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6.1 Variabili aleatorie continue
Per ottenere la probabilità che una variabile continua “X” assuma valori in un
determinato intervallo, proviamo la differenza tra i valori della funzione di
ripartizione nel limite superiore e nel limite inferiore dell’intervallo.
Per le variabili aleatorie continue non esiste differenza tra le espressioni
“minore di b” e “minore o uguale a b”, perché la probabilità che X sia
esattamente uguale a b vale 0. Abbiamo visto che la probabilità che una
variabile aleatoria continua assuma valori in un intervallo qualunque può
essere espressa ricorrendo alla sua funzione di ripartizione. Questa funzione
contiene tutte le informazioni sulla struttura probabilistica della variabile
aleatoria. La funzione di probabilità di una variabile aleatoria discreta esprime
la probabilità che la variabile aleatoria discreta assuma un determinato valore.
Poiché nel caso delle due variabili aleatorie continue la probabilità di assumere
un determinato valore è 0, questo concetto non si può applicare direttamente.
Anche per le variabili continue è possibile definire una funzione, chiamata
funzione di densità di probabilità, che permette di calcolare la probabilità che X
appartenga ad un determinato intervallo e che ha un’utile rappresentazione
grafica.
6.2 Valori attesi di variabili aleatorie continue
Per una variabile aleatoria continua la probabilità associata ogni singolo valore
in un intervallo è 0.
La media e la varianza sono due importanti misure di sintesi di una
distribuzione di probabilità. La media è una misura di tendenza centrale, dal
punto di vista della fisica si può intendere come il baricentro della
distribuzione. La varianza, o la sua radice quadrata, lo scarto quadratico medio,
fornisce una misura della dispersione di una distribuzione.
6.3 Distribuzione normale
Alcuni motivi per applicare la distribuzione normale:
1. La distribuzione normale a prossima molto bene la distribuzione di
probabilità di un numero elevato di variabili aleatorie. Ad esempio, le
dimensioni di certe parti meccaniche o i pesi delle confezioni dei prodotti
alimentari seguono spesso la distribuzione normale e questo conduce
all’applicazione nell’ambito del controllo di qualità;
2. In presenza di campioni grandi la distribuzione delle medie campionaria
è approssimata dalla distribuzione normale;
3. Il calcolo delle probabilità è immediato e schematico;
4. La ragione più importante è che la distribuzione normale è un ottimo
supporto per le decisioni in molti problemi applicativi.
La distribuzione normale ha numerose caratteristiche importanti per le analisi
applicative: in primo luogo è simmetrica e differenti baricentri sono indicati da
differenti valori della media; per contro, diversi valori della varianza
determinano funzioni di densità con diversa dispersione. Variando i valori della
media e della varianza possiamo definire una numerosa famiglia di funzioni di
densità. Differenze nella scelta della media si traducono in traslazioni
dell’intera distribuzione, differenze nella varianza, invece, determinano
distribuzioni con dispersioni diverse.
6.4 Approssimazione della distribuzione binomiale con distribuzione normale
In questo paragrafo mostreremo come la distribuzione normale possa essere
utilizzata per approssimare la distribuzione binomiale, molto usata in problemi
applicativi. Questa approssimazione può essere utilizzata per calcolare le
probabilità per grandi campioni, quando le tavole della binomiale non siano
disponibili e comporta anche molti vantaggi nella soluzione dei problemi
applicativi. Una regola pratica afferma che la distribuzione normale fornisce
una buona approssimazione della distribuzione binomiale quando np(1-p)>9.
6.5 Distribuzione esponenziale
Risulta particolarmente utile nei problemi delle code di attesa. In molti
problemi riguardanti i tempi di servizio, questi possono essere modellati
usando la distribuzione esponenziale. La distribuzione esponenziale differisce
dalla normale per due importanti aspetti: si tratta di una variabile aleatoria che
assume solo valori positivi e la sua distribuzione non è simmetrica.
CAPITOLO 7- CAMPIONAMENTO E DISTRIBUZIONI CAMPIONARIE
7.1 Campionamento da una popolazione
Spesso si usano i campioni al posto dell’intera popolazione perché i costi e i
tempi delle rilevazioni su tutte le unità della popolazione sarebbero proibitivi.
Ci sono due importanti ragioni perché è più preciso scegliere di analizzare in
modo accurato un campione piuttosto che spendere risorse nel cercare di
misurare tutta la popolazione:
- In primo luogo spesso è molto difficile ottenere e misurare ogni unità
della popolazione e qualora fosse possibile il costo sarebbe molto
elevato;
- In secondo luogo si possono usare campioni opportunamente selezionati
per ottenere stime di caratteristiche della popolazione che sono molto
vicine ai veri valori registrati nella popolazione. Il campione ideale per
raggiungere questo scopo è il campione casuale semplice.
