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LA RESPONSABILITÀ DEL LAVORATORE

Il nesso di causalità fra il comportamento di altri soggetti come il d.d.l., il dirigente, il preposto,

l’RSPP etc. e l’infortunio al lavoratore può essere interrotto dal comportamento «imprevedibile»,

«abnorme» o «esorbitante dal processo produttivo» esercitato dal lavoratore. 19 mag 2025

IL PROFESSORE CI PRESENTA DEI CASI A CUI HA PRESO PARTE

Per prima cosa ci fornisce alcune definizioni:

Consulente tecnico d’ufficio —> ha il ruolo di aiutare il giudice spiegandogli gli aspetti tecnici

che quest’ultimo può non conoscere. È importante che agisca in maniera totalmente imparziale.

Per il consulente tecnico di parte il discorso è un po’ diverso, infatti viene chiamato o dalla parte

lesa o dalla parte che si deve difendere. Quest’ultimo, senza dire il falso, può evidenziare gli

elementi che sono utili per la sua parte. Quindi questo tipo di consulente ha un “ruolo schierato”.

La notizia di reato è quella da cui parte il procedimento. È un fatto che avviene, il quale viene

intercettato da degli organi di polizia giudiziaria e comunicato ad un ufficio di pubblico ministero. Il

pubblico ministero è quel giudice che agisce per conto dello stato per perseguire reati.

Se accade un incidente in fabbrica viene emessa subito una chiamata al pronto soccorso e

solitamente insieme a loro arrivano pure gli ufficiali. Se arriva anche l’asl per fare accertamenti, i

suoi tecnici hanno la funzione di polizia giudiziaria, i quali comunicano col pubblico ministero, che

legge gli atti e se c’è l’ipotesi che qualcuno possa aver subito qualcosa la cui responsabilità è

attribuibile a qualcun altro, il pubblico ministero inizia le sue indagini.

Solitamente i consulenti tecnici possono essere i tecnici della asl, i quali hanno le competenze

giuste per raccontare al pubblico ministero secondo loro cos’è accaduto, il quale fa un’istanza per

chiedere il rinvio a giudizio.

Dal punto di vista della procedura, le prove si costituiscono in aula, tutto quello costituito al di fuori

non ha alcun valore per il procedimento.

È presente un giudice che deve governare questa fase chiamata indagine preliminare (GIP =

Giudice dell’Indagine Preliminare). Questo è un giudice super-partes, infatti da una parte ha il

Pubblico Ministero che gli chiede il rinvio a giudizio di coloro che ritiene responsabili del reato e

dall’altra può avvisare gli indagati (avviso di garanzia), i quali possono nominare un avvocato e un

loro consulente tecnico (di parte).

Alla fine delle indagini preliminari, il GIP deve decidere chi rinviare a giudizio, quindi chi è indiziato

può diventare imputato. Altrimenti l’indiziato può essere prosciolto da ogni accusa.

Nelle indagini preliminari il giudice può aver bisogno di chiarirsi le idee sulla dinamica

dell’incidente, quindi può nominare dei consulenti tecnici d’ufficio a cui pone delle domande.

Affinchè le risposte che il consulente dà siano utilizzabili come prove, è necessario che vengano

acquisite come prove e questo viene fatto solitamente sotto forma di “incidente probatorio”.

Al consulente d’ufficio vengono poste domande anche dalle parti, che cercano di portarlo a dare

delle informazioni utili a loro.

Il GIP deve rinviare a giudizio solo se ha ragionevole fiducia di ottenere la condanna. Se l’indagine

preliminare è fatta male può accadere che una persona non venga rinviata a giudizio e quindi il

reato rimanga senza un colpevole.

PRIMO CASO

Partiamo dal capire di che macchina si tratta. Si tratta di una pressa che ha un portale alto circa

4m, il pressore, un tamburo in cui si trova il contro-stampo e serve a realizzare tegole.

La struttura della macchina è fatta in maniera tale da poter realizzare il prodotto nella maniera più

veloce possibile, in modo da poter produrre con dei ritmi molto sostenuti ed avere un ritorno degli

investimenti che vengono fatti per l’acquisto di questo tipo di macchine.

Per rendere la macchina efficiente, lo stampo superiore è fatto da una coppia di stampi e il contro

stampo si trova su un tamburo esagonale. Il tamburo esagonale consente di stampare due tegole,

spostarsi di 60°, esporre due nuovi contro stampi e ripetere quanto appena fatto.

Contemporaneamente è presente un altro dispositivo complesso chiamato sbavatore, il quale ha

una fustella di metallo che ha la forma dello stampo e che viene premuta contro il contro stampo

per rifilare l’argilla che durante la pressione era uscita fuori dallo stampo. Contemporaneamente

sono presenti delle ventose che aspirano le due tegole e le pongono su un nastro trasportatore,

che poi le porterà nel forno per la cottura in continuo.

Solitamente si accoppiano due macchine con un solo nastro trasportatore. Le due macchine sono

indipendenti però devono essere sincronizzate altrimenti non si riescono a posizionare le tegole nel

nastro trasportatore in maniera coordinata. Quindi le due macchine sono collegate mediante un

software (le due macchine sono governate mediante due PLC che sono sincronizzati tra loro).

Ci sono anche dei nastri trasportatori anche in ingresso alle macchine, che “lanciano” un panetto di

argilla (chiamato anche “galletta”) fra gli stampi.

