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Prevedere il comportamento tramite gli atteggiamenti

Secondo gli studi di La Piere non c'è sempre una correlazione tra atteggiamento e previsione del comportamento relativo (esperimento coppia cinese x i ristoranti americani dell'epoca); secondo Kraus invece gli atteggiamenti prevedono in modo significativo i comportamenti delle persone; Fishbein e Ajzen ritengono che la bassa correlazione tra atteggiamenti e comportamenti sia dovuta sostanzialmente a 2 fattori:

  1. Errori nella misurazione dei costrutti
  2. Errore nella corrispondenza tra i costrutti dovuti ad una sbagliata concettualizzazione di essi

Per ovviare a questo problema, propongono il PRINCIPIO DI COMPATIBILITÀ che prevede che solo un atteggiamento specifico possa predire un comportamento specifico, e non come nel caso di La Piere un atteggiamento generale un comportamento specifico; ogni atteggiamento, dunque, è composto da 4 dimensioni dette TACT (Target, Azione, Contesto, Tempo) e solo nel caso in cui le

misure TACT dell'atteggiamento siano corrispondenti con quelle del comportamento sarà possibile una previsione.

Ci sono però anche delle spiegazioni del perché gli atteggiamenti non sempre predicono il comportamento:

  1. Possono esserci altre determinanti importanti
  2. Gli atteggiamenti possono essere ambivalenti
  3. Se gli atteggiamenti si sono formati su info di seconda mano
  4. I comportamenti automatici non necessitano di atteggiamenti espliciti per essere messi in atto

TEORIA DELL'AZIONE RAGIONATA (TRA): approccio ragionato per la spiegazione e la previsione del comportamento elaborato da Fishbein e Ajzen.

Questo modello permette di prevedere tramite la correlazione tra comportamento e intenzione di comportamento (che a sua volta è determinata dall'atteggiamento verso il comportamento e la norma soggettiva verso il comportamento) i comportamenti volontari e volitivi o nuovi, partendo dal presupposto che dietro ad un comportamento specifico verso un

oggetto vi sia un ragionamento. Questo non significa che via sia un ragionamento razionale, in quanto le premesse su cui si fondano i costrutti teorici che conducono al comportamento possono essere anche false, ma comunque rimangono processi decisionali ragionati. Le componenti che portano alla messa in atto del comportamento sono:

  1. ATTEGGIAMENTO: valutazione globale del comportamento che dovrà essere messo in atto
  2. NORMA SOGGETTIVA: percezione che il soggetto ha del volere delle persone x lui importanti relative al comportamento che dovrà essere messo in atto; sorta di pressione sociale
  3. INTENZIONE: motivazione dell'individuo a mettere in atto il comportamento, influenzato dalla forza e dalla valenza dell'atteggiamento e della norma soggettiva; si manifesta sotto forma di piani, progetti, decisioni e propositi relativi al comportamento in questione

Affinché un comportamento possa essere spiegato e predetto tramite la TRA è importante che questo modello

suggerimento per la formattazione del testo utilizzando tag html potrebbe essere il seguente:

sia OPERAZIONALIZZATO, ovvero che si riescano a creare degli indicatori/item relativi al comportamento specifico che si vuole analizzare per poterli misurare tramite misure di self-report. Affinché tutto ciò avvenga correttamente è necessario, dunque, formulare la concettualizzazione del comportamento, delle intenzioni, degli atteggiamenti e delle norme soggettive definendo in modo chiaro il livello dei quattro elementi TACT, perché solo se viene rispettato il PRINCIPIO DI COMPATIBILITÀ, il TRA risulta efficace;

Prima di tutto, si procede individuando i 4 elementi corretti della TACT relativi alla concettualizzazione del COMPORTAMENTO, da misurare in scale come il differenziale semantico, e si procede alla costruzione di una scala multi-item affinché risulti più precisa (es. "le chiediamo di segnare nell'apposita scala di misura, quante volte nell'ultimo mese ha fatto uno spuntino post-pranzo, con cibo ipocalorico"); una

<p>Volta creata la scala x il comportamento si passa a quella per la valutazione delle INTENZIONI, (apiù item) non dimenticando l’importanza di rispettare una corretta TACT che corrisponda a quella del comportamento, per dare valenza al principio di compatibilità (es. “le chiediamo di segnare nell’apposito spazio se ha intenzione nel prossimo mese di fare degli spuntini con cibo ipocalorico nel momento post-pranzo”); anche per quanto riguarda la misurazione degli ATTEGGIAMENTI è necessario che venga rispettata la stessa specificità degli item del comportamento, x rispettare il principio di compatibilità; si usa una scala multi-item di differenziale semantico, ponendo l’attenzione sia sulla dimensione cognitiva che su quella emotiva/affettiva (es. “le chiediamo di indicare nell’apposita sezione la risposta che più di addice alla domanda: consumare snack ipocalorici sarebbe? Risposta: SPIACEVOLE,1,2,3,4,5,6,7</p>