Campione casuale semplice
Un campione casuale semplice è caratterizzato dal fatto che le unità vengono
estratte una ad una, rimuovendo dalla popolazione la singola unità estratta, e
attribuendo di volta in volta, la stessa probabilità di essere estratte alle unità
rimanenti. Il campione casuale semplice risulta il modo più naturale e perciò
più utilizzato per estrarre informazioni da una popolazione. Inoltre riveste
una straordinaria importanza poiché interviene nell’ambito della costruzione
di altri campioni più complessi e perché costituisce il termine di paragone per
misurare l’efficienza relativa di tecniche che utilizzano altri tipi di
campionamento.
Il campionamento casuale semplice può essere realizzato in molti modi. La via
più immediata consiste nel ricorrere ad un’urna: alle unità della popolazione si
fanno corrispondere altre tante palline quanta è la popolazione, una dopo
l’altra, senza reimmissione faranno parte del campione le unità individuate dai
numeri delle palline estratte. Nella realtà il processo di estrazione descritto
viene simulato mediante le tavole dei numeri casuali. Con il campionamento
casuale si evita il rischio di ottenere un campione non rappresentativo della
popolazione. Se infatti si estraessero dalla popolazione molti campioni casuali
nessun particolare sottogruppo della popolazione sarebbe sovrarappresentato
o sottorappresentato nel campione.
La distribuzione di tutte le possibili medie campionarie costituisce una base per
i risultati inferenziale sul campione. Allo stesso modo si possono costruire altre
funzioni dei dati del campione, che chiameremo statistiche campionarie.
Distribuzioni campionarie
Data una popolazione, si consideri una sua caratteristica, ad esempio la
μ
media . Estratto della popolazione un campione, per fare inferenza sulla
caratteristica si dovrà scegliere una statistica campionaria: la media
X
campionaria nell’esempio in questione. L’inferenza è basata sul fatto che
x
ogni campione casuale determina un diverso valore della media e quindi
ognuno di essi può essere visto come una realizzazione della variabile
X
aleatoria . La distribuzione campionaria di questa statistica e la
distribuzione delle medie campionarie ottenute su tutti i possibili campioni,
della stessa ampiezza, estratti della popolazione.
7.2 Distribuzione della media campionaria
La media della distribuzione delle medie campionarie coincide con la media
della popolazione.se da una popolazione vengono estratti, in modo ripetuto è
indipendente, dei campioni di n osservazioni casuali e indipendenti, allora,
man mano che il numero di elementi del campione aumenta, la media delle
medie campionarie tende alla vera media della popolazione. La media
campionaria su un singolo campione può essere maggiore o minore della
media della popolazione, tuttavia, in media, non c’è nessun motivo per
attenderci che sia più elevata o più bassa della media della popolazione.
σ
2 2 N
σ σ −n
σ
X X
Var( )= = Var( )= x
X N−1
n
n n
√
Intervalli di accettazione
CAPITOLO 7- CAMPIONAMENTO E DISTRIBUZIONI CAMPIONARIE
7.1 Campionamento da una popolazione
Spesso si usano i campioni al posto dell’intera popolazione perché i costi e i
tempi delle rilevazioni su tutte le unità della popolazione sarebbero proibitivi.
Ci sono due importanti ragioni perché è più preciso scegliere di analizzare in
modo accurato un campione piuttosto che spendere risorse nel cercare di
misurare tutta la popolazione:
- In primo luogo spesso è molto difficile ottenere e misurare ogni unità
della popolazione e qualora fosse possibile il costo sarebbe molto
elevato;
- In secondo luogo si possono usare campioni opportunamente selezionati
per ottenere stime di caratteristiche della popolazione che sono molto
vicine ai veri valori registrati nella popolazione. Il campione ideale per
raggiungere questo scopo è il campione casuale semplice.
Campione casuale semplice
Un campione casuale semplice è caratterizzato dal fatto che le unità vengono
estratte una ad una, rimuovendo dalla popolazione la singola unità estratta, e
attribuendo di volta in volta, la stessa probabilità di essere estratte alle unità
rimanenti. Il campione casuale semplice risulta il modo più naturale e perciò
più utilizzato per estrarre informazioni da una popolazione. Inoltre riveste
una straordinaria importanza poiché interviene nell’ambito della costruzione
di altri campioni più complessi e perché costituisce il termine di paragone per
misurare l’efficienza relativa di tecniche che utilizzano altri tipi di
campionamento.
Il campionamento casuale semplice può essere realizzato in molti modi. La via
più immediata consiste nel ricorrere ad un’urna: alle unità della popolazione si
fanno corrispondere altre tante palline quanta è la popolazione, una dopo
l’altra, senza reimmissione faranno parte del campione le unità individuate dai
numeri delle palline estratte. Nella realtà il processo di estrazione descritto
viene simulato mediante le tavole dei numeri casuali. Con il campionamento
casuale si evita il rischio di ottenere un campione non rappresentativo della
popolazione. Se infatti si estraessero dalla popolazione molti campioni casuali
nessun particolare sottogru