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KMT.

6 La guerra civile in Cina / Nel 1928, Chiang kai shiek dichiarò guerra aperta al PCC

conquistando Pechino e dimostrando di potersi affermare su tutta la Cina. Già nel 1927

però il PCC organizzò rivolte armate, di cui la più famosa quella del raccolto autunnale,

guidata da quello che diventerà il leader del Partito Comunista, Mao Zedong. Nel 1930

il KMT avviò le campagne di accerchiamento per sabotare le basi militari dell'armata

rossa cinese, grazie anche all'aiuto tedesco del 1933. Mao propose quella che prese il

nome di Lunga Marcia, ovvero spostare le basi al nord di 6000 chilometri. Nel 1931

arrivò in Cina anche il Giappone, conquistando la regione della Manciuria e fondando

uno stato fantoccio con a capo l'ex imperatore Pu Yi. Nel 1936 Chiang kai Shek fu

catturato da due signori della guerra screditando il KMT, liberato con un accordo anti-

giapponese con il PCC, creando il secondo fronte unito. Tra il 1940 e 41 i due partiti

entrarono ancora in guerra tra loro nonostante fosse ancora in corso quella con il

Giappone; il PCC si ingraziò però il popolo grazie alle molte azioni anti-giapponesi.

7 Dalla fine della guerra alla fondazione della Repubblica popolare cinese / Durante la

WW2 il PCC continuò la sua linea antigiapponese, organizzando rivolte ed azioni

belliche ottenendo un forte appoggio del popolo che ormai li vedeva come liberatori; al

contrario il KMT perse consensi a causa della sua politica attendista. Nel 1945, a causa

dello sforzo bellico della ww2 e delle continue azioni militari del pcc, il Giappone si

arrese. Sempre nel 1945 l'URSS lanciò l'operazione "tempesta rossa" liberando la

Manciuria e scacciando gli ultimi giapponese dal suolo cinese. Con la fine del conflitto

mondiale, gli USA mandarono il generale Marshall come mediatore tra PCC e KMT in

modo da evitare che il Partito Comunista potesse prendere tutta la Cina. Non ottenne il

risultato sperato e quindi gli USA decisero di riarmare il KMT mentre il PCC si

riorganizzò con il EPL, Esercito popolare cinese, esistente ancora oggi. La tregua durò

fino al 1946 e dopo di che scoppiò di nuovo la guerra, che prese il nome di "Guerra di

Liberazione". Nel 1948 il PCC riuscì a conquistare la Manciuria e l'anno dopo Pechino e

Nanchino, capitale dei nazionalisti, ponendo fine alla guerra con la proclamazione della

costituzione della repubblica popolare cinese il 1 ottobre 1949, da parte di Mao

Zedong, con capitale Pechino.

8 L'era di Mao / Mentre il Pcc conquistava Pechino nel 1949, Chang Kai Shek si rifugiò

con il suo esercito sull'isola di Taiwan creando una nuova Cina; si verificò quindi un

importante evento geopolitico con la scissione della Cina comunista da quella

nazionalista, ristretta nella sola isola di Taiwan, ma con il forte supporto degli USA. Nel

continente si pensò subito a modernizzare il paese, e si ebbero due linee: la linea

moderata di Liu Shaoqi e quella "dura" di Mao che riduceva l'agricoltura a monopolio

dello stato per finanziare l'industrializzazione dello stato. Nel 1955 vennero avviate le

politiche quinquennali di riforme: si partì con la privatizzazione dell'agricoltura tramite

collettivi. Tutto ciò che veniva prodotto andava allo stato e questi lo razionalizzava e

ridistribuiva secondo propri criteri. Dannoso fu però porsi traguardo troppo elevati a

fini propagandistici che risultarono dannosi per l'economia portando a raccolti inferiori

all'epoca della guerra. Gli unici miglioramenti reali che si videro furono sul piano

dell'alfabetizzazione. Per rifarsi Mao avvio la "campagna dei 100 fiori" che permetteva

a tutti di esporre le proprie idee: i realtà poco dopo tutti quelli che dissentirono dalle

idee di Mao furono messi a tacere. Dal 1958 prese il via il secondo piano quinquennale

che prese il nome di Grande Balzo: era chiaro che si volevano risultati migliori e quindi

si cercò di sviluppare in parallelo l'agricoltura e l'industria. Si cercò di realizzare

quest'obiettivo con l'ampliamento del sistema idrico. In realtà ciò non bastò; i principi

di lavoro importati dagli scienziati sovietici non funzionarono nel concreto portando ad

un raccolto fallimentare che fu causa di una grave carestia che portò a milioni di morti,

tanto che alla fine fu definito Grande Balzo all'indietro, terminando nel 1961.

9 La rivoluzione culturale / Con Rivoluzione Culturale intendiamo una serie di riforme

volute da Mao a partire dal 1966 dopo la delusione del "Grande Balzo". Tutti quelli che

avevano idee diverse da Mao furono etichettati come Revisionisti, considerati quasi

come nemici dello stato. Mao espresse il suo pensiero politico nel "libretto rosso", una

raccolta di massime, che fu usato come strumento di propaganda dalla forza nuova al

seguito di Mao. Il diffondersi del testo assieme al rafforzarsi delle Guardie rosse (i

giovani al seguito di Mao) fecero si che molti membri del PCC che la pensavano

diversa da Mao si diedero all'autocritica prima di dimettersi. Questa Rivoluzione

culturale, diventata oramai violenta, terminò nel 1969. Mao morì nel 1976 e per

evitare di indebolire il partito si diede la colpa di tutte le azioni negative alla "Banda

dei quattro", coloro che tentarono di prendere il potere alla morte di Mao.

