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PROFILAGGRINA

convertita in <filler>, che è indispensabile per aggregare i filamenti di cheratina. Anche le cellule granulose contengono i granuli lamellari contribuendo a rendere impermeabile l'epidermide.

I cheratinociti cornei sono cellule necrotiche appiattite, cheratinizzate e prive di nucleo e organelli citoplasmatici. L'intera cellula cornea è occupata da filamenti di cheratina matrice amorfa.

I melanociti derivano dal neuroectoderma ed hanno un aspetto dendritico per la presenza di numerosi prolungamenti citoplasmatici che si insinuano tra i cheratinociti. Il loro citoplasma è caratterizzato da un abbondante RER, da un apparato di Golgi ben sviluppato, mitocondri e melanosomi che contengono melanina. Producono la melanina che offre protezione contro gli effetti mutageni dei raggi ultravioletti. Nell'uomo esistono due tipi di pigmenti: l'eumelanina e la feomelanina. I melanosomi in fase di maturazione, chiamati premelanosomi,

hanno un basso contenuto di melanina per cui sono più chiari, mentre quelli maturi sono completamente riempiti di melanina per cui sono più scuri.

La melanina viene sintetizzata per ossidazione della tirosina a diidrossifenilalanina (DOPA) grazie alla tirosinasi, seguita dalla trasformazione della DOPA in melanina. Dopodiché viene secreta ai cheratinociti mediante citochine.

Ogni melanocito prende contatto mediamente con 5-10 cheratinociti e questo rapporto prende il nome di unità melanica dell'epidermide.

Se la tirosinasi manca si va incontro ad una malattia autosomica recessiva chiamata albinismo, in cui la melanina non viene sintetizzata. In questa patologia, i melanociti sono presenti ma sono quiescenti e la mancata protezione della cute contro i raggi solari comporta una maggiore incidenza di lesioni di tipo neoplastico.

In particolare, la melanogenesi, cioè la maturazione dei granuli di melanina, avviene in quattro stadi:

  1. Al primo stadio abbiamo solo...

la vescicola che contiene l'enzima

Al secondo stadio inizia l'attività tirosinasica e viene prodotta la melanina sotto forma di filamenti

Nel terzo stadio si ha un aumento di melanina

Al quarto stadio non c'è più l'attività tirosinasica e i granuli sono pieni di melanina

La differenza di colorazione nella pelle dipende dalla grandezza dei granuli e dal loro stadio di differenziazione.

I melanociti non si trovano solo tra i cheratinociti basali ma anche in alcune zone dell'orecchio medio, dell'orecchio interno, della cavità orale e dell'occhio. Una certa quantità di melanina è prodotta anche dai neuroni della substantia nigra, un nucleo del mesencefalo che appartiene al tronco encefalico.

Esiste una patologia autoimmune che prende il nome di vitiligine in cui si assiste alla distruzione dei melanociti da parte del sistema immunitario, ed è associata al diabete mellito di tipo 1, alla tiroidite

autoimmune e ad altre patologie autoimmuni. La proliferazione benigna dei melanociti porta alla formazione di un NEVO che può essere melanocitico o displasico, mentre la proliferazione maligna porta al melanoma, uno dei tumori più aggressivi in assoluto. È difficile che da un nevo benigno si formi un melanoma ma occorre comunque tenere sotto controllo i nevi displasici. Le cellule di Langerhans Un altro citotipo evidenziabile nell'epidermide, e in particolare nello strato spinoso, sono le cellule di Langerhans. Esse hanno a loro volta citoplasma chiaro e presentano un aspetto dendritico per la presenza di numerosi prolungamenti citoplasmatici. Al loro interno contengono i granuli di Birbeck che si presentano come strutture bastoncellari provviste di una striatura nella parte centrale. Possono presentare, all'estremità, un'espansione vescicolare che conferisce loro il tipico aspetto a racchetta da tennis, ma non se ne conosce ancora la funzione. È stato

È stato dimostrato che CD1a e langerina contengono dei marker che consentono di immagazzinare antigeni non proteici per presentarli in modo più efficace ai linfociti T. Infatti, esse sono delle APC che derivano dai monociti del sangue e quindi dal midollo osseo. Inoltre, è stato osservato che la langerina è in grado di prevenire l'infezione da HIV.

In particolare, la langerina è esposta sulla membrana plasmatica per captare i glicolipidi antigenici. Una volta legata all'antigene, entra nel citoplasma e si sposta nel granulo di Birbeck, in cui è presente un sistema che taglia i residui glucidici che vengono allontanati, mentre la parte lipidica rimane legata alla langerina che la trasferisce in una vescicola in cui è presente CD1a. Questo si stacca dalla vescicola e viene portato nella superficie della membrana plasmatica per esporre all'esterno l'antigene e, una volta che l'antigene viene allontanato, CD1a viene riciclato.

Le cellule di Langerhans possono trovarsi anche in altri epiteli pavimentosi composti come il cavo orale, l'esofago e la vagina.

Le cellule di Merkel sono il quarto citotipo dell'epidermide e sono localizzate nello strato basale intercalate tra i cheratinociti. Possono essere considerate come cheratinociti modificati che derivano dalle stesse cellule staminali ma subiscono una differente maturazione che consente loro di svolgere la funzione di meccanocettori.

