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LA SALA BIANCA DI FIRENZE
Oriana Fallaci spettatrice della prima s lata di moda in Sala Bianca di
Palazzo Pitti a Firenze.
Giovanni Battisti Giorgini—> gli viene l’idea di organizzare delle s late
di moda collettive. Conosceva molto bene il mercato americano perché
n dagli anni ‘20 lavora come compratore e esportava i prodotti di
artigianato italiani negli Stati Uniti. Esportava cappelli di paglia, borse
di cuoio, vetro, paglia, ceramica. Conosceva molto bene l’inglese. Finta la seconda guerra
mondiale pensa di esportare anche la moda italiana negli stati uniti. Non c’era però a Roma
un’organizzazione che faceva s late di moda collettive; lui ha l’ambizione di lanciare una
settimana della moda, cosa che avevano cercato di fare per esempio a Torino. Prima di questo la
voleva organizzare direttamente in America, voleva organizzarla al Brooklyn Museum e il direttore
aveva accettato. Lui chiede di promuovere questa s lata ad Altman; la cifra per realizzare questo
progetto scoraggia gli strateghi di Altman. Decide quindi di organizzarla a Firenze a casa sua. Si
rese conto che i compratori dei grandi magazzini americani non venivano in Italia, decide quindi
agganciarsi alle s late parigini e li fa ai compratori l’invito in Italia. Loro li andavano perché Parigi
era la capitale della moda, il viaggio da Parigi a Firenze non era così lungo come America -
Firenze. Organizza loro due giorni con balli con aristocratici e s late, loro abboccano come anche
le sartorie, tipo sorelle fontana, Schubert, non tutte le sartorie però accettarono l’invito, accettano
quelle che avevano aperto da poco. Capucci però non viene invitato perché troppo giovane.
Giorgini dovette però combattere contro delle resistenze cioè gli Stati Uniti credevano poco
all’Italian style, e inoltre molte sartorie italiane si ri utarono di partecipare, soprattutto quelle più
tradizionali perché erano abituate ad acquistare i modelli francesi, avevano paura che
partecipando Parigi avrebbe sbarrato loro le porte.
Invito alla prima s lata e alla serata a casa sua. Aveva invitato anche signore di alta aristocrazia di
Firenze. Vennero presentati 180 modelli,13 case di moda aderirono all’invito, 9 per l’alta moda, 4
per la moda boutique. La moda boutique è una via di mezzo tra alta moda e pret-a-porte, non
fatta direttamente per la cliente, una moda per il tempo libero, per lo sport. First Italian high
fashion show. viene creato un taccuino del programma, c’era in copertina la Dama con Liocorno
di Ra aello, simbolo italiano.
Programma dell’evento: 12 febbraio presentazione di abiti da giorno accessori e moda sportiva.
Secondo il giorno pausa. Terzo giorno modelli da sera e ballo con invitata tutta l’aristocrazia
orentina. 41
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Il successo di questa manifestazione fu cosi grande che le case di moda vendettero tutto, l’anno
successivo Giorgini riuscì ad ottenere i saloni prestigiosi del grand Hotel, riuscì poi ad ottenere la
Sala Bianca di palazzo Pitti per contenere tutta la folla dei compratori. Parteciparono nove case di
alta moda i 16 di moda boutique e per il tempo libero, furono loro la carta vincente della moda
italiana. Oltre alla moda boutique acquistarono grande importanza gli accessori, come i cappelli o
la pelletteria. Molto importante per le borse era invece Roberta di Camerino.
Tra gli obiettivi di Giorgini c’era quello di stabilire un’intesa tra moda e industria tessile. Da allora
l’sartorie presenti in sala bianca confezionano modelli realizzati con tessuti italiani.
Quest’operazione ebbe il merito di fare incrementare l’esportazioni delle industria tessile italiana.
Nel 1952 con i casi di moda romana decidessero di non partecipare più alla s lata. Un anno dopo
otto sartorie romane diedero vita alla SIAM, società italiana alta moda, con lo scopo di presentare
a Roma e non a Firenze i modelli. Mi ha risposto a questo Firenze creò l’anno dopo il “Centro di
Firenze per la moda italiana”. Prima ancora delle s late molte case di moda iniziarono a lasciare le
manifestazioni orentine, es Simonetta. I romani iniziarono allora le forze centrifughe, non
partecipano piu alle s late collettive perchè da Giorgini si potevano presentare solo 18 modelli.
Firenze, Milano, Roma e Venezia diedero un grande contributo alla nascita della moda italiana.
Roma per il legame con le star del cinema di Hollywood. Firenze per la prima s lata di moda
italiana. Venezia per il centro internazionale delle arti del costume. Milano che grazie allo stretto
legame con l’industria divenne capitale del Pret a porter.
EMILIO PUCCI
Veniva da una buona famiglia, nato nel 1914 a Napoli. Si avvicina alla moda per caso nel 1947
mentre era in vacanza a Zermatt Pucci venne notato dalla fotografa di Harper’s Bazaar, Toni
Frissell, che ammirò l'eleganza del completo da sci di una sua amica. Presto scoprì che era stato
lo stesso marchese ad idearla. Ne rimase entusiasta. Tornata negli Stati Uniti ne parlo con la
direttrice del giornale Diana Vreeland, che si rese subito conto del talento del
giovane Italiano e le commissionò un servizio su di lui e sulle sue creazioni.
Il successo fu immediato e l’anno dopo dell’uscita dell’articolo decide di aprire
una boutique a Capri e la battezzò “La canzone del mare”, tappa obbligatoria per
tutto il jet-set di passaggio sull’isola. Faceva abiti con colori sgargianti, usava
tessuti arti ciali che si potevano piegare senza poi stropicciarsi. Questi ambiti
sportivi complementi per no da Chanel.
