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LA RIVOLUZIONE TERAPEUTICA
I risultati ottenuti nella lotta alle malattie infettive nei primi decenni del Novecento furono notevoli: tra
i primi anni ‘80 dell’Ottocento e i primi anni ‘30 del Novecento la vita media aumentò da 33 a 55 anni
e su 1000 morti.
Questi sono i risultati delle migliorate condizioni ambientali e di vita.
Tuttavia la medicina rimane impotente di fronte a molte malattie, che restano inguaribili. Perdura una
corrente di nichilismo terapeutico, di sfiducia nei confronti della terapia, e di positivismo diagnostico,
ossia un atteggiamento positivo solo nei confronti della diagnosi, considerata scientifica grazie alle
scoperte sulle cause di molte malattie.
‘la miglior cura di fronte a molte malattie era proprio quella di astenersi da qualsiasi intervento
terapeutico, lasciando che l’organismo ritrovi da solo la via della guarigione’.
Questo manifesto del nichilismo terapeutico risente dello stesso concetto ippocratica (V secolo a.C.)
che poneva maggiore accento sulla diagnosi rispetto alla terapia. Fondamentale nella visione
ippocratica, era infatti il principio della “forza curatrice della Natura”, laddove il corpo umano è visto
in possesso di forze sufficienti a riequilibrare da sé e senza interventi esterni le disarmonie causa delle
patologie.
I sulfamidici
I sulfamidici sono una classe di farmaci sintetici con azione antibatterica (anche su Gram negativi).
La scoperta dell'attività antimicrobica dei sulfamidici avvenne per caso nel 1935 con il chimico
tedesco Gerhard Domagk che cominciò a studiare l'attività del Prontosil rosso, un colorante utilizzato
nell’industria tessile.
I primi esperimenti in vitro furono del tutto fallimentari mentre quelli in vivo si rivelarono positivi;
somministrò il Prontosil a topi e conigli infettati con lo streptococco e constatò che dopo alcuni giorni
gli animali guarivano dall’infezione. Per la scoperta dell’azione antibatterica dei sulfamidici, Dogmagk
ricevette il Nobel nel 1939.
I sulfamidici sono stati utilizzati per molti anni per curare infezioni da meningococchi e pneumococchi
come meningite, endocardite, polmonite, setticemie. Tuttavia, il loro impiego spesso inopportuno, ha
causato lo sviluppo di batteri resistenti a questa classe di farmaci, riducendone di conseguenza
l’utilizzo.
Oggi, i sulfamidici sono usati come chemioterapici antibatterici grazie alla realizzazione di composti,
tra cui la solfametossipiridazina, che oltre a scarsa tossicità presentano anche lenta
metabolizzazione, consentendo il raggiungimento di concentrazioni plasmatiche sufficientemente
alte con bassi dosaggi.
GLI ANTIBIOTICI
La scoperta della penicillina viene attribuita allo scozzese Alexander Fleming.
l 28 settembre 1928, ritornato in laboratorio dopo un periodo di ferie, Fleming notò che una coltura di
batteri stafilococchi lasciata in un angolo del laboratorio era stata contaminata da un fungo del genere
Penicillium. In maniera però sorprendente, i microrganismi vicini alla muffa erano stati distrutti mentre
gli altri formavano colonie più lontane del previsto.
Fleming identificò la muffa come appartenente al genere Penicillium e la chiamò dapprima «succo di
muffa» e poi penicillina G. La penicillina G è il capostipite di tutti gli antibiotici, usata ora solo come
profarmaco per sintetizzare le nuove penicilline.
Per essa vinse il Nobel per la Medicina nel 1945 insieme al patologo Howard Florey e il chimico Ernsta
Boris Chain che riuscirono ad estrarre la penicillina.
Alexander Fleming
La 1° sperimentazione umana della penicillina fu fatta nel 1941. A questo primo antibiotico si deve la
cura di moltissime infezioni che erano causa di morte in breve tempo come infezioni della pelle, le
polmoniti, le meningiti e le setticemie, le infezioni intestinali gravi.
Nel 1943 fu autorizzato l’utilizzo della penicillina («rimedio miracoloso») in un ospedale
militareàdissenteria e tifo la “malattia da campo” che uccideva più che della stessa guerra!
L'industria americana, spinta dalla necessità di curare i tanti soldati feriti nel corso della II GM, ne
iniziò la produzione a livello industriale, rivoluzionando il mondo della medicina e creando una nuova
era per la moderna farmacoterapia.
La scoperta della penicillina conclude emblematicamente la svolta iniziata nell’ultimo ventennio
dell’800 con le grandi scoperte batteriologiche.
Con l’invenzione della penicillina si dette avvio ad una rivoluzione terapeutica.
STREPTOMICINA
La streptomicina fu isolata inizialmente nel 1944, da Albert Shatz, nel laboratorio di Selman Abraham
Waksman alla Rutgers Univerisity.
Waksman e i suoi colleghi scoprirono diversi antibiotici, quali l'actinomicina, la clavacina, la griseina,
la neomicina, la streptomicina ecc.
Di questi, la streptomicina e la neomicina furono gli antibiotici più largamente utilizzati nel trattamento
di numerose infezioni batteriche.
Waksman ricevette il premio Nobel per la scoperta della streptomicina nel 1952.
La streptomicina è oggi usata contro:
TB, seppur sussistono fenomeni di antibiotico-resistenza
• Peste bubbonica
•
CEFALOSPORINE
Giuseppe Brotzu si laureò in Medicina all’Università di Cagliari mel 1919. Fu esonerato dal servizio
militare e assunse la direzione degli ambulatori antimalarici.
