AVOLA DEGLI ELEMENTI E PROPRIETÀ PERIODICHE
La moderna tavola periodica (vedi Tabella 1) è strutturata in 18 colonne ed è organizzata in primo
luogo in funzione della configurazione elettronica esterna degli elementi.
Le colonne del sistema periodico (GRUPPI) contengono infatti elementi che, avendo la stessa
configurazione elettronica esterna, hanno proprietà chimiche analoghe.
Nelle prime due colonne a sinistra (IA e IIA) ci sono gli elementi che contengono rispettivamente 1
o 2 elettroni in un orbitale di tipo s. Tali gruppi hanno un proprio nome e si chiamano
rispettivamente gruppo del metalli alcalini (IA) e dei metalli alcalino-terrosi (IIA)
Nelle colonne a destra dal gruppo IIIA al VIIIA abbiamo invece gli elementi che, dopo aver
riempito l’orbitale esterno s, sistemano via via i loro elettroni negli orbitali p di pari numero
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quantico. Quindi ad esempio N, P, As, Sb e Bi hanno una configurazione elettronica esterna ns np
ed in totale 5 elettroni sul guscio esterno. Il fatto che n (numero quantico principale) corrisponda a 2
per l’azoto, 3 per il fosforo, 4 per l’arsenico ecc. determinerà una massa atomica e un raggio
atomico maggiori, ma in prima istanza possiamo dire che tali grandezze non hanno una grossa
influenza nelle proprietà chimiche. Nel blocco p il gruppo VIIA è chiamato gruppo degli alogeni,
mentre quello degli elementi che hanno una configurazione elettronica completa e risultano quindi
non in grado di combinarsi spontaneamente con altri elementi è il gruppo dei gas nobili
Il blocco che corrisponde al riempimento degli orbitali d è quello che va dal gruppo IIIB al IIB
(dallo scandio allo zinco, dall’ittrio al cadmio ecc.). Gli elementi di questo blocco prendono anche il
nome di metalli di transizione. Il blocco f è costituito dalle due “stringhe” di 14 elementi ciascuno
poste in fondo alla tavola (lantanidi e attinidi).
Si noti come nella tavola periodica venga appunto esplicitata la configurazione elettronica esterna,
riassumendo quella interna col simbolo del gas nobile in cui essa risulta completata.
Gli elementi della tavola periodica sono classificati in metalli e non metalli e la linea di
demarcazione tra tali due classi passa tra boro e alluminio, silicio e germanio, arsenico e antimonio,
tellurio e polonio. Può essere utile a fini classificatori, anche se alcuni elementi, soprattutto quelli
posizioni vicino al “confine” abbiano proprietà a volte intermedie. Un tipico metallo, come noto,
può essere ridotto in fili (duttile), in lamine (malleabile), conduttore dell’elettricità e del calore. In
condizioni ambiente, allo stato elementare, è quasi sempre solido (ad eccezione del mercurio) e
spesso alto fondente (con alcune eccezioni). I non metalli sono invece non conduttori e, a volte, a T
ambiente gassosi.
Gli elementi riportati nelle due versioni della tavola periodica riportati nelle pagine seguenti
(Tabelle 1 e 2) sono 109. Di essi il n° 43 (tecnezio), 61 (promezio) e tutti quelli dal 93 in poi
(transuranici) non esistono stabilmente in natura e sono stati spesso preparati (a volte
semplicemente e fugacemente evidenziati) in laboratorio. Tutti gli altri esistono in natura ma non
sempre allo stato elementare (in sostanze semplici cioè costituite almeno in linea di principio da
atomi di un solo elemento) ma più spesso solo allo stato combinato. Possiamo elencare i pochi
elementi che nel nostro pianeta sono presenti solo o anche in forma non combinata: ossigeno e
azoto (mescolati tra loro nell’aria); gas nobili (presenti in piccola percentuale nell’atmosfera); zolfo
e carbonio (come solidi in giacimenti); alcuni metalli, detti nobili, come l’oro, l’argento, il platino,
il rame.
Ad eccezione di quelli sopra nominati, tutti gli altri elementi li troviamo solo allo stato combinato
nell’aria, nell’acqua, nella crosta terrestre. TABELLA 1
Fermando l’attenzione sui gruppi principali (blocco s e blocco p) ricordiamo come già il numero del
gruppo di appartenenza (nella notazione da noi utilizzata) ci dia una informazione sulla
configurazione elettronica esterna di un elemento e quindi sulla sua capacità di combinarsi. Tenendo
conto che nelle combinazioni gli elementi, perdendo od acquistando elettroni o comunque
mettendoli in gioco nella formazione di legami chimici, tendono ad acquisire la configurazione
elettronica esterna del gas nobile che li segue o li precede nel sistema periodico possiamo dire che
un elemento del primo secondo o terzo gruppo principale quando si combina tende a perdere (per il
terzo gruppo in taluni casi a mettere in gioco) tutti i propri elettroni esterni. Gli elementi dei gruppi
dal IVA al VIIA possono invece “acquistare” (completamente o in condivisione) gli elettroni che
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mancano per arrivare alla configurazione esterna s p (ottetto) oppure mettere in gioco i propri
elettroni esterni fino al massimo numero di questi.
