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FAKE NEWS
I meccanismi cognitivi enuncati in precedenza sono presenti anche all'interno delle fake news.
Bisogna capire che le fake news si diffondono molto più velocemente della verità, anche in ambito scientifico.
Informazioni nuove anche se sono false, che danno l'impressione proprio di essere veritiere colpiscono la memoria, rimangono e si diffondono più facilmente.
Anche il disgusto tramite le fake news riesce a veicolare più velocemente e a rimanere in circolazione più a lungo.
La comunità europea ha proposto una ripartizione teorica, intitolata "information disorder", disordine informativo, secondo il quale quelle che noi semplicemente chiamiamo fake news sono divise in 3 grandi categorie:
- la misinformazione quando noi veicoliamo un'informazione sbagliata, scorretta, senza intento
- disinformazione io produco con intento e veicolo una falsa informazione
- la "mal informazione"
scientifici. È molto complicato comunicare il rischio alla popolazione, anche quando questo rischio è corretto.
EX I risultati in pandemia erano maggiormente negativi che positivi, in quanto la comunicazione durante la pandemia è stata considerata confusa, ansiogena, eccessiva e generica.
La disinformazione ragazzi è un tema molto, molto significativo, molta della disinformazione arriva dall'estero, e viene mostrato come ad un aumento di questa, corrisponde una diminuzione dell'indice di vaccinazione.
La disinformazione agisce anche a livello politico, influenzando i voti, e spesso fa inclinare il voto da una parte o dall'altra.
Sempre riguardo le dinamiche psicologiche dei NoVax, vi è la questione del vaccino pandemico, poiché è un altro tipo di vaccino, e non abbiamo a che fare con i soliti determinanti della vaccinazione di routine, della vaccinazione pediatrica classica.
Sono stati tre determinanti della situazione vaccinale
durante il Covid: - non vaccinarsi perché si ha una bassa percezione della gravità della malattia (le classiche dicerie dei NoVax e dei negazionisti sulla non-esistenza del Covid) - il cosiddetto effetto cavia, cioè chi non vuole vaccinarsi perché non ritiene che sia un nuovo vaccino, e non vuole quindi essere sottoposto a questo "fenomeno di sperimentazione" sociale generalizzato - i cosiddetti "fence-sitters", cioè coloro che hanno un atteggiamento attendista e conflittuale con l'informazione, e rifiutano le offerte dalle istituzioni. C'è stata molta discussione pubblica su questi, sui vaccini e naturalmente c'è stata grande confusione, per cui molti cittadini hanno preferito attendere, perché erano altamente confusi da una sovra abbondanza di informazioni. Per circa 10-15 anni si è ritenuto che le persone non si vaccinassero perché fossero contrarie ai vaccini. Ora la questioneè molto più sofisticata, perché non è così. Le persone non si vaccinano non perché sono contrarie ai vaccini ma perché hanno un rifiuto delle norme sociali, li pervade un sentimento molto forte nella anti autoritario, ovvero una sfiducia nelle istituzioni politiche e sanitarie, e che è presente in una parte importante della popolazione. Sono quindi figure sociali però più marginali, persone che hanno difficoltà ad esempio a trovare un lavoro, o che hanno salari bassi. Costoro ritengono il vaccino come qualche cosa di altamente sociale e istituzionale, di cui però difficilmente riescono a fidarsi, perciò, se vogliamo agganciarli, dobbiamo utilizzare dei testimonial, anche persone come gli influencer, e cioè persone percepite come non legate all’autorevolezza, anche se non sono figure tradizionali, non sono esperti.
TEORIA DELLA COSPIRAZIONE
La teoria della cospirazione è un elemento
predittivo sulle malattie sessualmente trasmissibili, sui vaccini e su alcuni aspetti economici. Il 20-25% della popolazione ha una tendenza a credere nelle teorie cospirative. Queste stesse persone rifiutano o dubitano fortemente nei confronti della vaccinazione. Non è necessario chiedere esplicitamente alla gente se siano o meno a favore dei vaccini, ma si può indagare indirettamente sulle fonti dalle quali ricava informazioni su quest'ultimi. Se a questa domanda la risposta è famiglia/amici come principali fonti di informazioni, quindi il cittadino preso in questione si fida soprattutto dei suoi conoscenti e adotta un atteggiamento in-group (atteggiamento tribale). Le fonti ci rivelano le nostre tendenze.
