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MODELLO MOLTIPLICATIVO:
Il modello moltiplicativo può essere ricondotto a quello additivo mediante
trasformazione logaritmica. In questo modello di solito la componente T è
t
espressa nella stessa unità di misura di Y e le altre due sono espresse
t
mediante coefficienti (adimensionali, cioè senza unità di misura)
T
S
E
( ¿¿ t)
=T ∗S ∗E
y (¿¿ )+
t log¿
t t t t (¿¿ )+
t log¿
y log¿
=¿
t 0 ¿
log
Quest’approccio viene chiamato classico, perché l’analisi si concentra su (F ),
t
la parte che rappresenta il futuro, invece s’ipotizza che la parte stocastica (E )
t
sia stata generata da una successione di variabili casuali indipendenti (di
media nulla e varianza costante) e ogni componente agisce in modo autonomo
rispetto alle altre. A volte quest’approccio non porta a risultati soddisfacenti,
perché non è sempre possibile individuare i tre elementi dall’andamento della
serie. Per questo motivo si preferisce l’approccio moderno. Esso si focalizza
sulla modellazione della parte stocastica, ipotizzando che l’andamento della
serie si basi su una certa distribuzione di probabilità
6. STIMA DELLE COMPONENTI
In genere le componenti sistematiche di una serie storica non sono note ma si
possono ricavare in modo approssimativo, attraverso una stima del trend
mediante una funzione analitica, nello specifico la funzione analitica del
tempo. Se NON si possono rappresentare mediante una funzione analitica, si
usano procedure di lisciamento o smussamento (smoothing) mediante le
medie mobili
− Stima del trend mediante adattamento di una funzione
analitica del tempo:
Il TREND Y(t) di una serie storica descrive l’andamento medio della serie storica
riferito a un’opportuna scala temporale. Nella maggior parte dei casi
l’andamento del TREND è considerato lineare su tutto l’intervallo di
osservazione della serie. In questo caso la componente ciclica ha valor medio
nullo su tutto l’intervallo di osservazione:
( )+¿ =T +u
t u (t) (t) (t )
=f
Y ¿
t
in cui:
=T
f è il TREND con t=1,…,n
(t )
t =disturbo
u . Si ritiene che il comportamento di u(t) sia assimilabile a degli
(t )
errori accidentali non osservabili e non controllabili.
Il modello del trend lineare è un polinomio di primo grado della variabile
tempo: =β +
f β t equazione di una retta (Modello lineare)
(t) 0 1
dove i parametri sono costanti, in quanto tale modello vale per ogni t
appartenente all’intervallo di osservazione dei dati e possono essere stimati
risolvendo un problema dei minimi quadrati (Devianza totale =
Devianza di regressione + Devianza Residua)
In casi più generali è possibile che il trend non abbia semplicemente un
andamento lineare, ma segua una legge di variazione temporale più
complessa. In queste situazioni si può ricorrere a un modello polinomiale di
grado più elevato (di secondo grado):
2 equazione di un ramo di parabola(Modello
=β +
f β t+ β t
(t) 0 1 2 quadratico)
− Criterio dell’ R corretto:
2
Per decidere quale modello è migliore potremmo confrontare i rispettivi R ma
2
non è possibile perché i due modelli hanno una unità di misura diversa, si usa,
quindi, l’R corretto.
2
In generale abbiamo:
Devianza di regressione Devianza residua
2 = =1−
R Devianza totale Devianza totale
2
con 0 ≤ R ≥ 1
Indicando con p i parametri, avremo:
Devianza residua
(n− p)
2
R corretto=1− Devianzatotale
(1−p)
Indichiamo con:
− y = valore osservato
t
− Yt = valore stimato (valore fitted)
Per quanto riguarda il valore stimato eseguiamo il “fit”, ovvero, determiniamo
la distribuzione dei parametri che è più vicina alla distribuzione sperimentale.
L’errore di stima (residuo) sarà dato da:
= −Y
r y
t t t
Quindi ricaviamo il MAPE:
| |
n r
∑ t
Y
t=1 t ∗100
MAPE= n
Il MAPE è la media aritmetica dei rapporti tra il valore assoluto degli errori di
previsione e la domanda effettiva verificatasi in n intervalli di tempo (tutti di
uguale durata) fino ad arrivare al periodo t rispetto al rispetto al quale è stata
effettuata la previsione. Il MAPE mette in relazione l’errore (in valore assoluto)
con il valore della domanda, in questo modo è possibile “mediare” l’errore con
la sua rilevanza effettiva: una cosa è sbagliare di 20 unità su 2.000.000
effettive, un'altra è sbagliare sempre di 20 unità, ma su sole 200!
− Stima mediante le medie mobili (Metodi per le serie economiche)
Uno dei metodi per “scomporre” una serie storica è la media mobile.
(I metodi per le serie storiche economiche servono per:
− La previsione in campo economico: la previsione condizionata, la
previsione con poca informazione, la previsione qualitativa, l’uso
congiunto di più previsori, la valutazione della previsione
− L’analisi del ciclo: indicatori compositi, indicatori qualitativi, le inchieste
congiunturali, le funzioni di trasferimento)
La media mobile è una media aritmetica che viene applicata ai dati per un
periodo della serie storica che consente di lisciare la serie stessa, ovvero di
eliminare le oscillazioni tipo quelle stagionali e erratiche.
Esempio: media mobile a 3 termini
Y
t mm(3 termini) m
t m
1 3 Y
2 4 4.
3
(¿ ¿t +1)
( )+4 (Y )+6 ¿ /3
3(Y −1
t t
3 6 5.
