LA LOTTA PER LE INVESTITURE
Pag. 201 L’investitura di per sé è l’investimento di una giurisdizione territoriale ad un principe o
conte, ma in Germania e pure fuori, il conferimento veniva dato a vescovi o abati. La Chiesa
rivendicava il diritto di nominare i vescovi e l’imperatore di nominare i feudatari.
Lo scontro arriva al suo culmine con Enrico IV e Gregorio VII, il quale espresse le sue idee circa il
ruolo e il potere della Chiesa, che lo scrisse nel “Dictatu Papae ”, era un riassunto delle sue idee, ma
mai pubblicato né reso pubblico. Questo scritto parlava circa il potere del papa nella Chiesa e della
sua supremazia circa il potere temporale.
Lo scontro divenne evidente quando Enrico IV nominò il vescovo di Milano, poi continuò in altre
diocesi. In seguito Enrico IV venne scomunicato. I principi e i duchi iniziarono a ribellarsi
all’imperatore, allora Enrico IV andò a Canossa a chiedere perdono al Papa. Enrico riceve il
perdona ma poi continuò la sua politica contro la Chiesa.
Il Papa ha scelto di nominare Rodolfo di Svevia come imperatore, ma poi non lo consacrò mai.
Enrico IV venne scomunicato per la seconda volta, e questa volta la scomunica non ha più l’effetto
della prima. Questa politica di Enrico IV di scegliere i vescovi continua anche con i successori di
Enrico IV, che morirà a Salerno cercando di catturare il Papa, che era a Salerno imprigionato e
difeso dai Saraceni dopo aver liberato e saccheggiato Roma.
Il Papa Pasquale II propose di abolire completamente i feudi ecclesiastici. I vescovi dovevano
restituire all’imperatore i feudi. Tuttavia questa proposta non venne accettata dalle 2 parti in
Germania. Non la volevano i principi secolari, poiché i feudi che sarebbero tornati all’imperatore
che avrebbe accresciuto il suo potere, mentre i principi ecclesiastici non volevano perdere i loro
territori.
La soluzione si troverà 10 anni dopo con il concordato di Worms nel 1122, ma valeva solo in
Germania e in Italia.
Il conflitto era su chi nominava i vescovi conti.
Enrico V rinuncia all’investitura con anello e pastorale; si riserva invece il diritto all’investitura
delle regalie, con lo scettro.
Ecco la prassi, così come risultava per la Germania:
1. elezione canonica, ma in presenza del re o di suoi delegati; (l’imperatore mantiene
l’influsso sulle nomine dei vescovi);
2. investitura delle regalie (privilegi territoriali) con lo scettro;
3. omaggio vassallatico (non menzionato nel trattato, ma certamente praticato) era il
giuramento del vescovo-conte al re;
4. consacrazione. Il vescovo veniva consacrato solo se giurava fedeltà e se aveva
l’investitura territoriale;
In altre regioni lontane dall’Impero la Chiesa ebbe qualche condizione migliore, es in Francia o
nell’Italia del nord e nella Borgogna:
1. elezione;
2. consacrazione; (essa era più importante dell’investitura territoriale.
3. investitura delle regalie con lo scettro; (da parte dell’imperatore o di un
rappresentante).
4. La soluzione alla lotta per le investiture nei vari paesi
Francia (1098) Inghilterra (1107) Germania (1122) Italia del nord
e Borgogna (1122)
1) Elezione 1) elezione 1) elezione 1)elezione
canonica; canonica, ma in canonica;
canonica (il re presenza del re o
poteva
2) consacrazione di suoi delegati; 2)consacrazione;
intervenire)
, con consegna 2) investitura delle
del pastorale e 2) omaggio regalie con lo 3)investitura delle
dell’anello; feudale scettro; regalie con lo
dell’eletto scettro (da
verso il re; da 3) omaggio parte
3) concessione questo atto vassallatico dell’imperatore
dei beni dipendeva (non menzionato o di un
temporali 3) la concessione nel trattato, ma rappresentante)
(da parte del re dei beni certamente .
o del principe); temporali; praticato);
4) giuramento di 4) consacrazione 4) consacrazione.
fedeltà (al re, o . Il re
al principe, da rinunciava
parte all’investitura
dell’eletto o con scettro e
consacrato). anello.
Il secondo e il terzo
momento potevano
essere invertiti.
In Inghilterra e in Germania, che sono i paesi più lontano da Roma hanno avuto delle condizioni
maggiormente sfavorevoli rispetto ai paesi più vicini, come in Francia.
Nonostante questi accordi non tutto fu risolto, poiché fino al ‘900 le nomine episcopali sono stati
dei problemi nelle relazioni Stato-Chiesa. I re hanno sempre preteso di intervenire nelle nomine, in
un modo più o meno forte a secondo della forza del re e del suo interesse.
Pag. 204 Appoggiandosi sulla Donazione di Costantino che a quell’epoca veniva ritenuta autentica,
il Papa voleva la sua indipendenza rispetto a Bisanzio.
Gregorio VII non era spinto nella Riforma Gregoriana da motivazioni prevalentemente politiche,
infatti a revoca a Enrico IV la scomunica, nonostante sapesse bene che era uno sbaglio dal punto di
vista politico, ma tuttavia lasciò prevalere l’aspetto pastorale.
Federico I Barbarossa 1052-1190 vuole ripristinare la supremazia del potere temporale rispetto a
quello ecclesiastico, allora vi è una nuova lotta fra papato e Stato, il suo avversario era Alessandro
III.
Il Papa si alleò con i comuni italiani per dare testa a Federico Barbarossa, allora i comuni della
Lombardia si allearono fra di loro, e nasce la “Lega Lombarda”.