L'SWG durante la pandemia ha svolto un'analisi sui complottisti. Non tutti sono persone con un basso tasso di scolarizzazione, il 7% sono persone con istruzione elevata. I negazionisti più tecnicamente riduzionisti, sono il 22%. I meccanismi
psicologici ed evolutivi quindi cognitivi dietro questo atteggiamento sono molto diffusi. L'uomo ha una naturale tendenza nel riconoscere schemi o connessioni tra informazioni che non hanno una significativa correlazione logica (apofenia). Le teorie di cospirazione sono più efficaci delle spiegazioni scientifiche perché meno complesse e meno controintuitive. Inoltre si riferiscono alla tendenza cognitiva (bias) della percezione finalistica che tende a creare connessioni fra dati casuali o privi di senso. È possibile misurare la credenza sulle teorie cospirative in reactance (reattanza) tendenza delle persone ad avere una bassa tolleranza per le violazioni delle proprie libertà. È stato condotto uno studio su 24 paesi riguardo ai fattori psicologici che possono influenzare le persone a rifiutare il consenso scientifico sulla vaccinazione. Le teorie cospirative sono i predittori più forti degli atteggiamenti no-vax, seguiti dalla reattanza,
e informazioni relative alla salute. L'obiettivo è quello di migliorare la comprensione e la consapevolezza delle persone riguardo alla salute e alle decisioni che riguardano il proprio benessere. L'alfabetizzazione scientifica è fondamentale per consentire alle persone di valutare in modo critico le informazioni che ricevono e di prendere decisioni informate sulla base di evidenze scientifiche. L'assunzione della Heath literacy è importante perché molte persone possono avere difficoltà a comprendere concetti complessi o a interpretare correttamente le informazioni sulla salute. Ciò può portare a decisioni errate o a comportamenti che mettono a rischio la propria salute. Pertanto, è fondamentale fornire alle persone le conoscenze e le competenze necessarie per comprendere e utilizzare le informazioni sulla salute in modo efficace. La formazione sulla Heath literacy può avvenire attraverso diverse modalità, come programmi educativi, materiali informativi, campagne di sensibilizzazione e comunicazione efficace da parte dei professionisti sanitari. È importante adattare il linguaggio e il formato delle informazioni in modo che siano accessibili a tutti, indipendentemente dal livello di istruzione o dalle capacità di lettura. In conclusione, l'alfabetizzazione scientifica e l'assunzione della Heath literacy sono fondamentali per consentire alle persone di prendere decisioni informate sulla salute. Investire nella formazione e nella diffusione di informazioni accurate e comprensibili può contribuire a migliorare la salute e il benessere delle persone e a ridurre i rischi associati a decisioni errate o basate su informazioni non verificate.evidente durante la recente pandemia di COVID-19, dove l'Italia è stata in grado di raggiungere un alto tasso di vaccinazione della popolazione. Questo successo è stato attribuito alla combinazione di una forte infrastruttura sanitaria, una solida rete di professionisti medici e un'ampia adesione della popolazione alle linee guida e alle raccomandazioni degli esperti. L'Italia ha adottato una strategia di vaccinazione basata sull'equità, garantendo che i vaccini fossero disponibili a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica o dal loro status socio-economico. Inoltre, il governo italiano ha investito nella comunicazione efficace e nella sensibilizzazione della popolazione sull'importanza delle vaccinazioni, fornendo informazioni chiare e accessibili sulle vaccinazioni e smentendo le false informazioni e le teorie del complotto. La collaborazione tra il governo, le autorità sanitarie locali, i medici e gli operatori sanitari ha giocato un ruolo fondamentale nel garantire una distribuzione efficiente dei vaccini e nel raggiungere un alto tasso di copertura vaccinale. Inoltre, l'Italia ha beneficiato di una solida infrastruttura sanitaria, che ha facilitato la logistica e la distribuzione dei vaccini in tutto il paese. Nonostante le sfide e le criticità, l'Italia è riuscita a superare le aspettative e a raggiungere risultati significativi nella campagna di vaccinazione. Questo dimostra l'importanza di una strategia ben pianificata, di una comunicazione efficace e di una collaborazione tra tutte le parti interessate per affrontare con successo le sfide legate alle vaccinazioni.