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intermolecolare. SINTESI CHIMICA DEI PEPTIDI
La sintesi chimica dei peptidi è eseguita su un supporto solido che viene generalmente chiamato resina,
proprio per il fatto che ha la struttura di una resina. Il primo è stata il polistirene usato da Merrifield, che si
era dato tanto da fare per poter usare un supporto solido per una questione di protezione dei vari gruppi
funzionali, e soprattutto per quanto riguarda le purificazioni: perché per ogni accoppiamento bisognava
purificare per eliminare i reagenti in eccesso e i residui.
Per la formazione del legame peptidico c’è bisogno della condensazione
dei due frammenti (due AA): il gruppo carbossilico deve reagire
specificatamente con il gruppo amminico dell’altro AA e quindi
dobbiamo essere sicuri che gli altri gruppi non reagiscono e che, nel
caso in cui i gruppi R non fossero inerti, questi non diano reazioni
secondarie. La sintesi andrebbe quindi fatta con gruppo carbossilico
protetto (generalmente quando si faceva in soluzione si usava l’estere
metilico), gruppo amminico dell’altro amminoacido protetto, e i gruppi R
uguale; e grazie all’azione di un agente attivante si faceva avvenire
l’accoppiamento. A questo punto bisognava purificare per recuperare il
dipeptide ottenuto e lo si usava come prodotto di partenza per il prossimo accoppiamento.
Innanzitutto bisognava decidere anche in soluzione, in che direzione far procedere la sintesi. Adesso noi
diamo per scontato che proceda dal C all’N terminale nella sintesi dei peptidi, ma questa scelta è stata fatta
perchè altrimenti si potrebbe pensare di proteggere in maniera opposta i gruppi che non devono reagire e
proseguire nell'altro senso. La verità è che si è osservato che la presenza del gruppo carbonilico
dell’ammide, ad una distanza ben precisa dal gruppo che deve reagire, che è quello carbossilico attivato, fa
si che si formi un intermedio ciclico che provoca l’epimerizzazione dell’AA che ha il gruppo carbossilico
attivato. Per cui, se noi attiviamo il peptide per aggiungerci qualcosa in C-terminale, rischiamo di
epimerizzare il peptide stesso che stiamo facendo crescere; invece se proseguiamo in direzione C-N
dovremmo attivare il gruppo carbossilico dell’AA che andiamo ad aggiungere, quindi usandone in eccesso
rovineremmo un po' di amminoacido, ma il peptide che abbiamo sintetizzato resta tal quale e quindi
proteggiamo il nostro prodotto che è molto più prezioso rispetto all’AA singolo. Proprio per questo si è
deciso di fare la sintesi dal C all’N terminale.
GRUPPI PROTETTORI
Per poter evitare e quindi limitare le reazioni secondarie, l’idea, anche in soluzione, era quella di usare un
eccesso di reagenti: questo permetteva di velocizzare la reazione limitando i prodotti secondari e, anche se
la parte in eccesso di AA va ad epimerizzare, ci interessa relativamente perché la scartiamo. La limitazione in
questo caso sta nel fatto che l’uso di un eccesso di reagente va a complicare ancora di più la purificazione,
perché rischiamo di avere dei residui; quindi da questo venne l’idea a Merrifield di attaccare il peptide
crescente su una fase solida. In quel periodo era molto in voga la sintesi ricombinatoriale, che veniva fatta
su supporto solido che permetteva di purificare molto velocemente gli intermedi di reazione, e quindi da
qua venne l’idea a Merrifield di attaccare il prodotto ad una resina.
I gruppi da proteggere sono innanzitutto il gruppo amminico dell’AA aggiunto, e per questo sono stati
sviluppati tutta una serie di gruppi protettori: si potrebbe pensare, innanzitutto, ad una protezione
utilizzando il gruppo acetilico, formando un ammide e abbattendo la reattività dell’ammina. Il problema è
che con un acetilazione (o acilazione), formando l’ammide, otteniamo un prodotto molto stabile che sarà
difficile da riconvertire nell’ammina finale; questo perché il legame che si va a formare sarà molto simile al
peptidico e quindi insieme ad esso verranno rotti, anche parzialmente, gli altri legami peptidici.
Tra i gruppi più usati vi sono:
● Boc = ter-butossi-carbonile
● Fmoc
Questi sono due carbammati che hanno la caratteristica di essere ortogonali tra loro: uno viene deprotetto
in condizioni acide, l’altro in condizioni basiche. Si possono quindi usare in condizioni ortogonali tra loro per
proteggere due gruppi amminici. Infatti,
nella sintesi che si chiama “Fmoc
Based”, quindi basata sull’Fmoc
terbutile, proprio il Boc viene usato per
proteggere le ammine delle lisine. Il
gruppo carbammato si è visto che dà
molto meno questo tipo di reazione
secondaria, e quindi protegge in modo
piuttosto efficace dalla racemeizzazione,
per cui questi due gruppi sono diventati
i favoriti per la sintesi su fase solida.
RESINA DI MERRIFIELD
È fatta di polistirene. Dalla polimerizzazione dello stirene si ottiene la struttura a resina; c’è bisogno poi di un
linker che permetta di recuperare il peptide. La resina non è una sfera solida, si tende a rappresentarla come
un pallino con il peptide che vi cresce sopra; in realtà è
formata da un reticolo, una mesciatura, per cui
all’interno è cavo e il peptide cresce anche dentro alle
sfere di resina. Per cui, quando cresce il peptide, si
hanno due polimeri e non più uno che sono
interconnessi tra di loro: abbiamo un polimero di
polistirene e il nostro peptide.