Alessandro III vs Federico Barbarossa.
Nel frattempo si elaborava una teologia circa questi problemi, si pensa all’ellisse con 2 centri di
uguale importanza, così si pensava che la società avesse 2 centri importanti, 2 luci, ma poi man
mano il papato sostenne che una delle 2 fosse più importante dell’altra, che la Chiesa fosse il Sole, e
che il potere temporale fosse la Luna che vive di luce riflessa.
Dal Vangelo di Luca emergono 2 spade, una rappresenta il potere temporale e l’altra ecclesiale, ma
sono entrambe tutte e 2 consegnate alla Chiesa, e quella del potere temporale il Papa la presta
all’imperatore che la deve utilizzare per la difesa della Chiesa, pag. 205.
Pag. 206 Innocenzio III è il Papa che riesce ad elevare in modo più alto l’autorità papale, ma dopo
di lui il papato ridiventa debole. Innocenzio III è il papa più alto del medioevo, riuscì a creare una
signoria che esercitava il suo potere in tutta l’Europa.
La lotta contro la Chiesa indebolisce l’Impero. Una volta che l’Impero perdette contro la Chiesa
divenne debole, ma se l’Impero è debole si indebolisce anche la Chiesa.
La Chiesa si alleò con la Francia e sconfissero l’Impero. Alla decadenza di una si indebolisce anche
l’altra perché nel medioevo le 2 cose erano collegate, erano in lotta ma erano comunque collegate.
L’Impero Svevo (degli svevi, tedeschi) fu annientato da questa lotta, ma dopo l’Impero Svevo
tramontò anche il potere politico del papato.
L’alleanza della Chiesa con gli Angioini (dinastia nobile dei francesi) pose fine alla dinastia degli
Svevi.
A livello puramente ecclesiale si afferma il primato d’Occidente del Papa. Dall’XI sec in poi i
metropoliti dovettero ritirare personalmente il proprio pallio a Roma, come segno di dipendenza.
I metropoliti erano obbligati ad una visita “visita ad limina (apostolorum)” (impara queto termine),
significa “visita ai confini (degli apostoli)” [quest’ultima parte era sott’intesa]. Visita alla Santa
Sede, solo dopo i metropoliti tornavano nella propria diocesi, e questa visita è ancora in vigore, è
una formula con cui il Papa esprime la propria supremazia nei confronti dei vescovi.
Lo scisma d’Oriente
Pag. 207 Abbiamo la separazione fra la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente. I contrasti erano di
ordine disciplinare, politico e dogmatico.
Aveva irritato Bisanzio la questione fra Carlo Magno e l’Imperatrice Irene, la lotta per il culto delle
immagini (dove l’Oriente voleva abolire il culto).
L’Impero Germanico non era unitario, mentre il Regno di Francia stava iniziando a diventare
unitario. L’Italia formalmente dipende dall’Impero di Bisanzio, mentre l’Italia meridionale era stata
conquistata dai normanni.
L’Imperatore bizantino contestava il Regno dei Normanni che il Papa aveva riconosciuto, poiché
l’Italia era formalmente dall’Impero Bizantino, ma il Sud era amministrato da Bisanzio, quindi con i
normanni l’Impero d’Oriente si vide strappate queste terre.
Il fatto che il Papa aveva riconosciuto i normanni fu un motivo di frizione fra la Chiesa e l’Oriente.
Dal punto di vista liturgico c’erano tante diversità. Es. l’inizio della quaresima in settuagesima, la
quaresima è di 40 giorni con 5 domenica di quaresima, mentre l’Occidente aggiunse altre
domeniche di quaresima, quindi in Occidente si allungò questo tempo penitenziale. L’Oriente non
accetto questo, lo stesso avvenne per l’omissione dell’“alleluia”, e poi altre partiche della Chiesa
d’Occidente, che erano contestate da quelle d’Oriente per usanze ritenute giudaiche, e poi c’era la
questione del “Figlioque”, ma questo era un motivo teologico.
Papa Leone IX cercò di riconciliarsi con la Chiesa d’Oriente, e inviò a Costantinopoli ambasciatori
e il cardinale Umberto di Silviacandida. Ma le trattative peggiorarono la situazione, poiché i
legati del Papa assunsero posizioni estremiste, pretendendo che la Chiesa Orientale assumesse le
pratiche occidentali, basandosi sul primato papale. Si arrivò alla scomunica nel 1054.
Umberto di Silvacandida depose la scomunica sull’altare maggiore della Chiesa di Santa Sofia.
La Chiesa d’Occidente accusava l’Oriente di aver perso delle pratiche, in realtà era l’Occidente che
le aveva aggiunte. Non ci si conosceva più fra le 2 Chiese, ma soprattutto i legati papali
dimostravano di non conoscere la propria storia.
Dubbi sulla validità della scomunica: In quel tempo il Papa morì, quindi gli inviati decadono dalla
loro autorità, ma se il Papa muore i legati non avevano potere di fare una scomunica. Probabilmente
essi non sapevano della morte del Papa.
In queste trattative si cercava di assimilare la controparte alle proprie usanze. Questa divisione del
1054 rimane fino ad oggi, solo la scomunica è stata tolta prima della fine del VT II.
La spaccatura si aggravò con le crociate, soprattutto quando saccheggiarono Costantinopoli, queste
fu un’offesa tremenda e una ferita che ancora adesso non si rimarginò.
Tuttavia in questo periodo vi è una fervente attività della Chiesa, nascono i nuovi ordini religiosi.
Cluny aveva anticipato, ma adesso ne sorgono di nuovi.
Le
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