Il dispositivo sbavatore è caratterizzato dall’avere un azionamento idraulico. Ci sono dei cilindri

idraulici di alcuni centimetri quadrati di sezione e questo vuol dire avere spinte di tonnellate.

Tutta la zona attorno allo sbavatore è pericolosa, perchè ci sono organi lavoratori in movimento.

Per proteggerla posso utilizzare una gabbia, che può essere fatta in due maniere garantendo una:

protezione fissa (in questo caso deve essere imbullonata) o una protezione mobile (che deve

essere interbloccata, quindi deve avere dei micro-switch che non fanno funzionare la macchina se

la protezione è aperta).

Nel caso che analizziamo, sotto richiesta dell’acquirente, la macchina viene modificata per rendere

utilizzabile l’argilla dell’Impruneta, che essendo grossolana, lascia dei residui che vanno a sporcare

gli stampi, producendo delle lacune delle tegole che vado a stampare.

Quindi il venditore della macchina progetta quindi un dispositivo basato su un nastro di caucciù che

passa sullo stampo superiore, in modo da poter espellere i residui che rimangono bloccati.

L’altro problema è che per poter rendere questa linea riattrezzabile per diverse tipologie di

prodotto, il lancio balistico della galletta deve essere calcolato sula base di ogni prodotto, ognuno

dei quali però ha un peso diverso. Quindi non si può avere un nastro con un motore che può

essere acceso o spento (comando ON-OFF), bensì deve avere un motore con un inverter che

consente di decidere la rampa di accelerazione per poter far cadere la galletta precisamente nel

punto giusto. Questi inverter possono essere comandati dal PLC e non erano presenti nei nastri

trasportatori della macchina originale.

Quello che sostiene che sia successo l’utilizzatore della macchina (l’azienda produttrice di tegole)

è che un operatore, per ripulire gli stampi, si sia calato nella macchina dalla parte dello sbavatore e

la macchina si sia avviata da sola schiacciandogli il bacino. La ditta per scaricare ulteriormente la

responsabilità su altri, sosteneva che il cellulare della vittima per qualche motivo aveva fatto partire

la macchina a causa di interferenze elettromagnetiche, dato che era stato dimostrato che non

erano gli inverter a determinare tali disturbi.

Quello che sostiene il costruttore della macchina è che l’operatore innanzitutto non doveva trovarsi

il quel luogo, che si trova al di là di una barriera fissa. Oltre questo dice che la ditta aveva montato

delle maniglie sulla barriera per scavalcarla.

C’è stata anche l’ipotesi di “omessa valutazione dei rischi”, la quale non è stata fatta su questa

pressa come se fosse una macchina esente da rischi.

Addirittura non si sa chi è il datore di lavoro. 20 mag 2025

SECONDO CASO

Li tratta di una mietitrebbiatrice.

È una macchina combinata che effettua sia la mietitura che la trebbiatura. Nel nostro caso

particolare era presente una tavola di mietitura per il mais e la pannocchia viene tagliata dallo

stocco (gambo).

In passato la mietitura e la trebbiatura erano due fasi effettuate con macchine diverse, adesso

vengono fatte dalla stessa macchina.

Questa macchina è composta da quello che si chiama “trattore agricolo”, ovvero una macchina

cingolata su cui è possibile montare degli accessori con i quali si possono fare delle lavorazioni

agricole.

Questa macchina ha un’interfaccia, ovvero una flangia ampia che si può alzare ed abbassare e sulla

quale si possono montare degli accessori, come le tavole di mietitura.

La macchina è guidata da una sola persona e non è richiesto il cosiddetto ”uomo a terra”.

Sollevando all’altezza giusta la tavola di mietitura, si può procedere lentamente, andando a

convogliare i filari tra le punte della tavola, dove poi è presente un’area con delle lame. Poi ci sono

delle catene con dei ganci che afferrano lo stocco e lo forzano dentro le due lame convergenti per

poi andare a tagliare la pannocchia, la quale poi va a cadere sulla tavola di raccolta.

Originariamente queste macchine avevano un sedile rigido in metallo, un volante e una serie di

comandi, lasciando chi lavorava esposto alle intemperie. Ci sono poi stati degli interventi di

aggiornamento per adeguare le macchine agli avanzamenti della tecnica e queste macchine sono

state obbligate a montare una combina sia per motivi di insonorizzazione sia per motivi di comfort.

La macchina in questione viene acquistata usata.

Altro elemento presente nella macchina è la coclea, ovvero una vite senza fine che in questo caso,

ruotando, fa sì che il materiale che arriva sia da destra che da sinistra venga convogliato al centro.

Nel centro è presente la buca di alimentazione della trebbiatrice, infatti da quel punto in poi è

presente un nastro con una serie di ganci, che afferrano le pannocchie separando il mais che poi

finisce dentro una tramoggia.

La coclea potrebbe presentare un problema e questo comporta due tipi di inceppamenti:

• Un inceppamento dello stocco che poi non consente ad altri stocchi di entrare (si crea un

tappo).

• Le pannocchie possono andare ad ingolfare la coclea.

Questi due inceppamenti porterebbero provocare degli interventi da parte dell’operatore per

sbloccare manualmente il blocco nonostante la macchina sia ancora in moto.

In questo episodio, durante il trasporto del mais dalla mietitrebbiatrice verso il concorso agrario, uno

dei due la

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Scienze chimiche CHIM/04 Chimica industriale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giupas03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sicurezza industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Tucci Mario.
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