PIACEVOLE”); infine occorre creare una corretta scala di misura anche per quanto riguarda gli item relativi alla NORMA SOGGETTIVA che sono divisi a loro volta in due dimensioni: norma descrittiva (quello che gli altri importanti per il soggetto fanno in relazione al comportamento in questione) (es. “la maggior parte delle persone importanti per me mangia cibo ipocalorico post-pranzo), oppure norma ingiuntiva (quello che gli altri importanti per il soggetto pensano che dovrebbe fare in relazione al comportamento in questione) (es. “la maggior parte delle persone importanti per me crede che dovrei mangiare cibo ipocalorico post-pranzo).

- TEORIA DEL COMPORTAMENTO RAGIONATO (Fishbein e Ajzen): ampliamento della TRA in quanto si pone l’obiettivo di spiegare e prevedere anche i comportamenti non del tutto sotto il controllo del soggetto; viene introdotto un nuovo costrutto teorico che, assieme agli atteggiamenti e alla norma soggettiva, influisce direttamente sull’intenzione

e questa volta però anche sul comportamento. Questo costrutto è il CONTROLLO COMPORTAMENTALE PERCEPITO e si riferisce alla convinzione del soggetto di riuscire con più o meno facilità nell'esecuzione del comportamento specifico. In questo modo influenza l'intenzione perché la percezione che si ha sul controllo comportamentale determina la motivazione a compiere quella particolare azione, ma anche il comportamento direttamente perché quest'ultima non risulta più dipendere unicamente dall'intenzione, bensì anche dalla percezione posseduta di essere in grado di realizzare il comportamento. PBC è determinato da aspetti interni (conoscenze, abilità ecc.) e da aspetti esterni (situazione, opportunità, contesto). Secondo gli autori c'è un rapporto molto stretto fra PBC e self-efficacy, in quanto il grado di avere il controllo sui comportamenti è determinato anche dalle convinzioni cheNumerose applicazioni hanno illustrato come i dati raccolti possono risultare fallaci self-report in quanto misure e quindi possono essere alterate dai soggetti con l'obiettivo di dare un'immagine di sé più positiva e desiderabile; altri studi hanno dimostrato l'esistenza di effetti diretti sull'intenzione e sul comportamento derivanti da variabili che non sono mediate dalle variabili di background (atteggiamento, norma soggettiva e controllo comportamentale percepito). La Teoria del Comportamento Pianificato: una teoria completa del comportamento. Fattori di background: - Variabili demografiche: Età, genere, occupazione, status socioeconomico. - Atteggiamento religione, istruzione. - Credenze verso il comportamento. Intenzione: - Disposizioni comportamentali. - Atteggiamenti generali. - Credenze normative soggettive. Comportamento: - Autostima. - Credenze.

comportamentale

Emozioni di controllo percepito

Intelligenza

Influenze ambientali

Accesso alle risorse

Modello +Ambiente fisico aspettativa-valore

Modello TPB

Informazione

Esperienza

Conoscenza

Esposizione ai media

7- MODELLO MODE (Fazio): è un altro modello che cerca di spiegare e prevedere il comportamento partendo dagli atteggiamenti, ma a differenza del TRA e del TPB in questo caso viene preso in considerazione sia l'aspetto legato alla dimensione cognitiva della formazione delle intenzioni (ragionamenti, riflessioni, intenzionalità) che è caratteristico degli altri due modelli precedenti, sia la dimensione legata invece all'asponaneità e di conseguenza all'accessibilità degli atteggiamenti. Ciò che secondo questo modello determina l'utilizzo di una via piuttosto che l'altra dipende dalla motivazione e dalla capacità di elaborare le informazioni relative all'oggetto di atteggiamento provenienti dal contesto; si generano

così due vie differenti per arrivare alla spiegazione e previsione del comportamento: 1) Theory-driven: via spontanea che vede gli atteggiamenti come influenzatori del comportamento senza che però il soggetto ne sia consapevole. Se l'atteggiamento risultasse accessibile avremmo coerenza tra l'atteggiamento e il comportamento messo in atto, se invece non vi è alta accessibilità dell'atteggiamento, vi sarà scarsa coerenza tra l'atteggiamento e il comportamento. 2) Data-driven: via che prevede invece l'elaborazione ragionata e intenzionale dei dati ricevuti dal contesto, con una conseguente analisi dei costi-benefici della messa in atto del comportamento specifico. In questo caso, effettuando un'analisi più dettagliata, l'accessibilità
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher catomsin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Opinioni e atteggimenti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Canova Luigina.