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LE FORME ELEMENTARI DELLA VITA RELIGIOSA
pubblicato nel 1912 è considerato un’opera della piena maturità di Durkheim
dove si dimostra indisciplinare, si adopera di editorie di natura esterna dalla
sociologia cioè l’antropologia.
già al tempo di Durkheim l’antropologia stava già diventato una disciplina
moderna (formalmente dal 1922) grazie a Malinovsky.
In questa fase, in cui Durkheim scrive l’opera, ancora i materiali erano
trasmessi da personaggi non scienziati a etnografi e antropologi di professioni,
es. Materiali sul totenismo austrialiano già documentati e che egli riutilizza.
Nell’ultima opera Durkheim prova ad elaborare una teoria generale della
religione ricavandola da quelle che, a suo avviso, sono le istituzioni religiose
più semplici e primitive. Nel caso specifico, apppunto, il Totenismo.
Durkheim parte dall’assunto di fondo che sia possibile cogliere l’essenza di un
fenomeno complesso, diversificato, come la religione osservandone le forme
più elementare (più semplici e primitive, assunzione non ovvia ma forte).
la conclusione del percorso, la tesi, di Durkheim è:
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“sotto le forme del totem (o di Dio) gli uomini hanno adorato solamente la
realtà collettiva trasfigurata dalla fede. attraverso la religione la società
venera se stessa”
Tutte le forme religiose passate, come presenti, altro non sarebbero un’auto
venerazione della società, una tesi molto forte.
Come opera l’autore?
Durkheim prima definisce il fenomeno di studio e si chiede cosa sia la religione,
poi confuta le teorie già esistenti che non hanno carattere sociologico. Infine,
come terzo passaggio, dimostra la natura essenzialmente sociale di tutte le
religioni. Guardiamoli da vicino:
primo passaggio l’essenza della religione consiste nella divisione
del mondo in fenomeni sacri e profani. Per Durkheim non può essere
vero che la religione è credenza nel soprannaturale, quindi scarta
questo tipo di definizioni e si concentra sulla divisone precitata:
“la religione è un sistema coerente di credenze pratiche relative a cose
sacre, cioè separate, proibite, che riuniscono in una stessa comunità
morale (individui con stese idee) tutti coloro che vi aderiscono”.
Ciò che Durkheim cerca di fire è che l’aspetto comune di tutte le
religioni è la divisione di ciò che si può fare e cosa no, cosa è sacro e
cosa no.
secondo passaggio In questa fase qua Durkheim si deve
confrontare con la proposta “animistica” di Taylor e la proposta
“naturalistica” di Spencer.
L’animismo secondo l’animismo la credenza religiosa è
essenzialmente originaria dalla vita onirica (nasce dai sogni). è nel
sogno che gli uomini si vedono la dove non sono, secondo Taylor la
religione ha origine antichissima nell’esperienza onirica. Il passaggio,
secondo Taylor, nella storia umana il passaggio che si ha nel sogno si
ha anche dopo la morte, è quindi tipico dell’animismo credere nella
sopravvivenza dell’anima dopo la morte.
Il naturismo secondo il naturismo, sostenuto da Spencer, l’essenza
della religione sta nell’adorazione di forze naturali trasfigurate e
antropomorfizzate.
Il punto è che, secondo Durkheim, nelle due proposte c’è qualcosa che
non funziona, l’ogggetto della religione diventa una trasfigurazione
della fantasia umana. Si rivolge ad oggetti che sono irreali o “salva
immaginari, al contrario invece secondo Durkheim la sua teoria
la realtà della religione”.
terzo passaggio La religione è un’esperienza troppo permanente e
intimamente profonda per non corrispondere ad una realtà autentica,
difatti l’oggetto vero è la società che venera se stessa. è arrivato a
questa conclusione studiando il totemismo australiano, e alcune tribù
native americane.
L’analisi del totemismo connette due concetti:
totem il totem è un animale, o una pianta, che diventa
- simbolo/emblema di un clan.
clan un clan è un gruppo sociale non costituito da legami di
- consanguineità
18 Ciascun gruppo umano venera un prorpio totem, annesso al totem c’è
tutto un sistema di divieti. Ad esempio, il divieto di uccidere l’animale
totemico, di mangiare i frutti della pianta totemica o addirittura toccare
il totem. Ci sono anche delle pratiche positive (prescrizioni) come
difendere il totem dall’estinzione e prendersene cura.
Esempi di totem, oggi giorno, sono le bandiere.
Secondo Durkheim il sistema di obblighi e prescrizioni costituisce un
primo nucleo normativo in cui un certo gruppo umano si riconosce.
Secondo l’autore quindi venerando il totem come sacro la società,
senza saperlo, venerano la propria unità come gruppo sociale che si
riconosce rispetto a un nucleo normativo condiviso.
Ma perché la società dovrebbe diventare oggetto di culto?