Queste cellule contraggono un contatto sinaptico con un'espansione appiattita di una fibra nervosa e sono unite ai cheratinociti contigui attraverso piccoli desmosomi. Possiedono inoltre piccoli granuli neuroendocrini sul versante assonale e dei tonofilamenti. Il complesso che si forma tra la terminazione nervosa libera e la cellula di Merkel prende il nome di disco di Merkel ed è un meccanocettore che raccoglie la sensibilità per il tatto superficiale e per la pressione superficiale. Essi sono presenti nelle aree

più sensibili come i polpastrelli delle dita.

A livello dell’epidermide sono presenti anche dei linfociti che prendono il nome di linfociti intraepidermici.

Il derma può essere suddiviso in due parti: una parte più superficiale che include le papille dermiche e prende il nome di derma papillare, e una parte più profonda che si trova a ridosso del tessuto sottocutaneo e prende il nome di derma reticolare.

Il derma papillare è costituito da un TESSUTO CONNETTIVO LASSO ricco di cellule e vasi sanguigni con sottili fibre collagene di tipo 1 e di tipo 3 e presenta anche una rete irregolare di fibre elastiche.

Il derma reticolare ha uno spessore variabile in base alla zona del corpo che si considera, ma è meno ricco di cellule e di vasi sanguigni rispetto al derma papillare. Inoltre, è caratterizzato da spessi fasci di fibre collagene di tipo 1 e da fibre elastiche più spesse.

Tutto il derma è attraversato dai dotti escretori delle

ghiandole sudoripare. Al di sotto del derma è localizzato l'ipoderma, un tessuto sottocutaneo ricco di tessuto adiposo diviso in lobuli da setti connettivali. Il numero di adipociti varia in base al sito anatomico che si considera e allo stato nutrizionale del soggetto. È inframezzato tra la cute in superficie e il muscolo scheletrico in profondità, funge da riserva energetica e isolante termico.

Annessi cutanei:

Sono di derivazione ectodermica.

Follicoli piliferi:

I follicoli piliferi sono strettamente associati al muscolo erettore del pelo e alla ghiandola sebacea, andando a costituire l'unità pilosebacea. Sono avvolti da una guaina pilosebacea connettivale e nella parte terminale mostrano un'espansione che prende il nome di bulbo, che accoglie la papilla dermica ricca di vasi capillari. L'interruzione dell'irrorazione sanguigna della papilla dermica provoca la morte del follicolo.

Ghiandole sebacee:

Le ghiandole sebacee sono associate ai follicoli piliferi.

Essere associate ai follicoli piliferi o essere isolate. Esse sono ghiandole acinose ramificate a secrezione olocrina, cioè l'emissione del secreto avviene con la distruzione della ghiandola secernente, ed hanno un solo dotto escretore che può sboccare nel follicolo pilifero o direttamente in superficie. Esse producono il sebo, di natura lipidica, che ha la funzione di ammorbidire l'epidermide, lubrificare il follicolo pilifero e funge anche da batteriostatico.

Ghiandole sudoripare

Le ghiandole sudoripare sono ghiandole tubulari glomerulari semplici a secrezione eccrina e sono le più abbondanti nell'uomo. Possono avere anche una secrezione apocrina, caratteristica della regione ascellare e della giunzione ano-rettale. Queste sono molto più abbondanti negli animali perché servono a marcare il territorio e fungono da richiamo sessuale.

Rispetto al dotto, l'adenomero delle ghiandole sudoripare eccrine ha dimensioni maggiori ed è composto da cellule cubiche.

Il cellule mioepiteliali è costituito da un doppio strato di cellule rivestito da la cui contrazione favorisce l'espulsione del secreto. Il lume dell'adenomero è più evidente rispetto allume del dotto che è privo delle cellule mioepiteliali. Esse producono sudore, che ha un ridotto contenuto proteico e risulta formato per la maggior parte da acqua, sali minerali, ed ha un importante ruolo nella termoregolazione. Le cellule dell'adenomero, in base alle caratteristiche tintoriali vengono divise in cellule chiare e cellule scure. Le cellule chiare sono più lontane dal lume ghiandolare e a livello basale poggiano sulle cellule mioepiteliali o direttamente sulla membrana basale e sono responsabili della produzione della componente acquosa del sudore. Le cellule scure sono rivolte verso il lume ghiandolare e contengono materiale proteico. I dotti escretori delle ghiandole sudoripare eccrine attraversano il derma e l'epidermide per aprirsi sulla superficie.

esterna della cute e la parte del dotto che attraversa l'epidermide è detto epidermico. A questo livello la sua parete perde il rivestimento e viene ad essere costituita esclusivamente da cheratinociti. Lungo il decorso lungo il dotto escretore la composizione del sudore si modifica perché a questo livello vengono riassorbiti ioni e acqua. Per quanto riguarda le ghiandole sudoripare eccrine, la loro struttura è simile a quella delle ghiandole sudoripare eccrine, quindi è d
Dettagli
A.A. 2022-2023
10 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher asia_gasparrini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Morroni Manrico.