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MODELLO A ZATTERE LIPIDICHE
Alcuni studiosi ritengono che il modello più raffinato della membrana non sia il mosaico
fluido ma quello “a zattere lipidiche” perchè, studiando delle membrane artificiali, si è notato
che l’interazione fra i fosfolipidi è favorita quando i lipidi appartengono alla stessa classe. Ad
esempio gli sfingolipidi che hanno catene più lunghe si separano dai fosfolipidi insaturi
formando delle isole diverse e compatte.
Le zattere lipidiche hanno maggior spessore rispetto al resto della membrana e possono
ospitare particolari associazioni di proteine, cioè sono zone dove queste si localizzano
preferenzialmente.
Le molecole proteiche intrinseche sono circondate da lipidi a
catena lunga (definiti lipidi di delimitazione) formando una zona
chiamata “dominio lipoproteico” in genere meno mobile dei
lipidi circostanti. Questi domini sono però liberi di muoversi e
vagare, come zattere, nel doppio strato fluido.
La mobilità delle proteine viene limitata da alcuni sistemi, in
modo da compattare i domini, infatti secondo questo modello esse sarebbero
confinate in particolari zone, dove sono più richieste; Molte proteine di
membrana ad esempio sono ancorate con il dominio intracellulare al filamento
proteico del citoscheletrico; nelle cellule esiste uno strato di proteine
citoscheletriche (in particolare actina) chiamato “strato corticale” (in rosso
nella foto), oppure altre sono ancorate alle proteine della matrice
extracellulare.
Altre proteine rimangono nella posizione di confine tra le 2 cellule, essendo legate tra loro e
le ancorate in posizione; sono chiamate proteine di adesione e si legano a quelle delle
cellule vicine formando le giunzioni cellulari. Le stesse proteine di
membrana legandosi tra di loro, quando portano le membrane delle
2 cellule adiacenti a stretto contatto, senza lasciare alcuno spazio,
possono creare delle barriere di diffusione: giunzioni occludenti
(presente soprattutto nei tessuti epiteliali). Questa giunzione fa si
che si formino nella cellula due domini di membrana.
Cellula epiteliale intestinale
(presenza di microvilli =
estroflessioni della membrana):
la parte della membrana dove si
trovano i microvilli viene
chiamata zona apicale della cellula epiteliale ed è
estroflessa. La zona apicale è rivolta verso l’interno
dove arrivano le sostanze nutritive che devono essere
assorbite (es. glucosio). I microvilli aumentano la
superficie di assorbimento, quindi più estesa è la
membrana più trasportatori, può avere e quindi più
nutrienti può assorbire. La cellula epiteliale intestinale
ha la membrana che continua lateralmente, quest’ultima
si lega alle membrane delle cellule vicine. Nell’epitelio intestinale le cellule sono legate tra
loro a formare una sorta di barriera.
La membrana plasmatica è asimmetrica in termine di composizione fosfolipidica del foglietto
esterno che è diversa in percentuale da quella del foglietto interno (es: fosfatidilserina sta
solo all’interno, poichè il contrario avviene solo in apoptosi, quindi questa proteina fà da
segnale di morte cellulare programmata e comunica alle cellule circostanti di fagocitarla).
Alcune zone della membrana sono estremamente curve (es: microvilli intestinali), questo è
dato dal fatto che alcuni fosfolipidi vengono confinati in spazi specifici, in base alla loro
conformazione e al loro ingombro.
Le proteine sono inserite nella membrana con un certo orientamento spaziale e non
vengono mai invertite (flip flop), poiché anche la loro funzione sarebbe invertita.
I carboidrati si trovano solo all’esterno e mai all’interno. I carboidrati di membrana sono in
genere catene di polisaccaridi (≅15 zuccheri) legate a proteine o lipidi e nel loro insieme
costituiscono un involucro detto glicocalice che ha un ruolo protettivo della membrana (es:
nell’intestino questo serve a proteggere i microvilli dal microbiota intestinale che li
distruggerebbe).
Inoltre gli oligosaccaridi di superficie hanno anche una funzione
antigenica, infatti vanno a proteggere la cellula in quanto sono
implicati nel riconoscimento cellulare, definendo il gruppo sanguigno.
Essi differiscono di pochissimo l’uno dall’altro, ad esempio:
L’antigene A varia nell’aggiunta di un n-acetilglucosammina rispetto
all’antigene 0, mentre l’antigene B differisce dall’antigene A solo per
l'ultimo monosaccaride.
Quindi il tipo A presenta l’antigene A, il gruppo B l’antigene B, quello
AB presenta entrambi gli antigeni, mentre quello 0 invece ha una
piccola catena di zuccheri che non presentano zuccheri aggiuntivi.
I neutrofili espongono degli oligosaccaridi specifici sulla superficie e quando c’è un’infezione
in un tessuto le cellule endoteliali, che circondano i vasi sanguigni, esprimono sulla
membrana delle proteine recettoriali, chiamate lectine, le quali sono specifiche per
riconoscere gli oligosaccaridi dei neutrofili. Queste lectine vengono espresse solo quando
c’è un’infezione all'interno del vaso e legano temporaneamente i neutrofili, consentendo loro
di muoversi lungo la parete dei vasi e migrare da una cellula all’altra verso la sede
dell’infezione per eliminare l’eventuale batterio che ha infettato il tessuto.