Fu uno dei primi partecipare alle s late orentine di Giorgini presentando una
rest fashion.
collezione dedicata alla In quel periodo creò i primi abiti in jersey di
seta e iniziò fare uso di bre sintetiche come poliestere e lycra.
Stile: brillantezza dei colori, ricchezza delle stampe dei tessuti su modelli semplici
dalla linea essenziale. Palio di Siena.
Fece nel ‘57 una collezione interamente ispirata al Le sue creazioni si iniziano ad
allontanare dal naturalismo e si avvicinano alle forme geometriche—> stile geometrico che
ri etteva le tendenze del mondo artistico contemporaneo.
Nel ‘59 sposa Cristina Nannini e hanno due gli.
Alla ne degli anni 70 a anca alla linea boutique una di alta moda.
Pucci fu anche il primo creatore di moda moda italiano cimentarsi con total look—> realizza calze,
cravatte, borse, lingerie, moda maschile e uniformi per le hostess.
Nel 1960 brevetto Emilioform un tessuto stretch in shantung di seta ed helanca con questo
tessuto creò i fuseaux con le ghette che battezzo 'capsula', lanciando cosi una moda che avrebbe
avuto un grande revival negli anni Ottanta, in coincidenza con la di usione della tness-mania.
Entra anche in politica a partire dagli anni ‘60 come deputato del partito liberale. 42
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Dopo la sua morte la glia ha continuato a occuparsi della gri e e nel 2000 la quota maggioritaria
è stata acquistata da LVMH. L’archivio Pucci invece è ancora gestito dalla famiglia.
FORQUET
Nasce a Napoli da un’antica famiglia francese ed è appassionato di moda sin da
bambino ma si avvicina nei primi anni 50. Nel 1962 fa il suo debutto in sala
bianca. Stile: nitido e lineare, lo aveva preso durante un apprendistato da
Balenciaga. Lui considerava Balenciaga un mito e durante un viaggio a Parigi
decise di presentarsi con 500 disegni. Lui li esaminò e ne tenne una ventina buoni
e lo invitò a preparare una collezione sulla base di quelli. Nel frattempo
Balenciaga dovette assentarsi da Parigi ma gli o ri stare a casa sopra. Lavora da
Balenciaga solo tre stagioni ma lui lo considera il suo maestro. Fa poi ritorni in
Italia, a Roma, e inizia a lavorare insieme a Irene Galitzine che aveva deciso di lanciare una linea
italiana. Insieme crearono il pigiama palazzo che diventò molto famoso. L’anno dopo decise di
mettersi in proprio e apre a Roma una sartoria con il suo nome. Nel 1962 presenta la sua prima
collezione in sala bianca. Erano modelli basati sull’ asimmetria, tratto distintivo delle sue creazioni.
Molto importanti furono le sue “toghe”. Queste altre creazioni furono immortalate da importanti
periodici. Altra cosa importante del suo stile erano i tessuti double. Forquet amava inoltre la
provocazione, nel ‘64 fece una collezione caratterizzata da e etti nude look e profonde scollature
—> amore per gli e etti vedo-non vedo.
Una delle sue passioni più grandi era il cinema, vestì molte star. Nel ‘71. Sorpresa decise di
chiudere de nitivamente così da conservare intatto il ricordo di una moda unica e sublime.
PINO LANCETTI
Nasce in Umbria e si trasferisce poi a Roma. Fin da bambino voleva diventare pittore. Grande
disegnatore di tessuti, raggiunse notorietà per i suoi stampati molto belli. Disegnava arcobaleni di
tessuto ispirati a Klimt, Matisse o altri pittori—> appellativo di “sarto pittore”. Quando si
trasferisce a Roma lavora come disegnatore Per diversi nomi di moneta italiana come Antonelli,
Simonetta e De Luca—> riproduceva modelli francesi, per lui nel ’56 crea una
collezione ispirata a Modigliani. Nel ‘61 apre un piccolo atelier con il suo nome,
raggiunge notorietà nel ‘63. Nel ‘61 s la a Firenze sulla passerella della sala Bianca
riscuotendo grande successo con la “linea militare”, ispirata alle divise della prima
guerra mondiale. Lancetti aveva un modo tutto suo di avvicinarsi all’arte, sempre
Stile:
sotto uno sguardo critico. rif. a pittori e opere—> arte, rimane sempre
costante, ma anche propensione verso l’oriente, il folk e la cultura gipsy. Lui
costruì un impero che andava dal pret a porter ai profumi, dalla maglieria alle
pellicce. Negli ultimi anni della sua carriera però era amareggiato—> le donne non erano più
eleganti diceva, per questo abbandona le passerelle e ritorna alla sua passione, la pittura.
IL TRAMONTO DELLA SALA BIANCA
La sala bianca alla ne degli anni 60 inizia il suo tramonto. Molte sartorie abbandonano la pedana
orentina per Parigi. Molte gri e si lamentavano della scarsa visibilità data loro dalla sala bianca—
> la passerella collettiva non soddisfaceva il desiderio di autonomia espressa da diverse diverse
case. Tra le critiche c’era il fatto che ogni casa di moda non poteva presentare più di 18 modelli. A
questo punto alcune case romane fondarono la società italiana di Alta moda, SIAM, e
cominciarono a presentare le collezioni a Roma ognuno nel proprio atelier un paio di giorni prima
delle s late della Sala Bianca. Indicavano il ruolo centrale di Roma sottolineando l’importanza
della Hollywood sul Tevere e guardavano con su cie