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ORDINI ARCHITETTONICI

La più grande fra le novità che i Greci introducono nell'arte del costruire, consiste in una serie di regole geometriche e matematiche mediante le quali le dimensioni di ogni elemento di un edificio sono costantemente messe a rapporto tra loro e con le dimensioni dell'edificio nel suo insieme.

Il termine "ordine" dal latino Ordo, di origine più recente, in quanto Vitruvio ricorreva ai termini genus, ratio e mos. Nelle traduzioni del cinquecento invece si parla di "opera" grazie ad Alberti.

Gli ordini greci sono: 3 ciascuno avente proprie e ben definite caratteristiche formali e costruttive.

  1. DORICO: proporzioni più tozze, composto da fusto + capitello + base; primo ordine a nascere
  2. IONICO: più slanciato, più raffinato
  3. CORINZIO: rappresenta un ulteriore sviluppo dello ionico

La colonna è composta da:

  • Crepidoma
  • Stereobate
  • Stilobate
  • Fusto (scanalato)
  • Capitello (molto semplice
varia molto nei secoli= capitelli arcaici sono molto più ampi, veri e propri catini, poiché dovendo sostenere l'architrave, per paura dell'eccessivo peso e senza il sostegno di tecniche avanzate, le dimensioni dei capitelli risulta molto elevata) -> il capitello è diviso a sua volta in due elementi: - il tronco di cono viene detto echino, mentre il parallelepipedo superiore viene detto abaco. - Architrave - Fregio - Cornice - Frontone - Acroteri= sculture che si trovano sul coronamento degli edifici - Antefisse= servono per evitare lo scivolamento delle tegole - L'elemento caratterizzante dell'ordine dorico è il fregio che è composto dall'alternarsi di metope -> Nella trabeazione degli edifici dorici, porzione di muro al di sopra dell'epistilio (architrave costituito di blocchi di marmo posti orizzontalmente sulle colonne), compresa fra aperture per l'inserzione delle travi che originavano i triglifi. Può essere

La lastra sottile di pietra (o di marmo o di terracotta) che si inseriva in scanalature laterali è costituita da un grosso blocco. In origine era dipinta in rosso e turchino, ma poi fu scolpita a rilievi e triglifi. Il triglifo è un elemento architettonico decorativo quadrangolare, sporgente, che nel fregio dorico si alterna alle metope. È percorso verticalmente da due scanalature (glifi), di solito a sezione triangolare, con l'aggiunta di due mezze scanalature che smussano gli spigoli esterni. L'architrave è liscio (nello stile dorico). L'ordine dorico è il più antico degli ordini architettonici greci ed è il primo ordine a nascere. Il suo nome è dovuto all'origine peloponnesiaca, anche se si diffuse a partire dal VII secolo a.C. nel Peloponneso, nella Magna Grecia e in Sicilia. Il tempio dorico non poggia direttamente sul terreno ma su un crepidoma, in pietra, ovvero un massiccio basamento costituito da tre o più gradini con lo scopo di...

sopraelevare l'edificio, separando simbolicamente la residenza degli dei da quella degli umani.

All'inizio le colonne dei templi dorici sono lignee, ma già nel VII secolo a.C. il legno comincia ad essere progressivamente sostituito con la più resistente pietra e, in alcuni casi, con il marmo.

Il capitello costituisce il vero e proprio coronamento della colonna, formata da 2 elementi sovrapposti:

  1. Echino, inferiore
  2. Abaco, superiore

L'echino ha la forma convessa tipica di un riccio di mare, da cui proviene il nome dal greco, l'abaco invece ha la forma di un parallelepipedo molto schiacciato. L'insieme degli elementi strutturali e decorativi che si appoggiano sui capitelli prende il nome di: trabeazione, essa è formata da 3 elementi sovrapposti:

  1. architrave
  2. fregio
  3. cornice o geison

Le colonne doriche sono scanalate, presentano una serie di concavità che si susseguono per tutta la circonferenza. Sono rastremate e sono dotate di entasi.

un lieve rigonfiamento che si trova ad un terzo del busto e serve per la visione da lontano, in quanto se la colonna fosse stata perfettamente cilindrica all'osservatore sarebbe apparsa lievemente concava, quindi l'entasi serve a correggere questo effetto ottico.

Le scanalature del dorico sono 20 e a spigolo vivo, ossia ogni concavità si incontra con quella affianco creando uno spigolo.

Rastremazione = Nel linguaggio architettonico, la riduzione di diametro che in taluni stili subisce la colonna passando dalla sezione di base (imoscapo) alla sezione di sommità (sommoscapo).

Entasi = Lieve ingrossamento della parte centrale della colonna, posto a circa 1/3 del fusto, usato per ovviare all'effetto ottico che, a una certa distanza, fa apparire una colonna cilindrica più stretta.

Le scanalature venivano realizzate una volta che la colonna era già realizzata.

La colonna greca, date le dimensioni, non è composta da un blocco unico ma da

più elementi (rocchi) uniti da deiperni.Di ogni singolo rocchio, considerata la posizione che questo aveva nella colonna, si tracciava lacirconferenza nel banco di calcare o di marmo della cava, quindi lo si estraeva scavando in trincea sinoall’altezza voluta.