Una grandezza, che viene di solito attribuita agli elementi e che formalizza quanto sopra detto è il
cosiddetto numero di ossidazione che può essere definito come “il numero di elettroni che è
necessario dare o togliere ad un atomo di un elemento combinato in un composto per portarlo
allo stato elementare”. E’ una definizione che sarà meglio compresa e precisata in seguito. Qui è
importante notare come in genere nella tavola periodica siano riportati per i vari elementi gli stati di
ossidazione che presentano nei loro principali composti. Per quanto detto sopra, la posizione di un
elemento nel sistema periodico può già orientarci sui numeri di ossidazione che esso può assumere.
Un elemento del primo o del secondo gruppo può assumere rispettivamente solo numero di
ossidazione +1 e +2 e così li troviamo in natura, sotto forma di effettivi ioni carichi positivamente.
Analogamente gli alogeni si presentano in natura sostanzialmente come ioni di carica –1, in accordo
col numero di ossidazione adottato per completare l’ottetto acquistando un elettrone. E’ possibile
però preparare anche altri composti degli alogeni in cui il numero di ossidazione è legato alla messa
in gioco dei loro elettroni esterni fino ad un massimo comunque di 7, che corrisponde al numero del
gruppo in cui essi si trovano.
Una volta isolati o preparati allo stato elementare, gli elementi del sistema periodico possono
trovarsi, a condizioni ambientali in uno dei 3 stati di aggregazione. Ricordiamo che a 25 °C e 1 atm
sono liquidi solo il mercurio e il bromo. Allo stato gassoso si trovano: l’idrogeno, l’azoto,
l’ossigeno, il fluoro, il cloro e i gas nobili. Tutti gli altri elementi sono allo stato solido.
Passando da un elemento all’altro della stessa riga (PERIODO) del sistema periodico si nota come
nel caso del 2° e 3° periodo si passi da un elemento (ad es. il sodio numero atomico 11, simbolo
Na) dotato di spiccate caratteristiche metalliche, il cui ossido è fortemente basico via via ad
elementi sempre meno metallici sino ad arrivare al cloro il cui ossido a più alto numero di
ossidazione (+7) ha caratteristiche fortemente acide (vedi Tabella 2) Questo tipo di andamento
periodico è assunto da molte proprietà degli elementi chimici.
Se però consideriamo i periodi più lunghi (dal 4° in poi) notiamo come in corrispondenza dei
metalli di transizione la variazione delle proprietà subisca una evidente rallentamento. Questo è
dovuto al fatto che tali elementi differiscono non per la configurazione elettronica dell’ultimo
livello ma per il riempimento diverso degli orbitali d, che in ogni caso risultano interni e quindi
influenzanti in minor misura molte delle proprietà elementari. Questo è ancora più evidente nel caso
del blocco f, in cui il riempimento di orbitali ancora più interni si traduce in stringhe di 14 elementi
le cui proprietà sono in gran parte estremamente simili.
Tra le proprietà periodiche ne introduciamo ora due, l’energia di prima ionizzazione e l’affinità
elettronica, che ci permetteranno in seguito di definirne una terza, di esse praticamente più
importante, l’elettronegatività. TABELLA 2
ENERGIA DI PRIMA IONIZZAZIONE
L'energia di prima ionizzazione di un elemento è l'energia necessaria per allontanare 1
elettrone da un atomo di un elemento allo stato di gas.
E' cioè l'energia richiesta per il processo: e-
Þ +(g)
M M +
(g)
L'energia di prima ionizzazione si misura in kJ per mole di atomi di 1 elemento (o in altra unità di
misura di energia: Kcal, erg ecc.).
N. B.
- L'energia di prima ionizzazione è sempre positiva. Deve essere cioè spesa sempre dell'energia per
favorire l'allontanamento di 1 elettrone da un atomo. Il sistema deve sempre assorbire energia (ad
esempio sotto forma di calore).
-Un processo che avviene con assorbimento di energia si dice endotermico.
-L'energia di prima ionizzazione per gli elementi chimici varia periodicamente con la posizione
dell'elemento nel sistema periodico. Essa aumenta lungo un periodo e diminuisce all'interno di un
gruppo.
Il fatto che l’energia di prima ionizzazione diminuisca scendendo lungo un gruppo può essere
spiegato con l’aumentare del raggio atomico che porta l’elettrone esterno sempre più lontano dal
nucleo e soprattutto con l’effetto schermante che i gusci interni sempre più numerosi esercitano
sull’attrazione tra nucleo ed elettrone che diviene quindi sempre più debole.
L’aumento dell’energia di prima ionizzazione lungo un periodo è dovuto invece alla diminuzione
del raggio atomico con conseguente aumento dell’attrazione tra l’elettrone esterno ed il nucleo che
aumenta anche la propria carica positiva all’aumentare del numero atomico (vedi anche i dati di
Tabella 2)
AFFINITA' ELETTRONICA
E' l'energia associata al processo di addizione di 1 elettrone all'atomo di 1 elemento con
formazione cioè di uno ione negativo: -
e- Þ
M + M
(g) (g)
- Per alcuni elementi questo processo ha luogo con cessione di energia (processo esotermico) e
quindi per tali elementi l'affinità elettronica ha segno negativo.
- Ciò è indice di una tendenza da parte dell'atomo dell'elemento in questione ad accettare 1 elettrone
(Es. Alogeni, H, O ecc.).
- In altri casi occorre fornire energia al sistema perché il processo si realizzi (processo
endotermico) e l'affinità elettronica assume quindi valore positivo.
- In generale l'affinità elettronica (anch'essa misurata in kJ per mole di atomi) cresce in un periodo e
diminuisce in un gruppo.
Dal grafico è evidente anche in questo caso l’andamento periodico de