )
Se il volume rimane fisso nel tempo,nell’integrale possiamo
∭
2 2
portare fuori all’integrale la derivata
|| + ||
( )
∭ (min 31)
(se prima avevo la derivata parziale perché e ed h erano in funzione di r e t , se portiamo
fuori, la dipendenza dalle variabili spaziali scompare perché integriamo sulle variabili
spaziali ma rimane la dipendenza da t)
|| + ||
( ) = W (t)
∭
chiamo em
Nel caso statico abbiamo visto a cosa corrispondono i termini presenti nell’espressione
1 1
2 2
|| + |ℎ|
2 2
sono una densità di energia elettrica ed una densità di energia magnetica ,se fosse così
anche nel caso dinamico , allora la somma di questi due termini integrata sul volume la
possiamo considerare come l'energia elettromagnetica immagazzinata nel volume,
perché l'integrale di volume di una densità di energia magnetica + densità di energia
elettrica cioè di una densità di energia elettromagnetica e quindi l'integrata su V diventa
energia elettromagnetica immagazzinata in V.
Ora affinché una funzione possa essere interpretata come energia elettromagnetica
anzitutto dimensionalmente deve avere dimensioni fisiche di una energia quindi di un
lavoro .
Se calcolo la derivata rispetto al tempo di W ottengo una potenza.
em
W moltiplicata per un tempo da un’energia.
em
Possiamo dire che se in un volume è presente un campo elettromagnetico anche se non c'è
nient'altro ovvero non c'è nessun mezzo materiale all'interno di quel volume,
tale volume è sede di una energia o meglio energia elettromagnetica.
L'IDENTITÀ DI POINTING SOSTANZIALMENTE NON È ALTRO CHE UN'ESPRESSIONE DEL
PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA CIOÈ IL PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE
DELL'ENERGIA :
La potenza che le sorgenti forniscono al campo ovviamente non potrà scomparire ne potrà
aumentare ma dovrà essere la somma della potenza dissipata nel mezzo per effetto joule +
la derivata rispetto al tempo dell'energia interna del sistema (quella elettromagnetica
immagazzinata in V derivata rispetto al tempo) + potenza uscente dal volume V
attraversando la spf S.
In conclusione possiamo scrivere IL TH DI POYNTING :
1 1
2 2 2 ̂
− ⋅ = || + || + |ℎ| + ⋅
( )
∭ ∭ ∭ ∯
0
2 2
IL TH DI POYNTING DICE CHE LA POTENZA FORNITA DALLE SORGENTI (DAL GENERATORE)
AL CAMPO È DATA DALLA SOMMA DELL’ENERGIA DISSIPATA PER EFFETTO JOULE
+VARIAZIONE DELL’ENERGIA ELETTROMAGNETICA IMMAGAZZINATA IN V +FLUSSO DI
POTENZA USCENTE ATTRAVERSO LA SUPERFICIE S.
Ora facciamo un passo indietro e torniamo all' identita di pointing senza ipotesi di mezzo
normale e non dispersivo nel tempo.
Adesso continuiamo a supporre che j= σe ma supponiamo che il mezzo sia dispersivo nel
tempo quindi non possiamo scrivere le relazioni costitutive come:
d= εe , b=μh , j=σe
Il th di POYNTING rimane 1 1
2 2 2 ̂
− ∭ ⋅ = ∭ || + ∭ || + |ℎ| + ∯ ⋅
( )
0 2 2
L’unica interpretazione che cambia è il 3° integrale
Vale comunque il principio di conservazione dell'energia che ci dice che la potenza fornita
dalle sorgenti può essere in parte dissipata e trasformarsi in calore nel sistema considerato
(quindi potenza che dissipata per effetto joule),in parte andare a variare l'energia interna
del sistema e in parte poi uscirà dal sistema stesso .
Questa energia 1 1
2 2
|| + |ℎ|
( )
2 2
potrà essere una derivata rispetto al tempo dell'energia interna che però non possiamo più
chiamare energia elettromagnetica perché non siamo più sicuri di che natura è l'energia
potrebbe anche esserci energia di altra natura oltre quella elettromagnetica +
eventualmente dissipazione di potenza di altra natura che non sia potenza dissipata per
effetto joule.
Quindi non possiamo dire molto di questo termine, però possiamo certamente dire che è
fatto di derivata di energia interna del sistema più potenza dissipata per altri effetti che non
sia l'effetto joule. ̂
⋅
CONSIDERAZIONE DA FARE SUL FLUSSO DEL VETTORE DI POYNTING ∯
Il flusso del vettore di POYNTING attraverso una superficie chiusa S è interpretabile come
flusso di potenza, allora il vettore di POYNTING s non è altro che una densità di fluss