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La ricontestualizzazione
La ricontestualizzazione è il recupero di questo collegamento, ripristinando la sua funzione e il suo luogo iniziale una chiesa, un monastero, uno studio.
Attribuzionismo dare un padre a un'opera anonima, ovvero un'opera verso le quali le fonti originali tacciono.
Panneggio: resa delle vesti in pittura o scultura. Antonello da Messina unisce la prospettiva fiorentina e il realismo fiammingo.
Ci serviamo, come storici dell'arte, delle fonti storiche, letterarie, i trattati, documenti d'archivio che possono essere dediche, firme; ma anche l'opera d'arte stessa è una fonte, dalla quale dobbiamo tirare fuori le informazioni necessarie. A volte, infatti, il documento non basta per riconoscere l'artista dell'opera, in quanto, ad esempio, questa poteva essere il prodotto di una bottega. Bisogna, quindi, nel processo di attribuzione riuscire a dare una cronologia dell'opera, basandosi
principalmente sulle scelte stilistiche. La base dell'attribuzione è l'analisi visiva, e, quando si può, anche tattile. Fondamentale per l'attribuzionismo è la memoria, che sia visiva ma anche di collegamento tra elementi storici, iconografici e stilistici. I meriti sono, principalmente, quelli di riuscire a dare un nome a opere anonime, ampliare le conoscenze della storia dell'arte, e il suo aiuto fornito alla ricerca storica e uniti all'analisi critica e documentaria. I documenti vanno letti, interpretati, contestualizzati – l'intervento di stilistica ad esempio: Pietro di Nicola Baroni nella Cappella del duomo di Orvieto. Invito all'arte Libro: - Bertelli Donatello (Firenze, 1386-1466) Fu il primo artista a realizzare gli stiacciati, opere caratterizzate da un rilievo talvolta accennato, più alto o più basso, che Donatello dota di elementi prospettici. Donatello fu un artista che superòUno stile per proporne un altro, e possiamo vedere nelle sue opere la–coesistenza di vari stili esempio: San Giovanni Evangelista. Nelle statue di Donatello possiamo riscontrare un movimento, dato da una rotazione accennata del volto e delle gamberispetto all’asse del corpo. Lo spazio reale viene replicato nella bidimensionalità con maggiorerealismo, usando la prospettiva e il dinamismo; nella sua produzione artistica, inoltre, vediamoun’unione tra realismo crudo e classicismo.
Possiamo definirlo lo scultore più importante e attivo di Firenze nella prima metà del XVsecolo, anche se, viste le sue qualità straordinarie, risulta difficile classificarlo dal punto di vistastilistico. Si forma con Lorenzo Ghiberti, che diventa il suo capo bottega, e importante saràanche il legame professionale e personale con Filippo Brunelleschi. Negli anni 1402-1404dove ha l’opportunità diDonatello è a Roma, studiare le opere classiche.
Intervenendo, insuccessivamente a Roma negli anni '30 per alcuni casi, manualmente sui materiali. Tornerà a studiare l'arte paleocristiana e romanica, ispirandosi ai sarcofagi paleocristiani per i propri stiacciati. Ad esempio: San Giorgio, il drago e la principessa, dove guarda al passato per dettare il futuro, unendo la tradizione alla prospettiva. Rinasce la classicità, guardare al passato dell'arte per dettare il futuro.
Rinascimento: Il profeta Abacuc è emblema della capacità di Donatello di unire la classicità e la modernità, e vediamo che nello specifico l'artista ha avuto tantissima libertà nella realizzazione del volto del profeta in quanto la statua è stata commissionata con l'idea di essere vista da lontano; quindi, la fruizione dell'opera influisce sull'opera stessa. Vediamo un forte realismo, a volte crudo ma inserito su modelli della statuaria romana, due elementi apparentemente.
inconciliabili. Il David, invece, è completamente diverso per via della committenza diversa, con le sue forme più eleganti, la posa attoriale, in quanto doveva essere ostentata agli altri, ma per piacere privato, per Cosimo il Vecchio. Quest'opera ha un significato civico e morale: la storia di David che si libera di Golia viene collegata alla liberazione delle ingiustizie. Il David è una delle iconografie più frequenti, il che ci permette di fare dei confronti con le varie realizzazioni dell'opera. Nonostante l'elemento elegante, possiamo notare elementi classici e naturalistici nella resa anatomica del soggetto.
aveva un uso collegato alla riproduzione musicale all'interno della messa, La Cantoria ed è per questo che, nel bassorilievo realizzato da Donatello, vediamo dei putti danzanti. L'assetto compositivo e le varie geometrie che si vanno a creare rendono la composizione estremamente creativa,
E utilizzando le colonne per dividere le varie scene. Un elemento compositivo importante è la direzione che Donatello dà agli arti dei putti, creando una composizione geometrica che ci dà la sensazione di movimento realistico. La fonte storico-letteraria di quest'opera è un salmo biblico dove la danza è definita come giubilo religioso; quindi, l'osservatore nella chiesa guardando quest'opera e avendo di sottofondo la musica sacra si sentiva completamente partecipe alla celebrazione. Abbiamo, quindi, qui una ricostruzione di dell'analisi critica. Per quest'opera un passo letterario, terzo momento Il modello di riferimento è lo stile dei sarcofagi tardo antichi romani. Negli anni '40 Donatello si reca a Padova per circa un decennio, perché viene chiamato dai Sant'Antonio. Donatello a Padova creerà francescani per lavorare a un progetto per la chiesa di - - dei modelli estremamente influenti.
