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XXIII).
Si inizia dunque con questa nuova fase di coesistenza pacifica di USA e URSS che erano impegnate in una
gara per primeggiare in tutti i campi. Gli anni Sessanta sono gli anni della conquista dello spazio.
s.2
Negli USA la breve presidenza Kennedy apre nuove speranze. Egli parla di un nuovo progetto politico, cristal-
lizzato nell’espressione della “nuova frontiera”, slogan da lui usato in campagna elettorale. Questa espressione
faceva riferimento d una sua Convention del 60. Questo progetto prevedeva ili superamento dei pregiudizi
razziali, delle sacche di ignoranza, dei problemi della guerra. Questa espressione faceva riferimento al mito
della frontiera per gli USA alla conquista del West. Egli parla di nuovi domini inesplorati al di là della frontie-
ra, nei territori dello spazio e della scienza.
Kennedy punta ad una distensione, ad un disarmo. È consapevole del d vario che si sta aprendo tra paesi ricchi
poveri, del processo in atto di decolonializzazione e del processo in atto del neocolonialismo.
Il programma di Kennedy era ambizioso, utopico. Non sarà realizzato per la scomparsa dello stesso Kennedy,
assassinato Dallas nel 63.
Gli anni Sessanta sono anche il decennio dell’Africa. Il 60 è l’anno dell’Africa: int utero anno ben 17 paesi
raggiungono l’indipendenza, tra il 61 e il 68 altri 27 paesi raggiungono l’indipendenza. Sono questi paesi che
devono affrontare una tragica situazione economica dovuta al loro sottosviluppo. Ciò fa si che emerga ancor
di più la distanza tra paesi poveri e paesi ricchi che va sempre più accentuandosi.
s.5
Il neocolonialismo è il frutto del fatto che le vecchie potenze coloniali vogliono mantenere dei legami con le
ex colonie. Questi nuovi legami sono soprattutto di natura economica e culturale. I paesi coloniali continuano
a condizionare lo sviluppo di questi paesi che ora hanno l’indipendenza. Lo squilibrio tra le due economie del
paese ex coloniale e della ex colonia determina la dipendenza economica della seconda dalla prima. È questa
dipendenza ad essere chiamata neocolonialismo.
Forte è anche al fragilità politica di questi nuovi paesi indipendenti. Diverse etnie devono convivere forzata-
mente entro quei confini che erano stati tracciati dalle ex potenze coloniali. Qui dunque scoppiano guerre in-
terne. In pochi anni tinte le bune intenzioni di instaurare regimi democratici sul modello occidentale vengono
scalzate siccome prendono il potere molti regimi militari, dispotici ed autoritari, di volta in volta appoggiati
dalle due superpotenze.
Un caso specifico è quello dell’indipendenza del Congo. È uno dei paesi che più hanno sofferto la tragedia del
colonialismo. All’inizio del Novecento era diventata una colonia dello stato belga mentre prima era considera-
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Storia dell’Ottocento e del Novecento Il Novecento Appunti di Alessandro Vercelli
ta una sorta di proprietà privata del sovrano del Belgio. Ottenuta nel 60 l’indipendenza dal Belgio iniziano
subito gli scontri interni nel paesi, tra i sostenitori del presidente della repubblica Casabubutu, sostenuto dagli
USA, rispetto a Lumumba, Primo ministro, sostenuto dall’URSS. I belgi inviano un corpo di mercenari per
sostenere la rivolta per l’indipendenza della provincia del Katanga, particolarmente ricca di minerali. Nel 61 si
arriva allo scontro masso: Lumumba viene assassinato, il potere passa nelle mani del capo dell’esercito Mubu-
tu, il quale con l’appoggio USA diviene nel 65 presidente della repubblica. A questo punto instaura una ditta-
tura che sarebbe durata fino alla sua morte, avvenuta nel 97.
Situazioni come questa, che sei ripropongono in vari paesi del continente, portano a riflettere sulle conseguen-
ze e sui danno portati dal colonialismo.
Gli anni 60 determinano lo sgretolamento definitivo del imperi coloniali delle grandi potenze che si erano af-
frontate nell’epoca dell’imperialismo della II metà dell’Ottocento. Ovviamente in questi problemi non er più
coinvolta la Germania che già aveva perso tutte le sue colonie ma vi erano coinvolti paesi come la Francia e la
GB.
La crisi di Suez aveva determinato il declino di Francia e GB che erano apparse inabili a stare al passo con le
politiche delle due superpotenze. Qui riprende anche il cammino di una integrazione europea per poter contare
qualcosa a livello internazionale.
Gli anni Sessanta sono caratterizzati dalla crisi definitiva degli imperi coloniali ma anche da diverse novità
nell’ambito dell’economia internazionale. L’economia occidentale dominata dagli USA ma si vede l’irruzione
nei mercati anche dei prodotti giapponesi; sono anche gli anni della ripresa economica europea che toglie peso
a quella americana. Le economie divengono sempre più intrecciate e interconnesse giungendo ad una condi-
zione di interdipendenza tra le economie nazionale. Si sviluppano anche le multinazionali che lavorano su più
economie nazionali.
Sono gli anni che vedo il rapido sviluppo di Giappone, Italia, Germania Ovest.
Sono periodi di grandi riforme. Si pensi all’evento epocale nella storia millenaria della Chiesa cattolica con il
concilio Vaticano II.