L’attività di ricerca di Brotzu, che condusse alla scoperta delle cefalosporine, iniziò osservando le
acque del porto di Cagliari.
Le acque in questione erano fortemente inquinate a causa degli scarichi fognari della città;
nonostante ciò, non si notava la proliferazione di microrganismi e non vi erano casi di salmonellosi e
tifo riscontrati in coloro che facevano il bagno nel porto.
Probabilmente in quelle acque vi era una sostanza che impediva la crescita batterica, un agente
naturale immunizzante per la popolazione. Brotzu decise così di approfondire il suo studio prelevando
dei campioni d’acqua del porto per poterla analizzare riuscendo così ad isolare la colonia batterica
delle cefalosporine nel 1945.
I CORTISONICI
Nel 1849 Thomas Addison, un medico inglese, aveva descritto una malattia causata da problemi alle
ghiandole surrenali (nota poi come morbo di Addison). A quei tempi pochi conoscevano o avevano
sentito parlare dei surreni. Ebbe inizio una ricerca delle funzioni e dei principi attivi prodotti dalle
ghiandole.
A metà degli anni ‘30 del 1900, Edward Kendall e Tadeus Reichstein riuscirono ad isolare e analizzare
la composizione di un gran numero di ormoni (chiamati all’epoca composto A, B, E, F) derivanti dalla
corticale delle ghiandole surrenali.
Questi divennero la base per i preparati di cortisone che, con il contributo Philip Hench (1896-1965),
furono usati alla fine degli anni ’40 per trattare l’artrite reumatoide ed altre infiammazioni.
Reichstein al lavoro nel suo laboratorio.
LA SINTESI del CORTISONE
Lo statunitense Lewis Hastings Sarett (22 dicembre 1917 – 29 novembre 1999),
chimico della ditta farmaceutica americana Merck & Co, fu il 1° a sintetizzare il
composto E a partire dalla bile bovina, con alti costi di produzione. Sarett preparò il 1°
cortisone sintetico nel 1944, mentre la Merck & Co. collaborava allo sforzo bellico per
creare farmaci utili alla causa americana. Lo scopo era quello di introdurre un prodotto
che permettesse agli aviatori di sostenere le difficoltà legate al volo in all’alta quota
senza cabine
IL CORTISONE come FARMACO
Nel 1948 alla Mayo Clinic venne dimostrata l’efficacia del composto E (il cortisone) contro l’artrite
reumatoide. Philip Hench (1896-1965), chiese alla casa farmaceutica americana Merck di poter
sperimentare la nuova sostanza in una ragazza di 29 anni affetta da una grave forma di artrite
reumatoide.
La risposta fu affermativa e così nel 1948 fu fatta la prima storica iniezione del farmaco. La risposta
fu immediata, dopo appena tre giorni la donna era già migliorata e continuò a migliorare ulteriormente
nei giorni successivi. Kendall e Hench decisero di chiamare la sostanza ‘cortisone’.
la medicina aveva finalmente a disposizione un farmaco con effetto
antinfiammatorio potente.
Kendall, Hench e altri alla Mayo Clinic.
TUBERCOLOSI
La tubercolosi, definita da Mirko Grmek “la Grande Assassina”, ha costituito per secoli un vero e
proprio stereotipo di malattia fatale.
La malattia era più frequente nelle aree urbane dove si verificavano un eccessivo affollamento e
carenze igieniche. Agli inizi del XIX secolo la tubercolosi rappresenta la più comune causa di morte
nelle nazioni più industrializzate dell’Europa.
In Inghilterra, ad esempio, il tasso di mortalità annuale per tubercolosi si aggirava intorno ai 400-500
casi su 100.000 abitanti. Il picco massimo nell’incidenza e nella mortalità della malattia venne
raggiunto in Gran Bretagna e negli USA intorno al 1850.
Nel 1882 Robert Koch rivelò che la malattia era causata da un batterio: il Mycobacterium
• tuberculosis
Nel 1895 Wilhelm Roentgen scoprì i raggi X che permisero ai medici di diagnosticare e seguire le
• tracce del progresso della TB anche se un efficace trattamento medico non ci sarebbe stato per
altri 50 anni.
La natura contagiosa della malattia creò la necessità di istituzioni per ospitare gli ammalati:
• Il 1° sanatorio anti-tubercolare fu istituito nel 1854 a Gorbersdorf (Polonia). I sanatori nel 1877
cominciarono a diffondersi in tutta Europa. Anche se i sanatori per la classe medio-alta offrivano cure
eccellenti e costante attenzione medica, il 50% di coloro che entravano morivano in 5 anni. In questi
anni vennero introdotte anche pratiche chirurgiche per curare la TB.
Lo pneumotorace artificiale, ideato nel 1882 e impiegato nel 1894 da Carlo Forlanini, consisteva nel
far collassare il polmone infetto per tenerlo a riposo e permettere alle lesioni di guarire. In Italia furono
le teorie di Forlanini con la progressiva affermazione dello pneumotorace artificiale per il trattamento
della tisi polmonare, che resero indipendente la 1° branca autonoma della pneumologia: la tisiologia,
si occupa specificatamente della malattia tubercolare.
All’inizio del XX secolo la tubercolosi era uno dei problemi di salute più urgenti. Campagne nazionali
si svilupparono in Europa e negli USA per sconfiggerne la continua diffusione.
Nel 1944 Albert Shatz e Selman Waksman scoprirono la streptomicina: il 1° antibiotico e agente
batterico efficace contro il M. tuberculosis. Questa scoperta è generalmente considerata l’inizio
dell’era moderna della tubercolosi, anche se la vera rivoluzione comincia nel 1952 con lo sviluppo
dell’isoniazide (INH), il 1° farmaco micoba