Durkheim svolge un ragionamento completo:
“tutti noi sentiamo, in tante occasioni della nostra vita, che la società si
impone agli individui”. Questo significa che il sistema di norme nostro
limita la nostra libertà di individui, e questa dimensione coercitiva della
società rispetto all’individuo contribuisce al senso di rispetto che si ha
per questa forza che è fuori dal nostro controllo. Del resto, è più
evidente se pensiamo che la società possa essere identificata come un
insieme di sistemi normativi.
Le regole del metodo sociologico di Durkheim sono elencate nell’opera
regole del metodo sociologico
metodologica che ha scritto “ ” scritto nel
1895, a cavallo tra la prima opera e il saggio sul suicidio. Queste sono le regole
della ricerca sociologica per arrivare alla tesi, non sono il metodo espositivo
visto prima.
Esse sono:
1) bisogna considerare i fatti sociali come cose cioè come oggetti
del mondo reale, che si possono osservare dall’esterno come fatti tipici in
modo oggettivo. (presupposto di oggettività) Per questo motivo è visto
come positivista.
2) definizione di un fatto sociale e come riconoscerlo “è un fatto
sociale qualsiasi modo di fare suscettibile di esercitare sull’individuo una
costrizione esterna e che è generale all’interno di una data società”. Si
riconosce attraverso:
coercitività
- generalità inteso come diffusione
-
3) spiegare un fatto sociale significa individuarne le cause
antecedenti
Argomento già affrontato nel discorso della divisione del lavoro, riguarda
la dimensione esplicativa essendo non-funzionalista. Non si spiegano i
fatti sociali secondo la loro funzione/utilità.
Ci sono però delle opere di Durkheim in cui valuta comunque la funzione
del fenomeno, es. per la religione sa benissimo che è un fattore di
integrazione sociale ma la spiega nelle sue forme più elementari.
19 “metodo delle variazioni
In un modo arcaico Durkheim ci introduce il
concomitanti” che è uno dei principali metodi tramite il cui, nelle scienze
sociali, si può ambire a dimostrare relazioni di causa-effetto.
Durkheim, in questo passaggio, fa riferimento ad un’operazione che lui stesso
ha condotto nel saggio “il suicidio” (precisamente nel suicidio egoistico). In
quel paragrafo Durkheim si chiede se in tutte queste variabili possano essere
delle cause necessarie per spiegare il fenomeno in oggetto, c’è un enorme
differenza tra cause necessarie e cause sufficienti.
Qui Durkheim si chiede se la religione sia realmente da elencare tra i fattori
necessari verificando se non ci siano delle variabili intervenienti, cioè che
intervengono a rendere la relazione tra suicidio egoistico e affiliazione religiosa
una relazione spuria/non diretta.
In questo caso l’autore controlla la territorialità delle affiliazioni religiose, cioè il
contesto in cui abitano i professanti delle varie religioni, perché i protestanti in
Europa erano per lo più abitanti delle città mentre il cattolicesimo era più
diffuso nelle zone rurali. Si accorge che c’è un influsso della variabile abitativa,
è molto più facile trovare di casi di suicidio in città.
Il metodo delle variazioni concomitanti da quando lo ha utilizzato Durkheim si è
diffuso enormemente, si può dire che è l’unico strumento che abbiamo per
studiare le relazioni tra le variabili.
GEORGE SIMMEL 1858-1918
Nasce in Germania ma ha origini ebree e questo sarà un elemento, purtroppo,
molto importante per comprendere le difficoltà incontrate nella sua vita a
livello accademico.
George Simmel è uno degli esponenti più eterodossi della disciplina sociologica,
uno dei più amati dagli studenti. Egli si occupò di temi come; la moda, le
metropoli, le società segrete, di musica, arte e di alcuni sentimenti sociali
diffusi come; la vergogna, l’invidia, l’essere straniero.
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Simmel era un ribelle dello stile accademico, aveva un modo di scrivere i
risultati delle sue indagini antiaccademico. Ad esempio, non citava mai le fonti
di riferimento. Non aveva il classico metodo di indagine sociologica o l’odine
espositivo visto in Durkheim.
Simmel è una specie di atomo remoto che viaggia lungo un’orbita remota
dall’ambiente accademico tedesco ed è anche per questo che ha ricevuto una
cattedra vicino alla sua morte, nonostante gli aiuti di Weber suo grande amico.
Egli apparteneva ad una cerchia di intellettuali del calibro di Max weber, Alfred
Weber e Ferdinand Tonnies (società e comunità) che fondano la prima soicetà
scientifica per la sociologia, ed è ancora più strano che Simmel non abbia avuto
fortuna in mondo accademico.
Attualmente le opere di Simmel sono condensate in una sola edizione di
comunità “sociologia”, oltre a questo scritto esiste il monumentale lavoro di
Simmel cioè quello relativo alla fisolofia del denaro.
Simmel era uno straniero nell’accademia anche perché, oltre ad essere
sociologo, era anche un filosofo. Egli fece uno sforzo importante per descrivere
il confine tra sociologia e filosofia, l’unico a delineare aree di competenza delle
due materie.
Secondo l’autore la divisione si deve basare su questi confini:
1° confine --> la filosofia deve stare a Monte delle indagini
- sociologiche o scientifiche. la filosofia deve indagare i presupposti
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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