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PARADOSSO DELLE TECNICHE PROIETTIVE
ORT (OBJECT RELATIONS TECHNIQUE) teoria delle relazioni oggettuali.
Il presupposto teorico di questa tecnica è la Si crede
che durante la somministrazione di queste tavole l’individuo utilizzi in maniera
equilibrata sia le relazioni oggettuali inconsce sia le relazioni oggettuali consce per
creare una storia. Le tavole differiscono sia per quantità di dettagli sia per come sono
state disegnate.
- Le tavole della serie A sono caratterizzate da immagini molto vaghe e poco definite.
Il clima emotivo predominante è l’ansia connessa alla soddisfazione dei bisogni
primitivi, dovuta al chiaroscuro.
- Le tavole della serie B sono molto più definite e gli oggetti rappresentati hanno una
struttura definita e che permettono poca o nessuna ampiezza nell’interpretazione del
tema. Il clima emotivo predominante è la freddezza, privazione e ostilità
dell’ambiente, dovuti al contrasto bianco-nero.
- Le tavole della serie C presentano le figure umane come disegnate più
realisticamente e l’ambiente più ricco di dettagli. Sono le tavole caratterizzate dalla
presenza di colore, che aggiunge una nota affettiva alla situazione. Non notare un
elemento colorato potrebbe sottendere ad una dinamica emotiva che non viene messa
in risalto.
- Infine, si ha la tavola bianca.
Dopo la somministrazione il manuale prevede i dati normativi, cioè le aspettative delle
risposte e le eventuali risposte rare. Questi dati normativi sono stati costruiti
sull’esperienza di alcuni psicologi e vengono utilizzate come linee guida per poter
interpretare le risposte degli individui.
METODI PER ANALIZZARE I DATI
Si valuta:
La percezione: ciò che è stato visto, omesso o aggiunto, gli elementi che sono stati
enfatizzati o attenuati in ogni tavola; gli elementi presi in considerazione sono:
- la figura umana;
- il contenuto di realtà;
- il contesto emotivo.
L’appercezione: quale tema viene assegnato alla situazione delle relazioni
oggettuali; si verifica se le risposte considerate banali rispetto alle informazioni
normative fanno parte delle interpretazioni comunemente date dai soggetti, e se non
lo sono, quanto e in che direzione sono devianti.
Il contenuto delle relazioni oggettuali: si analizza quali persone vengono viste, quali
vengono omesse o aggiunte, come vengono differenziate le persone, come viene
sviluppata l’interazione tra le persone individuate (cosa fanno), qual è il tema
inconscio delle relazioni oggettuali, quali sono le principali ansietà associate con
queste relazioni fantasmatiche e come vengono espresse o evitate.
La struttura della storia: si verifica se la persona rispetta le istruzioni, quindi se la
storia include l’introduzione, la parte centrale e la conclusione, se viene dato equilibrio
a queste tre parti (la parte centrale deve essere più corposa), se la storia contiene dei
conflitti, se la costruzione della storia è logica e, se non lo è, in che modo la sequenza
è illogica, quali sono i precisi punti di collegamento , se vi sono dei contenuti emotivi
e, se sì, di che tipo, se il sentimento scelto dal soggetto è appropriato alla storia, se è
presente un conflitto se la persona cerca di risolverlo, quale soluzione viene raggiunta,
quindi se è reale o fantasmatica.
Perché quindi si parla di paradosso delle tecniche proiettive? Le tecniche proiettive
andare oltre.
sono state costruite per Nascono prima i test proiettivi rispetto ai test
standardizzati. Non possiedono le caratteristiche psicometriche dei test standardizzati,
per cui non hanno le caratteristiche di una misura obiettiva di un campione di
comportamento. Le tecniche proiettive nascono in contrapposizione all’approccio
normativo degli strumenti psicometrici proprio perché con un test psicometrico non è
possibile fare emergere le caratteristiche più profonde di una persona e utilizzano
degli stimoli ambigui e non strutturati, con un approccio idiografico. Nascono quindi
per opporsi ai test psicometrici, ma poi ricevono critiche proprio per la debolezza
psicometrica e quindi cercano di standardizzare e di trovare dei valori normativi
(paradosso). Quindi le tecniche proiettive, nonostante i tentativi di standardizzare
queste tecniche, di trovare i campioni normativi e di studiare le proprietà
psicometriche, sono sempre più deboli rispetto ai test standardizzati. Nonostante ciò,
in ambito clinico e mentale sono molto utilizzate.