TRASPORTO DI MEMBRANA
La membrana ha la capacità di accumulare sostanze a concentrazioni molto diverse
dall’ambiente circostante e la capacità di attuare il trasporto selettivo, cioè lo spostamento
di specifici ioni e molecole organiche.
Permeabilità selettiva:
● gas che si disciolgono nei liquidi corporei, diffondono rapidamente: possono passare
attraverso il doppio strato perché non hanno delle cariche
● molecole liposolubili tendono a diffondere (soprattutto se piccole)
● piccole molecole polari con cariche diffondono, ma lentamente
● grosse molecole polari non cariche, molecole polari cariche e ioni non permeano
Tipi di trasporto:
● diffusione semplice= movimento spontaneo del soluto attraverso il doppio strato,
nella direzione imposta dal gradiente di concentrazione, finché non si raggiunge un
equilibrio dinamico; Avviene quando la molecola è permeabile o è un gas (tipico di
CO , O , etanolo…)
2 2
● diffusione facilitata (trasporto passivo)= movimento spontaneo di molecole polari o
ioni, mediante proteine di trasporto (canale o carrier), seguendo il gradiente di
concentrazione e il gradiente elettrochimico (processo esoergonico)
● trasporto attivo= movimento non spontaneo, endoergonico (che richiede ATP) perché
contro gradiente di concentrazione, attraverso proteine (solo carrier) denominate
“pompe”
La diffusione è la tendenza delle molecole di una qualsiasi sostanza a diffondere nello
spazio disponibile, conseguenza dell’energia cinetica delle molecole, quindi della
diminuzione dell’energia libera e dell’aumento naturale dell’entropia del sistema.
La diffusione facilitata si distingue da quella semplice grazie alla sua cinetica di trasporto (di
tipo iperbolico), visibile dal grafico
—------------------------------→
Inizialmente vi è un incremento rapido ma poi si raggiunge un plateau a causa della
saturazione.
La diffusione semplice continua finché esiste un gradiente mentre la diffusione facilitata va a
saturazione perché dipende dal numero di trasportatori presenti nella membrana. In questo
caso quindi, anche in presenza di un elevato gradiente, il fattore limitante è rappresentato
dalle proteine vettrici, presenti in numero definito.
L’osmosi differisce dalla diffusione semplice perché essa
riguarda il passaggio di solvente (es. H O) e non del soluto. La
2
pressione osmotica è la pressione della colonna
d’acqua alla quale si raggiunge l’equilibrio osmotico,
in cui non c’è flusso netto di H O. Nella soluzione
2
ipoosmotica c’è una concentrazione minore di
soluto e quindi l’H O ha una concentrazione
2
maggiore, nella soluzione iperosmotica c’è una
concentrazione maggiore di soluto e quindi l’H O ha
2
una concentrazione minore.
EQUILIBRIO IDRICO DELLE CELLULE
Molte cellule sono ipertoniche in confronto all’ambiente circostante e superano questo
problema di elevata osmolarità e del conseguente influsso osmotico dell’acqua con diverse
strategie:
le cellule vegetali la immagazzinano nel vacuolo, creando pressione di turgore, gli organismi
unicellulari come le amebe e i protozoi presentano anch’essi un vacuolo contrattile che
periodicamente scarica acqua al di fuori della cellula e infine le cellule animali pompano ioni
verso l’esterno costringendo l’acqua a seguirli.
TRASPORTI MEDIATI DA PROTEINE
La cellula scambia grazie ad esse i nutrienti come zuccheri e amminoacidi (traghettati da
proteine specifiche). Se il processo di trasporto è esoergonico viene definito diffusione
facilitata o trasporto passivo, se è endoergonico si parla di trasporto attivo.
Le proteine di trasporto sono integrali di membrana e si dividono in 2 categorie:
1. proteine canale che formano pori idrofili nella membrana,
estremamente selettivi per un determinato ione, in base alla
sua carica o alla sua grandezza; anche se esistono alcuni
canali ionici chiamati porine, che sono meno specifici e
lasciano passare sostanze correlate comunque dal punto di
vista fisico. Essi sono dotati di “gating”, quindi possono
trovarsi in conformazione aperta o chiusa controllate da
stimoli. La parte del canale che si dilata al passaggio dello
ione è detta vestibolo. Lo ione per essere espulso
velocemente instaura legami con il filtro di selettività.
Queste proteine garantiscono passaggi molto veloci e sono
perciò praticamente instaurabili. Esistono diversi tipi di canali
ionici:
a. regolati dal voltaggio, gestiti dal cambiamento di
potenziale a cavallo della membrana. Costituiti da 4
subunità, ognuna costituita da 6 eliche transmembrana, di
queste 2 costituiscono il canale centrale e 4 costituiscono
i sensori di voltaggio
b. a controllo di ligando, intracellulare o extracellulare (es. di
ligando è l’acetilcolina nelle fibre muscolari scheletriche),
che comporta un cambiamento conformazionale
c. a stimolo meccanico (es: organo del Corti dell’orecchio)
d. per fosforilazioni
2. proteine vettrici o trasportatori o carrier sono anch’esse proteine integrali, hanno siti
di legami per 1 specifico soluto e cambiando conformazione lo traghettano da una
parte all’altra della molecola.
Lavorano secondo il modello delle conformazioni alternative: il vettore ha un sito
di