Si pensi allo sviluppo del movimento femminista che alla metà degli anni 60 riprende. Il movimento femmini-
sta è nuovo anche per i nuovi modelli di lotta, la messa in discussione dei modelli culturali legati al maschili-
smo, l’esaltazione di valori tipicamente femminili, l’affermazione della separazione dei generi, il rifiuto delle
organizzazioni tradizionali e gerarchiche, l’adozione di un collettivo femminista. Questo è anche un periodo in
cui si raggiungono misure legislative e un miglioramento della condizione delle donne.
Anno simbolo è poi il 68: gli anni Sessanta sono anche gli anni delle contestazioni giovanili e delle rivolte
studentesche e giovanili. Queste partono per richieste di scolarizzazione ma su queste si innestano quelle poli-
tiche, quelle sociali, si innestano contestazioni dell’ordine costituito vecchio e gerarchico. Questa contestazio-
ne gioivano parte anzitutto da un’appartenenza e una comunanza generazionale. Questi sono i giovani della
generazione del 68.
Gli anni 60 sono quindi anni i speranza ma anche di crisi internazionali molto importanti (Medio Oriente e
Cuba).
Sono anni segnati da una grande tragedia, la guerra del Vietnam. Questa è una guerra spietata, dai forti conno-
tati ideologici; è una guerra caratterizzata dai metodi della guerriglia, dove ci fu uso massiccio ed indiscrimi-
nato di armi non convenzionali. Queste armi non convenzionali furono rivolte anche contro la popolazione
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Storia dell’Ottocento e del Novecento Il Novecento Appunti di Alessandro Vercelli
inerme. Importante è poi l’opposizione che si viene a creare su questa guerra, opposizione non solo esterna ma
anche interna agli USA stessi. Questa opposizione crea una forte spaccatura negli USA.
Nella fine degli anni 60 c’è ancora la difficoltà dovuta alle discriminazioni razziali (M.L. King; rivolta dei
neri)
Tutti questi elementi caratterizzano un decennio che viene a determinarsi su due fronti: quello delle speranze
nel progresso capitalista del mondo occidentale che sembra inarrestabile; quello delle crisi internazionali e
nazionali.
Muro di Berlino, crisi di Cuba, Primavera di Praga
Uno dei maggiori punti di scontro tra le due superpotenze si era catalizzato sulla Germania, grande sconfitta
della IIGM.
Per la Germania non era stata trovata una soluzione condivisa di pace e per questo erano rimaste in vigore le
due zone di occupazione con la rispettiva divisione. Le zone di occupazione si erano cristallizzate nel 49 con
la nascita delle due entità statuali, emule della guerra fredda, della Repubblica Federale Tedesca e della Re-
pubblica Democratica Tedesca.
Sul confine tra le due Germania correva lo scontro tra le due superpotenze; la situazione era resa più comples-
sa ancora dalla divisione in due parti della stessa città di Berlino. Berlino era peraltro stata la protagonista del
primo vero scontro della guerra fredda, quello che aveva portato all’istituzione del maxi ponte aereo da parte
dell’USA determinato dal blocco imposto da Stalin a seguito dell’indisponibilità delle potenze di giungere a
condizioni di pace condivise per la Germania.
Non si conclude dunque un trattato di pace per la Germania.
L’URSS deve però porsi di fronte e prendere atto dell’ingente esodo di popolazione dall’est verso l’ovest. La
popolazione dell’Est era attirata dal miracolo economico della Germania Ovest, appoggiata dagli stati uniti,
vetrina del mondo capitalistico. La Repubblica Democratica si trova in tutt’altre condizioni ed è costretta a
chiedere continuamente sovvenzioni a Mosca per poter tirare avanti.
Una soluzione negoziata non viene dunque trovata.
Si arriva ad una tensione tra USA e URSS quando il I maggio 1960 un programmato incontro tra il presidente
USA Eisenhauer e Kruscëv viene sospeso per il fatto che un aereo spia americano era stato abbattuto nei cieli
russi.
Questo non aveva fatto altro che aumentare la tensione.
s.8
Nel novembre 1960 viene eletto alla presidenza USA il democratico JF Kennedy, vinte le elezioni contro il
vicepresidente di Eisenhauer Nixon. Inizia in queste elezioni ad essere disponibile anche un confronto televi-
sivo tra i candidati. La televisiva era molto invasiva a livello propagandistico.
Kennedy era un segno i discontinuità; era il primo presidente cattolico nella storia degli USA, era eroe di
guerra, era favorevole alla distensione ma era anche convinto che fosse necessario mostrare fermezza nei con-
fronti dell’URSS.
s.9
Questa fermezza venne rappresentata nel corso del primo incontro con Kruscëv.
Agli inizi del giugno 1961 i due leader si incontrano a Vienna. La fermezza è esercitata da Kennedy per la
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Storia dell’Ottocento e del Novecento Il Novecento Appunti di Alessandro Vercelli
questione di Berlino Ovest. Gli americani considerano Berlino Ovest una parte integrante della RFT; i sovieti-
ci vogliono rendere Belino città libera. Berlino è il punto nodale delle discussioni tra Kruscëv e Kennedy.
L’accrescersi delle tensioni internazionali ed il tentativo di fuga di molti berlinesi est verso berlino ovest (e
molti che abitano nella parte orientale della RDT vogliono lasciare il loro paese per andare a ovest, nasce
l’idea che si possa blindare il confino.
Il confine viene blindato con l’erezione del muro di Berlino, emblema della guerra fredda.
Il 13 agosto 1961, dopo l’approvazione di mosca, inizia la costruzione del muro che divide la parte orientale
da quella occidentale della città al fine di rendere impossibile la fuga dei cittadini dell RDT verso la civiltà
capitalista.
Berlino rimane al centro dei pens