IL RORSCHACH: UN’ANALISI CRITICA
- l’influenza del somministratore (a prescindere dal metodo di riferimento in
questione): le ricerche hanno messo in evidenza quanto in questo tipo di tecniche la
personalità, l’esperienza e le capacità di chi utilizza questa tecnica influiscano sul
modo in cui le persone rispondono. È importante perché va a determinare non solo le
caratteristiche personologiche del soggetto ma anche le proprietà dello strumento in
sé;
- la contraffazione delle risposte: le tecniche proiettive, e in particolare il Rorschach,
riescono a ridurre la desiderabilità sociale e la tendenza del soggetto a fornire delle
vere e libere
risposte falsate, dunque le tavole del Rorschach sono considerate come
espressioni del sé; in realtà alcune ricerche hanno messo in evidenza come anche
queste tavole possono essere soggette alla contraffazione ma, rispetto agli strumenti
standardizzati, non esiste una risposta socialmente desiderabile, ma il soggetto lo può
fare secondo i suoi criteri personali;
- attendibilità dell’esaminatore: queste tecniche pretendono di eguagliare il test
standardizzato ma i metodi utilizzati per valutare l’attendibilità non vanno bene;
- stabilità nel tempo: si deve valutare se e in che misura i punteggi alle tavole
cambiano o rimangono simili nel tempo; solitamente per valutare l’attendibilità e la
stabilità temporale nei test si utilizza il test-retest, ma in questo tipo di tecnica è
inadeguato utilizzarlo perché le tavole, oltre a valutare la personalità, si presume siano
influenzate da fattori contestuali che possono cambiare nella seconda
somministrazione; potrebbero essere utili le forme parallele, ma non esiste una forma
parallela del Rorschach;
- coerenza interna: per avere una buona coerenza interna gli item di un test devono
valutare la stessa cosa, mentre le tavole del Rorschach nascono per essere una
diversa dall’altra, per cui non c’è una continuità nelle risposte proprio perché ogni
tavolo è considerato uno stimolo unico;
- validità: studiando la stabilità temporale e la coerenza interna parliamo di
attendibilità in termini di accordo inter-giudici, ma dobbiamo prima prendere in
considerazione il modello di riferimento: se questo è uguale allora si può parlare di
accordo inter-giudici, ma se la stessa risposta viene siglata in maniera diversa non si
può parlare di questo accordo.
TAT (Test di Appercezione Tematica)
Anche il TAT, come il Rorschach, nasce come tecnica proiettiva per dare libero spazio
alle proiezioni. Esistono diversi modelli interpretativi tra cui un sistema di siglatura e
interpretazione standardizzato. Il TAT è composto da 30 tavole in bianco e nero più una
tavola bianca. La scelta di quali e quante tavole si debbano somministrare è flessibile
in quanto alcune tavole sono destinate agli uomini, altre alle donne e altre ad
entrambi. Questo è un elemento che va sul versante opposto rispetto alla
standardizzazione, perché gli stimoli non sono gli stessi.
Si basa sul modello teorico della Teoria della personalità di Murray (bisogni e
pressione), secondo cui i bisogni – primari e secondari – organizzano la percezione, il
pensiero e l’azione e attivano il comportamento per raggiungere la loro soddisfazione,
mentre la pressione fa riferimento all’influenza che può avere l’ambiente (oggettivo e
soggettivo) sulle persone. Per somministrare questa tecnica si chiede al soggetto di
costruire una storia, descrivendo ciò che i personaggi raffigurati pensano, fanno e
provano, cosa è successo prima e cosa succederà dopo. L’idea alla base è che il
soggetto si identifichi con il personaggio principale (eroe) e in questo modo proietta i
bisogni, le motivazioni e le emozioni. Per l’interpretazione si possono fare due tipi di
analisi:
- l’analisi formale: si valuta il modo in cui il soggetto costruisce la storia, per cui si
valuta la facilità e la fluidità del linguaggio, il grado di concretezza/astrattezza, la
coerenza di pensiero;
- l’analisi di contenuto: si valuta ciò che il soggetto cerca di esprimere.
IL TAT: UN’ANALISI CRITICA
Valgono le stesse analisi critiche descritte precedentemente sul Rorschach:
- fattori situazionali (caratteristiche dell’esaminatore, esperienze precedenti la
somministrazione) e stati di bisogno interni (fame, sete, sonno) possono giocare un
ruolo fondamentale nel determinare le risposte al test stati temporanei e non stabili
della personalità;
- attendibilità: le tradizionali procedure sono inadeguate;
- validità: ci possono essere delle problematiche: la prima validazione del test fa
riferimento a un campione di maschi, giovani di classe media; la tipologia di immagini
spesso evoca storie tristi; i metodi di codifica sono troppo numerosi; inefficienza nelle
applicazioni clinico-diagnostiche;
- è fortemente suscettibile alla contraffazione;
- non c’è un solo modo di somministrazione, né un unico modo interpretativo si parla
di TAT come metodo e non come test.
Il Sistema di Codifica e Interpretazione della scuola francese è un sistema di siglatura
che parte dal tentativo di standardizzare anche le tavole, scegliendo quali e quante
devono essere somministrate. A tutti vengono somministrate le stesse tavole e in
totale ce ne sono 15. Oltre ad attuare la standardizzazione delle tavole, ha messo a
disposizione anche una scheda di spoglio in cui vengono elencati diversi meccanismi
di difesa e, attraverso il conteggio dei meccanismi presentati durante la descrizione
delle storie raccontate durante la somministrazione, si stila una scaletta e si chiede a
chi valuterà le risposte di contare questi tipi di meccanismi emersi durante la
somministrazione in modo da catalogare le risposte in tre diverse tipologie.
EPQ-R (Eysenck Personality Questionnaire forma ridotta)
È un test che prevede 48 domande, alle quali è possibile rispondere in maniera
dicotomica (Sì/No), e serve per l’individuazione delle dimensioni di personalità.
Eysenck individua dei criteri d