10 Il Post-Mao e l'apertura al mercato / Negli ultimi anni della sua vita si tentò di

allontanare Mao dalla guida del paese ma senza risultati, ed anzi, crebbe il suo culto

della personalità. Si ottennerò però degli avvicinamenti verso l'estero: nel 1971 la Cina

entrò a far parte dell'ONU; nello stesso anno il presidente USA Nixon incontrò Mao

sfruttando un torneo di pingpong (politica del pingpong). Si vide quindi un buon

periodo di politica estera, venendo riconosciuta la Cina continentale dal resto del

mondo. Ulteriore passo avanti furono gli accordi SALT 1, riguardanti gli arsenali militari,

che portarono al disgelo. Nel 1976 Mao morì scatenando una guerra per il potere tra la

Banda dei quattro e i riformatori/restaurazionisti. La banda dei quattro riuscì ad

estromettere Deng Xiaoping dalla politica ma poco dopo furono arrestati da Hua

Guofeng, che li usò come capro espiatorio di tutte gli ultimi errori di Mao. Deng tornò

al potere come Vice-premier, Vice presidente del comitato centrale del PCC e capo di

stato maggiore dell'esercito. Con il potere ottenuto diede il via alla riforma che prese il

nome di "Primavera di Pechino" nel 1977. Si aprì anche ai rapporti con le potenze

straniere, incontrando Carter nel 1979 ed accordandosi con la Gran Bretagna nel 1984

per riavere Hong Kong dal 1997. Deng introdusse inoltre l'economia socialista di

mercato, modernizzando agricoltura, industria, scienza e tecnologia con il definitivo

abbandono dell'economia collettivistica di Mao.

11 Focus: L'economia cinese fino all'apertura / Concentrandosi sul settore

dell'economia, il punto di crisi più alto durante il periodo della guerra civile tra KMT e

PCC fu la carestia di Henan tra il 1943-44: fu una delle carestie di cui abbiamo più

informazioni poiché non avvenuta in periodo propagandistico. Fu il clima ad avviare la

crisi con la forte siccità del 1942; il governo continuò però a pretendere le stesse

quantità di raccolto come tassa portando ad affamare il popolo; addirittura in alcune

parti della Cina si verificarono episodi di cannibalismo. La poca responsibilità delle

istituzioni del KMT portarono al crollo dei consensi ed al sostegno del comunismo. Una

seconda determinante dell'economia cinese fu la messa in atto delle politiche del

grande balzo. In questo periodo, con la morte di Stalin e la destalinizzazione dell'URSS,

Mao decise di trovare una sua via al comunismo, sciogliendo il legame con la Russia

ma perdendo contemporaneamente il suo grande appoggio, restando in balia di se

stesso e dei problemi che si portava avanti dalla guerra civile. La divisione in

cooperative agricole fu il primo atto di pianificazione della nuova pianificazione

controllata di Mao, che però non ottenne i risultati sperati, rivelando gravi problemi di

gestione. Una delle peggiori criticità fu quella legata all'introduzione delle c.d. fornaci

da cortile, con la produzione di strumenti agricoli di scarsa qualità prodotti con

materiali di scarto in fornaci improvvisate, che finirono per danneggiare ulteriormente

l'agricoltura. Dal 1961 si tentò un riaggiustamento dell'economia; i danni portati dalle

forzature del settore agricolo necessitarono di un intervento statale: una volta

bloccate le politiche del grande balzo, il principale aggiustamento fu l'introduzione di

tecnologie nel settore agricolo, aumentando la fornitura di fertilizzanti e pompe

elettriche per l'irrigazione. Ciò, assieme all'abbassamento delle tasse sui prodotti

agricoli, portò a miglioramenti tangibili. Altro elemento fondamentale fu il passaggio

del controllo alle amministrazioni locali, che permetteva ai pianificazioni di valutare i

problemi in base alle specificità delle singole aree. Tutti questi apportamenti fecero

aumentare la produzione agricola ed industriale del 10% tra il 1961 e 1965.

12 La prima fase della riforma / La riforma cinese resta uno dei fenomeni di gestione di

politica economica più studiati e noti: si riuscì a adattare l'economia ai tempi e al

mercato, in modo da renderlo flessibile per rispondere agli stimoli e alle esigenze sia

nazionali che globali. Come sappiamo l'economia cinese era stata fortemente segnata

dalle politiche dei "balzi", periodo caratterizzato da forti carestie come il "disastro del

1959" che portò lo stato ad un periodo di arretratezza. Già negli ultimi anni di Mao si

cercarono aggiustamenti, ma il vero cambio di passo avvenne con la sua morte: dopo

gli scontri per il potere emerse la figura di Deng Xiaoping; questi riuscì ad avviare un

riforma Bottom-up e multisettoriale: Bottom-up coinvolgendo dal basso, quindi

partendo se non dal popolo almeno dagli amministratori locali; multisettoriale perché

modificò la totalità degli ambiti dell'economia, evolvendo contemporaneamente anche

il modo di amministrare. Una delle azioni fondamentali di Deng sul piano

dell'agricoltura fu la c.d. De-collettivizzazione, smontando il sistema di collettivi ed

introducendo il sistema di responsabilità dei produttori: questi dovevano rispondere

delle perdite ma erano coinvolti anche nei profitti. Con questa soluzione la produzione

agricola crebbe del 25% tra il 1975 e il 1985. Anche nel settore industriale vediamo

forti miglioramenti: Fu introdotto il sistema dei doppi prezzi, ad integrazione del

sistema di prezzi stabiliti dall

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gianmarconacar di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e cultura della Cina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Luongo Giuliano.