Per gli artisti successivi come Mantegna allestendo, inoltre, una grande bottega. Gattamelata era un condottiero di milizie di crociata, a cui Donatello fa un monumento equestre: nonostante l'artista sapesse che sarebbe stato visto da lontano, non rinuncia a rendere in maniera realistica il visto, caratterizzandolo fortemente dal punto di vista anatomico. Imprime, inoltre, un accennato dinamismo nella figura.
Donatello nell'Altare di Padova si interessa molto di più all'aspetto drammatico e del Santo sacro, tralasciando l'aspetto aulico delle figure. Donatello vuole creare una sorta di immedesimazione da parte di chi le guarda: il dolore di Cristo è il dolore di ognuno di noi. Un capolavoro è un lavoro elaborato da un artista che in pochi sono riusciti a replicare e a raggiungere.
Il genere iconografico della Madonna col Bambino e i santi Francesco e Antonio è una sacra conversazione, dove possiamo notare il senso dinamico.
Il testo fornito parla delle figure rappresentate nelle opere di Masaccio, un pittore del periodo tardo gotico umanesimo.
Nel "miracolo della mula miracolo più rappresentato di Sant'Antonio" Masaccio inserisce le figure in una prospettiva molto forte, il che sarà eccezionale per capire lo sviluppo della prospettiva in tutta la zona padana, in quanto all'epoca solo avendo un esempio visivo si riusciva ad apprendere le novità.
Nella "deposizione di Cristo nel sepolcro" vediamo una straordinaria resa della pesantezza del corpo di Cristo, della tragedia è amplificato dalle braccia spalancate della Vergine.
Inoltre, nella pittura di Masaccio ritroviamo l'applicazione della tecnica prospettica, ma soprattutto il realismo reso col chiaroscuro. La sua prima opera conosciuta è il "Trittico di San Giovenale", dove vediamo il realismo nei gesti dei personaggi rappresentati, il largo uso del chiaroscuro oltre all'uso della prospettiva che dota le figure di plasticità.
In S. Anna con la Madonna, il Bambino e Angeli vediamo la differenza abissale con Masolino, che ha realizzato S. Anna e gli angeli, mentre Masaccio la Vergine e Gesù. Masaccio rivoluziona la resa dello spazio in profondità, come notiamo in Madonna col Bambino e Angeli, parte di un trittico, con due elementi fondamentali: l'areola di Gesù e i liuti degli angeli, messi estremamente di scorcio che permettono di dare l'idea della resa della profondità. Invece, vediamo l'estremo realismo della resa della testa affondata nel petto, e anche nell'estremo chiaroscuro nella realizzazione delle braccia. Oltre alla disposizione notiamo l'utilizzo della geometria, a triangolo, dei dolenti ai piedi della croce, braccia aperte della Maddalena per dare senso prospettico alla scena. Nella Cacciata dei progenitori abbiamo l'uso del forte realismo, chiaroscuro, e grande espressività dei personaggi, soprattutto in Adamo che.nasconde il volto per la vergogna: per Masaccio quelli rappresentati non sono per forza solo Adamo ed Eva, ma potrebbe essere qualsiasi coppia umana vittima di una tragedia, come ad umanizzare i personaggi e le loro emozioni. Masaccio punta molto alla riuscita generale della scena. L'opera più importante di Masaccio sono gli affreschi della Cappella Brancacci, dove si possono vedere elementi di tardo gotico e di umanesimo. Felice Brancacci era un ricco mercante, che voleva ostentare uno spazio privato in un luogo pubblico, chiamando i due pittori più importanti del momento: Masolini col suo tipico tardo gotico, e Masaccio, giovane ancora sconosciuto ma estremamente rivoluzionario. Ne Il tributo vediamo un passaggio evangelico che viene declinato in tre scene coesistenti nello stesso spazio, con il particolare uso della prospettiva con un punto di fuga che coincide con lo sguardo di Gesù. Nella Trinità Masaccio gioca con la prospettiva, mettendo in primo piano e
Lateralmente i committenti, in secondo piano e frontali i dolenti, poi Cristo, e in uno scorcio esagerato il soffitto, ispirato agli archi di trionfo romani; gerarchia prospettica: a seconda dell'importanza del personaggio rappresentato è messo di scorcio o frontale. I committenti sono rappresentati con grande realismo con la stessa scala metrica delle figure sacre.
La prospettiva può essere definita come la rappresentazione dello spazio tridimensionale su quello bidimensionale, riproducendo uno spazio reale, sfondando lo spazio fisico della tela o della tavola. La prospettiva lineare è definita centrica quando le linee convergono verso un punto principale. Le linee parallele sembrano convergere verso un punto e le dimensioni degli oggetti diminuiscono secondo il procedere delle linee di profondità. Prima della teorizzazione scientifica della prospettiva, vediamo dei tentativi empirici nel rendere la profondità; esempio: Giotto con l'