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Z
Qed.
w ∈ ⟨v , ⋯ , v ⟩ ⟺ ⟨v , ⋯ , v ⟩ = ⟨v , ⋯ , v , w⟩
1 n 1 n 1 n
Partiamo con il primo verso dell'implicazione. Dalle ipotesi sappiamo che ,
w ∈ ⟨v , ⋯ , v ⟩
1 n
per cui per dimostrare ci basta verificare che ,
⟨v , ⋯ , v ⟩ = ⟨v , ⋯ , v , w⟩ w ∈ ⟨v , ⋯ , v , w⟩
1 n 1 n 1 n
ovvio.
Con il secondo verso dell'implicazione, per ipotesi sappiamo che
, per cui per dimostrare possiamo sfruttare
⟨v , ⋯ , v ⟩ = ⟨v , ⋯ , v , w⟩ w ∈ ⟨v , ⋯ , v ⟩
1 n 1 n 1 n
l'uguaglianza e passare a dimostrare , ovvio.
w ∈ ⟨v , ⋯ , v , w⟩
1 n
Qed.
Osservazioni
Questo significa che, verificato che generano , se so che è una
2
{(1, 0), (0, 1), (1, 2)} R (1, 2)
combinazione lineare di , allora posso cancellare dallo spazio che genera
{(1, 0), (0, 1)} (1, 2)
, ottenendo una forma più compatta di sottospazio generato: .
2 2
R R = ⟨(1, 0), (0, 1)⟩
Fondamentalmente per trovare l'insieme di vettori generatori più piccolo possibile per un
determinato sottospazio è necessario ricorrere al concetto di indipendenza lineare.
Di fatto un insieme generatore linearmente indipendente è il modo più efficiente di
descrivere tale sottospazio, ovvero è formato dal numero minimo di vettori necessario per
caratterizzare il sottospazio.
Esempi ?
3
R = ⟨(1, 0, 0), (0, 1, 0), (0, 0, 1)⟩
Per dimostrare ciò espandiamo il sottospazio generato con la sua definizione:
⟨(1, 0, 0), (0, 1, 0), (0, 0, 1)⟩ = {λ (1, 0, 0) + λ (0, 1, 0) + λ (0, 0, 1)|λ , λ , λ ∈ R}
1 2 3 1 2 3
Ora, per dimostrare che è uguale a ciò, fissiamo un vettore qualsiasi e
3 3
R (a, b, c) ∈ R
dimostriamo che esso è una combinazione lineare appartenente a .
⟨(1, 0, 0), (0, 1, 0), (0, 0, 1)⟩
Quindi: (a, b, c) = λ (1, 0, 0) + λ (0, 1, 0) + λ (0, 0, 1)
1 2 3
ovvero (a, b, c) = (λ , λ , λ )
1 2 3
La domanda da porsi è: possiamo trovare $\lambda{1}, \lambda{2}, \lambda{3}$ t.c. si
eguagli l'espressione? La risposta è sì, infatti per $\lambda{1} = a, \lambda{2} = b,
\lambda{3} = c$ ho (a, b, c) = (a, b, c)
?
2
R = ⟨(2, 1), (−1, −1)⟩
Anche in questo caso espandiamo il sottospazio generato:
⟨(2, 1), (−1, −1)⟩ = {λ (2, 1) + λ (−1, −1)|λ , λ ∈ R}
1 2 1 2
Procedo fissando allora un vettore qualsiasi , e dimostro che è una combinazione
2
(a, b) ∈ R
lineare di . Quindi:
⟨(2, 1), (−1, −1)⟩ (a, b) = λ (2, 1) + λ (−1, −1)
1 2
ovvero (a, b) = (2λ − λ , λ − λ )
1 2 1 2
In questo caso ci è più difficile trovare valori di in funzione di t.c. l'espressione si
λ , λ a, b
1 2
eguagli. Ma ci vengono in aiuto i sistemi lineari! Di fatto, quello che stiamo cercando di
risolvere è un sistema della forma: 2λ − λ = a
1 2
{ λ − λ = b
1 2
Di questo sistema non sarà possibile trovare un valore preciso di e , perché i termini
λ λ
1 2
noti sono generici: ma a noi non importa. Quello che ci interessa è di capire se il sistema ha
soluzione, ovvero se è esiste almeno una coppia che soddisfi le equazioni. Quindi,
λ , λ
1 2
come sempre, scriviamo la matrice associata al sistema
2 −1 a
( )
1 −1 b
e attraverso l'algoritmo di Gauss la riduciamo a scala:
1 −1 b
( )
0 1 a − 2b
A prescindere dai valori di e (che sono appunto generici), il rango righe di della matrice
a b
incompleta è uguale al rango righe della matrice completa, ovvero
rr(A) = 2 = rr(A|b )
–
per cui il sistema ha soluzione. Il numero di incognite, per altro, è sempre 2 ( ), perciò il
λ , λ
1 2
sistema ha una sola soluzione, ma a noi questo non importa: ciò che conta è di aver
trovato che il sistema ha soluzione.
Arrivati a questo punto siamo in grado di dire che un qualunque può essere
2
(a, b) ∈ R
generato a partire dai vettori e , ovvero , e che
(2, 1) (−1, −1) (a, b) ∈ ⟨(2, 1), (−1, −1)⟩ ∀(a, b)
quindi 2
R = ⟨(2, 1), (−1, −1)⟩
U = ⟨(1, 1), (2, k)⟩
Dobbiamo determinare qual è il sottospazio generato da al variare di
U = ⟨(1, 1), (2, k)⟩
. Lo spazio vettoriale di riferimento sarà allora (per vettori come coppie di numeri).
2
k ∈ R R