Per fissare fra loro i rocchi si praticavano due fori rettangolari al centro delle facce che dovevano sovrapporsie combaciare; in essi erano inseriti tasselli di legno duro e perni che saldavano i blocchi, mantenuti poi stabilidal loro stesso peso. Solo quando tutta la colonna era montata gli scalpellini vi ricavavano le scanalature. Alcontrario delle colonne, gli architravi erano monolitici-> Tale vincolo di natura statica condizionava non pocole lunghezze degli interassi che necessariamente dovevano essere contenute: in tal senso, è utile notare comela scelta di certi rapporti proporzionali che governano l’architettura greca non possa che risultare legata aquesta semplice soluzione strutturale.

trilitica (a piedritti e architravi), adottata per i templi più arcaici e mai più abbandonata dai Greci, in forza del legame con la tradizione e in nome di una precisa scelta di natura estetica. La proporzione per quanto riguarda il dorico è molto variabile nel tempo, va da un'altezza che è 4 volte il diametro fino a 6/7 volte il diametro (proporzione raccomandata da Vitruvio). Evoluzione delle colonne: Le colonne più antiche hanno un capitello molto largo e la colonna è molto bassa, mentre nei templi più recenti le colonne sono più slanciate e il capitello è più piccolo. Partenone, facciata ovest 445 a.C. Paestum, tempio di Era I, detto la basilica (VI sec a.C) Conflitto angolare-> verrà risolto dai romani. In epoca greca vi erano due norme in conflitto tra loro: 1. Ogni triglifo deve essere in asse con la colonna sottostante oppure deve trovarsi a metà dell'intercolumnio. 2. Alle estremità della trabeazione

doveva stare un triglifo, poiché era sempre la testata di una trave= la costruzione doveva concludersi con una trave Il conflitto si risolve in maniera empirica con una correzione ottica che non è geometricamente corretta, ma fa cogliere meno all'osservatore l'irregolarità. Vi sono due tipi di soluzioni: 1. Si può allargare la metopa finale 2. Si possono slittare progressivamente i triglifi in maniera non troppo percettibile in modo da rendere meno evidente la differenza dimensionale delle metope 3. Si possono ridurre gli intercolumni finali, in maniera da far risultare la metopa più piccola poiché più piccolo è anche l'intercolumnio sottostante. Oggi per intercolumnio intendiamo la distanza tra gli assi di due colonne adiacenti, mentre per Vitruvio era lo spazio aperto tra le due colonne. COPERTURE DEI TEMPLI: I tetti dei templi, sorretti da grosse travi di legno presentavano un'inclinazione a falda di circa 15gradi.La copertura è realizzata in tegole piane di terracotta con ulteriori coppi che andavano a sovrastare le tegole,che erano lunghi e stretti dal profilo lungo e triangolare.Per bloccare la caduta dei coppi al suolo venivano bloccati con delle antefisse, elementi in terracotta o in pietramodellati con motivi antropomorfi o floreali.Le due falde del tetto a capanna creano due spazi a forma di triangolo isoscele in cui l'altezza è pari a circa ⅛della base tali spazi chiamati timpani-> L'insieme del timpano e delle cornici che lo contornano si definiscefrontone-> alla sommità del frontone sono posizionati dei bassi piedistalli in pietra aventi il compito disorreggere alcuni elementi decorativi, le statue sostenute prendono il nome di acroteri.In origine tutti gli elementi architettonici del tempio erano vivamente colorati, secondo una tradizioneprecedente risalente ai palazzi cretesi, grazie ai ritrovamenti di piccolissime particelle ha

È consentito di stabilire, ad esempio, che nel tempio di Athena Apahia nell'isola di Egina, i triglifi fossero blu e la tenia rossa. Anche nella Magna Grecia i templi vennero sempre colorati.

EVOLUZIONE DEL TEMPIO DORICO

Heraion di Olimpia (600-590 a.C.)

Fra i più antichi templi di età arcaica, considerato il primo tempio dorico per eccellenza, in onore di Hera, sposa di Zeus. Tempio periptero esastilo, in origine le colonne erano in legno ma successivamente vennero sostituite. Le colonne più antiche in origine erano più tozze e presentano capitelli con abachi ed echini esageratamente aggettanti, mentre le più recenti hanno un diametro di base minore e sono sormontate da capitelli di dimensioni più limitate. Presenta un ambiente posteriore che talvolta compare nei templi ed è spesso colonnato - si chiama opistodomo - non è collegato alla cella e a volte ha funzione estetica, mentre altre è riservato ad uso dei sacerdoti.

Enasce dall’esigenza di ottenere un prospetto posteriore uguale alla facciata anteriore del tempio, giacché l’edificio era visibile da ogni lato. Tempio di Apollo a Corinto (540 a.C.)

L’ambiente posteriore serviva per conservare il tesoro. Attualmente rimangono appena 5 colonne, periptero esastilo, all’interno presentava una doppia cella in senso longitudinale (per la conservazione del tesoro), creando uno spazio a tre navate (tipico della Magna Grecia).

All’interno della cella vi sono delle colonne che servono a dare ulteriore sostegno alla copertura -> vi erano delle traviche dovevano percorrere tutta la profondità del legno -> l’esigenza di porre una statua in asse con la porta fa sì che i colonnati vengano spostati verso i muri della cella.

Dai frammenti si è ricavato che sul colmo del tetto c’erano degli e

Dettagli
A.A. 2022-2023
16 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luciana.vasilev di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Iuav di Venezia o del prof Sambin Maria Teresa.