(4 +6(Y )+7) /3
t 7
4 7 7.
(6+7 (Y )+8)/3
t 0
5 8 8.
(7+8 (Y )+ 10)/3
t 3
6 1
0
7 1
2
(Y +Y +Y )
+1
t−1 t t Y
con t=2,…n-1 e l’elemento centrale della
( )=
Y 3 t
t 3 serie
Se invece avessimo avuto a che fare con una serie storica giornaliera, che
descrivesse un fenomeno dotato di stagionalità settimanale, avremmo allora
dovuto utilizzare una media mobile a sette termini:
+Y +Y +Y +Y +Y +
Y Y
−2 +1 +2 +3
t−3 t t−1 t t t t
¿ con t=4,…,n-3
¿
( )=¿
Y 7
t
La media mobile di ampiezza 7 smussa in misura notevolmente maggiore la
serie originaria rispetto a quella di ordine 3. D’altra parte porta a una perdita di
valori più consistente (sei contro due)
Le spigolosità di questo
tipo sono state
eliminate
In definitiva, la media mobile è il dato aggiustato al tempo dell’elemento
centrale della media.
Ad esempio media mobile a 3 termini (K=3):
(Y +Y +Y )
−1 +1
t t t
=
mm cont=2, … , n−1(media mobile con K dispari)
t 3
mm è il dato smussato
t
Y è il dato centrale della media t
t
t è il tempo del datocentrale
Se la media mobile è a 4 termini (K=4 media mobile con K pari) si posiziona fra
il tempo 2 e il tempo 3 che non corrisponde ad un effettivo punto temporale di
osservazione.
+ + +
y y y y
1 2 3 4
4
E’ necessario centrare la media mobile
Esercizio: Calcolo di una media mobile con un periodo di 5 anni
I seguenti dati rappresentano le entrate realizzate da una società negli 11 anni compresi fra il
1987 e il 1997. 4. 5. 7. 6. 8. 9. 5. 2. 3. 5. 6.
0 0 0 0 0 0 0 0 5 5 5
Si calcolino le medie mobili di periodo 5 per questa serie. Le 7 medie si ottengono nel modo
seguente: +Y +Y +Y +Y
Y 4.0+5.0+7.0+6.0+ 8.0 6.
1 2 3 4 5
=
mm 5 0
5 5
+Y +Y +Y +Y
Y 5.0+ 7.0+ 6.0+8.0+ 9.0 7.
2 3 4 5 6
=
mm 5 0
5 5
+Y + + +
Y Y Y Y 7.0+ 6.0+8.0+9.0+ 5.0 7.
3 4 5 6 7
=
mm 5 0
5 5
+ + + +Y
Y Y Y Y 6.0+ 8.0+9.0+5.0+ 2.0 6.
4 5 6 7 8
=
mm 5 0
5 5
+Y +Y +Y +Y
Y 8.0+9.0+5.0+2.0+ 3.5 5.
5 6 7 8 9
=
mm 5 5
5 5
+Y +Y +Y +Y
Y 9.0+5.0+2.0+3.5+5.5 5.
6 7 8 9 10
=
mm 5 0
5 5
+Y +Y +Y +Y
Y 5.0+ 2.0+3.5+5.5+6.5 4.
7 8 9 10 11
=
mm 5 5
5 5
e devono essere centrate negli anni dal terzo al nono.
Media mobile a k termini con k pari. Le medie mobili centrate
Media mobile a 4 termini +Y +Y +Y
Y 1 2 3 4
=
M 2 4
3
+ + +Y
Y Y Y
2 3 4 5
=
M 3 4
4
La media mobile a 4 termini centrata è data da:
+
M M
2 3
=
M 3 4
3 2
La media mobile centrata a termini pari è una media mobile ponderata
Nella scelta del valore di K (ampiezza della media mobile), dobbiamo fare
alcune considerazioni:
− con k elevato la media mobile contribuisce a eliminare le oscillazioni
erratiche e fa perdere molti valori all’inizio e alla fine della serie.
− con un k che corrisponde al periodo stagionale la media mobile
elimina la stagionalità (es. serie mensile k=12)
− con un k troppo elevato rispetto al periodo stagionale la media mobile
introduce oscillazioni fittizie Media Mobile a 12
termini
Media mobile a 8
termini
Media mobile a 18
termini
Riassumendo:
Le medie mobili, sia semplici che ponderate, servono a lisciare la serie
Media mobile semplice:
∑ Y t
( ) = =ampiezza
mm k , t con K della media mobile
K +1
K esimo termine
− Per k dispari la media mobile si centra sul (es. se
2 3+ 1 =2
l’ampiezza della media mobile è 3, la media si centra sul °
2
termine) K +1 esimo termine
− Per K pari la media mobile si centra sul (es. se
2
l’ampiezza della media mobile è 6, la media si centra sul
6 +1=4 ¿
° termine
2
La media mobile semplice presenta un limite perché tutti i termini
della media hanno lo stesso peso
L’alternativa alla m.m semplice è la media mobile ponderata (media mobile
di una media mobile)
Media mobile
t media mobile t W
V t
t ponderata
semplice V
Y 1
1 t−1
t−1 +V +V
V
+Y +Y
Y +1
t−1 t t
V
−1 +1
t t t
Y =
2 W
=
2 V t
t t
t 3
3 V
Y 3
3 +1
t
+1
t 1 ∗1
3
( )= ( )
∗ +Y +Y + +Y +Y +Y + +Y =¿
mm 3∗3 Y Y Y
−1 +1 +2
t−2 t t t−1 t t t t+1 t
3 Y
¿ 1
¿ (1,2,3,1)